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GAS fenomeno politico

CAPITOLO TERZO : L’ECONOMIA SOLIDALE E LA POLICY

3.2. GAS fenomeno politico

Secondo alcune analisi123, nel nostro paese vi è stata un‟investitura politica del consumo in quanto il movimento per la giustizia globale ha fatto del mercato un‟arena di confronto politico; e questa investitura politica ha fatto sì che fossero facilitate le relazioni tra gruppi anche lontani per riferimenti identitari, riattivando la partecipazione anche in contesti difficili124.

Ma quale è il rapporto che i “gasisti” hanno con la politica? Una ricerca svolta dalla società Demetra di Venezia nel 2009 su un campione rappresentativo della popolazione

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Camera dei Deputati, Commissione Agricoltura, Indagine conoscitiva sull’andamento dei prezzi nel

settore agroalimentare, Maggio 2009. 123

Forno F, Consumatori in “movimento”: il consumo critico come forma di partecipazione politica,in AA.VV., GASP Gruppi di Acquisto Solidale e Partecipativo, Edizioni Punto Rosso, Milano, 2009.

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Ne è un esempio la recente esperienza di Addiopizzo, gruppo nato a Palermo per contrastare la criminalità organizzata promuovendo acquisti nei negozi i cui proprietari si rifiutano di pagare il pizzo.

lombarda, dei quali risultati ci viene fatta una sintesi dalla Forno, suggerisce che chi partecipa ai gruppi di acquisto si caratterizza per un orientamento critico nei confronti della politica senza che però venga meno la voglia di far politica.

L‟adesione ad un Gas, in particolare, è vissuta come una occasione di partecipazione e, negli ultimi anni, i gasisti si pongono l‟ambizioso obiettivo di aggregare altri soggetti interessati a costruire un futuro sostenibile per i propri territori125, allo scopo di ottenere una maggiore giustizia sociale e ambientale.

La costruzione di queste aggregazioni può essere vista anche come un tentativo di contrastare l‟incapacità degli attori politici di fare proprie le istanze proveniente dalla società.

Non può però non essere riconosciuta un‟evoluzione nella programmazione dello sviluppo. Gli anni Novanta infatti sono gli anni della concertazione, a livello territoriale, degli interventi di politica economica126 che implica la cooperazione pubblico-privato ovvero include le istituzioni intermedie, le associazioni degli interessi e il sistema delle imprese.

Anche nel campo delle politiche ambientali i nuovi stili di policy making sono sempre più aperti alla negoziazione e alla cooperazione tra attori sociali. Accanto alle tradizionali azioni fondate sull‟autorità, aumentano gli spazi di coinvolgimento e di ricerca del consenso sugli obiettivi di policy127.

Così, istituzioni, imprese e cittadini diventano protagonisti della politica ambientale ma con ruoli diversi rispetto alle logiche tradizionali che vedevano la predominanza di strumenti regolativi di tipo “comando e controllo”.

L‟amministrazione pubblica affianca alla tradizionale posizione autoritativa, ruoli di promozione e di collaborazione con gli altri attori, alla ricerca di forme innovative di gestione del territorio; i soggetti economici vedono riconosciuto un ruolo di partecipazione attiva alla definizione degli obiettivi politici e all‟attuazione di politiche concordate; gli altri soggetti sociali, con particolare riferimento ai cittadini consumatori, possono influenzare imprese e Pubblica Amministrazione con le proprie scelte.

125

L‟idea è quella della costruzione dei DES - Distretti di Economia Solidale.

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Ci si riferisce a Contratti d‟Area, ai Patti Territoriali, ai Progetti Integrati Territoriali, ai Leader.

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Ma, visto quale è il ruolo politico che il Gas “può” assumere (o ha assunto), dobbiamo chiederci quale è il ruolo politico che il Gas „vuole‟ assumere.

Una possibile risposta ci viene dall‟intervento di Marco Deriu128

al Convegno Nazionale Gas/Des tenuto a Osnago nel giugno 2010.

Questi, si chiede sino a che punto i valori, le scelte e le pratiche dei Gas e dei Des possono dare un contributo alla trasformazione sociale e soprattutto si chiede quale tipo di ingaggio con la politica si debba avere per pervenire ad una responsabilità politica più ampia al fine di un miglioramento individuale e dell‟intero mondo.

I possibili ingaggi, individuati da Deriu, partendo dai più semplici e opportunisti per arrivare a quelli più complessi e ambiziosi sono:

- quelli, puramente strumentali, che soddisfano particolari interessi quali ottenere risorse dalle istituzioni o influenzare, sostenendo o contrastando, le decisioni politiche;

- quelli che mirano alla partecipazione ed alla rappresentanza che si può avere divenendo interlocutori politici degli amministratori, influenzando le elezioni politiche sostenendo candidati che condividono i medesimi valori, candidando proprio personale, creando proprie organizzazioni politiche, ricoprendo incarichi istituzionali;

- quelli che mirano ad un rinnovamento e alla trasformazione che si può ottenere attraverso l‟educazione dei cittadini alla democrazia, modificando le regole delle istituzioni politiche (leaderismo, gerarchie, maschilismo etc.), innovando la teoria e la pratica democratica (ad esempio promuovendo forme di democrazia partecipativa)

- quelli che mirano ad istituire nuovi frames politico-culturali contestando le cornici e le concezioni di fondo della politica (ad esempio le ideologie della crescita e dello sviluppo) o istituendo nuovi significati per la politica o creando spazi pubblici o nuove istituzioni.

A prescindere da quale tipo di ingaggio con la politica i Gas decideranno di avere è comunque appurato che l‟economia solidale è sulla soglia della politica e Deriu individua due possibili direzioni tra loro opposte per valicare questa soglia. Una direzione porta a riconoscere il primato dell‟economia: il cittadino è un consumatore, lo scambio di merci è il fondamento del legame sociale e il progetto dei Gas è quello di una democrazia dei consumatori. L‟altra direzione porta ad affermare che l‟economia è

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Deriu M., Verso una politica critica e solidale. Atti del Convegno Nazionale Gas/Des – 5-6 giugno 2010 Osnago (LC)

solo un aspetto della vita: l‟economia e gli scambi economici sono sottomessi a valori e priorità sociali ed ambientali.

La prima direzione porta alla definitiva interiorizzazione del primato dell‟economico, la seconda direzione porta ad una rigenerazione dello spazio della politica e del significato dell‟impegno di tanti.

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