classi nelle quali le suddivide. Per questo lavoro di tesi, è interessante considerare i connettori – definiti tali nel capitolo precedente – e – in modo particolare – quei connettori che possono avere il ruolo di focalizzatori (i focus markers elencati in questo paragrafo).
In generale, dalle tabelle si nota la possibilità di coocorrere tendenzialmente con tutte le altre, solo nelle particles immo, enim, autem, vero, tamen e contra e in modo particolare come seconde. Per quanto riguarda le conclusive (tabella 2), tendono a coocorrere una particles del primo gruppo (itaque, igitur, ergo) con una del secondo grupppo (eo, ideo, idcirco, propterea), ma non le particles appartenenti al medesimo gruppo.
In particolare, i connettori focalizzatori che verranno analizzati in questo capitolo presenti in queste tabelle sono autem e vero: entrambi possono coocorrere solo tra di loro e non con gli altri connettivi presenti nella seconda tabella. 5.3. Il focus e i focalizzatori Prima di iniziare l’analisi di alcuni connettori focalizzanti - sulla base dello studio appena accennato di Rosèn - è opportuno definire il quadro teorico di riferimento che utilizzerò. Historical latin Syntax 1, Syntax of the sentence, ed. Gruyter, Berlino, 2009, p. 340
Come nel quarto capitolo di questo lavoro, si prenderà come riferimento teorico il quadro proposto da Rizzi131, Benincà132 e Benincà, Poletto133.
Farò quindi riferimento ai campi ipotizzati dalla linguistica generativa: al VP come campo di interfaccia tra la sintassi e la semantica lessicale, all’IP come interfaccia tra sintassi e morfologia e al CP come campo di interfaccia tra la sintassi e la pragmatica.
In questo lavoro di tesi mi servirò in modo particolare del CP, campo articolato in una struttura gerarchicamente ordinata; tale struttura può subire delle variazione rispetto all’ordine non marcato, per veicolare significati diversi o aggiuntivi.
Fanno parte del CP tre aree: ForceP, topic e focus (dopo il quale c’è la proiezione FinP che ospita complementatori di modo indefinito e che confina con IP); in questo capitolo mi soffermerò sul fenomeno della focalizzazione (come descritto nel paragrafo precedente nell’analisi del lavoro di Rosèn). Come scrive appunto Rizzi134, è il livello CP a contenere la codifica della forza frasale (del tipo di frase) e fenomeni di organizzazione informazionale: in CP – infatti - sono presenti elementi dislocati quali il topic e il focus. 131 L. RIZZI, The fine structure of the left periphery, in L. HAEGEMAN, Elements of grammar: handbook of generative syntax, ed. Kluwer Academic, Netherlands, 1997, pp. 281-337 132 P. BENINCÀ, The position of topic and focus in the left periphery, in L. RIZZI, Current studies in italian syntax, ed. Elsevier, Amsterdam, 2001 133 P. BENINCÀ, C. POLETTO, Topic, Focus, ad V2, defining the CP sublayers, in L. RIZZI, The structure of IP and CP, ed. Oxford university press, Oxford, 2004 134 L. RIZZI, The fine structure of the left periphery, in L. HAEGEMAN, Elements of grammar: handbook of generative syntax, ed. Kluwer Academic, Netherlands, 1997, pp. 281-337
Si utilizzerà qui il modello X’ barra applicato a topic e focus proposto da Rizzi: il CP è stato scisso in proiezioni funzionali per la codifica e l’interpretazione di uno specifico tratto semantico-pragmatico: Figura 8, Struttura proposta da L.RIZZI 1997135 I tratti inerenti la forza illocutiva di una proposizione sono inseriti nel CP, in Force: 135 L. RIZZI, The fine structure of the left periphery, in L. HAEGEMAN, Elements of grammar: handbook of generative syntax, ed. Kluwer Academic, Netherlands, 1997, p. 297
Complementarizers express the fact that a sentence is a question, a declarative, an exlamative, relative, a comparative, an adverbial of a certain kind, etc., and can be selected as such by a higher selector. This information is somentimes called the clausal Type (Cheng 1991), or the specification of
Force (Chomsky 1995).136
Nella struttura appena rappresentata – inoltre – le posizioni di topic sono multiple e possono sia precedere che seguire il focus, mentre la posizione di focus è una sola.
Per quanto riguarda il focus, bisogna sottolineare che non può essere ripreso in alcun modo all’interno della frase.
In generale, la focalizzazione permette di porre una parte di testo in evidenza rispetto ad altre; ogni frase di un testo – infatti – contiene delle informazioni già note e delle informazioni nuove e il parlante o lo scrittore decidono come presentarlo: se come informazione nuova o come già presente nel contesto (serve come aggancio per il resto de testo). In una predicazione “da scoprire” il topic è l’elemento dato; in una predicazione data, il focus è l’elemento nuovo.
136 L. RIZZI, The fine structure of the left periphery, in L. HAEGEMAN, Elements of grammar: handbook of generative syntax, ed. Kluwer Academic, Netherlands, 1997, p. 283
Il focus è l’area più bassa del CP all’interno del quale è possibile inserire un focus con intonazione contrastiva (si segnala che Benincà e Poletto137 lo inseriscono in due posizioni: una per avverbi o oggetti focalizzati, l’altra per i quantificatori), un informational focus (che ospita le “informazioni nuove”), l’anteposizione anaforica (l’elemento non è nuovo, ha una relazione stretta con un sintagma che si trova prima nel testo), e i pronomi wh-, secondo quest’ordine: Focus [CFoc – Ifoc – Antepos.Anaf. – Wh-] Con Cfoc per l’intonazione contrastiva, Ifoc per l’informational focus, AA per l’anteposizione anaforica e wh- per i pronomi wh-.
Ci sono vari modi per focalizzare una parte del discorso: per il latino - come per qualsiasi testo scritto – non è ovviamente possibile accedere ai tratti soprasegmentali.
Una parte del discorso può essere focalizzata mediante segnali sintattici (con frasi marcate tramite dislocazioni e frasi scisse) o lessicali;
Per quanto riguarda i segnali sintattici, la focalizzazione può avvenire mediante spostamenti di costituenti o costruzioni particolari come le dislocazioni o le frasi scisse. Le dislocazioni prevedono lo spostamento di un costituente in una posizione marcata (a destra o a sinistra della posizione non marcata) e tramite questo spostamento è possibile sottolineare il costituente stesso in un focus o in un topic. La frase scissa contiene il costituente focalizzato tra il verbo essere e il che (o a).
Alcune parole (in particolare avverbi e – appunto - connettori) appaiono in concomitanza con la focalizzazione di un costituente: i connettivi
137 P. BENINCÀ, C. POLETTO, Topic, Focus, ad V2, defining the CP sublayers, in L. RIZZI, The structure of IP and CP, ed. Oxford university press, Oxford, 2004
esprimono una relazione semantica (come studiato nel capitolo precedente di questo lavoro: possono esprimere inclusione, inclusione, probabilità,…) ma hanno anche la tendenza a occorrere prima di un focus, come in:
Anche la forma varia138
In questo caso il focus è la forma ed è preceduto dal connettore anche. I connettivi che occorrono prima di un focus sono – appunto – focalizzatori (focus markers in Rosèn); nel prossimo paragrafo verranno analizzati i connettori con funzione di focalizzatori: si proverà – tramite esempi - a delineare le loro caratteristiche. 5.4. I connettori come focalizzatori Come emerso nel capitolo precedente, spesso il significato dei connettori è complesso e – in breve – mette in relazione e valuta diversi costituenti o frasi. I connettori studiati nel quarto capitolo di questo lavoro di tesi, portano un valore semantico e in alcuni casi possono anche assumere – appunto - la funzione di focalizzatori: A livello sintattico, essi si definiscono come degli operatori “transcategoriali”, perché possono porsi a ridosso di
qualsiasi costituente frasale (sintagma
138 Esempio tratto da A. FERRARI, L. ZAMPESE, Dalla frase al testo, una grammatica per l’italiano, ed. Zanichelli, 2000