1) Le forme “aumentate” non legate al paradigma quadrilittero
1.2. Forma AF ALA (Forma IV) 125
Ibn Al-Sarrāğ (al-Uṣūl fi-l-naḥw, III: 117-118)
: َﻞَﻌﻓَﺃ ﻲﻧﺎﺜﻟﺍ:
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ﻡﺎﻗ ﻮﺤﻧ ًﻻﻮﻌﻔﻣ ﻞﻋﺎﻔﻟﺍ ﻞﻌﺠﻳ ﻥﺃ ﻪﻴﻓ ﺓﺩﺎﻳﺯ ﻻ َﻞِﻌَﻓ ﻰﻠﻋ ﺖﻠﺧﺩ ﺍﺫﺇ ﻒﻟﻷﺍ ﺍﺬﻫ ﻖﺣ ﻭ
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ﻩﺎﺒﺷﺃ ﻭ ﲔﺘﻔﻠﺘﺨﻣ ﲔﺘﻐﻟ ﻲﻓ َﻞَﻌَﻓ ﻰﻨﻌﻣ ﻲﻓ ﻥﻮﻜﻳ ﻭ ﻰﻀﻣ ﺎﻤﻴﻓ ﺍﺬﻫ ﺮﻛﺫ ﺪﻗ ﻭ ﻪﺘﻤﻗﺃ ﻭ
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ﻰﻨﻌﳌﺍ ﻭ ُﺖﻠَﻌﻓَﺃ ﻭ ُﺖﻠَﻌَﻓ ﺎﻬﻴﻓ ﻥﻭﺮﻛﺬﻳ ًﺎﺒﺘﻛ ﺔﻐﻠﻟﺍ ﻞﻫﺃ ﻭ ﻥﻮﻳﻮﺤﻨﻟﺍ ﻪﻟ ﺩﺮﻓﺃ ﺪﻗ ﻭ َﺍﺮﻴﺜﻛ ﺍﺬﻫ
, ُﺖﻠَﻌﻓَﺃ ﻰﻨﻌﻣ ﻲﻓ ُﺖﻠَﻌَﻓ ﺀﻲﺠﻳ ﻚﻟﺬﻜﻓ ُﺖﻠَﻌَﻓ ﻰﻨﻌﻣ ﻲﻓ ُﺖﻠﻌﻓَﺃ ﺀﺎﺟ ﺪﻗ ﻪﻧﺃ ﺎﻤﻛ ﻭ ﺪﺣﺍﻭ:
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.ٍﺪﺣﺍﻭ ٍﻰﻨﻌﲟ ﻢَﻌﻧَﺃ ﻭ ًﺎﻨﻴﻋ ﻚﺑ ﷲﺍ َﻢِﻌَﻧ ﻮﺤﻧ ًﻻﻮﻌﻔﻣ ﻪﻠﻌﺠﻴﻓ ﻞِﻋﺎﻔﻟﺍ ُﻞﻘﻨﻳ
Il secondo: af ala :di regola questo alif, se incorporato a (la forma) 'fa ila ', che non
contiene aggiunte, fa sì che il soggetto diventi l'oggetto, ad esempio:
q maā “si alzò”, e aqamtuhu “lo alzai”, e abbiamo già fatto cenno di questo (argomento) in passato, ed esprime il significato di 'fa ala ' in due formulazioni diverse, ma molto simili, e i linguisti e gli studiosi della lingua dedicarono dei libri in cui riportato che 'fa ala ' e 'af ala '
(esprimono) lo stesso significato, e (menzionano inoltre) che 'af altu ' porta il significato di 'fa altu ' , come 'fa altu ' porta il significato di 'af altu ', rimuovendo il soggetto e facendolo diventare l'oggetto, ad
esempio: na ima Allahu bi-ki aynan “Allah è stato buono, generoso
con te con le cose materiali”, e an ana “ riempire qualcuno di favori, beni, essere ben disposto nei confronti di qualcuno” hanno lo stesso significato.
Il valore principale di questa forma è il valore causativo, come abbiamo avuto modo di constatare nel paragrafo precedente nonché nel capitolo dedicato alla transitività dei verbi. Ciò nonostante, Ibn Al-Sarrāğ dedica a questa funzione fondamentale della forma IV soltanto poche righe, rimandando il lettore a ciò che è stato discusso in precedenza. Il suo discorso si concentra, invece, sugli altri possibili valori semantici di questa forma.
Ibn Al-Sarrāğ (al-Uṣūl fi-l-naḥw, III: 118)
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َﺏِﺮَﺸَﻓ ﻪُﺘﻴﻘﺳ ﻭ ًﺍﺮﺒﻗ ﻪﻟ َﺖﻠﻌﺟ ﻪُﺗﺮﺒﻗَﺃ ﻭ ُﻪﺘﻠﺘﻗَﺄﻛ ِﺮﻣَﻷ ُﻪَﺿِﺮَﻌُﺗ ﻥﺃ ﻰﻠﻋ ﻪﺘﻠﻌﻓَﺃ ﺀﻲﺠﻳ ﻭ
,
.ًﺎﻴﻘﺳ ﻪﻟ ﺖﻠﻌﺟ ُﻪﺘﻴﻘﺳَﺃ ﻭ
E d'altra parte 'afaltuhu' esprime per esporre una questione, comeaqtaltuhu “l'ho inviato alla morte, che sta per l'ho esposto ad essere
ucciso, vuoi che lo sia stato oppure no”, e aqbartahu “l'hai esposto alla sepoltura, l'ho facesti seppellire, hai fatto in modo che egli ricevette una sepoltura”, (nel senso) hai provveduto alla sua sepoltura, e saqaytahu fa-šariba “gli hai offerto dell'acqua ed egli bevette”, (nel senso) ho provveduto al suo abbeveraggio.
Abbiamo qui un esempio del valore così detto espositivo (tarīḍ), espresso dalla forma IV. Il realtà questo valore semantico può, in ultima analisi, essere ricondotto al valore causativo, benché la sua valenza sembri qui affievolita. La forma IV porta 126
questo significato quando il suo oggetto è il soggetto della Forma base, essendo quest'ultima al passivo. In questo modo il soggetto della Forma base è semanticamente il suo oggetto, laddove 'aqtalahu' sta per “fare in modo che qualcuno sia ucciso” e non “fare in modo che qualcuno uccida qualcun altro”. Possiamo inoltre notare che il valore espositivo di 'afala' conserva un valore modale della possibilità, proprio della voce passivo al presente, laddove 'aqtalahu' può
essere parafrasato “fare in modo che egli sia eventualmente ucciso”108.
Ibn Al-Sarrāğ (al-Uṣūl fi-l-naḥw, III: 118)
. ٍﺏﺮﺟ ﺐﺣﺎﺻ ﺭﺎﺻ َﺏﺮﺟﺃ ﻮﺤﻧ ﺍﺬﻛ ﺐﺣﺎﺻ ﺭﺎﺻ ﻪﻧﺃ ﻰﻨﻌﻣ ﻰﻠﻋ ﻞﻌﻓَﺃ ﺀﻲﺠﻳ ﻭ,
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Ed 'afala' sta per significare diventare possessore di tale oggetto, ad esempio: ağraba “prendere la rogna”, (che sta per) diventare possessore della rogna.In questo caso il verbo 'afala' acquisisce il valore “diventivo109”, dato che esprime la
capacità del soggetto di diventare possessore di qualcosa. Detto in altre parole, questi verbi sul piano sintattico sono intransitivi, e sul piano semantico marcano il passaggio da una condizione ad altra: ovvero dalla condizione in qui il soggetto non possiede a quella in cui possiede una certa cosa. Il soggetto dei verbi “diventivi” di forma 'afala' è logicamente anche il soggetto della Forma base. Viene quindi
utilizzata con i verbi di stato, causativi ed implicitamente riflessivi110.
Ibn Al-Sarrāğ (al-Uṣūl fi-l-naḥw, III: 118)
, ﻚﻟﺫ ﱠﻖﺤﺘﺳﺁ ﺍﺫﺇ ُﻞﺠﻨﻟﺍ َﻊﻄﻗَﺃ ﻭ ُﻉﺭﺰﻟﺍ َﺪﺼﺣَﺃ ﻮﺤﻧ ﻚﻟﺫ ﱠﻖﺤﺘﺳﺁ ﻪﻧﺃ ﻰﻨﻌﻣ ﻰﻠﻋ ﺀﻲﺠﻳ ﻭ,
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. ﻪُﺗﺪﻤﺣ ﻭ ﻲﻨﻣ ﺪﻤﺤﻠﻟ ًﺎﻘﺤﺘﺴﻣ ُﻪُﺗﺪﺟﻭ ﻪﺗﺪﻤﺣَﺃ ﻭ ُﺖْﻌَﻄَﻗ َﺖﻠﻗ َﺖﻠﻌﻓ ﻚﻧﺃ َﺕﺮﺒﺧَﺃ ﻥﺈﻓ,
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E significa anche che “egli merita, è degno di questo”, come: aḥṣadaal-zaru “ la coltura è pronta, matura per la mietitura, per essere
raccolta”, e aqṭaa al-naḫlu “la palma è pronta per essere tagliata, è possibile tagliare i rami alla palma”, se merita questo, e se informi che hai fatto questo, dici: qa a tuṭ “ho tagliato”; e a madtuhu ḥ “l'ho lodato”, l'ho trovato degno di lode da parte mia e l'ho lodato.
108 Cfr LARCHER, P., 2012, pp. 66-67.
109 Questo termine viene utilizzato nella versione francese del libro di Larcher (:2012), ma non trova un riscontro nel vocabolario della lingua francese Larousse. Per rendere la sua traduzione in italiano mi sono servita semplicemente di una “traduzione letterale” della parola usata da Larcher. In alternativa si potrebbe usare una parafrasi: “verbi di cambiamento di stato”, oppure “verbi di acquisizione di possesso”.
110 Cfr LARCHER, P.: 2012, pp. 70-71.
Valore dei verbi 'af ala ' appena descritto viene chiamato valore “meritativo”, ed in ultima analisi esprime il valore causativo legato al passivo ed implicitamente riflessivo. Viene usato con i verbi intransitivi, quando il loro soggetto è logicamente l'oggetto del verbo alla Forma base. Anche in questo caso, il nesso con la forma passiva della Forma base è responsabile del valore modale che caratterizza questa tipologia di verbi. Inoltre, essi sono implicitamente riflessivi: l'esempio riportato da
Ibn Al-Sarrāğ 'aḥṣada al-zar u' può essere parafrasato come: “la coltura si è fatta
miettibile”; e troviamo una conferma nell'esistenza della forma 'istaḥṣada' con lo
stesso significato ma esplicitamente riflessiva111.
Ibn Al-Sarrāğ (al-Uṣūl fi-l-naḥw, III: 118-119)
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ﺎﻧﺮﺻ ﻱﺃ ﺎﻨﻴﺴﻣَﺃ ﻭ ﺎﻧﺮﺠﻫَﺃ ﺎﻨﺤﺒﺻَﺃ ﻭ ﺎﻧْﺮﺤﺳَﺃ ﻚﻟﺫ ﻭ ﲔﳊﺍ ﻰﻟﺇ ﺮﻴﺼﻤﻠﻟ ﺀﻲﺠﻳ ﻭ
. ﺕﺎﻗﻭﻷﺍ ﻩﺬﻫ ﻲﻓ
Ed indica (anche) andamento nel tempo, e questo come: asḥarnā “abbiamo camminato all'alba”, e a ba nṣ ḥ ā “abbiamo camminato almattino”, e ah arnğ ā “abbiamo camminato con il calore del
mezzogiorno”, ed asmaynā “abbiamo camminato la sera”, ovvero: abbiamo camminato a queste ore (del giorno).
L'utilizzo della forma 'af ala ' in questo contesto potrebbe suggerire un valore avverbiale, ovvero la collocazione dell'azione in un determinato momento della giornata. Si tratta di verbi di moto o di stato per cui sempre intransitivi, i quali esprimono nello stesso tempo un circostanziale di tempo.
Ibn Al-Sarrāğ (al-Uṣūl fi-l-naḥw, III: 119)
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ﻰﻨﻌﻣ ﻲﻓ ُﺕﺮﺜﻛَﺃ ﻭ ُﺖﻠﻠﻗَﺃ ﺎﻫﺎﻨﻌﻣ ﻲﻓ ُﺖﻠﱠﻌﻓ ﺕﺀﺎﺟ ﺎﻤﻛ ُﺖﻠَﱠﻌﻓ ﻰﻨﻌﻣ ﻲﻓ ُﺖﻠﻌﻓﺃ ﺀﻲﺠﻳ ﻭ
. ُﺖﻘﱠﻠﻏ ﻭ ِﺏﺍﻮﺑﻷﺍ ُﺖﻘﻠﻏَﺃ ﺍﻮﻟﺎﻗ ﻭ ُﺕﺮﱠﺜﻛ ﻭ ُﺖﻠَﱠﻠﻗ ,
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E si presenta (la forma) afaltu con il significato : faaltu, allo stesso modo (in cui si presentava) 'faaltu' con il significato del af altu :aqlaltu “ho diminuito, ridotto il numero, la qualità”, ed ak artuṯ “ho
multiplicato” con il significato qallaltu “ho diminuito, ridotto”, e
ka artuṯṯ “ho moltiplicato, accresciuto il numero”, e dicono (gli Arabi):
a laqtu al-abw baġ ā “ho chiuso le porte”, e allaqtuġ “ho chiuso tutte le
porte”.
111 Cfr LARCHER, P., 2012, pp. 69-70.
Il valore “causativo”, che abbiamo visto essere il valore primario della forma IV, non è comunque esclusivo di questa forma. Nel paragrafo precedente abbiamo avuto modo di notare che anche la forma 'faala', nei determinati contesti, esprime il valore “causativo”. Ora, esprimendo entrambe le forme lo stesso valore semantico,
gli arabisti occidentali112 hanno cercato di verificare se le due forme sono realmente
equivalenti. Le loro ricerche portarono alla conclusione che ogni qual volta che le due forme coesistono, tra le due si produce una differenziazione; la forma IV conserva il senso più generale della forma base, mentre la forma II assume un senso
più speciale, ad esempio: alima-hā “sapere qualcosa”, IV a lamu-hu-hā “far sapere
qualcosa a qualcuno, informare”, II allama-hu-hā “trasmettere un sapere a
qualcuno (che si riferisce ad un sapere 'scientifico' e non ad un'informazione)”113.
Analizzando i valori semantici della forma 'af ala ' citati da Ibn Al-Sarrāğ possiamo
notare, che ciascuno di essi può in qualche modo essere riconducibile al valore “causativo”, laddove due di questi modi appaiono particolarmente importati: la relazione con la forma passiva da una parte e la riflessività implicita dall'altra.