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Finale al femminile: Sarah Bernhardt.

II.3 Macchiette parigine: Navarro e l'arte del ritratto.

II.3.7 Finale al femminile: Sarah Bernhardt.

La grande attrice è l'ultimo dei ritratti delle Macchiette. Navarro è impegnato a rendere al meglio il personaggio più giovane della sua galleria (nata nel 1844) e forse quello che lo affascina maggiormente, anche se, comunque, cerca di studiarlo e di riprodurlo senza dimenticare i difetti. L'incipit è un uno squillo di tromba, quasi una chiamata in scena:

È una fra le riproduzioni meglio riescite del tipo femminile eterno; è organizzata per intendere tutto e per dominare dovunque si mostra; riunisce in sé, concentrati all'ennesima potenza, i difetti e le qualità della donna moderna296.

Segue il riconoscimento del suo talento di interprete teatrale. Rosina Bernard (questo è ilsuo vero nome), negli anni parigini di Navarro, ancor giovanissima ha conquistato il pubblico. Si è imposta su tutte le scene, è pronta, dopo la Francia, a dominare sui palcoscenici di tutto il mondo, ad interpretare i capolavori dei più grandi autori francesi e non, compreso il nostro Gabriele D'annunzio con cui peraltro terrà una fitta corrispondenza epistolare, a diventare, lei, la voix d'or, la divina, a fine carriera,una delle prime dive del cinema muto. Manderà sempre in delirio il pubblico, attirerà artisti, ispirerà a tal punto a Proust il personaggio dell'attrice la Berma ne La ricerca del tempo perduto che nelle sue lettere lo scrittore chiama questo personaggio col nome di Haras, l'inverso di Sarah. Ebbene, Navarro ne coglie appieno da subito le peculiarità che la rendono così grande, così originale:

La sua recitazione, che è sempre chiara e netta, non somiglia a quella di nessun'altra donna, e appunto per questo, sebbene piaccia, pare eccentrica. Pel solito, i più bravi attori son quelli che rimangono meglio padroni di sé stessi, anche nei momenti in cui la passione scatta con maggior violenza. Ella, invece si abbandona alla foga del suo temperamento, agli azzardi dell'improvviso, e, spesso ride o piange davvero. Qualunque sia la parte che sostenga, l'attrice si fonde in lei col personaggio, la realtà con la finzione; tutto quello che dice, sembra che sgorghi spontaneamente dall'anima; ella dà alla poesia l'intensità delle sue impressioni, inflette e spezza i versi in mille modi, precipita o allenta il ritmo, culla e carezza le cadenze, con la sua voce di mezzosoprano divinamente musicale […] Essa è la mite eroina dei drammi terribili e delle tragedie fatali. Il coturno si adatta stupendamente alla sua gamba svelta. La tunica antica le avvolge il corpo in modo scultorio [...] Ella gestisce molto, e, senza che parli, il suo gesto

295Ivi, pp. 161-2.

esprime il pensiero. Nell'incesso ha gli avvolgimenti flessuosi di una serpe. Il pubblico si lascia ammaliare297.

Non meno affascinante risulta anche il suo ritratto di donna e Navarro si sofferma a lungo a dipingerlo fin nei suoi minuti particolari che sembrano i dettagli ed i colori di qualche pittore fiammingo:

Non è bella . Ha il corpo fine, esile, smilzo; però meno magro di quanto si crede. Il seno e l'anche protuberano lievemente sotto le vesti ch'ella porta sempre attillate, strette, senza sottane e senza polpe di crino o di guttaperca. Sul busto sottile, il capo un po' grosso, a prima giunta, pare una dissonanza.Il volto è ovale, pallido, trasparente. Gli zigomi sporgono troppo sulle gote scarne. Il naso, arcuato e forte, sta di mezzo al becco di gufo e al becco d'aquila. Gli occhi, grandi e celesti, ora nuotano dolcemente, ora lampeggiano sotto le ciglia castane […] Questa figura piena di irregolarità e di contrasti ha, nel suo insieme, un incanto che non si spiega, un'attrattiva a cui non si resiste298.

Si distingue per femminilità e talento d'attrice, ma in realtà è qualcosa di più: un'espressione sociale splendida299.

E, come George Sand, ha un'indole estremamente irrequieta:

Ma una sola gloria non le basta, e scolpisce, dipinge,scrive […] La tormenta il bisogno di agitarsi e di vivere, nel presente e nell'avvenire. Vorrebbe affrettare la percezione dei sentimenti e raddoppiare l'intensità delle sensazioni. Sperpera in vario modo la sua attività febbrile: giuoca al volano, monta in pallone e cavalca300.

Sarah Bernhardt è un personaggio eccezionale che recita sempre se stessa anche lontano dalle scene, anche a casa sua, e Navarro descrive quella casa in modo dettagliatissimo a tal punto che sembra ancora vagheggiare i momenti là trascorsi, i momenti in cui la grande attrice

Si mostra agli amici, vestita da uomo, con un berretto frigio di color azzurro sul capo. Ordinariamente, porta le gonne ch'essa concepì alla vigilia e che saranno di moda al domani. Un giorno è stracarica di gioielli; un altro giorno ha il busto semplicemente ornato di una rosa e i capelli di un nastro. Si sdraia volentieri sul canapè...però si alza spesso, va avanti e indietro, piglia la tavolozza o modella un po' di creta, cianciando. La sua lingua tagliente, ma senza veleno301.

Lo scrittore siciliano chiude, a sorpresa, con una sfumatura negativa che profetizza per l'attrice un'effimera fortuna:

Assetata di fama, non c'è mezzo a cui non ricorra perché il mondo parli di lei. E il mondo ne parla fin troppo. Ma la sua gloria sarà fugace; ella passerà come quelle comete che splendono qualche tempo all'orizzonte e che poi scompaiono, senza lasciar traccia302.

Forse questo inatteso finale vuole sottolineare la caducità insita nel mestiere

297Ivi, p. 187. 298Ivi, pp. 185-6. 299Ivi, p. 185. 300Ibidem. 301Ivi, p. 189. 302Ibidem.