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1.3 Il sottotitolaggio

1.3.7. I Fansubs

Grazie alla tecnologia, le comunità di internet hanno fatto il loro ingresso nell'ambiente della traduzione audiovisiva, con lo scopo di creare sottotitoli interlinguistici nel minor tempo possibile e fare in modo che il pubblico possa avere accesso immediato a nuovi episodi di serie Tv popolari o film di recente uscita. Le origini del fansubbing risalgono agli anni '80, quando gli appassionati di manga e anime giapponesi iniziarono a creare sottotitoli per le persone che non conoscevano la lingua parlata nel suddetto prodotto audiovisivo. Questa pratica, al giorno d'oggi, non ha più solo a che fare con gli anime giapponesi, ma si è diffusa nella produzione di traduzioni per vari tipi di prodotti audiovisivi, in altre combinazioni linguistiche.

Di solito, i fansubbers creano sottotitoli per più di una produzione o stagione di serie TV, migliorando le loro abilità e guadagnando esperienza in una prospettiva no-profit. Molti prodotti dei funsubbers contengono un messaggio di avviso, che chiede agli spettatori di distruggere i prodotti una volta che la versione ufficiale viene rilasciata. Non è infatti un segreto il fatto che si illegale distribuire questi prodotti audiovisivi tramite internet.98

I programmi per sottotitolare dei computer sono diventati molto più abbordabili e accessibili, molti si possono scaricare perfino gratuitamente su internet. Questi programmi, conosciuti da chi è interessato alla materia, hanno facilitato la nascita e la consolidazione delle pratiche traduttive dei fansubbers, che scelgono e mescolano le convenzioni e i parametri tradizionalmente applicati nei vari modi di trasferimento audiovisivo, creando così delle forme ibride che potrebbero diventare le basi per le norme e le convezioni future.99

97 D]az Cintas J., “Audiovisual Translation Comes of Age”, op. cit., p. 6. 98 Gambier Y., “The Position of Audiovisual Translation Studies”, op. cit., p. 53.

2 Tipologia testuale e spettatore modello

Quello che si è cercato di fare, nei tre episodi presentati, è stato proporre una possibile sottotitolazione per i dialoghi degli attori, che tenesse conto dei limiti e delle regole del sottotitolaggio descritti nel primo capitolo della presente tesi. Non è quindi una vera e propria trasposizione scritta dei dialoghi, in quanto in più di un'occasione si sono ritenute necessarie alcune strategie per rispettare le norme della sottotitolazione e della coerenza testuale. La serie prescelta può sicuramente essere inserita nella categoria delle fiction, che propongono un'imitazione o una rappresentazione del reale, ovvero sono dei “testi basati sulla finzione narrativa, sulla costruzione di un universo verosimile costituito da ambienti, personaggi e azioni, dinamizzati in un racconto”.100 Più specificatamente, la serie in questione è inseribile

nei serial, ovvero un sottogenere della fiction, caratterizzato da una forma narrativa a episodi, da un numero ristretto di personaggi fissi e dalla ripetizione di uno stesso scherma narrativo o di situazioni simili.101 Ancora, si può parlare del sottogenere dei drama, che a sua volta si

divide in generi quali il poliziesco o l'investigativo, di cui ogni episodio ha una durata di circa trenta minuti.102

Il prodotto, così considerato, potrebbe essere rivolto a un pubblico quanto più generale possibile, potenzialmente a tutti gli spettatori cinesi di serie TV, e in particolare a chi tra questi ama gli animali o alle numerose ammiratrici del protagonista della serie, Yang Shuo 杨烁, che in passato ha avuto una carriera come modello. Il prodotto potrebbe essere proposto a uno studente italiano di lingua cinese o viceversa: i sottotitoli interlinguistici, come accennato al paragrafo 1.7, sono di fondamentale importanza didattica. Un ulteriore tipologia di spettatore modello potrebbe essere quella degli amanti delle serie TV poliziesche e di chi nutre interesse nel ruolo dei cani nella società cinese. Un'ulteriore possibilità è la fruizione della serie TV da parte di uno spettatore italiano che si accinge a scoprire la cultura e la società cinese, ma che allo stesso tempo non possiede le corrispondenti basi linguistiche: questo tipo di spettatore potrà godere della visione in lingua originale del prodotto, con una traduzione nella propria lingua alla base dello schermo - che quindi non implicherà una perdita nelle sfumature delle voci originali degli attori, delle intonazioni, delle pause e delle ridondanze come spesso

100 Grasso A. e Scaglioni M., Che cos’D la televisione. Il piccolo schermo fra cultura e società: i generi,

l’industria, il pubblico, Milano, Garzanti, 2003, p. 132.

accade nei prodotti doppiati, nei quali il dialogo tradotto e modificato deve essere necessariamente adattato per mantenere la sincronizzazione labiale.

Il prototesto non presenta elementi di lingua cinese classica (wenyan) né varianti dialettali significative. Gli scambi di battute sono per la maggior parte molto rapidi e vivaci e questo fattore contribuisce a mantenere alta l'attenzione dello spettatore. Anche nelle scene in cui il dialogo è minimo, le azioni sullo schermo si presentano decisamente dinamiche, rendendo improbabile la distrazione da parte del fruitore.

La scelta di tradurre questo testo filmico è stata dettata dall'interesse per i prodotti audiovisivi e dalla passione per i cani. Inoltre, si è scelto di prendere come esempio il ruolo di questi animali nell'attuale società cinese, in contrapposizione alla credenza occidentale, ormai troppo comune, per cui i cani in Cina sarebbero un prodotto alimentare più che un animale da compagnia.

3 Macrostrategia

Secondo lo studioso Jorge D]az Cintas103, tutti i processi traduttivi implicano e

riflettono tensioni tra i due poli di un continuum. In uno degli estremi troviamo l'adeguatezza - quando il prodotto tradotto rispetta i valori e le referenze del prodotto di partenza - e dall'altro l'accettabilità - ciò significa che la traduzione comprende i valori linguistici e culturali del polisistema d'arrivo. Siccome nessuna traduzione è completamente adeguata o accettabile, uno dei compiti del traduttore, aiutato dalle norme, consiste nello scoprire la sorta di relazione che si stabilisce tra l'originale e la traduzione.104 Il modello

addomesticante/straniante è stato acclamato come uno strumento potente per concettualizzare l'interfaccia tra la cultura di partenza e la cultura di arrivo ma ha anche acceso un grande dibattito in questo campo. Secondo Venuti105, lo straniamento e l'addomesticazione sono

strategie che si pongono a due livelli diversi: il macro-livello – con la selezione dei testi stranieri da tradurre – e il micro-livello, ovvero i metodi utilizzati per tradurli. Secondo questo studioso, l'addomesticazione è una tendenza traduttiva naturale e consiste nel tradurre un testo in una maniera fluente, idiomatica e trasparente che tende a eliminare il lato straniero del testo di partenza e a conformare i bisogni e i valori della cultura d'arrivo.106 Anche la skopos teory,

proposta da Katharina Reiss e Hans J. Vermeer, è un approccio funzionale della traduzione. Questa teoria afferma che il quadro di riferimento complessivo, per il traduttore, non dovrebbe essere l'originale e la sua funzione - come nelle teorie traduttive basate sull'equivalenza - ma la funzione che il testo di arrivo vuole ottenere nella cultura d'arrivo. La funzione del testo d'arrivo o “translation skopos” è determinata dai riceventi della traduzione e detta gli standard per ogni decisione che il traduttore deve prendere nel corso del processo traduttivo.107

Nella presente tesi, data la funzione d'intrattenimento della serie TV presa in esame, si è optato per una traduzione di tipo comunicativo-addomesticante, che cerca di rendere l'esatto significato contestuale dell'originale, in modo che sia la lingua sia il contenuto siano

103 D]az Cintas J., “In Search of a Theoretical Framework for the Study of Audiovisual Translation” in Orero P.

(a cura di), Topics of Audiovisual Translation, Amsterdam/Philadelphia, John Benjamins Publishing Company, 2004, p. 29.

104 Ibid.

105 Venuti L., Gli scandali della traduzione. Per un’etica della differenza, Rimini, Guaraldi, 2005, pp. 15-18. 106 Ramière N., “Reaching a Foreign Audience: Cultural Transfers in Audiovisual Translation”, op. cit. 107 Heidelberg C. N. “Text Analysis in Translation Training”, in Dollerup C. e Loddegaard A. (a cura di),

accettabili e comprensibili allo spettatore.108 Si è pertanto scelto di mirare a questo tipo di

traduzione perché è immediatamente accessibile agli spettatori della cultura di arrivo e, quando lo si è ritenuto necessario, si è ricorso a omissioni e neutralizzazioni di riferimenti culturali che sarebbero stati difficili da comprendere da parte dello spettatore.

Durante il processo di traduzione, si è tentato di fare affidamento sulle dieci strategie abitualmente utilizzate dai professionisti, sintetizzate dal modello di Henrik Gottlieb:

1. Espansione: in alcune circostanze è importante fornire elementi aggiuntivi rispetto al testo originale, ad esempio quando riferimenti alle realtà extra-linguistiche necessitano di una spiegazione nel testo d'arrivo, in modo che lo spettatore riesca ad interpretarli. 2. Parafrasi: avviene quando è necessario cambiare o adattare il testo di partenza per il

pubblico di arrivo. Ciò accade quando l'espressione originale è esclusiva e specifica della lingua di partenza e non esiste un'espressione equivalente. Si rende quindi necessario veicolare lo stesso significato per mezzo di contenuti diversi rispetto all'originale. Ne viene fatto uso nel caso della traduzione delle espressioni idiomatiche.

3. Imitazione: si tratta di una strategia che lascia intatto il messaggio originale di una porzione di testo, nel senso che non viene tradotta per essere riportata nel testo d'arrivo. È tipicamente usata per i nomi di persone.

4. Trasposizione: è la strategia che permette di attuare una traduzione parola per parola, riflette quindi l'originale nella forma e nel contenuto.

5. Trascrizione: viene utilizzata principalmente per tradurre giochi di parole, espressioni socio-linguisticamente connotate e dialetti. Se questi elementi hanno una specifica funzione nel testo di partenza, la traduzione dovrà rispecchiarla, dove possibile.

6. Dislocazione: è una tecnica utile quando si devono esprimere attraverso il linguaggio verbale fenomeni comunicativi particolari. Per mezzo di questa strategia, si utilizza nel sottotitolo un'espressione diversa da quella del testo di partenza, per riprodurre particolari effetti ritmici.

linguistica più concisa, si eliminano informazioni ritenute secondarie ai fini della comprensione del messaggio.

8. Riduzione: il testo di arrivo viene privato di elementi con alto potenziale informativo ma non essenziali. È una strategia necessaria nei casi in cui la velocità di eloquio è tale da non permettere di tradurre il messaggio per intero.

9. Cancellazione: viene attuata la totale omissione di porzioni di testo di partenza, ovvero di espressioni scarsamente rilevanti al fine della comprensione, non più stringhe di parole come nella riduzione ma intere battute irrilevanti.

10. Rinuncia: avviene quando un termine non è traducibile, come nel caso di alcuni cibi, marche, o contesti storici e politici. Il termine viene omesso o sostituito da un riferimento culturalmente affine ma lontano dal testo di partenza.109

4 Microstrategie

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