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Il femminismo di Oriana

- Gli antipatici, (1963) una raccolta delle interviste di Oriana alle stelle del

2.8. Il femminismo di Oriana

Penelope alla guerra è il primo tentativo di Oriana di scrivere un libro che non sia un reportage o un articolo di giornale, anche se non lavora molto alla sua stesura perché al momento non ne era esperta, il suo progetto era comunque «grande».158

La Fallaci ha intenzione di trattare un «femminismo antelitteram»159 anche se nessuno ne parla al suo tempo, attraverso il personaggio di Giò e quello di Martine. La protagonista Giò è una donna di carriera che si innamora di un uomo che è l’opposto di lei, debole, succube della madre e dell’amico Bill. Anche il personaggio di Martine passa dall’essere uno dei prototipi delle giovani belle donne in cerca di mariti ricchi a quello di una «psicologa» in cerca di soccorrere l’amica e di metterla in guardia dall’uomo di cui si è innamorata, Richard: è un debole, l’Anti-America, senza un soldo. Infatti, la ragazza cerca di dissuadere l’amica dalla storia amorosa con lo spiantato perché secondo il suo parere lui non è innamorato di lei. Inoltre, lei sa come sarebbe andata finire la loro storia perché anche lei aveva avuto un Richard Baline, di cui si era innamorata follemente, e come tutte le donne innamorate anche lei aveva idealizzato la figura dell’amato, ma alla fine la storia era finita nei peggiori dei modi: lei era rimasta incinta e aveva perso sia l’amato che il piccolo, così aveva trascorso mesi nella disperazione finché tutto era passato. Martine sa che ad una donna viene insegnato fin da quando è bambina di rispettare gli uomini, mentre loro possono fare quello che vogliono, tuttavia esprime la sua contrapposizione nei confronti di una donna che dona il suo amore senza esser ricambiata, per questo insiste perché Giovanna tronchi la relazione con Richard. Franco Zangrilli nota che:

Mentre Fallaci tratta con sensibilità la condizione dell’amore idealizzato dall’immaginario femminile, vi tesse una serie di questioni relative al neofemminismo, trasformando Martine in una Penelope d’avanguardia che, pur

158 Ibidem

attraverso i paradossi, riverbera la personalità della sua interlocutrice, diviene la protezione della Giovanna maturata dalla vita, della donna d’oggi che si vuole sentire libera ed emancipata di fronte all’amore, che non si deve sentire devota e umile davanti all’uomo che ama, né rinchiudersi in casa a fargli da schiava.160 Del resto l’intraprendenza di Martine e Giò ricorda quella delle donne americane, tanto ammirate da Oriana e il suo stesso carattere. Infatti, anche la Fallaci è una donna intraprendente per il suo tempo. Nata in una famiglia povera, che non poteva permettersi gli studi universitari in medicina, a soli diciassette anni si era presenta alla redazione del «Mattino» e aveva ottenuto il suo primo incarico di lavoro, a cui ne seguirono molti altri. Infatti con il passare del tempo la Fallaci è diventata una giornalista di fama mondiale, riconosciuta dagli stessi colleghi come «la più grande giornalista italiana del Novecento», «la più grande giornalista del nostro tempo», «uno dei giornalisti internazionali più significativi di questo secolo»161. Oriana non conosce confini invalicabili, è per l’appunto una giornalista «internazionale», viaggia spesso per lavoro, nel 1955, il giornale per cui lavora, «L’ Europeo», la manda in America perché intervisti le stelle del cinema.162

Ma, ritornando al tema del femminismo, Oriana lo aveva già trattato prima di scriver Penelope alla guerra; nel reportage sulla condizione femminile nel mondo che svolse per «L’ Europeo» nel 1959, poi uscito in libro come Il sesso inutile, nel 1961. La donna è di nuovo in viaggio, questa volta in compagnia del fotografo Duillo Pallottelli.163 I due fanno il giro del mondo in trenta giorni per immortalare le diverse condizioni femminili che esistono a loro tempo, passano per diversi paesi tra cui: la Turchia; il Pakistan; l’India; l’Indonesia; la Malesia; poi si fermano ad Hong Kong; in Giappone e infine alle Hawaii. Lungo il viaggio la Fallacci intervista diverse donne che svolgono i più disparati lavori: la pilota; il giudice; il soldato etc. 164 Però, come racconta lei stessa nella premessa del resoconto del viaggio che esce nel 1961 con il titolo: Il sesso inutile, non era stata felice quando il direttore de «L’ Europeo» le aveva chiesto di scrivere tale inchiesta,

160 FRANCO ZANGRILLI, Oriana Fallaci e così sia uno scrittore postmoderno, cit., p 62

161 Ivi., p. 11

162 Ibidem

163 ORIANA FALLACI, Il sesso inutile, viaggio intorno alla donna, Bur, Milano, 2009, p. VI

le sembrava un tema «ridicolo»165, né aveva mai capito perché sui giornali le donne costituissero un argomento a parte, come lo sport, la politica e il bollettino metereologico. Per Oriana era inutile trattare le donne come se fossero diverse dagli uomini, come se i due provenissero da pianeti diversi.166 Inoltre quando le chiedono se lei scriva per le donne o sulle donne, sostiene di arrabbiarsi molto. Tuttavia ad una cena con una amica le aveva fatto cambiare idea sul reportage sulla condizione femminile, perché l’amica scoppia a piangere sostenendo di essere infelice, anche se per Oriana è una di quelle ragazze che hanno tutto dalla vita: una casa, un lavoro in cui riesce meglio degli uomini, l’indipendenza e perfino la bellezza.167 Oriana non rivela il nome della sua interlocutrice, ma essa assumerà un nome nello stesso romanzo Penelope alla guerra; quello della protagonista del libro: Giovanna detta Giò.168 La ragazza vorrebbe essere nata in uno di quei paesi in cui «le donne non contano nulla»169, tanto a suo parere il loro sesso è inutile. Tale discorso rimane impresso ad Oriana, e la porta a riflettere sui problemi che affliggono le donne, per i tabù che le riguardano. Per questo parte alla scoperta della condizione femminile nel mondo, per vedere se le donne che incontra sono più o meno felici della sua amica.170

165 «Per quanto mi è possibile, evito sempre di scrivere sulle donne o sui problemi che riguardano le donne. Non so perché, la cosa mi mette a disagio, mi appare ridicola.» ORIANA FALLACI, Il sesso

inutile, viaggio intorno alla donna, cit., p. 6

166 «Le donne non sono una fauna speciale e non capisco per quale ragione esse debbano costituire, specialmente sui giornali, un argomento a parte: come sport, la politica e il bollettino metereologico. Il padre terno fabbricò uomini e donne perché stessero insieme […]» Ibidem

167 «Era una ragazza di molto successo: indipendente, bellina, con una casa dove può fare quel che vuole, un mestiere dove riesce più degli uomini». Ibidem

168 Ivi., p. VI

169 Ivi., p.6