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FOTOTERAPIA UVB A BANDA STRETTA

Nel documento PSORIASI: CURE FISICHE E TALASSOTERAPICHE (pagine 82-87)

Le fototerapie che utilizzano gli UVB sono di due tipi (94):

FOTOTERAPIA UVB A BANDA STRETTA

E‟ il trattamento di scelta attuale per la psoriasi moderata – grave, in Europa e con maggiore frequenza negli Stati Uniti. Nel corso degli anni è stato dimostrato che tutte le sorgenti radianti terapeuticamente efficaci, sfruttano la banda tra 297 – 315 nm. Parrish e coll. nel 1980 hanno dimostrato che l‟optimum dell‟efficacia nel trattamento della psoriasi si trova tra 308 e 315 nm, mentre lunghezze d‟onda più corte di 295 nm non hanno effetto antipsoriasico. Questo è il punto di partenza del principio della fototerapia selettiva e cioè l‟impiego di una sorgente luminosa la cui distribuzione spettrale dell‟energia contiene ben selezionata quella frazione di UV – B (308 – 311 nm) necessaria per ottenere il migliore effetto terapeutico nella cura della psoriasi.

Si iniziarono così a studiare e progettare nuove lampade capaci di erogare raggi di determinate lunghezze d‟onda, fototerapia UVB selettiva (SUP).

Le prime lampade emettevano UVB a banda larga ma con un aumento dell‟intensità di emissione nell‟ambito dei 300 – 320 nm. Visti i risultati superiori di queste lampade, la ricerca continuò ancora in quella direzione, realizzando una lampada fluorescente Philips TL01 capace di erogare raggi compresi in una banda stretta tra 311 – 312 nm che è la lunghezza d‟onda ideale nella terapia della psoriasi.

pazienti vengono irradiati da 3 a 5 volte alla settimana, partendo con una dose iniziale definita dose minima eritematogena (MED) aumentandola del 15-30% ogni giorno, così da mantenere una reazione eritematosa appena percettibile.

Gli effetti collaterali acuti della FTS sono simili a quelli di una esposizione eccessiva alla luce solare. Consistono in un eritema ritardato, edema e bolle, nei casi più gravi si può arrivare fino all‟ipertermia con dolori locali, brivido e malessere generale. Una attenta dosimetria e un monitoraggio giornaliero del paziente durante la fase iniziale del trattamento, in genere previene tali effetti collaterali. Spesso le lesioni guariscono lasciando esiti ipo- o iper-acromici poco graditi dal paziente.

La FTS a raggi UVB sembrerebbe agire sull‟epidermide e in particolare sulle cellule basali, ipotesi avvalorata anche dal fatto che con i soli raggi UVA non si può ottenere un effetto terapeutico apprezzabile neanche somministrando dosi massive.

Il probabile meccanismo d‟azione della terapia FTS consiste nella formazione di dimeri di DNA, infatti un DNA colpito da radiazioni ultraviolette non porta alla distruzione della cellula, ma impedisce solo la sua ulteriore divisione.

E‟ stato proposto anche un trattamento con raggi UVB selettivi a bassa intensità che determina un eritema minimo, ben tollerato dal paziente e praticabile a domicilio, ma questa tecnica appare meno efficace del trattamento con UVB tradizionale.

o guttata, mentre è di scarsa utilità nelle forme pustolose o eritrodermiche.

I pazienti trattati con questa terapia hanno una guarigione più rapida delle lesioni, minori episodi di eritema, più lunghi periodi di remissione. Questa terapia comparata con la PUVA si è dimostrata ugualmente efficace. Rispetto alla PUVA la terapia con UVB 311 nm non necessita dell‟uso di psoraleni e non richiede la protezione degli occhi per le 24 h successive al trattamento (100). Anche se non c‟è la certezza assoluta, sembra che la terapia con UVB abbia un rischio carcinogenetico rispetto alla PUVA, in attesa dei risultati sull‟uomo è prudente limitare il numero di sedute a 200 per tutto l‟arco della vita.

I pazienti idonei alla terapia vengono scelti dopo un‟accurata visita che valuta la forma clinica della psoriasi (guttata; a chiazze, nummulare) e l‟estensione della malattia, cioè la percentuale della superficie corporea interessata dalle lesioni.

Considerazioni importanti per ritenere idoneo il paziente all‟ UVB terapia sono la localizzazione delle lesioni. I pazienti con lesioni limitate al cuoio capelluto o alle superfici plantari non vengono infatti inclusi nel trattamento poiché non ne avrebbero beneficio. Per alcuni pazienti la fototerapia non è ragionevolmente eseguibile o accessibile, alcuni sono incapaci di stare in piedi nella cabina per il tempo necessario.

L‟artrite psoriasica è resistente alla fototerapia.

devono essere indagati per ricercare la presenza di eventuali nevi, melanomi, epiteliomi, precedenti interventi chirurgici per carcinomi; tutti fattori che controindicano la fototerapia.

Le controindicazioni alla terapia si dividono in :

ASSOLUTE: Sindrome degli amartomi basocellulari, sindrome del nevo displastico, antecedenti personali o familiari di melanoma, lupus eritematoso sistemico, dermatomiosite, malattie con alterazione della riparazione del DNA.

RELATIVE MAGGIORI: Età inferiore ai 10 anni, gravidanza, allattamento, anamnesi di carcinomi cutanei, esposizione pregressa a radiazioni ionizzanti o all‟arsenico, presenza di cheratosi attinica, trattamento concomitante con immunosoppressori, porfirie.

RELATIVE MINORI:

Età inferiore ai 16 anni, cataratta, pemfigo e pemfigoide.

In condizioni particolari di psoriasi grave e resistente alle altre terapie il limite di età può essere abbassato e la fototerapia UVB – TL01 applicata anche a pazienti con meno di 16 anni, sempre valutando il rapporto rischio – beneficio, poiché il rischio a lungo termine di cancerogenicità è maggiore se la fototerapia viene eseguita in giovane età ed in bambini con fototipo chiaro.L‟età minima per la fototerapia può quindi abbassarsi eccezionalmente a 10 anni.

paziente per quanto riguarda la presenza di altre malattie concomitanti e quindi l‟eventuale uso di farmaci che potrebbero essere fototossici o foto allergici.

Nel caso di fotoallergia l‟interazione tra sostanza foto sensibilizzante ed irradiazione, determina la formazione di un aptene che, coniugandosi con proteine cutanee, crea un antigene in grado di stimolare una risposta immune.

Nel caso invece di fototossicità, non intervengono meccanismi immunologici ma il danno cellulare è diretto tramite l‟azione di una sostanza fotosensibile attivata dalla luce.

Farmaci il cui uso controindica il ricorso alla fototerapia sono :

 Antidepressivi: imipramina, clomipramina, desipramina e amitriptilina.

 Fans: diclofenac, ibuprofene, ketoprofene, caprofene, acido tiaprofenico naprossene e piroxicam.

 Antimitotici :actinomicina D, bleomicina, decarbazina, fluorouracile, metotrexate e vimblastina.

 Cicline: doxiciclina, ossitetracicline, tetracicline e limeciclina.

 Fenotiazine: clorpromazina, prometazina, alimemazina, levomepromazina, carbamazepina e difenidramina.

 Psoraleni : 8 MOP, 5 MOP e TMP.

 Chinolonici: acido nalidixico, acido oxolinico, acido pipemidico, flumechina, ciprofloxacina, enoxacina, norfloxacina, ofloxacina, levofloxacina, sparfloxacina.

bumetanide, furosemide, clortalidone, tolbutamide e carbutamide.

 Altri: amiodarone, captopril, clordiazepossido, griseofulvina, nifedipina, piritinolo, chinidina e tiopronina.

A questo punto per poter programmare un trattamento con UVB TL01 si determina la MED ed il fototipo. La classificazione del fototipo viene eseguita tramite il metodo di Fitzpatrick che identificò 6 fototipi diversi sulla base della reazione del paziente a 30 minuti di luce solare di mezzogiorno come prima esposizione nella stagione estiva.

CLASSIFICAZIONE DEL FOTOTIPO SECONDO

Nel documento PSORIASI: CURE FISICHE E TALASSOTERAPICHE (pagine 82-87)