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La formulazione del problema della ricerca e la definizione dell’obiettivo

La contabilizzazione degli heritage assets è un’esigenza molto avvertita dai vari stakeholders esterni ed interni all’ente locale che evidenziano la necessità di avere informazioni relative al valore contabile, alla gestione e alla conservazione di questa categoria di beni.

L’analisi del panorama nazionale ed internazionale ha evidenziato che in letteratura è ancora presente un fervente dibattito scientifico sulla definizione di regole da seguire per la valutazione, la rilevazione e la disclosure dei beni di interesse storico – culturale. Nella disciplina contabile italiana, inoltre, manca la previsione di un trattamento contabile specifico per gli heritage assets rinviando, di conseguenza, a quanto disposto per le immobilizzazioni materiali.

Nei principi contabili internazionali per il settore pubblico, invece, lo standard che disciplina i “fixed tangible assets” dedica pochi paragrafi, peraltro sintetici, ai beni culturali. L’IPSAS 17 si limita a definire le caratteristiche che un bene deve possedere per rientrare in tale categoria senza prevederne l’obbligo di rilevazione; tuttavia, impone agli enti possessori che decidono di inserire gli heritage assets in bilancio a fornire gli stessi disclosure requirements previsti dal principio per le immobilizzazioni materiali.

AALISI FIELD

Indagine empirica

Implementazione dell’indagine (metodo e tecniche)

Analisi dei risultati dell’indagine

Verifica del’ipotesi e risposta alla domanda di ricerca

bilancio degli enti locali: l’analisi empirica

93 L’IPSASB, inoltre, seguendo l’esempio dello IASB, ha emanato nel 2006 un consultation paper (CP) con l’obiettivo di sviluppare uno standard specifico per gli heritage assets; tale documento, nonostante sia di grande validità poiché prevede ulteriori specificità relative alla definizione, alla contabilizzazione e alla disclosure dei beni culturali, è ancora il fase di elaborazione ed approvazione.

Quindi, nel caso in cui gli enti locali italiani decidessero di rilevare i beni culturali e, in vista dell’armonizzazione contabile europea, di implementare i principi contabili internazionali, allo stato attuale, l’unico standard di riferimento per questa categoria di beni è l’IPSAS 17.

Una serie di ricerche empiriche, tuttavia, hanno messo in evidenza delle carenze informative da attribuirsi a quest’ultimo. Marti (2006), analizzando il trattamento contabile degli heritage assets in UK, Svezia e Nuova Zelanda, ha mostrato che i modelli contabili nazionali prevedono requisiti ulteriori rispetto a quelli richiesti dal principio. Tale mancanza è stata sottolineata anche da Christiaens (2003) che, attraverso l’analisi della disciplina contabile belga per i beni culturali, ha evidenziato che non solo quest’ultima prevede dei disclosure requiement ulteriori rispetto a quelli previsti dallo standard ma anche l’obbligo di rilevare tale categoria di beni in bilancio. L’Autore, quindi, giunge alla conclusione che l’applicazione degli IPSASs da parte degli enti locali belgi non comporterebbe un miglioramento, bensì un peggioramento ai fini della contabilizzazione dei beni culturali poiché l’IPSAS 17 non impone la rilevazione di tali beni, e se inseriti, richiede l’indicazione di una disclosure inferiore rispetto a quella che si sarebbe fornita in base alla disciplina nazionale. Tale standard, inoltre, non prevede l’imposizione ma solo la facoltà di fornire i measurement requirements e non disciplina in dettaglio alcune categorie di beni di particolare rilevanza come le foreste e le risorse naturali.

Anche gli standard setters internazionali (ASB, 2006; CPA Australia, 2006; IFAC, 2006), avviando un progetto specifico per la contabilizzazione degli heritage assets, hanno evidenziato che i disclosure requirements richiesti dall’IPSAS 17 probabilmente sono incapaci di soddisfare i bisogni informativi dei vari stakeholders interni

bilancio degli enti locali: l’analisi empirica

94 (managers, dipendenti, componente politica) ed esterni (cittadini, investitori, finanziatori, sindacati, media, ecc) con cui gli enti locali si relazionano1.

Riguardo i principali utenti del bilancio degli enti suddetti, anche se molti autori hanno concentrato le loro ricerche sugli users esterni del bilancio (Boyett,,Giroux, 1978; Carpenter , Sharp, 1992; Daniels, Daniels, 1991) numerosi studi2 hanno evidenziato che gli utenti interni sono i più importanti utilizzatori di tale prospetto.

I cittadini e i finanziatori sono sicuramente interessati a visionare tale report per verificare se è stato attuato un razionale ed efficiente utilizzo delle risorse finanziarie che essi hanno messo a disposizione e per verificare che le premesse politiche siano state mantenute. Gli utenti interni, ed in particolare la componente politica, d’altro canto, sono maggiormente avvinti alle informazioni presenti in esso per ragioni di accountability politica (per dimostrare ai vari stakeholders la qualità e l’efficacia dell’azione amministrativa) e per ragioni decisionali (Jones et al., 1985; Mack, Ryan, 2006; Steccolini, 2004).

Dalle precedenti ricerche sui bisogni informativi degli utenti del bilancio degli enti locali si evince che essi richiedono dati di natura contabile e non, relativamente agli heritage assets; quindi, essi ricercano non solo informazioni di base (es. il valore per il quale sono rilevati) ma anche una dettagliata disclosure (la loro vita utile, eventuali rivalutazioni, il criterio di misurazione utilizzato, ecc.) (Antonio, Hay, 1990; Dye, Bowsher, 1987); inoltre, essi si attendono anche una serie di indicazioni descrittive relative alle caratteristiche di questi beni, e alla loro protezione, manutenzione e conservazione per le future generazioni (Barker, 2006; Buch Gómez, Cabaleiro Casal, 2008; Lee, 1999; Micallef, Peirson, 1997; Rowles et al., 1998; Walker et al., 2004). Tali ricerche, tuttavia, hanno evidenziato l’esistenza di un gap tra le informazioni rilevanti per gli users e quelle rappresentate in bilancio (Lee, 1999; Van Daniker, Kwiatkowski, 1986;Walker et al., 1999) poiché essi sono interessati alla condizione fisica dei beni, alle politiche di conservazione e di manutenzione non rilevate, però, nel prospetto.

1

Anessi Pessina, Borgonovi (2000); Anthony (1978); Coopers, Lybrand (1978); Drebin et al. (1981); Hay (1994); Holder (1980); IFAC-PSC (2000); Jones et al. (1985); Mack, Ryan (2006); Sutclife (2003); Steccolini (2004); Walker et al. (2004).

2

Atamian, Ganguli (1991); Chan (1981); Clark (2002); Coy et al. (1997); Davidson (1977); Jones et al. (1985); Mack et al. (2001); Mack, Ryan (2004) e (2006); Steccolini (2004); Walker et al. (2004).

bilancio degli enti locali: l’analisi empirica

95 Queste considerazioni, unite a quelle relative all’incertezza sulla capacità dei disclosure requirements richiesti dall’IPSAS 17 di soddisfare tali user needs hanno condotto alla formulazione dell’obiettivo dell’indagine: analizzare il livello di soddisfazione dei bisogni informativi degli utenti del bilancio degli enti locali da parte dell’IPSAS 17.

3.3. La formulazione delle ipotesi e della domanda della