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Adriano Barbi, Alberto Bonini Baraldi, Federica Checchetto, Irene Delillo*, Francesco Rech

ARPAV – Dipartimento Regionale per la Sicurezza del Territorio – Servizio Centro Meteorologico, via Marconi 55, 35037, Teolo (Padova)

*irene.delillo@arpa.veneto.it

Abstract

Intensification and increased frequency of extreme events are often considered features related to climate change. At the end of October 2018, a heavy storm hit Veneto region with strong precipitations and exceptional Sirocco wind. This event caused extensive damages, the loss of 8 million cubic meters of standing trees in north-eastern Italy, in Veneto region the storm devastated more than 100.000 hectares of forest.

The storm affected the region with last long and heavy precipitations with a maximum amount of 715 mm in four days and of 30-50 mm in a hour. In several cases, total rainfall from 1 to 4 days was absolute record since 1992, when ARPAV monitoring network started.

The dominant factor of forest damage was the very strong wind; on October 29th, especially during the afternoon, it has

constantly blown with very high intensities, over 100 km/h for some hours, reaching maximum values on international Beaufort scale classified as "violent storm" or as "hurricane".

Gust peaks, up to almost 200 km/h on the Pre-alpine area, broke all the records of data series.

Parole chiave

Tempesta Vaia. Eventi estremi, cambiamento climatico

Keywords

Storm Vaia, extreme events, climate change

Introduzione

L’intensificazione e la maggior frequenza di eventi meteorologici estremi sono considerate caratteristiche associate al cambiamento climatico.

Dal 27 al 30 ottobre 2018 il Veneto è stato interessato da un evento particolarmente intenso che ha causato vasti danni al territorio tra cui l’abbattimento di intere aree forestali a causa degli innumerevoli schianti di alberi d’alto fusto. In realtà questo evento emergenziale si è verificato in seguito ad un altro ugualmente emergenziale ma caratterizzato da aspetti meteorologici estremi ma opposti. Tra il 23 e il 25 ottobre, infatti, la discesa di forti correnti settentrionali in quota con marcato gradiente barico sull’arco alpino (anche >12 hPa) ha originato un evento di Foehn che ha fatto registrare frequenti venti forti sulle zone montane della regione con punte oltre 100 km/h, sia in quota sia nelle valli. Le temperature hanno subito, anche per effetto Fohen, un sensibile rialzo, raggiungendo addirittura valori di 28-30°C in diverse località di fondovalle del Bellunese. Le alte temperature, i suoli particolarmente secchi per le marcate condizioni di siccità preesistenti e i forti venti hanno rappresentato le caratteristiche ideali per il rapido sviluppo di un incendio boschivo nell’Agordino innescato, il giorno 24, da alcuni schianti di alberi su una linea elettrica. L’incendio ha assunto in poco tempo proporzioni imponenti, propagandosi rapidamente e provocando una colonna di fumo che in meno di due ore ha raggiunto la costa veneziana.

Al vasto incendio nei boschi dell’Agordino è seguito l’arrivo della cosiddetta “Tempesta Vaia”. Quest’ultimo

evento è stato tra i più intensi e disastrosi registrati in Veneto, soprattutto nell’area montana, per dissesti idrogeologici e per i diffusi danni da vento. Esso è stato però assai significativo anche lungo il litorale e l’area lagunare per le mareggiate e l’acqua alta a Venezia, oltre che in alcune aree della pianura lungo le aste dei principali fiumi andati in piena.

Materiali e Metodi

Il Servizio del Centro Meteorologico di Teolo (CMT) è la struttura operativa di ARPAV responsabile delle attività di monitoraggio e di previsione meteorologica. Il CMT gestisce una rete di 200 stazioni di rilevamento meteorologico costituita da stazioni meteorologiche, agrometeorologiche ed idrometriche, distribuite sull’intero territorio della Regione Veneto che operano in modo automatico ed effettuano in continuo la misura dei principali parametri meteorologici, agrometeorologici ed idrologici. Per lo studio della “Tempesta Vaia” sono stati utilizzati i dati rilevati nel periodo 25 – 30 ottobre dalle stazioni della rete Arpav, con una particolare attenzione a quelli di precipitazione e di vento rilevati dalle stazioni presenti nelle zone montane e pedemontane delle province di Belluno e di Vicenza.

Risultati e Discussione

L’evento del 27-30 ottobre in Veneto ha portato da un lato precipitazioni estremamente abbondanti sulle zone montane e pedemontane, con fenomeni anche a carattere di forte rovescio e temporale inusuali per la stagione, dall’altro un marcato rinforzo dei venti meridionali, soprattutto sulle zone montane e costiere, che, in alcune fasi, sono stati molto forti e accompagnati da violente raffiche mai registrate in passato dalla rete ARPAV (operativa dal 1992). Sulla pianura centro meridionale le precipitazioni sono state più discontinue e di entità assai inferiore.

Le precipitazioni, iniziate il mattino di sabato 27 ottobre sulle zone montane e pedemontane, sono state generalmente diffuse e persistenti fino a tutta la giornata di lunedì 29, fatta eccezione per una significativa pausa nella notte tra domenica e lunedì.

Le fasi con i fenomeni più intensi e con accumuli di pioggia maggiori sono state nella giornata di domenica 28 e in quella di lunedì 29, specie nel pomeriggio/sera. Nel corso del giorno 30 i fenomeni si sono via via esauriti e le precipitazioni sono state caratterizzate da intensità e persistenze decisamente minori rispetto ai giorni precedenti. Tra sabato 27 e martedì 30 ottobre nelle diverse zone del Veneto si sono registrate le precipitazioni riportate in tabella 1 e rappresentate nella figura 1.

Tab.1 – Precipitazioni cumulate tra il 27 e il 30 ottobre 2019 per zona.

Tab.1 – Total precipitation between 27 and 30 October 2019

Precipitazioni mm

Zona

400-600 Bellunese centrale (Agordino e Zoldano) e nord-orientale (Cadore- Comelico), con locali massimi intorno ai 650-700 mm 200-400 Bellunese settentrionale (Alto

Agordino e Ampezzano) 250-400 Bellunese meridionale

100-200 Trevigiano centrale e settentrionale 150-300 Prealpi Vicentine, con apporti

superiori ai 400 mm sul settore settentrionale dei bacini dell’Agno e del Posina

75-250 Prealpi Veronesi

20-100 Pianura con un netto decremento da nord a sud

Fig.1 - Precipitazioni cumulate tra il 27 e il 30 ottobre 2019 sul Veneto.

Fig.1- Total precipitation between 27 and 30 October 2019 over Veneto Region.

I valori di precipitazione più significativi misurati dalle stazioni pluviometriche Arpav durante l’intero evento sono stati i seguenti:

Bellunese centrale: 715.8 mm a Soffranco (Longarone), 658 mm a Sant’Andrea (Gosaldo), 636 mm a Col di Prà (Taibon Agordino) 565.4* mm ad Agordo, 548.2 mm a Cencenighe e 430.6 mm a Forno di Zoldo;

Bellunese meridionale: 439.2 mm a Valpore (Seren del Grappa), 432.6 mm a Feltre e 411.8 mm a Col Indes (Tambre d’Alpago);

Prealpi Vicentine occidentali: 431 mm a Rifugio la Guardia (Recoaro Terme), 430.4 mm a Contrà Doppio (Posina), 426.6 mm a Castana, 423.6 mm a Valli del Pasubio e 415.4 mm a Turcati (Recoaro Terme).

Significativi anche i 595.4 mm caduti a Sappada (comune recentemente passato all’interno dei confini amministrativi del Trentino Alto Adige).

*il dato pluviometrico della stazione di Col di Prà è stato parzialmente ricostruito perché verso le ore 20 del giorno 29 la stazione è stata travolta da una frana ed ha cessato di funzionare.

Per diverse stazioni del bellunese, i quantitativi di precipitazione registrati nell’intervallo tra 1 e 4 giorni costituiscono record assoluti almeno dal 1992, anno di attivazione della rete di monitoraggio Arpav.

Infine, in alcune stazioni, soprattutto del Bellunese e nella seconda parte di lunedì, sono state registrate precipitazioni

di 30-50 mm in un’ora, valori già di per sé particolarmente elevati ma ancor più significativi in considerazione della stagione nella quale si è verificata la “Tempesta Vaia”. Nella tabella 2 vengono riportatati i valori, per una selezione di stazioni, delle massime precipitazioni (in mm) registrate nei 4 giorni tra il 27 ed il 30 ottobre 2018 per durate temporali di: 30 e 45 minuti; 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive e 1, 2, 3 e 4 giorni consecutivi. A titolo di esempio, nella stazione di Soffranco cadono di media, in tutto il mese di Ottobre circa 200 mm di pioggia, valore raggiunto e superato nelle 12 ore consecutive più piovose dell’evento considerato.

Tab.2 – Per alcune stazioni meteorologiche: massime precipitazioni (mm) registrate tra il 27 ed il 30 ottobre 2018 per durate di: 30 e 45 minuti; 1, 3, 6, 12 e 24 ore consecutive; 1, 2, 3 e 4 giorni consecutivi.

Tab.2 – For some meterological stations: maximum rainfall (mm) recorded between 27 and 30 October 2018 for durations of: 30 and 45 minutes; 1, 3, 6, 12 and 24 consecutive hours; 1, 2, 3 and 4 consecutive days

La “Tempesta Vaia”, oltre che dalle abbondanti precipitazioni è stata caratterizzata anche dalla presenza e persistenza di fortissimi venti. Presenti fin dall’inizio dell’evento, essi hanno raggiunto, nel pomeriggio-sera di lunedì 29, valori mai riscontrati in precedenza (dal 1992 anno d’inizio attività delle stazioni dell’ARPAV) provocando grossi danni sul territorio montano e provocando lo schianto degli alberi di alto fusto di intere aree forestali.

Per quanto riguarda i valori di raffica (valore istantaneo riportato a 10 m dal suolo) si segnalano: 192 km/h registrati sulla cima prealpina del Monte Cesen a 1552 m di quota, 167 km/h registrati sul Monte Verena (Altopiano dei Sette Comuni) a 2002 m di quota, 149 km/h registrati sul Passo Valles (Dolomiti) a 2042 m di quota.

Per le aree di fondovalle o altipiano si segnalano valori di raffica pari a: 141 km/h in Cansiglio, 140 km/h a Perarolo di Cadore, 132 km/h a Caprile e 111 km/h a Santa Giustina Bellunese.

Nella tabella 3 si riportano i valori di raffica (valore di velocità vento istantaneo) superiori a 70 km/h, ovvero superiori a 19.5 m/s, ed il relativo orario solare di accadimento, registrati il giorno 29 delle stazioni anemometriche venete.

Tab.3 – Valori di raffica massima superiore a 19.5 m/s, orario solare di accadimento e stazione anemometrica. Tab.3 – Maximum gust values above 19.5 m / s, solar time of occurrence and anemometric station

I venti hanno soffiato costantemente con intensità molto forti soprattutto tra il primo pomeriggio e la tarda serata di lunedì 29. In alcune fasi il vento medio ha registrato valori classificati ai gradini più alti della scala internazionale di Beaufort, tra “tempesta violenta” (103-117 km/h) e “uragano” (>117 km/h). In questo giorno, la stazione del Monte Cesen ha rilevato, tra le ore 18 e le 19, una velocità media oraria del vento di 120.6 km/h; nelle due ore successive la velocità media oraria è rimasta su valori di circa 105 km/h, mentre tra le ore 15 e le 18 e tra le 21 e le 22 questa stazione ha misurato velocità medie orarie di 90 km/h.

Conclusioni

L’evento di fine ottobre 2018 che ha colpito il Veneto, è risultato davvero straordinario, non solo in termini di precipitazioni intense ed abbondanti ma anche per le estreme intensità di vento registrate. Oltre ai disastrosi effetti riportati nell’assetto idro-geologico e infrastrutturale del territorio, soprattutto montano e in particolare del Bellunese, ciò che ha reso ancor più straordinario questo evento sono stati i fortissimi venti osservati sia in termini di valore medio che di raffica massima con notevoli impatti sul patrimonio boschivo di vaste aree alpine e prealpine, sulle infrastrutture nonché su molti edifici. Un evento da considerarsi quindi estremo sotto diversi punti di vista ma che bisogna considerare come possibile componente, seppur rara, del nostro clima. Nell’attuale fase di cambiamento climatico l’aumento degli eventi estremi, sia in frequenza sia in intensità, rientra tra le possibili evoluzioni previste all’interno del sistema climatico terrestre, un sistema tanto complicato quanto delicato ma che, per sua natura, tende sempre a raggiungere un equilibrio. Eventi estremi come la “Tempesta Vaia” possono considerarsi manifestazioni meteorologiche coerenti con i meccanismi di un sistema climatico in evoluzione.

AREALI DI COLTIVAZIONE DEL FINOCCHIO E CAMBIAMENTO