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FONTE dei DAT

Nel documento Biosfera (pagine 54-57)

I dati di quota minima della fronte glaciale sono disponibili per l’anno 1958 e per l’intervallo temporale tra il 1978 e il 2001. Le fonti dei dati sono le seguenti e sono state inserite su supporto informatico dalla Segreteria Tecnica del CTN_NEB:

- Catasto dei ghiacciai italiani del 1958, Comitato Glaciologico Italiano;

- Geografia fisica e dinamica quaternaria, Bollettini del Comitato Glaciologico Italiano ser. 3: relazioni delle campagne glaciologiche degli anni dal 1978 al 2001 (ultima pubblicazione anno 2002).

I dati di bilancio di massa dei ghiacciai del Ciardoney, del Caresèr e del Basòdino sono stati tratti dall’edizione tematica speciale della Rivista Italiana di Meteorologia, Clima e Ghiacciai della Società Meteorologica Italiana “Nimbus”, n. 23/24, settembre 2002.

NOTE TABELLE e FIGURE

Per quanto riguarda l’andamento delle fronti glaciali, sono stati considerati inizialmente (1958) i dati relativi a un insieme di 1.028 individui glaciali (336 nelle Alpi occidentali, 567 nelle Alpi centrali e 125 nelle Alpi orientali) e successivamente un sottocampione ritenuto significativo, variabile di anno in anno. Tutti i ghiacciai censiti hanno superficie superiore ai 5 ettari. Per l’elaborazione dell’indicatore, la regressione glaciale è stata intesa come un innalzamento altitudinale della quota minima della fronte.

Il bilancio di massa di un corpo glaciale, invece, rappresenta la differenza fra la massa di ghiaccio accumulato, derivante dalle precipitazioni nevose, e la massa persa per ablazione nel periodo dello scioglimento. Il valore del bilancio netto annuale, che è una media per l’intero ghiacciaio, è espresso in metri equivalenti di acqua. Questa misura consente di stabilire l’andamento temporale degli accumuli e delle perdite di massa e, impiegando una metodologia standardizzata, di verificare la presenza di un trend o di una ciclicità nelle dinamiche di accumulo- ablazione in rapporto alle variazioni climatiche in atto.

Attualmente in Italia sono monitorati una decina di ghiacciai, spesso purtroppo con serie discontinue o di entità ridotta; per l’elaborazione dell’indicatore sono stati considerati un ghiacciaio delle Alpi centrali (Caresèr) per il quale sono disponibili oltre 30 anni di osservazioni e il ghiacciaio del Basòdino, mentre nelle Alpi occidentali è stato valutato il ghiacciaio del Ciardoney con 10 anni di misure.

I dati di bilancio di massa costituiscono di fatto un’indicazione fondamentale per valutare lo “stato di salute” dei ghiacciai. I corpi glaciali scelti sono stati selezionati in funzione della presenza significativa di dati storici pubblicati e di sistemi di bilancio di massa attivati da operatori qualificati. Considerata la loro differente ubicazione sull’arco alpino i diversi ghiacciai possono essere considerati rappresentativi dei differenti settori climatici.

STATO e TREND

L’andamento delle fronti glaciali permette di evidenziare un trend complessivo verso l’innalzamento delle fronti e il conseguente scioglimento dei ghiacciai. Le tendenze evolutive più recenti si differenziano nei tre settori alpini: - nelle Alpi occidentali l’innalzamento della quota minima appare più nettamente (pari a circa 4,4 metri all’anno)

(figura 10.26);

- nelle Alpi centrali la tendenza all’arretramento è meno evidente (pari a circa 1,4 metri all’anno) e conseguentemente il fenomeno di contrazione glaciale sembra essere più ridotto (figura 10.27);

- nelle Alpi orientali l’innalzamento della quota minima è evidente (pari a circa 4,0 metri all’anno) (figura 10.28). Le risultanze dei dati del Catasto e la tendenza evolutiva dei ghiacciai italiani considerati sono in parte confermate e in parte affinate dalle relazioni descrittive derivanti dalle campagne di terreno degli ultimi anni. Per quanto riguarda i dati di bilancio di massa, complessivamente per i tre corpi glaciali considerati (tabella 10.23) si verifica una generale tendenza alla deglaciazione e allo scioglimento: questo trend risulta peraltro essere comune alla gran parte dei ghiacciai del pianeta. Il trend di bilancio decisamente più importante è quello espresso dalla serie ultratrentennale del Caresèr: si tratta di un ghiacciaio di dimensioni decisamente maggiori rispetto a Ciardoney e Basòdino, caratterizzato da un’elevata resistenza complessiva alle modificazioni indotte dal clima. In effetti, dal punto di vista della correlazione con l’andamento climatico, sebbene l’informazione di bilancio annuale possieda un valore intrinseco elevato, la risposta del ghiacciaio ai principali fattori climatici (temperatura e precipitazioni) risulta non essere sempre lineare: solo per il Caresèr, l’aumento di temperatura estiva dell’aria sembra essere un fattore significativo di scioglimento. In effetti, le caratteristiche del singolo bacino glaciale possono incidere sul bilancio annuale in modo diverso: ad esempio, se nel caso del Basòdino il fattore caratterizzante sembra essere la presenza notevole di accumuli nevosi tardo invernali, per il Ciardoney la correlazione tra clima e bilancio sembra essere regolata anche da fattori quali la permanenza estiva del manto nevoso, la tipologia della neve invernale e la variazione dell’entità della radiazione solare diretta a parità di temperatura dell’aria. Nel complesso si delinea un quadro molto articolato dove lo scioglimento dei ghiacciai rappresenta la risultante del fattore termico a cui si combinano le variazioni della distribuzione delle precipitazioni nel corso dell’anno e le condizioni climatiche peculiari.

OBIETTIVI FISSATI dalla NORMATIVA

L’indicatore non ha riferimenti diretti con specifici elementi normativi. La normativa internazionale relativa ai cambiamenti climatici non sancisce obiettivi specifici. Il bilancio di massa viene tuttavia indicato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente come indicatore prioritario per il monitoraggio degli effetti del global change sui sistemi naturali.

PERIODICITÀ di AGGIORNAMENTO

Le campagne glaciologiche sono effettuate annualmente, ma i dati relativi sono pubblicati con un ritardo di circa un anno e mezzo.

I vari enti di ricerca coinvolti nel bilancio di massa di corpi glaciali pubblicano generalmente i loro dati con frequenza annuale.

QUALITÀ dell’INFORMAZIONE

Rilevanza Accuratezza Comparabilità nel Comparabilità nello

tempo spazio

1 2 2 3

Ogni ghiacciaio possiede caratteristiche proprie (altitudine, substrato, esposizione, morfologia, ecc.): in effetti, al variare della tipologia glaciale, a un’effettiva regressione non corrisponde sempre e comunque un aumento evidente della quota minima della fronte stessa (ad esempio ghiacciai con porzione terminale pianeggiante, ghiacciai di circo, lingue glaciali incassate, ecc.). Ciononostante, per l’elaborazione dell’indicatore è stata utilizzata la serie di valori di quota minima della fronte e calcolata l’equazione della curva di regressione. L’elaborazione alternativa del dataset potrebbe essere costituita dall’utilizzo dei dati di arretramento/avanzamento

lineare della fronte: tuttavia essi sono relativi a un numero minore di ghiacciai e risultano meno affidabili in quanto riferiti a segnali di posizione spesso variati o scomparsi nel tempo.

La raccolta delle informazioni derivanti dalle misurazioni glaciometriche è coordinata dal Comitato Glaciologico Italiano che è responsabile anche della loro pubblicazione. Le campagne di terreno sono effettuate, per la maggior parte dei ghiacciai, da personale volontario (membri del Club Alpino Italiano e di altre associazioni in ambito montano, personale di aree protette, studenti universitari, ecc.). In media, il grado di competenza e di specializzazione dei rilevatori garantisce un livello di accuratezza accettabile; tuttavia non esiste un protocollo definito di validazione dei dati raccolti né una formazione unitaria degli operatori che misurano i parametri glaciometrici.

Relativamente all’andamento della quota minima delle fronti glaciali, la serie di dati attualmente disponibile è disomogenea: il numero dei ghiacciai campionati nei diversi anni è molto variabile e, nel tempo, sono stati esaminati campioni di individui glaciali solo in parte sovrapponibili. Di conseguenza, l’elaborazione statistica delle serie di dati storici risulta alquanto difficoltosa. In generale, il valore medio annuale della quota minima è condizionato dal numero di ghiacciai campionati: quando il numero di ghiacciai campionati è basso (1979, 1982, 1983, 1984) l’affidabilità del dato di quota media è minore rispetto agli anni in cui il numero di corpi glaciali monitorati è superiore (1958, 1993, 1994). Il suddetto andamento è comprovato anche dal trend dei valori dei multipli della deviazione media standard per i singoli anni. Infine il dataset non riporta informazioni precedenti al 1958 e non consente elaborazioni di lungo periodo. Il punto di forza del dataset rimane comunque la sua estensione spaziale in quanto nell’insieme sono riportate informazioni relative all’intero arco alpino e alle sue aree glacializzate.

Per quanto riguarda il bilancio di massa il trend decisamente più significativo per rappresentare il fenomeno rimane quello espresso dalla serie ultratrentennale del ghiacciaio del Caresèr mentre le serie minori di Basòdino e Ciardoney confermano la tendenza netta verso lo scioglimento dei corpi glaciali.

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Nel documento Biosfera (pagine 54-57)