• Non ci sono risultati.

UN FAVORITO DI GIULIO IL

Nella ricca collezione numismatica, ora dispersa, del mar­

chese Guido Cavriani di Mantov^i ebbi occasione, parecchi anni fa, di prender nota d' una medaglia in bronzo, non trascurabile contributo alla « storia metallica > di papa Giulio II, della quale, appunto, avevo allora in mente il disegno; un disegno rimasto poi al par di tanti altri — dovrei dir di troppi altri — allo stato di progetto senza esecuzione.

Titolare di questa medaglia coniata « in memoriam » di papa Giulio II, è G erolam o A rsago, v e s c o v o di Nizza; un p er­

sonaggio poco men che sconosciuto al di là dei confini della

G IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L IG U R IA 127

storia ecclesiastica. Costui mi ha tutta l’aria d'aver voluto, ono­

rando il pontefice, fare un po’ di réclame a sè stesso ; giacché è riuscito, dopo tutto, a raccomandare ai contemporanei, non solo, ma ai posteri un articolo di valore assai limitato, quale è quello costituito dalla sua effigie e dai suoi titoli, appiccicandovi, come dicono in commercio, una marca di prim’ ordine.

E cco intanto la descrizione del conio in parola, che desumo dagli appunti consegnati ai foglietti del mio taccuino, non e s ­ sendomi più occorso di poter riscontrarli con altro esemplare.

Dritto: h i e r, a r s a g u s. e p s. n i c i e n. i v l i i. i i. a l v m n v s. Mezzo busto di profilo a sinistra del vescovo Girolamo A rsa g o , im­

berbe, i capelli spioventi a frangia tutt’ intorno alla larga chie­

rica, vestito del rocchetto a cappuccio.

Rovescio: p o s t | i v l i i. i i | c i n e r e s | m d x i i i s u quattro righe, nel campo: all’ esergo una fogliolina.

Tanto il diritto quanto il rovescio hanno un contorno di globuli o perline. Diametro della medaglia: o, 045.

Dirò poche parole di questo prelato, a cui 1’ Ughelli (1) dà il nome di de Amago, e il conte di Mas Latrie (2) quello ancor più disforme di Aragi.

Egli era patrizio milanese, « e x capitaneis de A r s a g o », e apparteneva all’ ordine monastico di S. Benedetto.

Prima della sua assunzione alla cattedra episcopale di Nizza (18 novembre 1511), rimasta vacante per la morte del cardinale Gio. Stefano Ferrerò, era stato preposto della Mirandola, c a ­ pitale del piccolo Stato omonimo dei Pico, e abate di Breme.

Fu soprannominato dalla Mirandola, a motivo, appunto della prepositura da lui anteriormente esercitata in questa terra, la quale egli amò costantemente come una seconda patria; tanto che, da dieci anni vescovo di Nizza, ancora p ro v v e d e v a del suo alla spesa delle colonne per la cattedrale mirandolese, s e ­ condo che ne fa fede l’ infrascritta lapide murata in detta chiesa:

Hier (ommus\ ex capitaneis de Ars ago | Mediol (ancnsis) patritius— epis- c(opus) Niciae | templum hoc incur(ia) pene collap(i7<»j) pilis communivit M D X X I .

Fu durante la sua prepositura che avvenne la storica espu ­ gnazione della Mirandola per parte delle truppe di Giulio II

(1) Italia Sacra, voi. 1 ^ p. 1114,

\2) Trésor de ctirano/. et d' hist., c. 1456.

128 G IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L IG U R IA

(20 Gennaio 151 o); quando nel cuor dell’ inverno >' P ° es"

sendo gelato^ e la neve alta due braccia e mezzo il fiero pontefice, coll’ elmetto in capo, giunto dinanzi alla porta, c non potendo entrarvi perchè ostruita da terrapieni e ingombra di m acerie, penetrò nella piazza scavalcando le mura mediante una scala a piuoli : energia che sembrerebbe incredibile se non fosse attestata dai contemporanei, trattandosi d' un v ecch io o t­

tuagenario e per sopraggiunta ammalato.

Intervenne al X IX Concilio generale lateranense aperto il 4 m aggio 1512. Sotto il suo episcopato ebbe luogo in Nizza il con v egn o fra Carlo V imperatore, Francesco I re di Francia e Paolo III papa, col risultato della famosa tregua triennale fra

i due primi. Morì nel 1542.

Questi i punti più salienti della vita di Girolamo A rsago.

I rapporti personali dell’ A rsago con papa Giulio, ai quali allude la parola « alumnus » nel dritto della medaglia, non sono ben chiari.

C erto, l’A rsa g o non dovette esser famigliare del papa ; g ia c ­ ché, se tale egli fosse stato, questi non a vrebbe mancato di adoprarlo in qualità di legato o d ’ agente subalterno nel disbrigo di alcuna delle tante pratiche ufficiali a cui diede corso durante il suo operosissimo, per quanto breve, pontificato; mentre egli visse sempre « ex tra Romanam curiam », come afferma l'U ghelli.

L a parola « alumnus » non può dunque aver qui altra si­

gnificazione che quella di favorito o beneficato', e tale, invero, si professa 1* A rsago non senza una certa compiacenza, osten­

tando di voler con questa medaglia quasi sciogliere un voto di riconoscenza e di devozione alla memoria del suo benefattore, della cui particolare protezione si fa in certo qual modo un titolo di merito.

Vi t t o r i o Po g g i

G IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L IG U R IA I 2 9

B U L L ET T I N O B I B L I O G R A F I C O .

Cl a r e t t a Ga u d e n z i o — I marmi scritti della citta d i Torino e de' suoi sobborghi (Chiese - Istituti d i beneficenza - Palazzi ecc.) dai bassi tempi al secolo x i x con copiose annotazioni storiche, bio­

grafiche e necrologiche. Torino, 1899, G. Derossi; in 8°, di pp. 776 Tutti sanno di quanta utilità riescono le raccolte di iscrizioni che si trovano nelle chiese, ne' palazzi, in pubblici istituti, perche costituiscono una fonte importante per la storia, e sarebbe inu­

tile ricordare qui le grandi collezioni e i servizi che hanno reso e continuano a rendere agli studiosi. Ci piace tuttavia far men­

zione delle iscrizioni di Roma e di Milano pubblicate dal F o r ­ cella e dal Seletti. E se gli studiosi accolsero con tanto favore quelle speciali raccolte prive di illustrazioni, dovranno far buon viso a maggior ragione a questi marmi scritti torinesi, i quali costituiscono un' opera organica e originale a cui le iscrizioni hanno dato argomento. Infatti le chiese, i palazzi, gli istituti e altri pubblici edifizi che prestano il loro contributo a questo ampio volume, hanno qui riassunta la loro storia, tratta dalle fonti migliori, e qualche volta arricchita di nuovi documenti. Così si dica delle famiglie o dei personaggi nominati in quell lapidi, poiché 1’ autore non trascura opportunità per esporre, con m ag­

giore o minor larghezza, secondo convenienza, le notizie che riescono più agevolmente ad appagare la curiosità del lettore.

Il quale troverà non solo que’ tocchi biografici o genealogici che riguardano il personaggio e le famiglie, ma certi aneddoti e rilievi affatto sconosciuti e assai curiosi L a diligenza poi con la quale il C. si è curato di compulsare parecchi archivi chie­

sastici, gli ha dato modo di pubblicare, dagli obituari, gli elenchi d e’ morti che nelle rispettive chiese ebbero sepoltura; d o cu ­ menti, come ognun sa, di non poco valore. C resce pregio al- 1’ opera presente la produzione di parecchie epigrafi disperse, o perdute in demolizioni, rifacimenti e restauri, il testo delle quali venne desunto da memorie per lo più manoscritte.

Nella parte prima si trovano le iscrizioni delle chiese di Torino;

nella seconda quelle delle chiese suburbane; nella terza quelle degli istituti di beneficenza; e finalmente nella quarta tutte le altre d e ’ pubblici edifici, opere pubbliche, e palazzi privati. Una larga appendice sopperisce alle ommissioni, e reca innanzi no­

tevoli giunte raccolte sopra lavoro. Il volume si chiude con un indice analitico dei nomi, veramente necessario per le ricerche;

ma è dei soli nomi, e sarebbe riuscito assai più proficuo se si fosse allargato ad indicare le materie.

Ci piace tener nota di alcune notizie riguardanti in qualche modo la nostra Liguria, e che ci sono occorse scorrendo le

G ior. S t. c L e ti, del,a L ig u ria 9

130 G IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L IG U R IA

pagine di q u e s t’ opera. Nella chiesa del Carmine, detta ancora B eato A m e d e o , il 15 dicembre 1752 venne deposta la salma di Emilia O ttavia D ’ Oria di Dolceacqua, vedova di A m ed eo V a lp e rga conte di Masino, nel cui castello il dì appresso fu trasportata (p. 47 e 588). Nel 1691 in S. Giovanni si depose Girolamo D ’ Oria cav aliere dell’ Annunziata e marchese del Maro e di Ciriè (p. I5°)>

e nel 1797 il conte Giambattista Oderico ministro g en o v ese presso il re di Sardegna, morto il 17 febbraio di circa 62 anni, sepolto poi nel cenotafio della Dora (p. 158). Un Lorenzo l· ru- goni, forse genovese, fonditore d ’ artiglieria fu sepolto nel 1661 nella chiesa della Madonna degli Angeli, dove pure giacque nel 1671 L u c a Assarino (p. 207). Si nota nell’ obituario di S. Mar- tiniano : « Carlo Tassorello nobile patrizio genovese quondam Gio. A n d re a marito di Anna Vittoria Frugona residente in questa città della R epubblica di Genova, d’ anni 70, morto d' accidente il primo novembre 1739 »; abitava nella casa Bianco S. S econ do (pag. 244). N e ’ libri mortuari d e ’ SS. Martiri è notata al 1694 la m archesa Giovanna Maria Grimaldi di Monaco, moglie di Giambattista Carlo di Simiana marchese di Pianezza (p. 251).

L a r g it o re di sue sostanze all’ Ospizio generale di Carità, si ri­

co rd a in una iscrizione quivi esistente Giambattista Marcello R icardi di Oneglia, morto il 27 novembre 1732 (pag. 413). Al 30 n ovem bre 1638 è notata l’ inumazione nella chiesa di S. A g o ­ stino di G erolamo D ’ Oria genovese, mastro di Campo e ca v a ­ liere di S. Jago, morto nelle carceri senatoriali (pag. 570).

A titolo di curiosità rileveremo che il 10 febbraio 1724 mo­

riva in T orin o il cavaliere Francesco Bonaparte fiorentino d'anni 71, di quella famiglia dalla quale si pretese disceso Napoleone (pag. 153). E riprodurremo in fine il curioso epitafio d ' un corso sepolto alla Madonna degli Angeli:

Q U I G I A C E I L N O B IL E S IG N O R E D E L F IN O DI L E C A C O R SO C O L O N E L L O d ’ I N F A N T E R I A E C A P IT A N O IH U N A C O M P A G N IA

d ’ A R C H IB U G IE R I A C A V A L L O V ER S . A . R . V E R O D E L F IN O Q U A L E IL 12 DI M A G G IO E D t A N N I 4 1 D E L L ’ E T À S U A D A Q U E S T O T E M P E S T O S O M A R E

È S T A T O (?) N E L PO R TO T R A N Q U IL L O P R E G A T E P E R LU I 1 6 4 2 .

A. N.

R o s i Mi c h e l e — Storia delle relazioni f r a la repubblica d i Genova e la Chiesa romana specialmente considerate in rapporto alla R iform a religiosa. Roma, Salviucci, 1899; in 40, di pp. 65 (Estratto dalle Memorie della classe di scienze morali storiche e filologiche della R . Accademia dei Lincei; ser. 5“, voi. vi).

L ’ autore si è occupato per il primo della riforma in Liguria, e il frutto delle sue ricerche ha messo in luce cosi in una sp e ­ ciale monografia assai notevole che tratta direttamente Γ arg o ­

G IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L I G U R I A

giamenti delle due autorità n e ’ conflitti giurisdizionali, insorti per l’ invadente audacia del potere chiesastico e l’ acquiescenza, pur mal tollerata, della repubblica; donde la supremazia di quello Roma ebbero maggior campo di esplicarsi, rispecchiano assai bene 1’ ambiente politico e morale; la condotta delle due auto­

rità; i destreggiamenti, le timidezze, le remissive osservazioni da un lato; i fermi propositi, il rigore del metodo, le astute blandizie dall’ altro. Se la repubblica combatte in casi speciali con lunga insistenza, finisce poi sempre coll’ acconciarsi al pre­

valere della Curia, la quale sa come in definitiva stia per sè

C IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L I G U R I A

diritti che non sa o non vuole, per ragioni di politica a c c o m o ­ dante, neppur sostenere virilmente e senza ambagi. Il che si manifesta del pari nei rapporti della repubblica con la

durante il rimanente del secolo x v i dopo la morte di io rispetto agli eretici ed ai processi d ’ eresia, per cui insorsero conflitti di giurisdizione (è Γ argomento del quarto capitolo), donde meglio apparisce la remissività del governo g e n o v e s e verso la Curia, desideroso di starsene stretto all amicizia col papa, e n'on urtare la Spagna alla quale era per tante ragioni legato. Sarebbe assai rilevante uno studio comparativo in questa meteria, fra la politica ecclesiastica seguita dalla repubblica di G enova nel periodo illustrato dal R., e i tempi successivi, lungo cioè i secoli x v n e x v m , ne’ quali fu consigliata la creazione della Giunta di Giurisdizione, d e ’ consultori teologi, e furono si frequenti e clamorose le cause di profondo dissidio con Roma.

Il lavoro che annunziamo non può essere pienamente inteso se non si prende esatta cognizione degli scritti preced enti del R., ai quali egli sovente rimanda il lettore. E pojchè ha voluto pubblicarlo separato e come per sè stante, la necessità lo ha condotto a ripetere spesso, specie n e ’ primi capitoli, co se già dette e osservazioni già fatte. Si vantaggia è vero di alcuni nuovi documenti o citati o riprodotti in appendice; ma 1 im pres­

sione che produce è quella di esser parte d opera m aggio re, e di costituirne quasi la conclusione. P erciò ci auguriam o che l’ autore (e niuno potrebbe farlo meglio di lui), riprend endo quando che sia questi suoi studi, li disciplini e li coordini in guisa da metterci innanzi un quadro ben organato e disposto della materia, dove la fusione delle parti cooperi ad un tutto om ogeneo e geniale. Allora potranno forse aggiun gersi altre notizie che gli archivi ci porgon o sulle eresie manifestatesi a Novi, a Sestri, a S a v o n a ; allora potrà vedersi quale influenza esercitò Erasmo m ercè la sua amicizia col m edico Giam battista Boeri di T a g gia , i cui figli furono affidati alla sua edu cazione, e condusse seco in Italia; allora sarà utile ricercare se Giulio Cesare Vanini, che dimorò in Ligu ria in ufficio di m aestro, lasciò traccia del suo apostolato. Speriam o che il R., il quale ha dato sì buone prove d ’ esser ce rc a to re diligente ed espositore coscienzioso, vorrà tradurre presto in effetto il nostro desiderio.

A. N.

Statuti di Sarzana dell’ anno M C C L X I X (Monumenti d i sto n a patria delle provincie modenesi - Serie deg li statuti - I . tv, fase. I,°

Modena, Vincenzi, 1893; in 40, di pp. 123 (1)).

L a stampa di questi statuti è dovuta alle cure di monsignor Luigi Podestà, il quale v ’ ha fatto p r e c e d e re una notizia in cui espone con chiarezza e piena conoscenza della materia, 1

ori-(1) Seb ben e rech i la «lata del 1H93 pure la pubblicazione a v v e n n e nel d icem bre d el 1899.

G IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L IG U R IA 133 gine del primo e più antico codice legislativo del comune di Sarzana. Certamente prima di questa raccolta di provvedim enti, che venivano consacrati solennemente sotto forma di giuramento, esistevano patti e convenzioni, le quali stabilivano, più che altro, le relazioni giuridiche fra il v e s c o v o e i borghesi, e le testimo­

nianze si trovano ne’ documenti che a conforto ed a corredo dell’ opera sua, 1’ editore pubblica per intero o per estratto; ma li statuti presenti determinano per la prima volta i diritti del comune, e ne regolano tutta 1’ azienda civile e criminale, in guisa da ritenere ormai stabilita la autonomia sua rispetto al- i’ autorità del vescovo. Perchè, se è vero che questa si riconosce ancora, bisogna però confessare che esiste più di nome che di fatto, e manifesta, pur nel modo come viene stabilita, una aperta e spiccata tendenza da parte dei sarzanesi a sottrarsene. D ’ altra parte eravamo ormai in condizioni che al v e s c o v o conveniva non mostrarsi troppo esigente, a fine di non p erd e re ogni pri­

vilegio, a cui il suo alto ministerio gli dava diritto, e per antica consuetudine, e per tradizionale venerazione. Questi ordinamenti, che appariscono dettati come un finale e stabile componimento fra il comune ed il vescovo, vennero certamente preceduti da un periodo di lotta lunga ed insistente, nella quale da un lato c ’ è la tendenza conservatrice nel voler mantenere con tenacia 1' impero del feudatario, mentre dall’ altro si fa sem pre più vivo 1’ ardito proposito di togliersi quel giogo dal collo; donde i di­

battiti, le contese, le ribellioni, i continui strappi al vecchio e preteso diritto di assoluto dominio. Chi legge attentamente l’im­

portante e curiosissimo lodo di Bandino d e ’ Gaetani del 1219, si persuade agevolmente come fin da quel tempo durasse acerba la tensione fra il vescovo e i sarzanesi, di che son prova non solo i diritti pretesi da questi per bocca del loro rappresen­

tante, ma la fermezza delle costui opposizioni e negative nel contradditorio con il procuratore del vescovo. Dopo la qual sentenza, riuscita favorevole al vescovo, ci fu tregua, non pace fra i contendenti; ma tregua, direm così, sempre armata fino al punto da costringere il signore a concedere la determinazione di leggi scritte volte a regolare i rapporti delle due autorità, e a stabilire in un tempo la vera e propria le gg e del comune.

L ’ editore lamenta a ragione che manca in questi statuti l’ ordine c la divisione delle materie; ma, cosi come, sono rispec­

chiano la condizione del tempo ed un momento storico impor­

tante. Preesistevano una quantità di ordinamenti già accennati nella convenzione del 1201 (data anch’ essa dal solerte editore per esteso) e da questa derivanti, o venuti man mano in un modo o in un altro a far parte del diritto consuetudinario (1); ora tutti questi elementi in gran parte non consegnati alla carta,

tra-(1) A pag. 59, a proposito dei diritti spettanti al m arito sulla dote della m oglie, si accenna a disposizioni em anate la prima volta a questo riguardo, nel novem bre del 1243.

134 G IO R N A L E S T O R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L IG U R IA

passano negli informi statuti in quel modo incondito e disordi­

nato, onde dai deputati delle parti a stenderli erano via via ricordati. Nè basta, chè l’ enunciazione d ’ alcuni di essi fa so r­

gere il pensiero di aggiun gere provvedim enti atti a p reven ire eccezioni o inconvenienti, e a chiarirne la portata nella appli­

cazione. E perciò qui si determina sen z’ altro la l e g g e scritta come vien viene, lasciando il compito ai futuri riformatori di partire e disciplinare la materia. Il che sarà fatto più tardi nel secolo successivo, quando nel 1 3 31 gli statuti verranno in nuova forma redatti. Intanto, affinchè il lettore abbia a gev o lezza di ri­

trovare le sparse disposizioni che riguardano le singole materie, l’ editore, con ottimo senso pratico, ha compilato un indice per voci, che sopperisce in gran parte al lam entato disordine. E aggiungerem o che il P. ha del pari p rovved u to opportunam ente alla interpretazione di certe parole peculiari con un glossarietto, redatto col sussidio del D u C ange. E quando Girolam o Rossi ci darà una nuova edizione riveduta e co rretta del suo Glossario medioevale ligure, troverà nel presente statuto vocaboli da a g ­ giungere, e interpretazioni da rettificare, avend o dinanzi un testo senza forme o pretese letterarie, com e in gen erale è quello della stampa di Parma (1529) di cui egli si è servito.

L ’ editore confessa di aver assai penato nel trascrivere dal codice alcune pagine, nelle quali l’ inchiostro è cosi sbiadito che rimangono dei segni debolissimi, e chi ha ved uto qu ell’ insigne manoscritto facilmente se ne persuade ; onde m ag g io r lode gli v a compartita per la felicità con cui è riuscito a c a v a r fuori da quei punti così scabrosi un senso plausibile e un testo a b ­ bastanza esatto. Ei dice m odestamente d ’ aver c e rc a to d ’ indo­

vinare, ma noi dobbiamo so gg iu n ge re in vece ch e ciò si d e v e alla sua competenza in sì fatta materia.

L ’ esempio che egli ha dato vorrem m o, e c e lo auguriam o vivamente, servisse di sprone a pubblicare gli statuti del seco lo seguente. Allora uno studio com parativo p o tre b b e m ostrare qual sia stata la genesi di quell’ ultimo statuto che fu dato alle stam pe nel 1529, le riforme, le modificazioni, le aggiunte, fino alle più vicine a noi mandate fuori nel 1704. Allora riuscirà agev ole, in confronto d e ’ tempi, rilevare la ragione di certi ordinamenti, e perchè o furono abbandonati o si mutarono in parte od in tutto; si potranno ricon oscere le condizioni politiche ed ammi­

nistrative del comune nel v o lg e re d e ’ secoli; molti e curiosi particolari rispetto all’ ambiente morale e materiale; agli usi e costumi, alle relazioni pubbliche e private, a tutto quanto infine ha pertinenza al v iv e re sociale.

A. N.

G IO R N A L E S TO R IC O E L E T T E R A R IO D E L L A L IG U R IA

He i n r i c h Si e v e k i n g — Genueser Finanzwesen mit besonderer Berücksichtigung der Casa di S. Giorgio 2 H ejt. D ie Casa di ò. Giorgio. Freiburg, i. B. 1899. I. C. B. Mohr. edit.

Il primo volume del prof. Sievekin g studiava 1’ ordinamento finanziario di Genova dalle origini del comune fino al 1400, e con larga dottrina e profonda conoscenza delle fonti edite ’ed inedite esaminava le prime origini delle Compere, delle Maone, la partizione dei tributi e il sistema di ammortamento dei debiti!

In questo secondo volume egli studia l’ organamento del Banco di S. Giorgio dalle origini fino alla liquidazione definitiva av­

venuta nel 1823. E ’ inutile dire che egli s ’ è giovato largamente di tutte le pubblicazioni precedenti e specialmente del Lobero, del Cuneo, e dell’ Harrisse; ma la maggior parte del suo lavorò è condotta sopra le fonti prime, edite ed inedite, e fra queste ultime specialmente su quella parte del Liber ju ru m R . L , che ancor inedito si conserva al Ministero degli Affari Esteri di’ P a ­ rigi, sui Registri Diversorum regiminis et Cancellariae del no­

stro Archivio di Stato ; sui L ib ri magni contractuum, sul Liber parvus regularum e decretorum dell’ Archivio di S. Giorgio, sui L ib ri delle Colonne e sui C artularii dell'Archivio stesso, e su nu­

merosi manoscritti delle biblioteche Civica ed Universitaria, senza contare poi il prezioso codice W o lf della nostra Società di Storia Patria.

Con questo immenso materiale, coscienziosamente spogliato, i A. si è posto all’ opera, dividendo il suo lavoro in tre parti o capitoli, nel primo dei quali si studia la fondazione della Casa di S. Giorgio per opera del Buccicaldo e si esaminano gli ordi­

namenti e i procedimenti seguiti dall’ epoca della fondazione in

namenti e i procedimenti seguiti dall’ epoca della fondazione in

Documenti correlati