Fondata nel 1984 negli Stati Uniti, Morningstar è una società indipendente,
leader nell’analisi e nella valutazione dei fondi e dei prodotti di risparmio gestito (non solo fondi, ma anche hedge fund, ETF, fondi chiusi, ecc.). È presente in 20 paesi e nei suoi database sono archiviati dati su oltre 145.000 strumenti di investimento, con l’obiettivo di fornire un’informazione sempre chiara, oggettiva e aggiornata ai risparmiatori. Nei mercati Italiani è presente dal 18 aprile del 2001 ed offre dati ed analisi su circa 6.000 fondi e servizi informativi a tutte le primarie istituzioni finanziarie. Morningstar ha sviluppato un sistema di rating basato su una misura denominata "risk-adjusted" rating (RAR). Per valutare un fondo non basta guardare il rendimento passato, ma bisogna tenere in considerazione il rischio assunto dal gestore e i costi sostenuti dall’investitore. Ogni fondo di investimento viene collocato e valutato all'interno di una categoria e svolge la funzione di parametro di riferimento costruita non sulla base dei benchmark generici come quelli dichiarati nei prospetti informativi, ma della specifica composizione dei portafogli gestiti.
Il rating Morningstar è una misura quantitativo-statistica di sintesi dei tre fattori e viene definita mediante le stelle: si parte da 5 per i migliori dei fondi e 1 per i peggiori (vedi Figura 4.1.1). Gli elementi chiave o i fattori di sintesi della
(risk-adjusted return) e i costi. Ma vediamo in particolare come queste quantità influenzano tale misura:
⌐ LE CATEGORIE: il sistema di classificazione di Morningstar raggruppa i
fondi in modo omogeneo, tenendo conto delle politiche di investimento dichiarate, ma verificandone l’attendibilità e la coerenza pratica attraverso l’analisi dei portafogli e dei singoli titoli che li compongono. Morningstar chiede alle società di inviare i dati completi sul portafoglio e fa un’analisi dettagliata prima di procedere all’inserimento di un fondo in una determinata categoria, perché spesso le politiche d’investimento non sono sufficienti per una corretta assegnazione. I parametri rivelanti per la classificazione non sono
solo le aree geografiche o i settori, ma
◘ per i fondi azionari22:
- la capitalizzazione delle società è: large, small, mid-cap
- e le prospettive di crescita sono: value, blend, growth.
◘ per i fondi obbligazionari:
- la durata finanziaria (duration) è: long, medium, short
- e l’affidabilità dell’emittente.
⌐ IL RENDIMENTO CORRETTO PER IL RISCHIO: per il calcolo del
rating vengono presi in considerazione i rendimenti mensili di un fondo negli ultimi 5 anni e la performance è “corretta” per il rischio, ossia tiene conto della volatilità dei risultati nell’orizzonte temporale considerato. Il presupposto, in generale, è che l’investitore preferisca ottenere rendimenti regolari nel tempo piuttosto che grandi guadagni e perdite clamorose, cioè che sia avverso al rischio.
⌐ I COSTI: anche se spesso non viene preso in considerazione dall’investitore,
è una variabile importante nella determinazione del rendimento. Il rating di Morningstar considera i costi di commissione che gravano sul fondo, in particolare quelle di gestione, di sottoscrizione e di riscatto. Molti prodotti, soprattutto comparti di SICAV estere, hanno più classi, che condividono lo stesso portafoglio, ma profili commissionali differenti; per questo motivo la valutazione è data separatamente.
⌐ LE STELLE: (vedi Figura 4.1.1) di rating sono assegnate, su base mensile,
all’interno di ciascuna categoria, tenendo presente quanto enunciato sopra si fa riferimento al seguente schema: al primo 10% dei fondi vengono assegnate 5 stelle, al successivo 22.5% quattro stelle e all’ulteriore 35% tre stelle. All’ultimo 10% è assegnata una stella e al rimanente 22.5% due stelle.
Figura 4.1.1: I criteri di assegnazione delle stelle di Morningstar rating
(Fonte: www. MORNINGSTAR..com)
⌐ FONDI SENZA RATING: non sempre è possibile attribuire il rating23 a un fondo. I casi più comuni di mancata assegnazione sono:
• il fondo ha meno di 3 anni di vita;
• le informazioni sono troppo scarse per cui il fondo non può essere assegnato a nessuna categoria;
• il fondo ha effettuato continui cambi di categoria a seguito da variazioni nell’asset allocation, così che i rendimenti storici non sono più rilevanti; • la categoria ha un numero troppo esiguo di fondi perché l’attribuzione del
rating sia significativa.
L’utilizzo del rating risale al 1985 (USA) ed è un punto di partenza nella
valutazione di un fondo a non va considerato come un’indicazione di acquisto o vendita. Nelle decisioni di investimento, il risparmiatore deve sempre tenere in considerazione la propria asset allocation, valutare la propria tolleranza al rischio e le esigenze di reddito e liquidità. Non esiste un fondo migliore in assoluto, ma fondi che meglio si adattano ai propri obiettivi e alle proprie necessità.
Morningstar classifica i fondi venduti facendo riferimento a delle analisi, fondamentali queste per valutare ogni singolo titolo che costituisce il portafoglio.
Attraverso l’esatta identificazione delle caratteristiche delle singole posizioni del fondo è possibile capire qual è l’universo d’investimento del fondo, con quale mercato e quali concorrenti va misurato. O meglio, identificare dove investire effettivamente il fondo significa creare dei gruppi omogenei, all’interno dei quali è poi corretto e ha senso confrontare le performance.
Sulle caratteristiche dei titoli acquistati dal gestore, ogni fondo viene assegnato una categoria Morningstar e posizionato all’interno dello style box, la matrice a
nove quadranti che identificano la tipologia del portafoglio, e i diversi gradi di
rischio a cui è esposto (vedi Figura 4.1.2).
Lo style box azionario fornisce le due caratteristiche essenziali di un fondo che
investe in azioni:
1. la capitalizzazione
2. e lo stile delle società presenti nel portafoglio.
Si tratta di due elementi importanti, in quanto spiegano non solamente la performance, ma anche quali sono i rischi a cui il fondo può andare incontro. Ogni società è soggetta a una valutazione da parte del mercato, valutazione che può essere superiore o inferiore a quella contenuta nei dati di bilancio. Sono le società
Growth quelle che presentano una storia in crescita e un buon potenziale di
incremento di valore del capitale nel futuro. La valutazione è effettuata prendendo in considerazione i cosiddetti multipli, ovvero i rapporti: Price/Earning o Price/Cash Flow. Al contrario, un titolo Value risulta sottovalutato dal mercato: il suo prezzo è basso rispetto al livello dei dividendi, degli utili e del valore contabile dell’azienda. A differenza dei primi, hanno un rischio di deprezzamento inferiore. La dimensione della società è un fattore che influenza la performance del fondo, quindi quelle con bassa capitalizzazione di mercato sono anche più volatili e spesso i fondi che vi investono non possono costruire posizioni importanti senza rischiare di influenzare il prezzo Borsa.
Lo style box obbligazionario è caratterizzato da due fattori di rischio-
opportunità presenti in ogni fondo obbligazionari e questi sono:
1. l’esposizione ai movimenti dei tassi di interesse 2. e la qualità del credito degli emittenti,
per il totale di nove combinazioni, divise tra livelli basso, medio e alto. Gli strumenti di lunga durata sono i più rischiosi rispetto a quelli con scadenza breve,
perché più sensibili ai movimenti dei tassi di mercato. Per stimare la sensibilità dell’obbligazione delle variazioni del costo del denaro, si utilizza la duration, indice sintetico funzione della durata di un titolo obbligazionario e della ripartizione delle cedole. Più la duration è elevata, maggiori sono le oscillazioni del prezzo del titolo in seguito a politiche monetarie restrittive o espansive delle Banche Centrali. Il secondo fattore analizzato è la qualità del credito e l’esposizione a titoli di debito come obbligazioni, comporta un rischio di inadempienza da parte degli emittenti elevato se si tratta di organismi non governativi, paesi emergenti o società con basso merito. Il primo passo per determinare l’esposizione al credito consiste nel considerare il rating medio assegnato dalle agenzie specializzate a ciascuna obbligazione in portafoglio e a ogni rating viene dato un punteggio numerico, in seguito si calcola la media del portafoglio che indica il livello medio di rischio di credito contenuto nel fondo.
Figura 4.1.2: Gli style box azionario e obbligazionario statunitense
(Fonte: www. MORNINGSTAR..com)