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Infine, nell'ultima tesi, Galtung indica una netta preferenza per le associazioni non lucrative e per le organizzazioni non governative nella gestione dell'aiuto allo sviluppo.

VIII La Terza Via

15) Infine, nell'ultima tesi, Galtung indica una netta preferenza per le associazioni non lucrative e per le organizzazioni non governative nella gestione dell'aiuto allo sviluppo.

Queste ultime non avrebbero quei forti interessi che hanno gli Stati e il loro rapporto con la popolazione locale è molto più diretto e personale.

Le scuole economiche: assodato che l'economia non è altro che l'organizzazione dei cicli di natura-produzione-consumo è altrettanto comprovato che essa, insieme all'organizzazione politica e alla cultura, giochi un ruolo determinante all'interno di ogni società.

dall'individuazione di alcune caratteristiche utili a descriverle. Così l'autore spiega che un ciclo economico è una sequenza di input (fattori di produzione), che attraverso una serie di azioni o throughput (relazioni di produzione) produce degli output (prodotti). I prodotti vanno poi alla distribuzione e infine al consumo (o immagazzinamento o input per nuove produzioni, insomma ritornano in qualche modo alla natura). I principali fattori di produzione sono: natura, lavoro, capitale, tecnologia, management.

Alla base di tutto ciò, una scelta culturale; come terreno che fornisce nutrimento alla “erbacce” economiche.

Il sistema economico che può essere preso come punto di riferimento per discutere gli altri è l'economia smithiana, che prende il nome dallo scozzese Adam Smith. La scuola di pensiero concepisce la natura umana come esclusivamente guidata dall'interesse individuale e pensa che le azioni umane siano conformate proprio da tale unico interesse. Secondo Smith, perseguendo ognuno il proprio interesse, le società e gli Stati possono trovare un equilibrio e una crescita superiori a quella che avrebbero trovato, se avessero cercato di programmarla; una mano invisibile che regola il mercato, organizzando le società e gli scambi. L'idea basilare è che l'insieme degli egoismi individuali generi altruismo. Sulla base di questo pensiero, la scelta culturale smithiana fa suoi alcuni punti fondamentali (criteri culturali), che Galtung analizza:

1) Individualismo (e non collettivismo): il mondo è fatto di individui che perseguono il proprio interesse. Le imprese e i paesi vengono antropomorfizzati. La prospettiva è, così, centrata sull'attore e non sulla struttura. La massima espressione di tale individualismo è la libera proprietà privata. Il concetto di libertà è riferito proprio a ciò, ognuno è libero di possedere e accumulare capitale. Il mercato consente agli attori di scambiare beni.

2) Verticalità (e non orizzontalità): predisposizione alla gerarchia e ad un preciso ordinamento. Le conseguenze principali sono la divisione del lavoro, le ricompense differenziali (a seconda del rischio e della capacità) e la competizione.

3) Monetizzazione (e non specificità): tutto può essere valutato tramite il criterio monetario e ogni cosa può essere così oggetto di una comparazione.

4) Lavorazione (e non “naturità”): nel senso di imprimere cultura e informazione sulla natura grezza e sugli esseri umani grezzi.

5) Espansione (e non stabilità): crescita continua della qualità, della scelta dei prodotti, della quantità e della differenziazione.

Galtung chiama questi cinque punti le “sindromi” del sistema smithiano. In tale mondo ideale (frutto di precise scelte politico-culturali, precisa l'autore) la proprietà collettiva non esiste, il comportamento competitivo rende possibile la mobilità dall'alto al basso. Il risultato sono cicli economici monetizzati, con alti livelli di lavorazione degli input che devono essere reiterati ed espansi. Idealmente l'offerta soddisfa la domanda, i prezzi pagati fanno fronte ai salari da pagare. La meta è rendere tale ciclo auto-sostentato.

Sulla base della teoria madre di Adam Smith, Galtung può descrivere le differenti scuole economiche venute alla luce.

§ La scuola Blu

La prima scuola è quella che si fonda sul pensiero dell'economista scozzese, la scuola Blu271. Anche qui, Galtung realizza un complesso schema che mette in relazione ognuno dei cinque criteri culturali precedentemente descritti (individualismo, verticalità, monetizzazione, lavorazione, espansione) con i passaggi del ciclo economico: i fattori di produzione, le relazioni di produzione, i prodotti, la distribuzione. Viene fuori una riflessione su ventiquattro punti che saranno qui riassunti brevemente. L'individualismo esasperato, insieme alla competizione, arriva a concepire la schiavitù. Essa è stata sostituita dalla mobilità lavorativa che permette di far ricadere i rischi delle scelte sui lavoratori. La verticalità è assoluta: si possiedono i fattori di produzione, si scelgono le condizioni di lavoro, il marketing è a senso unico; ogni scelta è esclusiva competenza dell'imprenditore (“monopolio della sfida”). Altro elemento della sfrenata verticalità è lo sfruttamento basato su scambi ineguali272, con conseguente creazione di un centro e di una periferia. La

lavorazione (imprimere Cultura su Natura) è esasperata. Prodotti e mercati sempre più sofisticati con costi crescenti. L'espansione si realizza in tutti i campi: prodotti, transazioni, territori, organizzazioni.

La natura è costantemente inquinata dai sotto-prodotti della lavorazione. In caso di sovrapproduzione i prodotti vengono distrutti e fatti, in questo modo, “tornare” alla natura. Tutto questo ha un limite. L'accumulazione può generare a dislivelli tra i prezzi che portano alla paralisi. In questo caso il sistema di salvataggio della scuola economica Blu è l'iniezione finanziaria dall'esterno. Per Galtung il risultato è la contrazione del sistema

271I colori delle scuole economiche provengono dalla politica europea: Blu per i conservatori, Rosso per i comunisti, Verde per i verdi, Rosa per i socialdemocratici, Giallo per il sistema giapponese.

272Gli scambi ineguali sono essenzialmente di quattro tipi: tra un centro dove i fattori vengono lavorati e una periferia dalla quale sono presi; tra coloro che definiscono e risolvono i problemi (sfide) e coloro che lavorano secondo le “procedure operative standard”; scambio ineguale nel commercio; scambio ineguale tra le generazioni.

economico.

§ La Scuola Rossa

La scuola Rossa nasce in opposizione ai presupposti della scuola Blu (filosofia marxista critica). L'analisi di questa scuola di pensiero non deve basarsi sull'esperienza storica russa, anche se la vicinanza ideologica è scontata. Così come la scuola Blu, quella Rossa è caratterizzata da una forte struttura verticistica (struttura alfa), in qualche modo ancora più che nello scuola Blu, in quanto qui il potere statale è così forte che le scelte popolari di mercato non vengono nemmeno considerate dall'èlite al potere. Come in precedenza, Galtung relaziona i fattori di produzione ai cinque criteri culturali precedentemente elencati. Viene fuori un modello fortemente centralizzato dove la proprietà è esclusivamente statale. L'economia è pianificata dall'alto e la prima priorità è il soddisfacimento dei bisogni essenziali (maggior produzione di cibo, abitazioni, abbigliamento, istruzione, servizi sanitari, prodotti per il consumo collettivo). La piena occupazione diviene un fine in sé e la monetizzazione è limitata in quanto non necessaria, visto che i fattori di produzione non sono in vendita, appartenendo allo Stato.

Nonostante la scuola Rossa cerchi di negare quella Blu, c'è una ancora più marcata divisione del lavoro tra chi comanda e chi è comandato. Non è possibile decentralizzare, come avviene nel sistema Blu; il “monopolio della sfida” del sistema Rosso è assoluto e i lavoratori non conoscono sindacati. Secondo Galtung questo modello è, fin dall'inizio, destinato al fallimento in quanto si autodistrugge, espandendosi, esaurendo ed inquinando dappertutto.

§ La Scuola Verde

La scuola Verde è in totale opposizione alla scuola Blu, ancor più della scuola Rossa. Si basa su cicli economici locali e sulla società civile. La meta è la produzione e il consumo locali, per l'uso e non per lo scambio, nel totale rispetto per la natura. Autosufficienza e indipendenza sono garantite dall'esistenza di strutture beta, cioè piccole strutture orizzontali, dove vige la rotazione del lavoro e un senso di comunità e vicinanza. Il tipo di sviluppo che si persegue è uno sviluppo della natura (non solo il mantenimento, ma il miglioramento dell'equilibrio naturale), lo sviluppo umano (anche mentale e spirituale), uno sviluppo sociale che miri a creare società compatibili con lo sviluppo naturale e uno

sviluppo mondiale di società che si coordinano e arricchiscono l'un l'altra, grazie alla cooperazione. Se esistono modelli ai quali Galtung può riferirsi, sono certamente quelli delle comunità gandhiane, influenzate dall'economia della condivisione di Kumarappa, e quello dello sviluppo dal basso, proposto da Danilo Dolci nella Sicilia occidentale.

La produzione nella scuola Verde è esclusivamente destinata all'uso e non al mercato o allo scambio; le unità produttive sono piccole società cooperative con dialogo e co-decisione interna. Per Galtung, i punti di forza di tale scuola possono divenire i suoi punti di debolezza. La produzione per i bisogni e non per l'avidità ha la sua evidente positività, ma resta da capire dove, effettivamente, cominci l'avidità. L'organizzazione su scala umana è molto più semplice e funzionale, ma rischia di non garantire la mobilità e il bisogno di evasione degli individui. La produzione per il ricambio, contro l'espansionismo esasperato, è un ottimo metodo, con i suoi limiti posti dal ricambio eccessivo. Il mercato locale come attenzione primaria può scadere in una produzione troppo limitata. In ogni caso, l'elemento più interessante della scuola verde è l'attenzione alla “capacità” di carico del pianeta, elemento non considerato dalle due scuole Blu e Rossa.

La positività di tale scuola è evidente. Essa rimescola gli elementi positivi che si ritrovano nella dottrine basilari della scuola blu (liberalismo) e della scuola rossa (socialismo). Il modello verde valorizza così la libertà e l'eguaglianza, aggiungendo una visione delle relazioni strutturali della società, coordinate e non gerarchiche. Tale modello risulta da una rivoluzione nonviolenta profonda, in quanto sostiene la possibilità che le relazioni (tra gli individui, tra gli individui e la natura e tra gli individui e il bene comune) mutino radicalmente.

§ La Scuola Rosa

La scuola Rosa rispecchia il modello delle socialdemocrazie dei paesi del nord Europa e nord America. È un'economia mista, eclettica, costruita tramite il continuo dialogo tra settore pubblico e settore privato. Purtroppo, non è presente l'elemento verde della piccola scala e del cooperativismo attento allo sviluppo umano, sociale e spirituale. In ogni caso, questa scuola nasce dal tentativo, positivo, di evitare gli estremi e di mediare tra le tre precedenti economie.

§ La Scuola Gialla

Hong Kong e Singapore. Non possiede, come la Verde, l'elemento locale, ma tale sistema nasce dal superamento di una contraddizione di base. Si riesce a combinare due strutture alfa (verticistiche e piramidali) come Stato e Mercato, che riescono ad operare in armonia. Elementi della cultura asiatica sono fondamentali per la combinazione di duro lavoro, dedizione, ma anche cooperazione. Così, se lo Stato incentiva il mercato, usando il capitale come potere, si riesce a perseguire sia il soddisfacimento dei bisogni (solidarietà) che l'arricchimento e l'aumento del capitale (avidità). In ogni caso, alcuni aspetti negativi della scuola Blu non vengono esclusi: verticalità, espansione e sfruttamento naturale.

§ La Scuola Eclettica

Infine, la scuola Eclettica, desiderata dallo stesso Galtung. Le tre scuole iniziali (Blu, Rossa, Verde) sono esempi storici strutturati, troppo estremi e per questo vulnerabili nel caso di una crisi del mercato mondiale. Infatti la Blu non considera l'autosufficienza e imploderebbe, la Rossa non ha nessun sistema di salvataggio, non potendo contare sul sostegno popolare, quella Verde è forse ancora troppo lontana da una visione realistica. La scuola Rosa, infatti, combina elementi di tutte e tre per rafforzarsi. La scuola Eclettica, invece, o “Arcobaleno” fa un passo avanti mettendo insieme la scuola Verde, con la Rosa e la Gialla. L'economia così sarà più resiliente e complessa, combinando elementi ad elevata diversità che interagiscono tra di loro. Mai soltanto mercato, stato o localismo. Una combinazione che garantisce, per Galtung, più della somma delle parti.

Le Esternalità: Galtung sostiene che un punto fondamentale per parlare di sviluppo sia quello di considerare le esternalità dell'attività economica, “cioè tutte le conseguenze e gli effetti delle attività risultanti dalla estrazione, dalla lavorazione, dalla distribuzione e dal consumo”273. La teoria economica dominante (mainstream) ha volutamente espulso dal suo

ragionamento tali riflessioni, in avrebbero reso troppo complicata la conseguente “pratica” economica. Il collegamento meccanico, fatto dai teorici del pensiero dominante, tra investimenti – crescita – modernizzazione, è assolutamente troppo semplicistico, per lo scienziato norvegese. Per Galtung, gli effetti positivi della teoria smithiana non appariranno mai, in quanto tale teoria è fondamentalmente errata. L'errore sta, ancora, nell'eccessiva semplificazione. Bisogna riconsiderare tutte le variabili che sono state escluse dal discorso, per avvicinarci meglio a cosa siano effettivamente sia lo sviluppo sia la crescita economica.

Per far ciò, c'è bisogno di definire il concetto di esternalità: le esternalità sono variabili bipolari che riflettono gli input e gli output positivi e negativi delle parti in un ciclo economico:

- non considerate nella teoria del mainstream economico; - delle quali non si tiene conto nella abituale pratica economica; - non monetizzate (o la cui monetizzazione è illegittima)274

Allo stesso tempo, dobbiamo anche considerare il concetto opposto, le internalità: sono variabili, considerate nella teoria economica, e di cui si tiene conto nella pratica economica.

Ancora una volta, Galtung utilizza lo strumento d'analisi dei sei spazi (natura, persona, società, mondo, tempo, cultura) per riflettere sulle esternalità. Nella spiegazione delle esternalità, l'autore parte da una seria di desiderata e costruisce uno schema, che aiuta a semplificare le relazioni tra ogni variabile introdotta e gli spazi d'analisi. Nei suoi desiderata Galtung sottolinea che:

bisogna considerare ogni spazio e non ridurre l'analisi, usando una prospettiva olistica che consenta di fare piccoli passi avanti in ogni spazio;

bisogna trovare un basso numero di esternalità per ogni spazio, cercando di identificare le variabili chiave da esplicitare;

 le esternalità devono avere ragioni sia positive che negative, quelle negative saranno considerate in termini di violenza da ridurre (es. inquinamento), quelle positive saranno esplicitate in termini di valori da mantenere e incrementare (es. diversità e simbiosi);

bisogna distinguere tra esternalità superficiali (che riflettono aspetti manifesti) ed esternalità profonde (che riflettono aspetti latenti dei valori chiave). Ad esempio: nello spazio-natura, l'inquinamento e l'esaurimento (esternalità superficiali) sono variabili importanti e visibili, ma la perdita della diversità e della simbiosi (esternalità profonde) sono fattori ancora più importanti e spesso non considerati;

le esternalità profonde sono utili per la costruzione di una teoria valida, mentre quelle superficiali servono più alla raccolta dati;

 infine, le esternalità devono abbracciare l'intervallo critico/progettuale, cioè essere utili per la critica, ma anche per la costruzione di alternative.

L'aspetto progettuale consiste, secondo Galtung, non solo nel mirare a mantenere gli aspetti positivi di un'esternalità, ma anche nell'indicare come arrivarci definendo strategie, che siano politiche o sociali. Le scuole economiche diventano, così, altamente significative, in

quanto ciò che è irraggiungibile con la logica di una scuola, può essere raggiungibile con quella di un'altra scuola economica o, ancora meglio, con una logica nuova, risultante dalla combinazione tra le due. Si fa largo, nel pensiero dello scienziato, la filosofia della nonviolenza che, partendo dai bisogni delle persone, cerca di applicare alla realtà (dati) i valori, costruendo così una teoria economica.

Galtung continua analizzando le esternalità tipiche di ogni scuola economica, utilizzando il solito strumento d'indagine degli spazi d'analisi.

§

Le esternalità del sistema economico Blu negli spazi d'analisi

Galtung decide di analizzare le conseguenze delle esternalità nei sei spazi (natura, persona, società, mondo, cultura, tempo) in relazione ai criteri culturali tipici della scuola smithiana, o Blu, precedentemente analizzata (individualismo, verticalità, monetizzazione, lavorazione, espansione). Viene fuori una lunga serie di conseguenze negative per ogni rapporto tra uno spazio considerato ed ogni criterio culturale. Ad esempio:

l'individualismo, nello spazio-società, porta a segmentazione, penetrazione, sfruttamento;

la verticalità, nello spazio-persona, conduce ad alienazione, dipendenza;

la monetizzazione, nello spazio-mondo, conduce alla corsa agli armamenti, alla cultura mercantile, ecc.

Successivamente, gli spazi (natura, persona, società, mondo, cultura, tempo) sono relazionati alle scelte economiche opposte a quelle dell'economia Blu (collettivismo, orizzontalismo, specialismo, naturità, localismo). Succede, ad esempio, che:

nello spazio-natura compaiono le due condizioni per la resilienza ecologica; nello spazio-persona le quattro categorie di bisogni;

nello spazio-società sono indicati i cinque fattori che definiscono la pace e lo sviluppo strutturali (equità, autonomia, integrazione, solidarietà, partecipazione, mobilità, giustizia sociale); allo stesso modo nello spazio-mondo;

nello spazio-tempo è indicata la riproducibilità; nello spazio-cultura, il pluralismo.

Da ciò, risulta che ogni variabile che introduciamo in uno qualsiasi degli spazi di un sistema economico, può avere delle negatività così come delle positività. Spesso, le variabili che risulterebbero negative per il mainstream economico dominante non vengono, giustappunto, considerate e perciò chiamate “esternalità”.

Grazie all'individuazione delle esternalità per ogni spazio e per ogni aspetto delle principali scuole economiche, è possibile, secondo l'autore, tentare di elaborare una teoria trasversale e completa sullo sviluppo.

Per completare il quadro delle possibili variabili che una scelta economica possa comportare, Galtung indica una serie di elementi caratteristici che il ragionamento sulle esternalità non può non considerare:

a) Una variabile è un'esternalità proprio nel momento in cui avrebbe un grosso impatto sulla teorie e sulla pratica economiche se fosse presa in considerazione. Il fatto di essere tenuta all'esterno di una teorizzazione, quindi, la rende tale.

b) Esse non necessariamente devono essere negative (così come le internalità non sono necessariamente positive).

c) Le esternalità sono conseguenze ed effetti degli output (prodotti). Pensiamo, ad esempio, alla sfida e al dinamismo (in positivo) o all'esaurimento e all'inquinamento (in negativo). Ma, allo stesso modo, esse possono rappresentare anche condizioni e cause degli input (fattori di produzione), come: il duro lavoro e il risparmio (in positivo), oppure l'avidità e l'insensibilità (in negativo).

d) Le esternalità, per il fatto di non venire ricollegate alla teoria e alla pratica economiche, lasciano ampia libertà ai soggetti economici e rendono più semplice la costruzione di una teoria economica.

e) Secondo Galtung, inoltre, questo tipo di riflessione è mancante nel subconscio degli attori economici che non tengono conto degli spazi (natura, persona, società, mondo) e valorizzano esclusivamente il campo economico, mettendo in evidenza le sole internalità. Tali internalità positive colpiranno i settori interni, invece le esternalità negative ricadranno all'esterno del quadro economico-sociale considerato dai teorici e dagli attori economici. f) Effetti non voluti e non pensati possono entrare in relazione con un sistema economico. Questo succede quando alcune esternalità negative colpiscono il settore interno: è il caso

della crisi ecologica che venne avvertita dalla classe medio-alta, negli anni settanta; questo causò un cambiamento nella teoria economica scelta, che comportò la valutazione dei danni ambientali e dell'inquinamento. Allo stesso modo, può accadere che esternalità positive ricadano sul settore esterno: come quando l'attività commerciale USA beneficiava i paesi comunisti; ciò porto il governo statunitense a tentare di distruggere le economie autosufficienti centro e sud-americane. Questi errori di calcolo dei teorici costringono poi a cambiare qualcosa nella riflessione e nella pratica economica.

g) Il mainstream economico risulta assolutamente protetto dagli attacchi della critica, in quanto questa non viene formulata all'interno del discorso economico dominante. Le esternalità sono come la parte sommersa di un iceberg, che non può venire a galla. La cosa sconvolgente è che esse (nel caso siano fortemente negative) sono così importanti da poter annullare qualsiasi guadagno ottenuto con le internalità positive di una data scelta economica. Al contrario, le esternalità positive potrebbero compensare qualsiasi perdita avvenga con le internalità negative.

h) Da tali considerazioni, Galtung estrapola i concetti di sfruttamento forte e sfruttamento debole: il primo porta alla distruzione, in quanto un sistema non è più capace di auto- riprodursi. Il secondo è chiamato anche iniquità ed è presente in un ciclo economico quando la totalità degli effetti positivi e negativi delle internalità e delle esternalità, derivanti dall'attività economica, sono distribuiti in modo ineguale. Nel caso contrario c'è equità. I paesi meno avanzati continueranno ad esserlo a causa della congiunzione tra la violenza culturale del mainstream economico e la violenza strutturale della pratica economica dominante.

§

Le esternalità del sistema economico Rosso negli spazi d'analisi

Confrontando il sistema Rosso con quello Blu, Galtung nota come l'economia socialista non abbia trovato le soluzioni ai problemi dello smithismo, nonostante nascesse dalla sua contrapposizione. Le esternalità negative non venivano esportate al di fuori del sistema, così si accumulavano fino a quando diventò difficile gestirle e il sistema implose.

Le esternalità del sistema economico Verde negli spazi d'analisi

Anche nella la scuola Verde ci sono notevoli problematiche. Le esperienze pratiche riconducibili a questa scuola sono nate nei villaggi sarvodaya di Gandhi, nelle comuni del popolo di Mao Zedong e nei villaggi uajama'a di Nyerere. Certamente, queste tipo di esperienze è sono il risultato fallimentare nel lungo periodo, in quanto contrastate dalla forza degli altri sistemi all'esterno, che hanno pressato per far scomparire questo tipo di iniziativa economica. C'è però una visione endogena della crisi del sistema Verde. Esso