Putin, arrivato al quarto giorno di guerra, una guerra che sta andando oltre quanto aveva immaginato e, pressato dalle sanzioni inasprite nelle ultime ore da Usa, Canada, Ue, Gran Bretagna e Giappone, sanzioni che definisce
“illegittime”, ordina la messa in stato di allerta delle sue forze nucleari. La
minaccia è chiara. Il suo nemico è tutto l’Occidente. Biden che sta tentando (invano) di ridurre l’escalation, non ricambia lo stato di allerta nucleare dell’America. Mentre la Germania, che dai crimini del Terzo Reich e dalla sconfitta della Seconda guerra mondiale era rimasta silente dal punto di vista militare, messa sotto pressione dagli alleati della Nato e di fronte all’orrore della guerra in Ucraina, ha deciso di riposizionarsi strategicamente
annunciando che aumenterà la sua spesa militare a oltre il 2% del Pil, quota che tra l’altro la Nato chiederebbe a tutti gli alleati. Scholz, che si è sentito addosso la responsabilità di garantire democrazia, libertà e sicurezza in Europa, ha annunciato che destinerà 100 miliardi di euro una tantum, da investire nelle forze armate tristemente sotto equipaggiate. E per alleviare la dipendenza dall’energia russa dopo aver deciso di demolire il gasdotto, Nord stream 2, da undici miliardi di euro, accelererà la costruzione di due terminali per la ricezione di gas naturale liquefatto, o GNL.
Questi sono chiari segnali di come l’invasione di Putin stia concretamente ridisegnando la geopolitica europea e internazionale. Il solo fatto che abbia stimolato la Germania a riarmarsi fa riflettere (e fa paura).
Sull’allerta nucleare di Putin una risposta arriva anche dal Consiglio di sicurezza della Nazioni Unite che ha votato domenica per convocare una sessione speciale dell’Assemblea generale, rara in quanto è solo l’undicesima dal 1950. Solo undici dei 15 membri del Consiglio di sicurezza hanno votato a favore della risoluzione. Si sono astenuti Cina, India ed Emirati Arabi Uniti, a conferma di quanto avevano fatto la settimana scorsa per una risoluzione che condannava l’invasione.
Intanto, Zelensky ha accettato di dialogare con Putin al confine con la Bielorussia “senza precondizioni” per avviare i negoziati. I colloqui dovrebbero svolgersi domani.
I combattimenti non hanno conosciuto tregua nella giornata di domenica. I russi hanno bombardato in quasi tutte le direzioni e sono entrati nella città di Kharkiv, dove dopo una brutale battaglia sono stati respinti. Colpiti anche un gasdotto strategico e il deposito petrolifero alle porte di Kiev. E immagini satellitari mostrano un convoglio di centinaia di veicoli militari russi in avvicinamento a Kiev.
Secondo il governo ucraino, oltre 352 civili, inclusi 14 bambini, sono stati uccisi dall’inizio dell’invasione. Anche i russi per la prima volta ammettono di
avere avuto perdite tra i loro soldati tra quelli uccisi e feriti, pur senza fornire i numeri.
Ma vediamo cosa è avvenuto dopo la mezzanotte.
Anonymous blocca il sito del ministero russo dell’Energia. Così porta a segno un altro dei suoi 300 successi di hackeraggio dall’invasione dell’Ucraina su siti di compagnie, banche e media russi, tra cui quello del colosso Gazprom.
Il Kyiv Indipendent riporta la notizia secondo cui un attacco russo ha fatto saltare in aria un gasdotto a Kharkiv. E poco dopo un sito di smaltimento di rifiuti radioattivi a Kiev.
Dall’altra parte dell’oceano l’ex presidente Usa Trump, su un palco di una conferenza dei conservatori, elogia Zelensky definendolo un uomo coraggioso mentre su Putin dice che è smart. E sempre secondo Trump, Putin ha deciso la sua spietata invasione solo all’indomani della ritirata dall’Afghanistan di Biden. Proprio qualche giorno fa in America secondo un sondaggio oltre il 60% degli americani ritiene che Biden sarebbe stato troppo morbido con Putin, non solo. Ma se alla Casa Bianca ci fosse stato Trump, gli americani pensano che Putin sicuramente non avrebbe invaso l’Ucraina.
In effetti, molti analisti geopolitici, dopo la ritirata dall’ Afghanistan ritengono che gli Usa considerino quell’area geopolitica appartenere al passato, e così anche per l’Europa centrale, di fronte ad un nuovo interesse americano che è l’area indo-pacifico su cui ci sono le mire espansionistiche della Cina nuova alleata della Russia.
Prima che sorgesse il sole in quell’inferno di guerra a 40 km da Kiev l’esercito ucraino riesce a distruggere un convoglio delle forze speciali cecene chiamato
“Kadyrovites” dal nome del leader ceceno Ramzan Kadyrov.
Poco dopo le truppe russe dopo aver distrutto un gasdotto a Kharkiv, seconda città dell’Ucraina, entrano nel centro abitato e iniziano una battaglia strada per strada. Nella parte sud ucraina, secondo il ministero della Difesa, le truppe russe stanno accerchiando due grandi città, Kherson e Berdiansk.
E in queste prime ore del mattino il presidente Zelensky, con un passato da comico, sfoggia la sua verve da stratega lanciando la creazione di una Legione stranieri per arruolare i volontari provenienti dall’estero. Sarebbe secondo il presidente una prova concreta del sostegno al Paese. È chiaro che dietro queste iniziative ci sono mentori che fanno la guerra per mestiere: generali americani e dell’Alleanza atlantica.
Poco dopo Zelensky descrive la notte appena trascorsa come una notte dura fatta di sparatorie, bombardamenti di quartieri abitati, infrastrutture civili, accusando così la Russia di compiere un genocidio e di aver mentito sul fatto che non avrebbero toccato civili.
La Russia nelle stesse ore si dice disposta a negoziare in Bielorussia.
E Erdogan riappare e si propone per la mediazione, ma invano.
Il portavoce di Zelensky in tarda mattinata afferma che non ci possono essere trattative di fronte alla richiesta russa di deporre le armi.
A mezzogiorno arriva l’ultimatum della Russia sui negoziati: attenderà la risposta dell’Ucraina per un incontro e trattative a Gomel fino alle ore 15,00 ora locale. Dopo una prima risposta di Kiev che definisce l’ultimatum
inaccettabile, la telefonata tra Zelensky e il presidente della Bielorussia, Lukashenko sblocca la situazione e Kiev accetta i negoziati a Gomel.
Il presidente della Bielorussia prima della telefonata aveva sottolineato che le sanzioni contro la Russia sono peggio di una guerra e la Russia verrebbe spinta verso una terza guerra mondiale, inoltre cosa più preoccupante, si era detto disposto ad ospitare, in virtù dell’esito di un referendum costituzionale, in Bielorussia armi nucleari se gli Stati Uniti o la Francia le schiereranno in Polonia o Lituania.
Nonostante l’incontro accordato con l’Ucraina, Putin nel primo pomeriggio, dopo le dichiarazioni aggressive che stanno facendo seguito alle sanzioni ordina l’allerta del sistema difensivo nucleare russo, una mossa che spiazza tutto l’Occidente che da questo momento si sente minacciato da armamenti atomici russi. La Casa Bianca a riguardo afferma che la decisione di allertare il nucleare fa parte di un modello di escalation non provocata e di minacce
costruire del Cremlino.
Nel primo pomeriggio anche gli ucraini confermano i negoziati precisando che incontreranno i russi purché non ci siano precondizioni. Il presidente Lukashenko si è assunto la responsabilità di garantire durante il viaggio, i colloqui e il ritorno della delegazione ucraina, che tutti gli aerei, elicotteri e missili sul territorio bielorusso rimangano a terra.
Intanto arriva una rassicurazione da parte dell’Algeria all’Europa: l’azienda algerina degli idrocarburi Sonatrach fornirà più gas all’Europa attraverso il gasdotto Trasmed che collega l’Algeria all’Italia, nel caso ci saranno cali di esportazioni russe.
Sale il numero di ucraini entrati nell’Ue finora. Secondo la commissaria europea degli Affari interni, Ylva Johansson sarebbero 300mila.
L’informativa governativa Ucraina intanto comunica che “Putin in tre giorni e mezzo di guerra non è riuscito a raggiungere nessun obiettivo strategico.
Putin avrebbe desiderato una operazione lampo, ma tutte le forze ucraine hanno resistito e continuano a resistere. Nessuna grande città – continua – è caduta nelle sue mani”.
E la Nato sta rafforzando il sostegno militare all’Ucraina. Migliaia di armi anticarro, centinaia di missili per la difesa aerea e miglia di armi leggere e munizioni arriveranno in Ucraina.
L’Ue chiude lo spazio aereo alla Russia e valuta lo stop alle navi e decise per la prima volta nella sua storia di finanziare l’acquisto e la consegna di armi ed equipaggiamenti per un Paese sotto attacco, come in questo caso l’Ucraina. La proposta fatta dalla Commissione europea ai ministri degli esteri ammonta a 450 milioni di euro, mentre per la fornitura equipaggiamenti non letali e kit di primo soccorso la proposta vale e 50 milioni. E decreta lo stop alle
transazioni con la banca centrale russa e congelamento dei suoi asset all’estero, oltre all’esclusione di importanti banche russe dallo Swift. Lo conferma la presidente della Commissione europea Ue Ursula von der Leyen la quale dichiara che verrà colpito anche il presidente della Bielorussia
complice dell’invasione e dunque della guerra in corso. E come se non bastasse si è detta pronta a vietare alcuni canali della propaganda del Cremlino come Russia Today e Sputnik. La stessa presidente in serata ha dichiarato che “l’Ucraina è una di noi, pertanto, la vogliamo nell’Unione”.
In tarda serata viene diffusa la notizia di un lungo convoglio lungo quattro km di mezzi militari, tratto da immagini satellitari, che sta attraversando il
territorio ucraino nei pressi di Ivankiv, a circa 60 km. da Kiev. Ci sono veicoli di rifornimento e fanteria da combattimento.
L’offensiva russa continua fino a notte fonda, ma per ora Kiev resiste.