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IL MATEMATICO SI DIVERTE DUECENTO GIOCHI ED ENIGMI

CHE HANNO FATTO LA STORIA DELLA MATEMATICA

pp. 328, € 18, Longanesi, Milano 2010

C u i vocabolario Treccani del-WJla lingua italiana, alla voce "gioco", compaiono "giochi matematici" di vario tipo: pro-blemi e indovinelli che si risol-vono con calcoli matematici; aneddoti, scherzi, pseudo di-mostrazioni (...); combinazioni e quadri di numeri che presenta-no inaspettate simmetrie e rego-larità" e, aggiungerei, molte al-tre cose ancora. Dunque il gioco matematico ha lo scopo di diver-tire chi lo pratica, ma deve an-che essere trasmissibile a un pubblico più vasto e perciò non deve richiedere una base di co-noscenza matematica avanzata, anche se un gioco matematico è il più delle volte un problema, che deve poter essere formulato in un linguaggio accessibile a un gran numero di persone e spes-so in modo spiritospes-so, enigmisti-co, in versi, come puzzle e così via. L'enunciato del problema deve essere intrigante e deve

su-scitare la curiosità, sorprendere e sfidare l'intelligenza di chi leg-ge. Spesso ha anche uno scopo didascalico, pedagogico. Fin dall'antichità è stato usato per insegnare dei paradigmi, per al-lenare la mente, partendo da problemi che sono diventati ta-lora proverbiali, come il caso di

"salvare capra e cavoli" che de-riva dal classico gioco di fare at-traversare un fiume a un lupo, una capra e un cesto di

cavoli con una barca che può portare solo il proprietario e uno dei tre capi. Questo pro-blema appare per la prima volta nel bel te-sto di Alcuino, "mini-stro dell'istruzione" di Carlo Magno e peda-gogo dei suoi figli (rie-dito con versione a fronte a cura di

Raf-faella Franci, Ets, 2005), dove è chiaro che il termine gioco ha il significato proprio di problema presentato in modo accattivante con linguaggio corrente a fine didattico.

Ad Alcuino e ai suoi problemi è dedicato un capitolo del libro di Federico Peiretti, ben noto di-vulgatore ed esperto di giochi matematici. Si tratta di una rac-colta di "duecento giochi e enig-mi che hanno fatto la storia della

matematica", come recita il sot-totitolo, ordinati secondo un or-dine cronologico, diviso in di-ciotto capitoli, ciascuno intitola-to a un auintitola-tore. Inizia con il papi-ro di Rhind, dove lo scopo è an-cora strettamente didascalico e appare una classica filastrocca, variamente ripresa nei secoli suc-cessivi: "Ci sono sette case e ogni casa ha sette gatti. / Ogni gatto mangia sette topi, / (...) Quale numero si ottiene aggiungendo case, gatti, topi (...)?". Così, in modo "leggero", si sviluppa una storia dei giochi matematici, con esempi, problemi, esercizi, forse ispirata al libro di Michel Criton,

I giochi matematici (tradotto

in-tegralmente in "Lettera matema-tica", 2005, n. 54).

Si passa per Pitago-ra, Archimede, il già citato Alcuino, Eule-ro, Mòbius, Lewis Carroll, Martin Gardner, Richard P. Feynman, Roger Pen-rose, John H. Conway, volendo ci-tare prima i più fa-mosi, ma ci sono ca-pitoli dedicati a per-sonaggi meno noti eppure rile-vanti e interessanti, come Clau-de-Gaspard Bachet, Samuel Loyd, Eric Lucas, Walter Wil-liam Rouse Ball, Henry E. Du-deney, Piet Hein, Salomon W. Golomb. Non tutti forse cono-scono Loyd, l'inventore del gioco del quindici (e mi piace ricordarlo perché da bambino ero imbattibile), Lucas, studio-so di teoria dei numeri, più no-to come invenno-tore della no-torre di

A dicembre

A dicembre

una rassegna

di titoli divulgativi , l

sulla d&U/

matematica tfT^Jf—

nella storia

Hanoi, Hein ideatore nel 1942 di Hex, gioco di scacchiera ana-lizzato da John Nash per la sua ben più impegnativa teoria dei giochi, che gli è valsa un Pre-mio Nobel e un esempio di "gioco matematico" che diven-ta teoria formale astratdiven-ta con applicazioni rilevanti in econo-mia e non solo.

Il libro di Peiretti presenta questi personaggi in modo sinte-tico e preciso, con numerosi esempi dei problemi e dei giochi da loro studiati, separando l'e-nunciato dei problemi dalle loro soluzioni, riportate a fine capito-lo e seguite da una bibliografia essenziale. Così si scopre che l'i-gnoto, e ignorato nei trattati di storia della matematica, Claude Gaspard Bachet è il responsabi-le del "puzzresponsabi-le dei pesi", uno di quei problemi che molti si rifiu-tano di ascoltare fin dalle prime parole, contraddicendo così l'af-fermazione che i giochi matema-tici debbano raggiungere un pubblico vasto, con una prepa-razione di scuola superiore. In effetti, Peiretti riporta l'afferma-zione di Bachet: "Sarà necessa-rio essere esperti nella scienza

dei numeri per capirne le dimo-strazioni".

Questo è uno dei rischi tipici di questo approccio alla matemati-ca, cioè che l'ascoltatore, come subodora che vi è un che di ma-tematico nella proposizione, chiuda l'audio e si rifiuti di ascol-tarne l'enunciato. Così come non sono d'accordo con l'idea che i giochi matematici introducano in modo divertente alla matematica "seria", quella di chi fa ricerca.

I giochi divertono, interessa-no quanti abbiainteressa-no una forma di predisposizione alla mate-matica, ma la scelta per la ma-tematica ha altre motivazioni. L'autore non sostiene questa idea. Si diverte e fa divertire il lettore curioso e offre un pano-rama ampio sul tema dei gio-chi, problemi curiosi, enigmi matematici. Si spera che i letto-ri siano molti, specie tra gli stu-denti delle scuole superiori, e che l'interesse verso la mate-matica esca rinforzato da

que-sta lettura. fl f r a n c o . p a s t r o n e @ u n i t o . i t

F. Pastrone insegna fìsica matematica l'Università di Torino

LETIZIA PAOLOZZI, COLLETTIVO DIVERSAMENTE OCCUPATE, R . AIDA HF.RNANDEZ CASTILIO, VERONICA PRAVADELU, CECILIA BELLO MINCIACCHI, LUCE IRIGARAY

Il posto delle donne

UMBERTO ECO

Allarme Università

DANIELE CIGLIGLI, PIERLUIGI PELLINI, MICHELE EMMF.R, MARIO DOMF.NIC.HEI.LI, GIGI ROGGERO, MATTEO D I GESO, RENATO LOMBARDO, ANDREA INGLESE, FRANCESCO SYLOS LABINI ANDRI-A CORTEI LFSSA: Dotta Poriwcrazia dia Migttomcmia VI ITORIO GKEGARN; Cina, k cultura dclk citta MARINO BADIALE. MASSIMO BÒNTOMPT,! 11. famigliano e la fine détta sinistra - RICORDANDO GIOVANNI ARRICHÌ

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