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29 Fonte: Eurostat, EU-SILC (ilc_peps01, ilc_li02, ilc_mddd11, ilc_lvhl11)

Figura 4 At risk of poverty and social exclusion rate and its components in EU27

Se da un lato il tasso di disoccupazione almeno di breve periodo sia diminuito, dall’altro il tasso di rischio di povertà o esclusione sociale, è ad un livello uguale rispetto al 2008 ma inferiore di 2,1 punti percentuali rispetto al 2005 (Figura 4). Il più alto tasso di povertà tra la popolazione di lavoratori si riscontra in Romania, Spagna, Grecia e Italia (intorno al 20%)26. Dopo un

aumento dal 2009 al 2012, la percentuale di persone a rischio povertà o esclusione sociale si è stabilizzata al 24,5% e poi è diminuita a 23,7% nel 2015. Ciò suggerisce l’urgenza di misure mirate alla lotta alla povertà. Nel 2016 la Commissione Europea riformulava la strategia Europe 2020 nel Strategic Plan 2016-2020 e ribadiva la necessità di “improve social policies in particular ensuring sustainable and adequate social protection system27”.

26 European Commission and the Council, Draft Joint Employment Report, op. cit., pag 66. 27 Strategic Plan 2016-2020, Employment, Social Affairs and Inclusion DG, European Commission, 14.03.2016, pag 16. 25,8 25,3 24,5 23,7 23,3 23,7 24,2 24,7 24,5 24,4 23,7 16,5 16,5 16,6 16,5 16,4 16,5 16,8 16,8 16,7 17,2 17,3 10,8 9,9 9,2 8,5 8,2 8,3 8,8 9,8 9,6 8,9 8,0 10,5 10,6 9,8 9,2 9,2 10,2 10,4 10,5 10,9 11,1 10,5 20 05 20 06 20 07 20 08 20 09 20 10 20 11 20 12 20 13 20 14 20 15 % o f p op ul at io n At-risk-of-poverty-or-social-exclusion At-risk-of-poverty

Severe material deprivation

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1.3 Dove siamo rispetto agli obiettivi della strategia Europe 2020

Fonte: Eurostat Code: t2020_10

Figura 5 Employment rate by age group 20-64

L’occupazione e le problematiche relative al mercato del lavoro sono alla base dei dibattiti politici e sociali della Unione Europea28. Una migliore

performance del mercato del lavoro agisce su diverse aspetti tra i quali una migliore qualità di vita, il raggiungimento di obiettivi e aspirazioni personali e più in generale l’inclusione sociale. Uno dei fattori che sta mettendo a dura prova ed a rischio la sostenibilità del mercato del lavoro europeo, è la

28 Eurostat, Smarter, Greener, more Inclusive?, Indicators to Support Europe 2020 Strategy, op. cit., pag. 26

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riduzione della forza lavoro, di conseguenza c’è un numero ristretto di lavoratori che supporta un numero sempre maggiore di persone dipendenti. A ciò si aggiunge la crisi che ha rivelato le debolezze del sistema e un contesto sempre più globale e competitivo. L’obiettivo di occupazione, è strettamente legata ad un miglior rendimento degli altri quattro obiettivi sanciti dalla carta Europe 2020, ossia grazie a politiche che riducano l’abbandono dell’istruzione ed allo stanziamento di borse di studio di accesso all’università, un numero maggiore di giovani avrà accesso al mercato del lavoro. Ulteriormente, l’investimento in corsi di formazione anche per coloro che hanno abbandonato l’istruzione prematuramente, permetterà loro di acquisire le competenze ricercate nel mondo del lavoro. Infine, l’ambito di ricerca e sviluppo così come il cambio climatico ed energia favoriscono la creazione di nuovi posti di lavoro, essendo un campo in continua crescita.

Per via delle differenze fra i mercati del lavoro dei diversi Stati Membri, questi ultimi hanno stabilito target nazionali in merito alla percentuale di occupati da raggiungere per l’anno 2020. Il tasso varia dal più ambizioso 80% di Svezia, Olanda e Danimarca al più modesto di Irlanda (69%), Malta (70%), Polonia (71%), Romania (70%), Croazia (62,9%) ed Italia (67%)29.

Al 2013 avevano raggiunto i target nazionali Svezia e Germania. Nel 2016 hanno raggiunto il target europeo oltre ai paesi del nord Europa, anche Repubblica Ceca, Estonia, Lituania, Lettonia marcando, ancora una volta, la differenza tra nord e sud Europa30. Nel 2016 il 71.1% della popolazione

in Europa tra i 20 ed i 64 anni era occupata. Questa è la percentuale più alta raggiunta dal 2002, tuttavia rispetto all’obiettivo stabilito dall’Europe 2020, mancano 3.9 punti percentuali (Figura 5). Ciò dimostra che le politiche avviate dai Paesi Membri, nonostante non abbiamo avuto risultati

29 Eurostat, Smarter, Greener, more Inclusive?, Indicators to Support Europe 2020 Strategy, op. cit., pag 31.

30 Eurostat, Smarter, Greener, more Inclusive?, Indicators to Support Europe 2020 Strategy, op. cit., pag 30.

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positivi negli anni subito dopo la crisi, a causa della tempistica di ricezione e formulazione della nuova norma a livello nazionale, dal 2014 fino allo scorso anno si sono registrati trend decisamente consistenti.

1.3.1 Spagna

Sebbene la Spagna, costituisca un esempio di Paese mediterraneo con il più alto tasso di disoccupazione, nel Programa Nacional de Reformas 2016, relativo all’anno precedente, si afferma che “secondo la EPA (Encuesta de Población Activa) il 2015 chiude con un aumento della occupazione di 525.100 persone, un incremento del 3% rispetto all’anno anteriore. Il 2014 e 2015, congiuntamente, anni di recupero per la economia spagnola, l’occupazione è aumentata di 959.000 persone, di cui 5,6% di giovani fino ai 24 anni e 5,7% di maggiori di 45 anni.31” Il governo spagnolo ha dato

avvio ad una politica di finanziamento alle comunità autonome vincolata agli obiettivi raggiunti rispetto agli indicatori quantitativi stabiliti nel Piano Annuale che misurano l’impatto della politica di occupazione32. Di tal

maniera da un lato, vengono premiate le comunità che abbiano raggiunto obiettivi migliori dall’altro, si generano incentivi per una migliore performance in tutto il sistema.

Nel 2015 il governo spagnolo ha dato avvio ad una serie di riforme rispetto all’obiettivo di occupazione sancito dalla strategia 2020. Queste riforme vengono elencate nel Programa Nacional de Reformas e riguardano: 1. Aumento dell’incentivo a stipulare contratti indeterminati, da parte delle imprese, a scapito di contratti temporali. 2. È stata identificata una carta di servizi comune a tutti i servizi di impiego delle comunità autonome, soprattutto ai servizi di orientamento per migliorare il suo utilizzo e efficacia. 3. Attivazione di strumenti per la protezione dei disoccupati di lungo periodo

31 Programa Nacional de Reformas, Reino de España, 2016, pag 17. 32 Reino de España, Programa Nacional de Reformas, op. cit., pag. 18-19.

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come la prorogazione del “Programa Especial de Activación para el Empleo” che offre oltre a strumenti di accompagnamento, un sussidio economico. 4. È stato implementato il programma Garanzia Giovani aumentando l’età limite di partecipazione a 29 anni. 5. Ed infine, è stato approvato un nuovo quadro giuridico per il sistema di formazione professionale rivolto all’occupazione. Nel 2016 la Spagna sperimenta un tasso di occupazione in rialzo (62%) ma al di sotto della soglia stabilita per il 2020.

Per quanto riguarda la lotta alla povertà e la esclusione sociale il documento riscontra una forte connessione tra il tasso di disoccupazione ed il peggioramento del tasso di rischio di povertà o esclusione sociale33. Nel

2008, secondo il Social Scoreboard, la Spagna registra 23,8 punti percentuali del tasso AROPE (Figura 6). Tra i paesi col tasso più basso (intorno al 15%) ritroviamo l’Olanda, la Svezia, la Repubblica Ceca ed il Lussemburgo. Al contrario, Romania e Bulgaria registrano un tasso intorno al 44,5%.

Fonte: Social Scoreboard, Country Analysis

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