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14. Modulo per l’insegnamento della pronuncia: una rete di unità

14.1. Fase di motivazione e questionario iniziale

Come si è osservato in relazione alla definizione del modello operativo, la fase di motivazione è fondamentale per l’acquisizione linguistica per quanto riguarda sia all’aspetto cognitivo che a quello emotivo. È necessario, quindi, supportare l’interesse e l’impegno degli studenti con argomenti razionali relativi all’importanza dell’oggetto di studio, ma anche stimolando la curiosità e il piacere dell’apprendimento.

La fase di motivazione è stata piuttosto estesa e si è articolata in diversi momenti:

1. una prima attività di brain-storming sull’aspetto della pronuncia nello studio della lingua straniera. In particolare, gli studenti sono stati invitati a riflettere sull’importanza della pronuncia per la comprensione e sul tipo di pronuncia a cui tendere;

2. la compilazione da parte degli studenti di un questionario sulle esperienze pregresse in relazione allo studio della pronuncia inglese; 3. la visione di filmati con esempi di pronuncia di diversi parlanti sia nativi

che non-nativi. Contestualmente alla visione, gli studenti dovevano valutare la propria comprensione di ciascun parlante attraverso un questionario che presentava una scala d’intelligibilità da zero a cinque; 4. una seconda attività di brain-storming, che ha tenuto conto delle

informazioni e degli stimoli delle attività precedenti e nel quale si sono analizzati i risultati del questionario sull’intelligibilità.

La prima attività ha messo in luce, da un lato, una buona consapevolezza da parte degli studenti dell’importanza della pronuncia ai fini comunicativi, ma ha anche rivelato una scarsa conoscenza degli strumenti che possono aiutarne l’effettivo miglioramento.

Attraverso la compilazione del questionario che si riporta in appendice, la seconda attività ha evidenziato, in maniera più puntuale gli scarsi contatti degli studenti con un approccio scientifico allo studio della pronuncia. Si riportano i grafici seguenti, precisando che il questionario (riportato in appendice) chiedeva di attribuire valori compresi in una scala da zero a cinque.

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5

esercizi su manuali esercizi in classe

Studio pregresso della pronuncia inglese

Il valore medio relativo alla presenza di esercizi relativi alla pronuncia nei manuali utilizzati nel passato è risultato di 2,34, vale a dire che questi erano presenti in maniera minima. Leggermente superiore il valore relativo alle attività in classe, 2,69, in quanto, come è stato precisato dagli studenti, è stata presa in considerazione anche la lettura a voce alta con le relative correzioni da parte dell’insegnante.

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5

riconoscimento dei suoni accento delle parole

Tipo di esercizi

Per quanto riguarda il tipo di esercitazioni svolte, sono risultate minime quelle relative al riconoscimento dei suoni (0,95), mentre un po’ più consistenti quelle relative all’accento di parola (2,13).

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5

utilità per motivazione utilità per suoni utilità per accento

Apprezzamento per pregressi esercizi di pronuncia

Il questionario chiedeva di valutare l’utilità delle attività svolte nel passato in relazione alla motivazione, al riconoscimento/produzione dei suoni e all’accento di parola. Le percentuali, sempre in una scala da zero a cinque, sono state rispettivamente di 1,91, 2,69 e 2,30. Nel complesso, l’efficacia delle varie attività è stata valutata come modesta.

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5

Contatti con trascrizione fonetica

I contatti con la trascrizione fonetica sono stati minimi, con un valore dello 0,86.

0 0,5 1 1,5 2 2,5 3 3,5 4 4,5 5

Studio pregresso della pronuncia inglese

esercizi su manuali esercizi in classe esercizi di riconoscimento esercizi per accento utilità per motivazione utilità per suoni utilità per accento contatti con alfabeto IPA

Il grafico precedente comprende tutte le varie categorie precedenti per una valutazione complessiva. Si può notare che tutti i valori si trovano nella fascia inferiore. Nell’ambito di questa fascia sono particolarmente bassi i valori relativi alle attività basate sul riconoscimento e produzione dei suoni e all’utilizzo dei simboli fonetici. La conclusione che si può trarre da questo panorama è che l’insegnamento della pronuncia, pur presente, è stato condotto in maniera piuttosto empirica, confidando soprattutto nell’imitazione intuitiva con occasionali correzioni da parte dell’insegnante, senza ricorrere a un approccio più sistematico, basato sugli strumenti messi a disposizione dalla fonetica.

0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 10 autovalutazione

Autovalutazione pronuncia inglese

Agli studenti è stato chiesto di autovalutare la propria pronuncia in una scala da 1 a 10. Il risultato medio è risultato 5,9, di poco sotto alla sufficienza. Gli studenti, nel complesso, hanno dimostrato di possedere una buona capacità di autovalutazione, segnalando la necessità di lavorare per un miglioramento delle loro competenze.

La terza attività, incentrata sulla visione di filmati di interviste a diversi parlanti nativi e non-nativi e sulla compilazione di un questionario relativo alla comprensione, ha aiutato a fare il punto sulla questione dell’intelligibilità e sul modello da imitare. Sono stati proposti undici filmati: sette di parlanti non-nativi e quattro di parlanti nativi. Il gruppo dei non-native speakers era costituito da tre italiani (Valentino Rossi, Fabio Capello e Gabriele Muccino), un tedesco (Michael Schumacher), un cinese (Wong Kar Wai) e due indiani (Muhammad Abdul Nasser e Vasanth, rispettivamente un attore e un regista). Il gruppo dei native-speakers comprendeva un australiano (Casey Stoner), un inglese (Jude Law) e due americani (Will Smith e Norah Jones).

Agli studenti è stato chiesto di valutare, in una scala da zero a cinque, l’intelligibilità dei vari parlanti. I risultati sono stati i seguenti:

Non-native speakers

Valentino Rossi (pilota italiano) 4,8 Fabio Capello (allenatore italiano) 4,36 Gabriele Muccino (regista italiano) 3,44 Michael Schumacher (pilota tedesco) 2,4 Wong Kar Wai (regista cinese) 3,76 Muhammad A. Nasser (attore indiano 0,68

Vasanth (regista indiano) 0,6

Native-speakers

Casey Stoner (pilota australiano) 1,08 Norah Jones (attrice americana) 2,72 Jude Law (attore inglese) 2,76 Will Smith (attore americano) 3,32

I risultati possono essere meglio evidenziati attraverso i seguenti grafici:

Il gruppo dei parlanti non-nativi ha dato risultati molto diversi. Ai primi posti nella scala dell’intelligibilità si trovano i parlanti italiani (Rossi, Capello, Muccino) con valori dal 4,8 al 3,4. Anche i parlanti tedeschi (Schumacher) e cinese (Wong Kar Wai) hanno avuto una buona intelligibilità, rispettivamente

2,4 e 3,7. Quasi incomprensibili sono apparsi i due parlanti indiani (M. A. Nasser, Vasanth), rispettivamete 0,6 e 0, 68.

Per quanto riguarda i parlanti nativi, l’intelligibilità dei due americani (Jones, Smith) e dell’inglese (Law) è risultata abbastanza buona con valori intorno al 3, mentre quasi incomprensibile (1,08) è apparso il parlante australiano (Stoner). Le conclusioni che si possono trarre da questa attività è che per gli studenti italiani l’intelligibilità della pronuncia inglese è massima quando il non-native speaker è italiano: condividendo la stessa lingua materna, le interferenze foniche non impediscono la comprensione, in quanto queste sono probabilmente le stesse degli studenti medesimi.

L’intelligibilità è buona anche quando il non-native speaker presenta una pronuncia vicina a quella del modello standard inglese e americano, come nel caso di Michael Schumacher e di Wong Kar Wai. Quando, invece, la pronuncia segue un modello d’inglese nativizzato, come nel caso dei due indiani, l’intelligibilità è minima.

Anche per quanto riguarda i native-speakers, l’intelligibilità è buona quando segue il modello standard americano e inglese, mentre è minima quando il

modello è lontano dall’esperienza degli studenti, come nel caso del parlante australiano.

La seconda attività di brainstorming ha messo in luce che per la maggior parte degli studenti l’obiettivo principale è quello di farsi capire sia dai native-speakers che dai non-native speakers of English. Per una minoranza di studenti più ambiziosi l’obiettivo è quello di avvicinarsi il più possibile alla pronuncia inglese o americana. Per quanto riguarda il modello da proporre per l’imitazione tutti gli studenti hanno convenuto che questo deve essere basato sull’inglese parlato dai native-speakers, rifiutando l’idea di un modello di pronuncia separata per i non- native speakers. Quando è stato chiesto loro di motivare questa opinione, la risposta è stata che dovrebbe esistere un modello ideale per tutti, parlanti nativi e non-nativi, al quale ciascuno nell’ambito delle proprie possibilità e necessità comunicative dovrebbe cercare di adeguarsi.

Le successive fasi del modulo partono dal presupposto che i problemi di pronuncia di una lingua straniera possono essere superati più facilmente se ci si rende conto chiaramente dei fenomeni che stanno alla base delle difficoltà, vale a dire delle cause dell’interferenza fonica, in modo da attivare interventi didattici che saranno tanto più efficaci quanto più saranno mirati alle particolari problematiche che nascono dalle interferenze tra i sistemi fonologici della lingua materna e della lingua straniera

Per aiutare gli studenti a rendersi conto delle proprie difficoltà di pronuncia abbiamo elaborato materiale specifico per illustrare le caratteristiche dell’apparato fonatorio, il sistema fonologico inglese nel suo complesso, nonché esercizi per migliorare la percezione e articolazione di alcuni fonemi che risultano particolarmente difficili per gl’italofoni. La scansione delle attività proposte prevede, tra l’altro, l’illustrazione dell’articolazione del fonema inglese e dell’eventuale fonema italiano simile con il quale può essere confuso, seguita da esercizi di ascolto e produzione.

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