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LE IGNIMBRITI DELLA CAPPADOCIA

6.2 Elementi geomorfologici del paesaggio della cappadocia: “i camini di fata”

6.2.2 I fattori di controllo dell’evoluzione dei camini delle fate.

La formazione e l‘evoluzione morfologica dei camini di fata rappresentano la summa di molteplici fattori quali erosione, litologia, spessore delle ignimbriti, pendenza degli strati, topografia e clima.

L‘erosione gioca un ruolo fondamentale sia a scala regionale che a scala locale nella loro formazione. A scala regionale tutti i camini di fata sono prodotti nelle ignimbriti esposte nell‘area di Urgup profondamente dissecata dai tributari dei fiumi Kizilirmak e Damsa dove affiora la porzione inferiore della Formazione di Urgup. La nascita di tali sistemi idrografici risale a circa 2 Ma fa; in particolare come risposta ai cambiamenti climatici, il Kizilirmak completa la sua ultima fase di ―downcutting‖ alla fine del LGM (Last Glacial Maximum) intorno a 20 ka, per poi entrare in un nuovo regime di deposizione che ha prodotto finora spessori pari a circa 18 m (Dogan, 2010). Considerando le età e le variazioni di quota tra i terrazzi fluviali e il livello attuale del fiume, il Kizilirmak avrebbe inciso la propria valle nella regione della Cappadocia di circa 160 m nell‘arco dei 2 Ma, con un tasso pari a 0.08 mm/a−1 (Dogan, 2011). Per quanto concerne l‘evoluzione dei camini di fata, Kasmer et al. (2013) stima, a Zelve, un‘erosione media annuale con tassi che oscillano tra 0,21 mm/a e 1,24 mm/a con un aumento in primavera ed estate.

A scala locale, l‘azione dell‘erosione è legata alla differente erodibilità delle litologie che compongono i pinnacoli in formazione e alla loro posizione stratigrafica.

Infine, un contributo non trascurabile, è fornito dalla deflazione ad opera del vento che prendendo in carico la frazione fine derivante dalla disgregazione delle ignimbriti, esercita una forte azione erosiva che compartecipa al modellamento delle forme a pinnacolo.

Nell‘ignimbrite di Kavak è spesso distinguibile il corpo dal cap rock e vengono riconosciute tre fasi di evoluzione nei camini di fata.

Nella prima solo il cap rock è esposto, mentre i depositi continentali sottostanti ancora non affiorano, ciò conferisce al pinnacolo una forma conica; nel secondo stage i depositi sedimentari iniziano ad affiorare e sono caratterizzati da fratture verticali chiuse che non si estendono nell‘ignimbrite. Quando i processi erosivi diventano particolarmente intensi essi producono dei gorghi che sezionano l‘ignimbrite in corpi cilindrici. Nell‘ultima fase si formano piccoli camini di fata che derivano dall‘avanzamento dei processi erosivi precedenti (fig. 6.10).

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Fig.6.10. I processi erosivi agenti sulle morfologie dei pinnacoli nell’ignimbrite di Kavak.

Nell‘ignimbrite di Zelve le strutture di degassamento rappresentano la frazione meno erodibile intorno cui l‘erosione plasma la morfologia dei pinnacoli.

L‘erosione nell‘ignimbrite di Cemilkoy agisce lungo le superfici di filtrazione d‘acqua, spesso associate alla presenza di joints che gradualmente delineano la forma conica dei pinnacoli con al top, ove presenti, i blocchi di Kizilkaya.

Un altro fattore di rilievo nella formazione dei camini di fata è la litologia; essi, infatti si formano unicamente nelle ignimbriti non saldate, grazie alla loro maggiore erodibilità. Nelle ignimbriti saldate, invece, l‘erosione agisce lungo i joints di raffreddamento generando fenomeni di rock falling producendo pendenze molto ripidi e spesso sub verticali come nel caso della Kizilkaya.

Lo spessore delle ignimbriti è uno dei fattori che controlla lo sviluppo della pendenza adatta alla formazione dei pinnacoli: uno spessore significativo implica una certa estensione dell‘affioramento che si traduce in una pendenza più dolce, utile all‘incisione dei pinnacoli.

Secondo Emre e Güner (1985) la pendenza degli strati influenza la geometria dei camini di fata: più essa è accentuata, più la forma dei pinnacoli sarà asimetrica. Un ruolo primario è ricoperto dalla topografia e soprattutto dalla pendenza del versante; infatti con pendii troppo ripidi, l‘erosione produce fenomeni di crollo e non le forme a

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pinnacolo; se al contrario, la pendenza è troppo bassa si creerà una area di piana alluvionale.

Le condizioni climatiche hanno un effetto significativo sul degrado delle rocce e quindi sulla formazione dei camini di fata. Molti Autori (Topal & Doyuran, 1997; Aydan & Ulusay, 2003; Ergüler & Ulusay, 2009; Kasmer et al., 2013) hanno dimostrato come in Cappadocia i cicli di imbibizione-essiccamento e gelo-disgelo controllino in gran parte la disgregazione delle ignimbriti. A tal proposito, il clima è fondamentale per il verificarsi di tali fenomeni e per l‘evoluzione delle morfologie a badlands e a piramidi di terra. Esse, come puntualizzato in precedenza, sono tipiche di climi aridi e semiaridi che caratterizzano la Cappadocia a partire dal LGM (Senkul & Dogan, 2012).

Attualmente nella regione prevale un clima semi-arido (sub-umido) (Türkeş & Akgündüz, 2011).

Le temperature oscillano tra -7,3°C in Gennaio e 40°C in luglio con forti escursioni sia annuali che giornaliere.

Gli inverni sono rigidi con moderate nevicate che però persistono sulla superficie rocciosa per lunghi periodi. Le precipitazioni, invece, si concentrano in primavera a causa di un‘anomala circolazione ciclonica detta Kırkikindi yağmurları (Türkeş & Akgündüz, 2011); l‘estate è particolarmente calda e secca. Le precipitazioni medie annue oscillano intorno a 412,4 mm con picchi massimi pari a 150 mm tra maggio e aprile e minimi di 35 mm in agosto.

Il periodo inoltre, tra luglio e settembre è caratterizzato da un‘intensa evapotraspirazione (Türkeş & Akgündüz, 2011).

Il regime pluviometrico fornisce un importante contributo in fenomeni che interessano in primis la superficie delle ignimbriti quali l‘erosione superficiale tipo ―gully, rill, sheet flood‖, la precipitazione di ossidi di ferro, la formazione di minerali argillosi e di forme di alterazione e degrado come scagliatura, esfoliazione o distacco (Topal & Doyuran, 1998).

6.3 Fenomeni di alterazione e degrado (UNI 11182:2006) tipiche delle