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Il frutto e il suo involucro esterno

Nel documento LA VIA DEI SANTI. Kirpal Singh (pagine 182-193)

È la trascrizione di un nastro registrato al Sawan Ashram di un di-scorso personale del Maestro alla signora Mildred Prendergast («Millie«), la sua rappresentante a Boston alla vigilia della sua par-tenza dall’India il 1° febbraio 1965 e attraverso di lei mandato a tutti i satsanghi. Fu emanata come Circolare 49 e pubblicata nella rivista Sat Sandesh, novembre 1970.

Cara Millie,

adesso stai tornando a casa, alla casa mondana. Vorrei che trasmet-tessi il mio messaggio ai fratelli e alle sorelle laggiù. Di’ loro che il potere di Dio o il potere del Maestro è sempre con gli iniziati, e una volta che si sia assunto la responsabilità di un’anima, non la abbandona mai sino alla fine del mondo. Il lavoro del Maestro è semplicemente quello di portare l’anima nel grembo di Sat Pu-rush, e da lì Sat Purush porta l’anima al Dio Assoluto in più fasi.

Sono fortunati ad avere un simile Potere del Maestro sopra di loro.

Il criterio di un Maestro è che dovrebbe essere in grado di dare un’esperienza di prima mano di innalzamento al di sopra del cor-po. È l’unico criterio esteriore che possiate avere. E, se uno riesce a dare un’esperienza personale come quella, allora penso che possa altresì essere considerato in grado di guidarvi oltre. Di’ loro che sono nella mia mente. Se mi ricordano, la reazione è lì, io li ricor-do. È il Maestro ad amarci per primo: il nostro amore per lui è so-lo reciproco.

Vorrei che conducano una vita molto retta, piena di buoni pen-sieri, buone parole e buone azioni. Fate che queste parole di sag-gezza si riflettano nella loro vita fisica e non siano semplicemente

ripetute dalle labbra. Gli iniziati dovrebbero ricordare il Maestro e vivere attivamente all’altezza di ciò che dice. Per quello scopo gli iniziati hanno ricevuto i diari introspettivi, che dovrebbero mante-nere con regolarità e scrupolosità. In questo modo, almeno, ricor-deranno le ingiunzioni del Maestro durante il giorno. Se non man-tengono i diari, dimenticheranno semplicemente di agire secondo ciò che è stato detto… quindi questo è un vantaggio nel tenere il diario. Inoltre, quando il Maestro inizia qualcuno, risiede in lui;

osserva tutte le sue azioni, lo guida ulteriormente dove è necessa-rio; specialmente quelli che si rivolgono a Lui. Se voi dimenticate, Lui non dimentica.

Di recente avevo in mente di andare in Europa, ma per un mo-tivo o l’altro non sono riuscito. Quando si preparerà il giro all’estero, c’è speranza, se Dio vorrà, di vederli tutti personalmente.

Una cosa che potresti dire a tutti, è che questa corporazione (N.d.E. si riferisce alla formazione di una corporazione relativa all’opera del Maestro negli Stati Uniti, che era avvenuta circa un anno prima di questo discorso) ha solo scopi amministrativi. Non si può incorporare la spiritualità. Quindi questa società non è per organizzare la spiritualità. Per la spiritualità tutti sono direttamente collegati a me. Ai fini della gestione quelli che sono incaricati, dal singolo a tutti quanti, sono lì semplicemente per verificare che proceda bene. Per quanto riguarda le norme e i regolamenti che sono già stati fatti, alcune persone hanno l’impressione che questa sia solo una corporazione mondana, il che non è corretto. Ai tem-pi del nostro Maestro, all’inizio quando non c’erano molti iniziati e quando c’erano ancora solo pochi gruppi operativi, non v’era alcun bisogno di una corporazione; quindi non esistevano regole o disposizioni sulla gestione. Ma ora ci sono numerosi gruppi in tut-to il mondo. Circa settantuno operano negli Stati Uniti (Est, Ovest e Sud), in Canada e in Sud America. Una certa formazione è considerata assolutamente necessaria per la gestione e il coordi-namento di tutti. Si può, tuttavia, menzionare che al tempo di

Hazur Maharaj Baba Sawan Singh, c’erano alcune regole da seguire a Beas e in altri luoghi dove si tenevano i Satsang sebbene i gruppi non fossero registrati al governo. Ora a Beas esiste un organismo regolarmente registrato per portare avanti il lavoro.

A coloro che hanno l’impressione che questa corporazione sia solo per un controllo e per un guadagno materiale, direi: no. Vor-rei che non ci siano alcun controllo e alcun profitto come con le altre società. Questa corporazione è solo per assicurare che le co-municazioni e gli affari temporali tra i satsanghi procedano in ma-niera del tutto amichevole. Su altri problemi ho già scritto. Ad esempio, se ci sono regole e regolamenti che sembrano impratica-bili e rigorosi, ho detto loro solo di unire le forze e di semplificarli al meglio in modo che non ci siano difficoltà nel loro funziona-mento. Non perseguo regole rigide e veloci, ma semplicemente che tutti riescano a sedersi insieme e a cooperare con un unico corpo.

Gli altri che, per una ragione o l’altra, non stanno collaborando, dovrebbero essere indotti a prendere parte, a unirsi. Se c’è la ne-cessità di dover fornire qualsiasi cosa, per esempio circolari, libri e così via, la corporazione è lì per la loro convenienza. Supponiamo che voglia trasmettere qualcosa a tutti i fratelli e le sorelle, lo farò a un centro che comunicherà questo materiale a tutti i membri pre-senti al Satsang e anche a coloro che non frequentano il Satsang.

Si può menzionare che tutti i rappresentanti e gli altri che si sono incontrati a Washington e a Chicago, nell’ultimo giro, hanno de-ciso di formare una corporazione, che in seguito è nata. Adempie unicamente questo scopo.

Se c’è un frutto, allora per salvare il nocciolo, abbiamo bisogno di un involucro. Perfino la natura lo prevede. Senza l’involucro il frutto è rovinato. Perciò, il lavoro spirituale interiore rimane sicuro solo se condotto con un piccolo involucro. L’involucro è richiesto solo quando dobbiamo mantenere il puro nocciolo interiore nel suo stato naturale. Se non c’è involucro, allora il frutto si guasta in un giorno. Alcuni si sono riferiti al mio Maestro, che quando gli fu

chiesto una volta, disse che non era richiesta nessuna corporazio-ne. Bene, a quel tempo, c’erano solo pochi iniziati e di conseguen-za non ce n’era bisogno. Se un piccolo gruppo di iniziati principia e dopo un po’ questo gruppetto si espande in così tanti centri in tutti gli Stati Uniti e ovunque, ci deve essere un involucro per assi-curare che l’attività proceda bene. Se poi c’è qualche reclamo, co-me la mancanza di fornitura di libri e così via, può essere gestito speditamente. Ad esempio, ho già suggerito che i libri dovrebbero essere stampati in India e spediti da lì nella quantità richiesta.

Naturalmente le persone nei centri devono portare avanti que-sto lavoro in modo professionale. Quando questi centri funziona-no sotto una corporazione, devofunziona-no rispettare determinate regole.

Anche qui, ho una corporazione debitamente registrata ai sensi della legge governativa. Devo presentare tutti i conti al ministero per essere debitamente verificati da revisori autorizzati. Natural-mente tutti dobbiamo tenere i conti. Non c’è nessun brontolio qui alla loro richiesta dei conti finanziari correnti e, ad esempio, di quanti libri abbiamo venduto o di come ne sia gestita la vendita.

Sono domande naturali, capite. Queste informazioni sono solo a scopi amministrativi.

Così dico loro chiaramente che li amo dalle profondità del mio cuore. Come può un padre o una madre dimenticare i suoi figli?

Può? Mai. I bambini possono dimenticare, possono andare fuori strada, ma il padre non può mai dimenticare i figli. Anche il bam-bino perduto è accettato, capite. Quindi li amo tutti.

Una cosa in particolare che vorrei comunicare, è che dalla salu-te spirituale dipende la vita della mensalu-te e del corpo, di entrambi.

Ci siamo sviluppati fisicamente e intellettualmente eppure, con tutto ciò, non siamo felici e non possiamo essere felici. Diamo ci-bo al corpo fisico e siamo fisicamente forti; diamo cici-bo all’intelletto, ma quale cibo stiamo dando all’anima come Pane della Vita? L’anima è un’entità cosciente. Il Pane della Vita o l’Acqua della Vita non può che essere qualcosa di cosciente, ed è

Dio. Dov’è Dio? Dio è il Potere di controllo che ci tiene nel corpo.

Quindi dobbiamo contattarlo.

Vi darò un esempio dalle parabole indù. A volte, vedete, i Mae-stri danno discorsi diretti, a volte parlano attraverso parabole. Le parabole sono più efficaci a volte, capite. Quindi gli indù hanno una parabola che dice che il Signore Shiva risiedeva in cima a una collina. C’era Parvati che voleva sposarlo. Altre persone le chiese-ro: «Beh, che cosa stai cercando?» Disse: «Cerco solo di sposare Shiva. Anche se richiede milioni di nascite, devo incontrarlo per-ché è il conforto del mio cuore». Questa è una parabola per illu-strare un punto. Qual è il significato? La parola Parvati significa

«colei che vive sulla montagna». E chi è? È il nostro sé, la nostra anima. La sede dell’anima è in cima alla montagna del corpo, pro-prio dietro agli occhi; e anche situato lì il Potere di controllo, il vero Marito della nostra anima, Dio, la sta aspettando. Quindi l’anima non riesce a trovare riposo finché non trova la Superani-ma. Da quando l’anima è stata mandata nel mondo, non è tornata da Lui. Altrimenti sareste in un altro stato. L’anima dice: «Farò del mio meglio per anni e anni (centinaia di anni) e non riposerò fin-ché non lo troverò». Perciò la nostra anima è della stessa essenza di Dio. Da allora è stata mandata nel mondo, non è ancora tornata indietro. L’anima non può trovare riposo finché non incontra la Superanima: Dio. Questa situazione è ciò che mostra la parabola.

Quindi siamo tutti anime incarnate. Tutte le religioni riguarda-no i riguarda-nostri corpi. Le questioni sociali e politiche riguardariguarda-no solo i nostri corpi. E l’anima si occupa solo di Dio. Possiamo rimanere in qualsiasi società, in qualsiasi religione, osservando le forme este-riori o i rituali o qualsiasi cosa che abbiamo seguito abitualmente, e possiamo continuare a seguirli. Ma adesso l’anima si è identifica-ta con il corpo così identifica-tanto da aver dimenticato se stessa. Se l’anima non si analizza e non si ritira dal corpo per giungere alla sede die-tro agli occhi e non ottiene una certa autocoscienza o conoscenza di sé, non può conoscere il Supersé o Dio. Quindi

l’auto-conoscenza precede la l’auto-conoscenza di Dio. Tutti i Maestri che sono venuti in passato, hanno dato come prerequisito che dovremmo conoscere noi stessi. Siamo esseri coscienti, non corpi fisici. Indos-siamo solo questi corpi. Tutti questi riferimenti esterni sono scuole di pensiero alle quali ci siamo uniti per conoscere il nostro Sé e Dio.

Non siamo mai stati senza di Lui. È sempre stato con noi. Vi-viamo in Lui proprio come un pesce vive nell’acqua. L’acqua non è mai lontana dal pesce, la vita del pesce è l’acqua. Dunque la no-stra stessa vita è Dio, il Potere di controllo che ci tiene nel corpo.

A meno che conosciamo noi stessi, non possiamo assaggiare il nocciolo interno. Potete rimanere in qualsiasi religione vi piaccia perché le religioni si occupano solo delle forme esterne; sono solo l’involucro, direi. Dobbiamo immergerci in questo involucro. Pos-siamo assaggiare il nocciolo nell’unico modo che esiste: contattan-do colui in cui Dio si manifesta.

Dio risiede in ogni cuore, ma non è manifesto in ogni corpo umano. Lo stesso Dio che si manifesta nel corpo umano del Mae-stro vivente, risiede anche in noi; ma poiché siamo identificati con il corpo, non possiamo contemplarlo se non ci eleviamo al di sopra della coscienza corporea. Colui nel quale Dio si manifesta, è com-petente in virtù del Dio in lui per ritirare le nostre anime dall’esterno. L’espressione esteriore dell’anima è l’attenzione, chiamata surat. Quel surat si ritira prima dall’esterno. Il corpo umano è il tempio di Dio, in cui dobbiamo prima entrare. Vivia-mo nel corpo e anche Colui che desideriaVivia-mo, vive nel corpo ed è il Potere di controllo che ci trattiene nel corpo. Chi ha conseguito il controllo sull’attenzione, è veramente centrato nel sé: l’intero mac-chinario del corpo funziona a suo piacimento. Quando incontrate una persona simile, ha la competenza o il potere di farci ritirare dall’esterno e di entrare nel corpo fisico per innalzarci nell’Aldilà.

Quel potere si chiama Potere del Maestro.

Quel potere è anche dentro di noi; proprio come i raggi del sole

non ci bruciano ma, se li passiamo attraverso una lente convessa, incendieranno qualsiasi cosa dall’altra parte della lente. In modo simile, quello stesso Potere del Maestro è pure dentro di noi, ma la nostra attenzione è dispersa all’esterno essendo identificata con il corpo e le cose esterne. Se ritiriamo l’attenzione e andiamo alla sede dell’anima nel corpo diventando il portavoce del Potere di controllo, Dio, possiamo fare miracoli. Così quell’anima che ha manifestato Dio, possiede un grande potere ed è diventata il por-tavoce del Supersé. Allora che cosa può fare un’anima simile? Dio, con una sua Parola, ha creato il mondo intero; e anche l’anima, che è una goccia dell’Oceano della Coscienza Universale, essendo della stessa essenza di Dio, ha un grande potere. Ma quel potere è disperso coinvolgendosi all’esterno, identificandosi con le cose esterne.

Con la grazia di Dio di’ loro che sono stati posti sulla Via.

Hanno ricevuto una certa esperienza al momento dell’iniziazione e devono svilupparsi spiritualmente con la pratica regolare e con do-vuto rispetto a come passano i giorni per l’introspezione.

Considerate la parabola del seme, data da Cristo. Il seme è stato gettato. Alcuni semi cadono sulla strada; alcuni fra le siepi spinose;

alcuni sulle rocce e alcuni sul terreno abbastanza pulito che è stato spogliato di tutte le sterpaglie. Il seme caduto sul terreno duro, aperto o sulla strada viene divorato dai passeri; il seme che è stato gettato sulle rocce, cresce ma non c’è nessuna profondità di terre-no e, a poco a poco, la crescita svanisce; naturalmente, i semi cadu-ti fra le siepi spinose crescono adagio, ma non pienamente; i semi caduti nella terra abbastanza preparata cresceranno abbondante-mente. Se ne gettate uno qualsiasi, ve ne darà centinaia. Per esem-pio, piantate un mango nel terreno, e questo darà un albero con centinaia di manghi. Quindi c’è abbondanza in natura. Che cosa mostra questa parabola? Il «seme» è il contatto con la Luce e il Principio Sonoro, che è l’espressione della Parola o Naam nel cuo-re degli iniziati. Per coloro che lo ricevono e basta, i poteri negativi

lo consumano perché non dedicano mai tempo; hanno ricevuto il seme (il seme è stato gettato in loro), ma poiché non vi dedicano affatto tempo e non se ne prendono cura, dopo l’iniziazione quel seme è perduto.

Per quanto riguarda i semi che cadono sulle rocce e al di sotto dei quali c’è poco o nessun terreno, dopo l’iniziazione dovrebbero essere nutriti con il Satsang, infatti, se non vengono innaffiati dal Satsang, capite, naturalmente avvizziscono (anch’essi non cresco-no): germogliano per qualche giorno e poi periscono. È per questo che dico: «Abbandonate centinaia di lavori urgenti per partecipare al Satsang». I semi caduti fra le siepi spinose non cresceranno, in-tralciati da pensieri forvianti e altri arbusti; sono proprio come quelli che hanno troppa carne al fuoco e non hanno tempo di oc-cuparsi di queste cose; sostengono di non avere tempo. Anche queste persone non crescono. Solo un seme caduto nella terra ben preparata produce frutti in abbondanza. Perciò noterete che lo scopo del diario, che ingiungo sempre di tenere, è di eliminare tut-te le imperfezioni dal suolo del cuore. Coloro che tut-tengono rego-larmente il diario, che dedicano tempo con regolarità, naturalmen-te progrediscono. Se non stanno progredendo, c’è qualcosa che non va da qualche parte, che vi viene spiegato semplicemente fa-cendo riferimento a questa parabola di Cristo.

A ogni modo, tutti sono cari al Maestro, vi assicuro. Coloro che hanno ottenuto il seme sono fortunati perché non può essere in-cenerito. Quel seme deve crescere; e se non dedicano tempo in questa vita fisica del corpo umano, ovviamente dovranno tornare, ma non sotto il corpo umano, questa è l’unica concessione che avranno. Perché non dedicare tempo ora, crescere ora e porre fine a questo andirivieni? Venite in contatto con il Principio della Luce e del Suono nell’intimo e, progredendo, ne sarete inebriati. Vi da-rà più beatitudine. Saremo più ammaliati e inebriati nell’intimo e naturalmente ci ritireremo dalle cose esterne. Un’anima simile non può mai tornare; vive e rimane nell’Aldilà dopo la morte del

corpo fisico. Tali anime devono progredire anche lì, ma questo ri-chiede più tempo rispetto al tempo impiegato nel corpo fisico. Co-sì è sempre meglio svilupparvi qui, più che potete, il massimo che potete, in modo da poter andare direttamente al piano superiore che siete riusciti a raggiungere qui. Perciò di’ loro che tutto quello che desidero, è che progrediscano. Hanno ottenuto, per grazia di Dio, un’esperienza di prima mano al tempo dell’iniziazione. Se qualcosa va storto, è dovuto al risultato di queste cose come ho spiegato.

Quindi desidero vederli, se Dio vorrà, prima o poi, e anch’io vorrei che fossero qui con noi ogniqualvolta possono permetterse-lo. Queste persone sedute qui hanno un grande amore per loro, per i loro fratelli e sorelle laggiù. C’è una relazione amorevole tra quelli che sono iniziati da un Maestro competente, che è una rela-zione permanente, non si dissolve mai al momento della morte; si incontrano anche dopo la morte. Il nostro Maestro diceva: «Attra-versando un fiume, quelli che l’hanno fatto per primi, s’incontreranno dall’altro lato con quelli che vengono dopo. Tutti gli altri li seguiranno prima o poi». Tra coloro che sono stati inizia-ti, questa è la vera relazione dataci dal Maestro, e non finisce mai.

Quindi sono fortunati.

Comunica loro il mio amore. Nessuna parola può esprimere l’amore; l’amore non è esprimibile a parole. L’amore della madre può essere conosciuto solo dal bambino che è devoto interiormen-te. Anche se il bambino non dirige l’attenzione alla madre durante le attività, il gioco e così via, anche allora la madre si prende cura.

Di che cosa? Il bambino deve essere nutrito, quindi prende il cibo e lo costringe a mangiare. È come la mia ingiunzione: «Dedicate più tempo, per favore». Sviluppatevi fisicamente e intellettualmen-te, ma non è sufficiente; dovete svilupparvi anche spiritualmente.

Per lo sviluppo spirituale il Maestro ingiunge sempre ciò che si traduce in maggior cura per il bambino. Quindi convincili del mio amore per tutti. Amo tutti. Anche se sei in una posizione di

porta-re avanti il lavoro e ti amo, non amo gli altri di meno.

Come ti ho detto, questa corporazione (ripetiglielo), penso che abbia creato qualche malinteso con alcuni. Questa corporazione è solo per l’amministrazione, non deve esercitare alcun controllo o potere sulle persone; esse sono collegate direttamente a me. Per esempio, una volta sono andato in Germania e c’erano alcuni ini-ziati che si sono lamentati che il rappresentante non permetteva loro di parlare direttamente con me. Piangevano tantissimo. Sono andato lì e ho detto loro: «Bene, ascoltate, siete con me, siete col-legati a me, il rappresentante è lì solo per aiutarvi».

Osservate come chi parla in televisione, può essere visto e ascol-tato da migliaia di chilometri; così anche il Potere di Dio pervade ovunque. È lo stesso Potere di controllo dentro il corpo umano che ci mantiene nel corpo. Racconta loro che un bambino non può, credo, immaginare quanto amore abbia la madre per lui. Può mai farlo? Non credo. Quindi, anche se riescono a conoscere una parte dell’amore che nutro per loro, forse balleranno inebriati.

Osservate come chi parla in televisione, può essere visto e ascol-tato da migliaia di chilometri; così anche il Potere di Dio pervade ovunque. È lo stesso Potere di controllo dentro il corpo umano che ci mantiene nel corpo. Racconta loro che un bambino non può, credo, immaginare quanto amore abbia la madre per lui. Può mai farlo? Non credo. Quindi, anche se riescono a conoscere una parte dell’amore che nutro per loro, forse balleranno inebriati.

Nel documento LA VIA DEI SANTI. Kirpal Singh (pagine 182-193)