Istituita con la legge di bilancio 2019 e corretta con il decreto crescita, la flat tax per i pensionati è un'imposta unica del 7% che l'Erario applica a tutti i redditi di pensionati che, dall'estero, decidono di trasferire la loro residenza in una regione del Sud Italia.
Tale processo di “cedolarizzazione” era un tratto già presente alla nascita dell’imposta, con la tassazione proporzionale dei redditi di capitale. Negli ultimi due decenni, oltre ai regimi descritti, ha interessato anche i premi di risultato dei dipendenti e i compensi per ripetizioni. La crescente estensione dei regimi di tassazione sostitutiva può determinare un carico fiscale diseguale tra le varie fonti di reddito, incidendo negativamente sulla capacità redistributiva dell’imposta, anche in considerazione della mancata applicazione a tali redditi delle addizionali comunali e regionali. Secondo Bankitalia, nel complesso la cedolarizzazione riduce la base imponibile dell’Irpef di circa un decimo, effetto in gran parte riconducibile a redditi finanziari e a redditi d’impresa e da lavoro autonomo, soprattutto dopo l’estensione del prelievo proporzionale ai soggetti con ricavi non superiori a 65 mila euro.
La riforma fiscale nei documenti di programmazione economica
Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (gennaio 2021) indica la riforma del sistema tributario tra le componenti necessarie per la realizzazione delle misure del PNRR. In risposta a quanto suggerito dal Consiglio europeo si intende, quindi, procedere ad una revisione della tassazione per ridurre il cuneo fiscale sul lavoro e trasferire l’onere fiscale ad altre voci e in generale “dalle persone alle cose”.
La riforma dell’Irpef, secondo quanto emerge dal Piano, è finalizzata ad una riduzione delle aliquote effettive sui redditi da lavoro, dipendente ed autonomo, in particolare per i contribuenti con reddito basso e medio-basso - intervento già avviato con la legge di bilancio 2021 - in modo da aumentare il tasso di occupazione, ridurre il lavoro sommerso e incentivare l’occupazione delle donne e dei giovani.
Si segnala, al riguardo, che una quota rilevante delle risorse aggiuntive di React EU (4 miliardi) contribuisce a finanziare la fiscalità di vantaggio per il lavoro al Sud ed altri interventi a favore dell’occupazione (decontribuzione per nuove assunzioni per giovani e donne).
Il governo si impegna inoltre a portare avanti una costante azione di lotta all’evasione e incentivazione della tax compliance, la revisione del sistema della fiscalità ambientale, in modo che essa contribuisca al raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda 2030, e l’introduzione dell’assegno unico universale - con il primo modulo - già nel 2021, al fine di rendere il sistema fiscale italiano più in linea con gli obiettivi indicati nelle Country specific recommendations.
Prosegue infine il processo di digitalizzazione delle certificazioni tributarie – fatture elettroniche e scontrini telematici – accompagnato da iniziative di gamification e di servizi ai contribuenti che favoriscono da un lato la compliance spontanea e dall’ altro la capacità di controllo dell’amministrazione finanziaria.
Nell’ambito della Missione 1, Digitalizzazione della PA, si intende quindi garantire una completa digitalizzazione delle PA dal punto di vista degli incassi, insieme alla realizzazione di un piano nazionale avente l'obiettivo di accompagnare la transizione verso una cashless community attraverso meccanismi di incentivo all’utilizzo di mezzi di pagamento elettronici sia per i consumatori sia per gli esercenti, collegandola all'infrastruttura digitale per le certificazioni fiscali, fatture elettroniche e corrispettivi telematici (5,56 miliardi, di cui 4,77 già stanziati per il progetto Italia Cashless ed iniziative in corso da parte delle amministrazioni centrali).
Un intervento specifico è previsto per lo smaltimento del contenzioso tributario pendente davanti alla Corte di Cassazione. Come documentato nell’ultima relazione di inaugurazione dell’anno giudiziario, da sola la sezione tributaria presenta una pendenza, al 2019, di 52.540 procedimenti. Al fine di affrontare questa perdurante criticità, si prevede che possano essere assegnati, in via straordinaria, magistrati
onorari ausiliari in via temporanea e contingente alle sezioni tributarie della Corte, e per due cicli, al fine di abbattere l’arretrato endemico che appesantisce da tempo dette sezioni incidendo negativamente sulla performance di smaltimento di tutta la Cassazione.
Con riferimento all’innovazione e digitalizzazione delle imprese (Transizione 4.0, 18,8 miliardi), gli incentivi fiscali inseriti nel PNRR – le cui procedure di erogazione sono semplificate e accelerate - sono riservati alle imprese che investono in beni strumentali, materiali ed immateriali, necessari ad un’effettiva trasformazione digitale dei processi produttivi, nonché alle attività di ricerca e sviluppo connesse a questi investimenti.
Con riferimento all’efficienza energetica e alla riqualificazione degli edifici, si prevede la realizzazione di un programma di efficientamento e messa in sicurezza del patrimonio edilizio pubblico, con particolare riferimento a scuole, edilizia residenziale pubblica, comuni e cittadelle giudiziarie, nonché l’introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l’adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato, attraverso una detrazione fiscale pari al 110% dei costi sostenuti per gli interventi (29,55 miliardi).
Già la Nota di aggiornamento al DEF 2020 richiamava le politiche di contrasto alle frodi e all’evasione fiscale e, in generale, di miglioramento della compliance, per ridurre il cosiddetto tax gap – vale a dire, il divario (gap) tra le imposte e i contributi effettivamente versati e le imposte e i contributi che i contribuenti avrebbero dovuto versare in un regime di perfetto adempimento agli obblighi tributari e contributivi previsti a legislazione vigente. Tale divario, come meglio precisato nell’apposito paragrafo, riguarda principalmente l’IVA ma anche l’IRPEF sul lavoro autonomo e l’impresa e i contributi previdenziali registrano un tax gap significativo:
Fonte. Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto all’evasione fiscale e contributiva-Nadef 2020
Nella NADEF si preannunciava la costituzione di un fondo da alimentare con le entrate effettivamente generate dal miglioramento della compliance, correlata anche all’incentivazione all’utilizzo degli strumenti elettronici di pagamento, da destinare al finanziamento di interventi di riforma fiscale e alla riduzione del debito pubblico; come anticipato in premessa, tale Fondo è stato istituito dalla legge di bilancio 2021.
Nel Piano si evidenzia come nel 2020 il gettito fiscale abbia superato le previsioni, grazie alle misure tese ad aggredire il tax gap introdotte negli ultimi anni (comprese la fatturazione elettronica e la trasmissione telematica dei corrispettivi, associate alla digitalizzazione dei pagamenti). Il maggior gettito derivante da una migliore conformità fiscale viene quindi accantonato nel predetto fondo che finanzierà i diversi moduli della riforma fiscale.
Tra le risorse per il finanziamento della manovra di bilancio per il 2021-2023 sarebbe rientrata anche la revisione di alcuni sussidi dannosi dal punto di vista ambientale (tra cui anche agevolazioni fiscali, tax expenditures), al fine di incentivare la transizione ecologica attraverso interventi graduali, pluriennali, proporzionati e condivisi con gli stakeholders. Tuttavia tale revisione non è stata realizzata all’interno della legge di bilancio.
Si ricorda che l’articolo 68 della legge 28 dicembre 2015, n. 221 (cd. collegato ambientale) ha incaricato il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare di predisporre, con cadenza annuale un Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli. In base alle disposizioni di legge, i sussidi del Catalogo sono intesi nella loro definizione più ampia e comprendono, tra gli altri, gli incentivi, le agevolazioni, i finanziamenti agevolati e le esenzioni. Il Catalogo è aggiornato entro il 30 giugno di ogni anno.
Successivamente, la legge di bilancio 2020 (comma 98, legge n. 160 del 2019), al fine di programmare la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi ha istituito una Commissione per lo studio e l'elaborazione di proposte per la transizione ecologica e per la riduzione dei sussidi ambientalmente dannosi con il compito di elaborare, innanzitutto, una proposta organica per la ridefinizione, entro il 31 ottobre 2020, del sistema delle esenzioni a partire dall'anno 2021 in materia di trasporto merci, navale e aereo, di agricoltura e usi civili con l'obiettivo di ridurre la spesa pubblica e di sostenere le innovazioni e gli investimenti in ricerca, innovazione tecnologica, sviluppo e infrastrutture per la riconversione ecologica che producano una riduzione delle emissioni di gas serra entro l'anno 2030. La Commissione, a seguito di un primo ciclo di consultazioni ha formulato sei proposte normative volte a rimodulare sette SAD previsti nel Catalogo dei sussidi ambientalmente dannosi e dei sussidi ambientalmente favorevoli del 2018, sulle quali si è svolta una consultazione pubblica.
Le proposte di riduzione dei SAD con riferimento al parco veicoli sono state sostanzialmente attuate nella legge n. 145 del 2018 (legge di bilancio 2019) prevedendo un sistema di incentivi, sotto forma di sconto sul prezzo, per l'acquisto di autovetture nuove a basse emissioni (c.d. ecobonus). Il limite massimo di emissioni, fissato da questa legge a 70g CO2/KM, è stato poi ridotto a 60g CO2/KM dal decreto-legge n. 162 del 2019.
La legge di bilancio 2021-2023 prevede inoltre un regime di incentivazione anche per i veicoli commerciali di classe N1. La medesima legge di bilancio ha previsto
anche un disincentivo, sotto forma di imposta, con riferimento all'acquisto di autovetture nuove con emissioni di CO2 superiori a 160 (elevati dalla legge di bilancio 2021-2023 a 191 g CO2 /km fino al 31 dicembre 2021.
A partire dal decreto-legge n. 34 del 2020 sono stati introdotti ulteriori specifici incentivi (dando risorse anche significative) per l'acquisto (con e senza rottamazione di veicoli) di mezzi con emissioni anche fino al doppio di quelle previste per l'ecobonus (da ultimo è stato previsto uno specifico incentivo per la rottamazione per i veicoli con emissioni a 61 g CO2/KM a 125 g CO2/KM).
Nel rapporto programmatico sulle spese fiscali allegato alla NADEF 2020, in analogia a quanto già dichiarato nei rapporti precedenti, si indicano misure di riduzione, semplificazione e riordino delle spese fiscali, tenendo conto di due importanti dimensioni: la riforma fiscale e la strategia di contrasto ai cambiamenti climatici.
Le proposte di modifica dell’IRPEF: i provvedimenti all’esame del Parlamento
La Camera dei deputati ha approvato l'A.C. 687, che reca la delega per riordinare e potenziare le misure a sostegno dei figli a carico attraverso l'assegno unico e la dote unica per i servizi.
È all'esame della Camera il cd. Family Act, ossia il disegno di legge delega (A.C. 2561) per il sostegno e la valorizzazione della famiglia e il riordino delle misure, anche fiscali, di sostegno all'educazione dei figli a carico.
Sono inoltre in corso di esame presso la VI Commissione finanze della Camera le seguenti proposte di legge:
A.C. 1061 Crosetto e A.C. 1501 Gusmeroli in materia di introduzione di un'imposta sostitutiva delle imposte sui redditi d’impresa da applicare ai redditi incrementali; l’imposta, che si applica a tutti i redditi e ai soggetti già sottoposti all'IRPEF e all'IRES, sconterebbe un'aliquota unica pari al 15 per cento, da calcolare unicamente sulla parte aggiuntiva di reddito prodotto rispetto all'anno precedente
A.C. 2075 Cabras e A.C. 2593 Gusmeroli sull’istituzione dei certificati di compensazione fiscale e l’utilizzazione dei crediti d'imposta compensabili per i pagamenti tra privati, con l’obiettivo di garantire liquidità al sistema economico tramite l'introduzione di nuove misure di pagamento complementare tra privati. In particolare l’A.C. 2075 prevede l'istituzione di certificati di compensazione fiscale trasferibili e negoziabili attraverso i quali il contribuente a cui vengono assegnati può compensare pagamenti da effettuare nei confronti della pubblica amministrazione, mentre l’A.C. 2593 consente, per effettuare pagamenti tra privati, l'utilizzo e il trasferimento dei crediti d'imposta derivanti dall'applicazione delle disposizioni vigenti e rappresentati mediante il modello F24.
Altre proposte di modifica dell’IRPEF
Il Centro studi di Confindustria ha presentato - nel rapporto Dove va l’economia italiana e gli scenari di politica economica - uno studio in cui sono indicate alcune proposte di riforma fiscale. In sintesi nel testo si rappresenta che c’è bisogno di un’ampia riforma fiscale, con semplificazione e razionalizzazione della disciplina e abbassamento della pressione fiscale, specie sul lavoro dipendente. La semplificazione del sistema richiede in primis una revisione delle tax expenditures, che tuttavia va valutata con attenzione, perché la loro eliminazione/riduzione comporterebbe un aumento del prelievo fiscale complessivo. Dato che gli attuali stringenti vincoli di bilancio pubblico limitano l’ampiezza della riduzione di pressione fiscale realizzabile, ma vista l’urgenza di misure che massimizzino le prospettive di crescita del Paese, un’opzione percorribile appare quella di un intervento mirato, declinato su tre fronti che stimolino sviluppo ed efficientamento del sistema in ambiti tra loro complementari:
A. un accorpamento delle aliquote IRPEF sui primi scaglioni, con conseguente rafforzamento dei redditi medi, soprattutto quelli da lavoro dipendente che sono attualmente penalizzati rispetto a svariati regimi sostitutivi per altre forme di reddito. Simulazioni condotte dal CSC con il modello EUROMOD mostrano che sostituire l’aliquota marginale nominale attualmente in vigore sul secondo scaglione IRPEF con l’aliquota del primo scaglione comporterebbe risparmi fiscali per il 56 per cento dei contribuenti IRPEF e un costo per lo Stato di circa 8 miliardi di euro. Questa ipotesi appare più ragionevole rispetto ad alternative di cui si è discusso, quali: i) l’accorpamento del secondo e terzo scaglione IRPEF, che farebbe lievitare il costo di ulteriori 4 miliardi e comporterebbe risparmi per meno di un quarto dei contribuenti; ii) l’introduzione di un’aliquota al 15 per cento fisso fino a 55mila euro, che costerebbe 80 miliardi;
B. un intervento mirato sui redditi da lavoro dipendente per aumentare il netto in busta paga anche ai lavoratori con redditi tanto bassi da non pagare tasse, con l’introduzione di una vera imposta negativa che preveda trasferimenti anche agli incapienti se lavoratori dipendenti;
C. un rafforzamento degli attuali incentivi fiscali sui premi di risultato, per stimolare ulteriormente la diffusione di schemi variabili di retribuzione e il raggiungimento di incrementi di produttività.
Il Centro studi ha realizzato, altresì, uno studio dettagliato su una possibile riforma dell’imposta sul reddito personale basata sull’introduzione di una flat tax (Elementi per una riforma fiscale). Nel testo si rappresenta che l’estrema articolazione e complessità della disciplina attuale dell’IRPEF ha alterato in maniera così profonda la ratio originaria dell’imposta che l’introduzione di un’imposta piatta, per effetto della sua semplicità, risolverebbe larga parte
delle incongruenze attuali. Tuttavia non mancano criticità per l’attuazione di una tale riforma. I risultati dell’analisi secondo Confindustria indicano che:
A. il passaggio a una quasi flat tax è molto improbabile che si autofinanzi con i proventi della maggiore crescita indotta;
B. tale riforma fiscale deve essere ben definita e annunciata fin dall’inizio, ma necessariamente attuata con gradualità;
C. per finanziare la perdita di gettito è necessario recuperare risorse da una seria spending review e dalla riduzione dell’evasione fiscale.
Il direttore della Agenzia delle entrate nel corso della audizione svoltasi presso la VI Commissione finanze della Camera dei deputati ha esposto una possibile riforma della modalità di determinazione e di versamento dell’IRPEF da parte degli operatori economici. Il direttore ha evidenziato che con il sistema della tassazione per cassa si potrebbe prevedere la possibilità di versare le imposte mese per mese sulla base di quanto si incassa effettivamente e al netto di quanto si spende per svolgere la propria attività, favorendo così gli investimenti in beni strumentali, i cui costi potrebbero essere subito dedotti dal proprio reddito, e incentivando così anche la crescita del Paese. Gli elementi caratterizzanti il nuovo sistema di tassazione per cassa potrebbero essere i seguenti:
A. la deducibilità totale e immediata degli investimenti in beni strumentali al posto degli attuali ammortamenti, la principale voce contabile ancora soggetta al criterio di competenza, nonché l’applicazione del criterio di cassa anche a tutte le altre voci ancora oggi soggette al criterio di competenza (alcune plus e minusvalenze; proventi immobiliari; alcune sopravvenienze attive e passive; spese di manutenzione; spese di impianto e altre spese pluriennali; accantonamenti ai fondi di quiescenza e previdenza);
B. l’introduzione di un sistema di liquidazione periodica mensile o trimestrale delle imposte sui redditi agganciato all’andamento della cassa, effettuando le possibili compensazioni in automatico;
C. l’addebito delle somme dovute sul conto corrente del contribuente tramite il pagamento in autoliquidazione da parte dello stesso contribuente alle scadenze mensili o trimestrali previste oppure tramite addebito diretto, ovviamente, previa sua autorizzazione e comunque senza l’obbligo di utilizzo di un conto corrente dedicato;
D. l’accredito dei rimborsi o la compensazione degli stessi con le imposte dovute nel primo periodo successivo utile;
E. la conseguente abolizione dei versamenti in acconto di giugno e di novembre e della ritenuta d’acconto per i professionisti; questo sistema renderebbe il versamento delle imposte dirette più continuo nell’arco dell’anno e aderente alla situazione del contribuente e alle esigenze erariali.
La Corte dei conti nel corso dell’audizione nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del Programma nazionale di riforma per l’anno 2020 ha sottolineato che le evidenti problematiche di funzionamento dell’IRPEF, a fronte di un processo di ridisegno complessivo del sistema, consiglierebbero di non escludere tra le opzioni una possibile rimodulazione delle esistenti aliquote IVA e anche alcune ipotesi di riduzione del numero delle aliquote (attualmente quattro), dalle quali potrebbero derivare alcuni vantaggi di natura amministrativa. Sul punto specifico, il PNR non esplicita alcuna direzione di revisione. Ma ciò non riduce la necessità di compiere una scelta netta in merito al ruolo che le due principali imposte del sistema tributario (IRPEF e IVA) devono svolgere. In favore di uno spostamento del prelievo dall’IRPEF all’IVA, giova ricordare che, nel confronto europeo in Italia il peso dell’IRPEF rispetto al Pil è tra i più elevati e quello dell’IVA è invece tra i più bassi; inoltre, una revisione dell’IVA potrebbe avvenire – modificando opportunamente le aliquote – in assenza di effetti redistributivi indesiderati.
Nel corso di alcune audizioni svolte al Senato, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno osservato come la riforma fiscale deve prevedere un aumento delle detrazioni specifiche per i redditi da lavoro dipendente e da pensione, una riforma degli scaglioni Irpef, la ridefinizione delle aliquote Irpef, delle basi imponibili, nel pieno rispetto del principio della progressività previsto dalla Costituzione e, al contempo, tale riforma deve prevedere la rimodulazione dell’IVA, anche al fine di garantire maggiore liquidità, sostenendo la crescita della domanda interna, fondamentale per il rilancio dell’economia del nostro Paese. Oltre a ciò, l’aumento delle detrazioni avrebbe l’effetto positivo di ampliare la no tax area.
Si propone inoltre la detassazione degli incrementi contrattuali e il miglioramento delle politiche di contrasto all’evasione fiscale.
Anche in occasione della discussione sull'individuazione delle priorità nell'utilizzo del Recovery Fund, i rappresentanti delle organizzazioni sindacali hanno sottolineato l’urgenza di una riforma fiscale organica che dovrà incrementare la progressività e l’equità, contrastare l’evasione fiscale e contributiva e prevedere una revisione degli incentivi e dei sussidi, in particolare quelli ambientalmente dannosi. Si chiede inoltre un incremento degli sgravi contributivi per le assunzioni dei giovani e l’alleggerimento del carico fiscale sui redditi da pensione e lavoro.
Più in generale si ricordano anche:
A. le proposte di ampliamento di deduzioni/detrazioni dall’IRPEF indicate nel cosiddetto Piano Colao (in particolare per pagamenti elettronici e sostegno a start-up innovative);
B. le 50 proposte di Confindustria e del Consiglio nazionale dei dottori commercialisti e degli esperti contabili Per un fisco più semplice (in particolare per la modifica della disciplina del rapporto tra il versamento dell’IRPEF e l’attività dei sostituti d’imposta);
C. la proposta in via sperimentale e per un triennio della piena detassazione degli incrementi retributivi, determinati dalla contrattazione collettiva comparativamente più rappresentativi, presentata nel corso dell’audizione del 18 febbraio al Senato da Rete imprese Italia.
TASSAZIONE IMMOBILIARE
L’imposizione immobiliare: lineamenti generali
Si ricorda preliminarmente che la componente diretta del prelievo sugli immobili in Italia - imposte sui redditi e patrimoniali – colpisce il reddito effettivo e figurativo, nonché il valore patrimoniale derivato dalle rendite catastali, mentre la componente di imposizione indiretta ha come presupposto una transazione economica.
Il livello di imposizione è diverso sia in funzione della natura degli immobili (terreni, fabbricati a uso abitativo, industriale o commerciale) sia dei soggetti passivi (da un lato, imprese e professionisti; dall’altro, soggetti che non esercitano attività di impresa e di lavoro autonomo). Nel sistema tributario italiano esiste, inoltre, un’importante distinzione tra l’abitazione principale, destinata a soddisfare l’esigenza abitativa e le altre unità immobiliari possedute a scopo produttivo, d’investimento o tenute a disposizione.
L’abitazione principale, a partire dal 2001, non concorre alla formazione del reddito ai fini IRPEF e gode di importanti agevolazioni fiscali, tra cui la detraibilità di parte
L’abitazione principale, a partire dal 2001, non concorre alla formazione del reddito ai fini IRPEF e gode di importanti agevolazioni fiscali, tra cui la detraibilità di parte