Nella stima di aprile 2003, Unioncamere nazionale aveva previsto per il 2002 una crescita reale del Prodotto interno lordo dell’Emilia-Romagna pari all’1,2 per cento, a fronte della crescita nazionale dello 0,4 per cento. Nel 2001 l’aumento regionale, secondo i dati Istat, era stato del 2,0 per cento, appena superiore a quello registrato nel Paese. Per
Svimez -la stima risale a maggio - si prevede un aumento del Pil più contenuto pari allo 0,9 per cento. Per l’Istituto Guglielmo Tagliacarne - la valutazione è di fine giugno 2003 - la crescita reale, ma qui si parla di valore aggiunto ai prezzi di base, è stata dello 0,8 per cento.
Al di là delle diverse valutazioni espresse dai vari centri di previsione e delle metodologie adottate, resta in ogni caso un rallentamento del tasso di crescita nei confronti di un 2001 già in frenata rispetto al brillante risultato del 2000 (+4,3 per cento). Questo andamento è apparso in linea con quanto avvenuto nella maggioranza delle regioni italiane.
L’Emilia-Romagna è tuttavia riuscita a crescere più velocemente, non solo rispetto al Paese, ma anche nei confronti della più omogenea circoscrizione Nord-orientale.
Le cause del rallentamento della crescita sono per lo più da attribuire alla sfavorevole congiuntura internazionale e alla decelerazione della domanda interna, causata dalla stagnazione dei consumi e dalla debolezza dei ciclo degli investimenti dovuta essenzialmente al ridimensionamento delle aspettative e all’ampliamento dei margini di capacità produttiva inutilizzata a causa della sfavorevole congiuntura. Non bisogna inoltre dimenticare le avversità climatiche che hanno inciso pesantemente sul raccolto di alcune colture agricole, in particolare quelle legnose, e sull’andamento della stagione turistica estiva.
Il settore che in Emilia-Romagna ha registrato, secondo le stime del Tagliacarne, il rallentamento più evidente è stato quello dell’agricoltura, silvicoltura e pesca. Dall’aumento reale del 2,4 per cento del 2001 si è passati alla diminuzione del 4,0 per cento del 2002. Come accennato precedentemente, il settore primario ha risentito di un clima particolarmente sfavorevole che ha penalizzato soprattutto il settore delle colture legnose. Le attività industriali sono aumentate di appena lo 0,3 per cento, a fronte della crescita zero nazionale e del leggero incremento del Nord-est (+0,1 per cento). Nel 2001 c’era stato un aumento del 2,4 per cento. Il rallentamento è stato determinato dal comparto dell’industria in senso stretto (energia, estrattiva, trasformazione industriale) sceso dello 0,1 per cento, a fronte della crescita del 2,2 per cento registrata nelle industrie delle costruzioni. La moderata diminuzione dell’industria in senso stretto è da attribuire più che altro alle forti difficoltà incontrate dalle industrie della moda, il cui valore aggiunto è diminuito in termini reali del 7,4 per cento, in piena sintonia con quanto rilevato nella totalità delle regioni italiane. Per le industrie metalmeccaniche la diminuzione è risultata più contenuta (-2,5 per cento), in linea con l’andamento nazionale e nord-orientale. Le cose sono andate meglio nelle rimanenti industrie, cresciute del 3,4 per cento, in accelerazione rispetto all’incremento dell’1,9 per cento registrato nel 2001. L’unico ramo di attività apparso in aumento è stato quello dei servizi. La crescita reale dell’1,3 per cento è risultata più ampia di quella rilevata nel Paese (+0,9 per cento) e nel Nord-est (+0,7 per cento), ma in decelerazione rispetto all’incremento del 2,0 per cento del 2001. Se analizziamo l’evoluzione dei vari settori del terziario, possiamo vedere che il rallentamento complessivo è da ascrivere principalmente al basso profilo delle attività commerciali e degli alberghi e pubblici esercizi, il cui valore aggiunto è diminuito in termini reali dello 0,1 per cento, dopo che nel 2001 era stata rilevata una crescita dello 0,6 per cento.
Se guardiamo alla dinamica delle varie regioni italiane, l'Emilia - Romagna si è collocata nella fascia più alta, con il settimo migliore incremento. L’aumento più consistente è stato registrato nel Lazio (+2,0 per cento), seguito da Basilicata (+1,9 per cento), Campania (+1,6 per cento), Valle d’Aosta (+1,1), Trentino-Alto Adige e Puglia entrambe con una crescita dell’1,0 per cento. Quindi l’Emilia-Romagna con +0,8 per cento, davanti a Molise (+0,7 per cento) e Lombardia (+0,6 per cento) e Abruzzo anch’esso con +0,6 per cento. Nelle rimanenti regioni le variazioni sono state comprese fra il +0,5 per cento della Sardegna e il –1,1 per cento del Piemonte. Giova sottolineare che nel 2002 si è ridotta la forbice tra Mezzogiorno e resto del Paese. Se nel 1995 le regioni meridionali registravano mediamente un valore di reddito per abitante pari al 55,2 per cento di quello dell’Italia centro-settentrionale, nel 2002 il rapporto sale al 57,6 per cento.
In termini di valore aggiunto ai prezzi di base per abitante, l'Emilia-Romagna, sempre secondo i dati dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, con una media di 24.785,5 euro ha mantenuto la terza posizione, preceduta da Lombardia con 25.250,7 euro e Trentino-Alto Adige con 26.296,9 euro. La media della ripartizione nord-est, di cui l'Emilia-Romagna è parte, è stata di 23.631,8 euro. Quella nazionale di 19.726,2 euro.
Il ciclo degli investimenti, secondo le stime di aprile 2003 dell’Unione italiana delle camere di commercio, è apparso in rallentamento rispetto al 2001, con un incremento reale dell’1,0 per cento, che ha tuttavia superato la crescita sia della circoscrizione Nord-est, che nazionale, entrambe pari allo 0,5 per cento. Gli investimenti in fabbricati e costruzioni sono risultati meno dinamici (+0,7 per cento) rispetto alla voce dei macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto, cresciuta dell’1,3 per cento. Secondo le stime di inizio luglio dell’Istituto Guglielmo Tagliacarne, gli investimenti sono aumentati in termini reali del 2,0 per cento, (+0,5 per cento in Italia; +1,4 per cento nel Nord-est), risultando anch’essi in rallentamento rispetto alla crescita del 3,5 per cento rilevata nel 2001. Contrariamente a quanto stimato dall’Unione italiana, gli investimenti in costruzioni e opere pubbliche sono cresciuti più velocemente (+2,2 per cento) rispetto ai macchinari, attrezzature e mezzi di trasporto (+1,8 per cento).
Il rallentamento delle attività non si è tuttavia riflesso sul mercato del lavoro. L’occupazione è aumentata in misura più consistente rispetto al 2001, mentre sono nuovamente diminuite le persone in cerca di occupazione.
Il ciclo congiunturale ha toccato il punto più basso nella prima metà dell’anno. Dall’estate c’è stata una leggera ripresa, che non è riuscita tuttavia a riportare la crescita del prodotto lordo oltre la modesta soglia dell’1,5 per cento.
La produzione manifatturiera è risultata in lieve calo nei primi due trimestri, disegnando uno scenario moderatamente recessivo, come non avveniva dal 1991, al tempo della prima guerra del Golfo. Dall’estate la produzione è tornata a
guadagni di matrice anticongiunturale è aumentata in misura progressivamente più contenuta, dopo il picco di +95,4 per cento registrato nel periodo gennaio-luglio. Da agosto gli incrementi tendenziali si sono attenuati, riducendo il tasso di crescita al +76,3 per cento di gennaio-settembre e al +54,2 per cento annuo. Le esportazioni hanno accusato nei primi tre mesi una flessione tendenziale del 7,9 per cento. Nel trimestre successivo c’è stata una crescita dell’1,2 per cento, salita al 6,9 per cento nel terzo trimestre. Negli ultimi tre mesi l’aumento si è ridotto all’1,2 per cento. Gli impieghi bancari sono apparsi in progressiva decelerazione: dall'aumento tendenziale di marzo del 10,0 per cento si è progressivamente scesi all'8,8 per cento di dicembre. Le vendite degli esercizi commerciali dopo il calo medio dello 0,5 per cento registrato nella prima metà dell’anno, si sono sostanzialmente stabilizzate in estate, per poi crescere negli ultimi tre mesi (+0,8 per cento).
Tavola 2.1 - Tassi medi annui di variazione del reddito a prezzi costanti (a)
Media Media Media Media Media Media Media Media REGIONI 76-80 81-83 84-86 87-89 90-92 93-95 96-98 99-2001 2002
EMILIA - ROMAGNA
- Agricoltura 3,5 0,9 -2,6 -0,4 4,8 -3,9 1,3 4,2 -4,0 - Industria 6,2 -2,8 1,7 5,6 0,2 3,5 1,0 2,6 0,3 - Servizi 3,5 0,7 2,1 3,4 2,7 2,4 1,7 2,5 1,3 - Totale 4,5 -0,5 1,6 3,9 1,8 2,5 1,4 2,6 0,8
PIEMONTE
- Agricoltura 2,3 0,6 -0,4 -0,7 0,2 3,3 -0,3 0,2 -5,7 - Industria 5,0 -1,5 3,7 4,7 -2,3 1,7 0,5 1,4 -0,7 - Servizi 3,3 1,1 2,9 2,8 2,2 1,6 1,1 3,3 -1,1 - Totale 4,0 0,0 3,1 3,5 0,4 1,6 0,9 2,5 -1,1
LOMBARDIA
- Agricoltura 2,2 2,4 2,6 0,5 7,1 -0,1 4,7 0,8 3,0 - Industria 4,5 -1,4 1,8 5,2 0,2 2,4 1,4 -0,1 -0,3 - Servizi 3,9 2,5 4,4 3,4 0,8 1,4 1,9 2,6 1,0 - Totale 4,2 0,8 3,3 4,0 0,7 1,8 1,8 1,6 0,6
VENETO
- Agricoltura 3,1 -0,1 0,8 -1,2 4,2 -0,5 3,9 1,3 -3,0 - Industria 6,0 -0,1 5,2 5,6 1,5 3,0 1,3 1,7 -0,4 - Servizi 3,7 2,3 2,2 4,7 2,2 3,3 2,2 3,1 0,0 - Totale 4,5 1,3 3,2 4,8 2,0 3,0 1,9 2,5 -0,2
TOSCANA
- Agricoltura 2,2 2,2 -1,1 -2,2 -2,4 5,9 -2,9 -1,6 7,9 - Industria 5,5 0,7 1,0 0,5 1,6 0,8 1,0 2,6 -1,1 - Servizi 3,2 1,1 3,5 3,5 1,3 1,3 1,7 2,4 0,6 - Totale 4,0 1,0 2,4 2,3 1,3 1,2 1,4 2,4 0,2
ITALIA
- Agricoltura 1,4 2,1 -1,4 0,2 2,1 -0,2 1,4 0,6 -2,6 - Industria 5,4 -1,0 2,4 4,4 0,8 1,4 0,9 1,5 0,0 - Servizi 4,6 1,8 3,2 3,2 1,8 1,5 1,9 2,5 0,9 - Totale 4,6 0,9 2,7 3,4 1,5 1,4 1,6 2,1 0,6 (a) Le variazioni percentuali sono state calcolate sulla base della serie dei conti economici regionali Istat. Gli anni dal 1996 sono stati calcolato utilizzando la nuova serie Sec95. Il 2002 è stato calcolato sulla base delle stime effettuate dall'Istituto Guglielmo Tagliacarne.
I trasporti aerei del più importante aeroporto dell’Emilia - Romagna, vale a dire il Guglielmo Marconi di Bologna, sono stati segnati da diminuzioni del traffico passeggeri fino a luglio. Da agosto la tendenza si è invertita, fino ad arrivare agli incrementi a due cifre del periodo ottobre-dicembre.
Un analogo andamento è stato registrato per il movimento portuale, apparso più dinamico nella seconda metà del 2002 rispetto alla prima. Sulla leggera ripresa dei traffici ha inciso soprattutto la vivacità dei mesi di ottobre e novembre, cresciuti rispettivamente del 5,5 e 8,0 per cento.
L'occupazione si è tuttavia distinta da questo andamento, risentendo in un secondo tempo della pesantezza del ciclo registrata nella prima parte dell’anno. Ai forti incrementi di gennaio (+2,9 per cento) e aprile (+3,0 per cento) sono subentrati andamenti molto meno intonati in luglio (+0,8 per cento) e ottobre (-0,3 per cento).
In termini di valore aggiunto ai prezzi di base il settore primario, comprese le attività della pesca e della silvicoltura, ha registrato, secondo l'Istituto Guglielmo Tagliacarne, un calo reale del 4,0 per cento, a fronte della diminuzione nazionale del 2,6 per cento. Il basso profilo delle quotazioni implicite (+0,8 per cento) si è ripercosso sul livello del
reddito diminuito a valori correnti del 3,3 per cento. L’annata agraria, in questo caso ci riferiamo alle sole attività agricole, è stata caratterizzata, secondo i dati Istat, da un calo produttivo del 3,8 per cento rispetto al 2001. La sostanziale stazionarietà dei prezzi alla produzione ha determinato una diminuzione in valore del 3,4 per cento rispetto al 2001, che ha collocato l’annata agraria 2002 tra le più negative, sotto l’aspetto della redditività, degli ultimi dieci anni. L’export è diminuito in misura apprezzabile (-6,7 per cento), anche per effetto della minore disponibilità di prodotto. L’occupazione è nuovamente diminuita (-3,0 per cento). Lo stesso è avvenuto per gli acquisti di macchine agricole nuove di fabbrica (-9,3 per cento).
L’industria manifatturiera è apparsa in sensibile rallentamento, sia sotto l’aspetto produttivo che commerciale, rispetto al 2001. L’occupazione è cresciuta complessivamente di circa 1.000 addetti, ma è contemporaneamente aumentato il ricorso alla Cassa integrazione guadagni di matrice anticongiunturale. Le difficoltà maggiori sono state rilevate nel campo della moda, il cui valore aggiunto è diminuito in termini reali del 7,4 per cento. Basso profilo anche per le industrie metalmeccaniche, che dalla sostanziale stazionarietà del 2001 (-0,2 per cento) sono passate al calo del 2,5 per cento del 2002.
L’artigianato ha visto crescere il numero delle imprese iscritte all’Albo. Da un lato è diminuito il ricorso all’Artigiancassa, dall’altro è aumentata l’attività dei Consorzi Fidi. Secondo i testimoni privilegiati del Focus Cna, la congiuntura è risultata sfavorevole per gran parte dell’anno, con cali di produzione, fatturato e occupazione.
L’industria delle costruzioni ha chiuso il 2002 positivamente, con riflessi però nulli sull'occupazione complessiva rimasta sugli stessi livelli del 2001. Il ricorso alla Cassa integrazione guadagni di matrice anticongiunturale è diminuito in termini di ore autorizzate del 28,5 per cento rispetto al 2001. Andamento analogo per l’utilizzo degli interventi straordinari sceso a 212.549 ore autorizzate rispetto alle 462.478 del 2001. Il valore aggiunto è aumentato in termini reali del 5,6 per cento, rispetto all’aumento del 3,9 per cento riscontrato nel 2000.
Il commercio estero è stato caratterizzato dal forte calo delle esportazioni rilevato nel primo trimestre. Nei mesi successivi la tendenza si è invertita, colmando la flessione. Il valore dell'export è ammontato a circa 31 miliardi e mezzo di euro, con un incremento di appena lo 0,3 per cento rispetto al 2001. Nel Paese c’è stato un calo percentuale del 2,8 per cento.
Il commercio interno ha mostrato una situazione negativa soprattutto nei piccoli esercizi al dettaglio. L’andamento della grande distribuzione è invece apparso meglio intonato, in linea con la tendenza nazionale. L'occupazione è tuttavia aumentata complessivamente di circa 14.000 addetti, per effetto soprattutto della crescita evidenziata dagli occupati alle dipendenze. Il valore aggiunto ai prezzi di base, comprendendo alberghi e pubblici esercizi, secondo le stime dall’Istituto Guglielmo Tagliacarne è leggermente diminuito (-0,1 per cento), dopo che nel 2001 era risultato in aumento dello 0,6 per cento.
In ambito creditizio i prestiti bancari sono cresciuti più lentamente. Lo stesso è avvenuto per i depositi. I tassi di interesse sono apparsi in ridimensionamento. Sono leggermente diminuite le sofferenze in rapporto ai prestiti. L’utile al netto delle imposte delle banche con sede legale in Emilia - Romagna è diminuito del 13,2 per cento, riducendo l’incidenza sui fondi intermediati dallo 0,62 allo 0,49 per cento.
E’ proseguita l’espansione degli sportelli bancari e dei canali telematici.
La stagione turistica si è chiusa in termini sostanzialmente positivi, se si considerano le avverse condizioni climatiche che hanno colpito i mesi estivi e il rallentamento dei consumi. Arrivi e presenze sono rispettivamente diminuiti dello 0,7 e 0,4 per cento. L’andamento cambia di segno se il confronto avviene con la media dei cinque anni precedenti. In questo caso arrivi e presenze registrano incrementi rispettivamente pari al 6,9 e 5,1 per cento. Nei trasporti, il traffico portuale, in virtù della lieve crescita evidenziata rispetto al 2001 (+0,5 per cento), ha raggiunto a Ravenna un nuovo record di movimentazione, con quasi 24 milioni di tonnellate.
Segnali di leggera ripresa sono emersi nel traffico aeroportuale. Per i passeggeri, secondo i dati di Assaeroporti, è stata rilevata una crescita dell’1,5 per cento. Sono tuttavia diminuite le merci del 2,0 per cento.
Le merci trasportate su ferrovia sono diminuite del 5,4 per cento rispetto al 2001.
I fallimenti sono apparsi in diminuzione. Non altrettanto è avvenuto per i protesti cambiari.
La Cassa integrazione guadagni è cresciuta notevolmente in termini di ore autorizzate per interventi anticongiunturali e diminuita per quanto concerne la gestione straordinaria.
La consistenza delle imprese iscritte nell’apposito Registro è risultata in aumento dello 0,6 per cento rispetto al dicembre del 2001. Tra i rami di attività si segnalano le forti crescite riscontrate nelle attività immobiliari, noleggio, informatica e ricerca (+6,4 per cento), nelle costruzioni (+5,7 per cento), e nella sanità e altri servizi sociali (+5,3 per cento).
Vengono ora esaminati più in dettaglio alcuni importanti aspetti della congiuntura del 2002.