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IL MATRIMONIO IN ITALIA

FIGURA 8 MATRIMONI IN REGIME DI SEPARAZIONE DEI BEN

Anno 2012, per 100 matrimoni

68,4 66,4 68,4 70,9 69,5 68,9

Nord-ovest Nord-est Centro Sud Isole Italia

Considerando la distribuzione per livello di istruzione degli sposi rispetto alla scelta del regime di separazione dei beni si può notare come, passando dal livello più basso a quello più elevato aumenti la quota di coloro che propendono per questa opzione: si passa dal 66% degli sposi con titolo basso (65% delle spose) al 70% degli sposi con titolo medio (69% delle spose) per arrivare, infine, al 71% per entrambi gli sposi con titolo alto.

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Glossario

Nuzialità (quoziente di). Il rapporto tra il numero di matrimoni celebrati nell'anno e l'ammontare medio della popolazione residente (per 1000).

Età media al primo matrimonio. La media delle età al primo matrimonio ponderata con i quozienti specifici di nuzialità per età della/o sposa/o.

Indice (o tasso) di primo-nuzialità. La somma dei quozienti specifici di nuzialità calcolati rapportando, per ogni classe di età, il numero dei primi matrimoni all’ammontare medio annuo della popolazione.

Matrimonio misto. Celebrazione in cui uno dei due sposi è di cittadinanza straniera e l’altro di cittadinanza italiana.

Numero indice semplice. Un numero indice è un numero che esprime il variare dell'intensità di un dato fenomeno in circostanze diverse. Un numero indice semplice è il rapporto tra due numeri. La grandezza posta al denominatore viene detta base dell'indice.

Primo matrimonio. Celebrazione in cui lo stato civile dello sposo/a al momento delle nozze è celibe/nubile.

Regime patrimoniale. Il matrimonio instaura automaticamente il regime patrimoniale della Comunione dei beni (comunione legale), introdotta dalla Riforma del diritto di Famiglia del 1975. Con la separazione dei beni (art. 215 Codice Civile), invece, ciascun coniuge conserva la titolarità esclusiva dei beni acquistati durante il matrimonio.

Rito del matrimonio. La celebrazione del matrimonio può avvenire davanti all'Ufficiale di stato civile, oppure davanti a un ministro di culto cattolico o di uno degli altri culti ammessi dallo Stato. In tale ultimo caso, il matrimonio può comunque produrre effetti sul piano civile (si parla di matrimonio concordatario).

Stato civile. La condizione di ogni cittadino nei confronti dello stato per quanto attiene al matrimonio.

 Si definisce celibe o nubile il cittadino rispettivamente di sesso maschile o femminile che non ha mai contratto matrimonio.

 Coniugato/a il cittadino sposato che non ha ottenuto lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

 Divorziato/a il cittadino coniugato che ha ottenuto lo scioglimento o la cessazione degli effetti civili del matrimonio.

 Vedovo/a il cittadino il cui matrimonio è cessato per decesso del coniuge.

Variazione assoluta. La differenza fra l’ammontare di un fenomeno alla fine del periodo considerato e quello all’inizio.

Variazione percentuale. Il rapporto tra la variazione assoluta e l’ammontare iniziale. Viene poi moltiplicato per 100.

Variazione percentuale media annua (o tasso medio annuo di variazione). Si ottiene dividendo la variazione percentuale, riferita ad un intervallo temporale pluriennale, per il numero di anni dell’intervallo.

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Nota metodologica

La rilevazione sui matrimoni di fonte Stato Civile è stata istituita dall'Istat nel 1926. L'indagine, individuale ed esaustiva, ha per oggetto tutti i matrimoni della popolazione presente e consente di analizzare il fenomeno della nuzialità in relazione alle principali caratteristiche socio-demografiche degli sposi.

La sua realizzazione si basa sul modello Istat D.3 compilato dall'Ufficiale di Stato Civile del Comune nel quale il matrimonio è stato celebrato.

Il modello è diviso in due parti: notizie sul matrimonio e notizie sugli sposi. Per ciascun evento, nella sezione dedicata al matrimonio si rilevano: la data, il rito di celebrazione (religioso o civile), il comune di celebrazione e il regime patrimoniale scelto dagli sposi (comunione o separazione dei beni). Le notizie rilevate per ciascuno sposo riguardano: la data di nascita, il comune di nascita, il comune di residenza al momento del matrimonio, il luogo di residenza futura degli sposi, lo stato civile precedente, il livello di istruzione, la condizione professionale, la posizione nella professione, il ramo di attività economica, la cittadinanza.

Le modifiche più recenti al modello sono state effettuate nel 1995, con l'inserimento della variabile sul regime patrimoniale e nel 1997 con il perfezionamento dell'informazione sulla cittadinanza, chiedendo di specificare, quando italiana, se per nascita o acquisita.

Le principali informazioni statistiche vengono rilasciate con sempre maggiore tempestività rispetto alla data di riferimento degli eventi. A tale scopo vengono, inoltre, elaborate le informazioni contenute nel modello D.7.A. (Rilevazione degli eventi demografici di Stato Civile) che forniscono, mensilmente e per comune di evento, il numero di matrimoni religiosi e civili (dati provvisori, soggetti a rettifica nel momento in cui si rendono disponibili i dati delle rilevazioni individuali). I dati raccolti attraverso la rilevazione sono stati pubblicati per un lungo periodo di tempo congiuntamente alle informazioni sulle separazioni e sugli scioglimenti e cessazioni degli effetti civili del matrimonio. Nell'Annuario Istat Matrimoni, separazioni e divorzi, pubblicato fino all'anno di rilevazione 2003 si diffondono i principali indicatori sintetici, confrontati annualmente con il quadriennio precedente, e una serie di tavole analitiche a livello territoriale nazionale e provinciale. Dati riepilogativi annuali sono inoltre diffusi (a livello regionale) nell'Annuario statistico italiano e nei volumi Italia in cifre e Noi Italia.

I principali risultati sono disponibili on line consultando il datawarehouse I.Stat all’indirizzo http://dati.istat.it/ e il sistema tematico Demo, all’indirizzo http://demo.istat.it/altridati/matrimoni/.

ALLEGATO 2

Anno 2013

IL MATRIMONIO IN ITALIA

 Nel 2013, per la prima volta il numero dei matrimoni scende sotto quota duecentomila. Sono stati infatti celebrati in Italia 194.057 matrimoni (13.081 in meno rispetto al 2012). Ancora un forte calo, dunque, in linea con l’accentuarsi della tendenza alla diminuzione in atto dal 2008: circa 53 mila nozze in meno negli ultimi 5 anni (pari a oltre un quinto delle celebrazioni del 2008).

 A diminuire sono soprattutto le prime nozze tra sposi di cittadinanza italiana: 145.571 celebrazioni nel 2013, oltre 40 mila in meno negli ultimi cinque anni. Questa differenza spiega da sola il 77% della diminuzione osservata per il totale dei matrimoni nel 2008-2013.

 I matrimoni in cui almeno uno dei due sposi è di cittadinanza straniera, dopo il recupero del 2012, scendono di nuovo tornando al livello di circa 26 mila (pari al 13,4% delle nozze celebrate nel 2013). La diminuzione si deve sopratutto alle nozze tra stranieri.

 I matrimoni misti, cioè quelli in cui un coniuge è italiano e l’altro straniero, ammontano a 18.273 nel 2013. La tipologia prevalente è quella in cui è la sposa ad essere di cittadinanza straniera: 14.383 nozze (il 78% di tutti i matrimoni misti). Una sposa straniera su due è cittadina di un paese dell’Est Europa (Ue e non-Ue).

 Diminuiscono anche i matrimoni successivi al primo, scendendo da 34.137 del 2008 a 30.691 del 2013, ma il ritmo della flessione è più contenuto di quello delle prime nozze. Pertanto, la loro quota sul totale continua ad aumentare, dal 13,8% del 2008 al 15,8% del 2013.

 Nel 2013 sono state celebrate con rito religioso 111.545 nozze, oltre 44 mila in meno negli ultimi 5 anni (-29%). I matrimoni celebrati con il solo rito civile sono scesi a 82.512 (-9% rispetto al 2008); la loro quota sul totale raggiunge il 42,5% del 2013, dal 36,8 del 2008. Sia al Nord (55%) che al Centro (51%) i matrimoni con rito civile superano quelli religiosi.

 L’aumento dei matrimoni celebrati con rito civile riguarda sempre più anche i primi matrimoni di coppie italiane, passati dal 20% del 2008 al 27,3% del 2013.

 Si conferma la prevalenza dei matrimoni in regime di separazione dei beni (oltre due su tre) e non si riscontrano più differenze di rilievo nelle diverse ripartizioni.

PROSPETTO 1. PRINCIPALI CARATTERISTICHE DEI MATRIMONI CELEBRATI IN ITALIA

Anni 2008-2013, valori assoluti e percentuali

2008 2009 2010 2011 2012 2013

Matrimoni totali (valori

assoluti) 246.613 230.613 217.700 204.830 207.138 194.057

Variazione rispetto all'anno

precedente (valori assoluti) -3.747 -16.000 -12.913 -12.870 2.308 -13.081 di cui:

Con sposi entrambi italiani

Primi matrimoni (valori

assoluti) 185.749 175.043 168.610 155.395 153.311 145.571 Variazione rispetto all'anno

precedente (valori assoluti) -6833 -10.706 -6.433 -13.215 -2.084 -7.740

Con almeno uno sposo straniero

Primi matrimoni e successivi

(valori assoluti) 36.918 32.059 25.082 26.617 30.724 26.080 Variazione rispetto all'anno

precedente (valori assoluti) 2.359 -4.859 -6.977 1.535 4.107 -4.644

Matrimoni con rito religioso

(Valori assoluti) 155.972 144.842 138.199 124.443 122.297 111.545

Matrimoni con rito civile

(Valori assoluti) 90.641 85.771 79.501 80.387 84.841 82.512

Matrimoni con rito civile

(per 100 matrimoni totali) 36,8 37,2 36,5 39,2 41,0 42,5

Regime di separazione dei beni

(per 100 matrimoni totali) 62,7 64,2 66,1 66,9 69,5 69,5