Zona di sviluppo potenziale
3.1 Generalità e definizion
Il mondo della disabilità ha vissuto (e sta vivendo tuttora) profonde trasformazioni, in particolare modo negli anni 70, con l’attuazione e il rinnovamento dei servizi e degli interventi a favore del diversamente abile.
Il concetto di Bisogni Educativi Speciali si basa proprio su quella visione globale della persona che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce come: “non soltanto
assenza di malattia ma stato completo di benessere fisico, psichico e sociale”. Nel 2001 sempre
l’OMS stilò uno strumento innovativo e multidisciplinare per la classificazione delle disabilità, che la analizza e la descrive come “un’esperienza umana che tutti possono
sperimentare” (si pensi ad un bambino straniero che non parla italiano). Questo
strumento, denominato ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Salute e della Disabilità), propone una approccio all’individuo sano e diversamente abile dalla portata assolutamente rivoluzionaria. Se la prima classificazione elaborata dall’OMS nel 1970 (ICD - Classificazione Internazionale delle Malattie) individuava le cause delle patologie, fornendo per ogni sindrome e ogni disturbo una descrizione dettagliata delle principali caratteristiche cliniche e delle indicazioni diagnostiche, oggi l’ICF considera l’individuo principalmente nelle sue relazioni con il mondo esterno e guarda poco alla causa della sua disabilità: un gran passo avanti.
“L’ ICF si delinea come una classificazione che vuole descrivere lo stato di salute delle persone in relazione ai loro ambiti esistenziali (sociale, familiare, lavorativo) al fine di cogliere le difficoltà che nel contesto socio-culturale di riferimento possono causare disabilità. Tramite l’ICF si vuole descrivere quindi non le persone, ma le loro situazioni di vita quotidiana in relazione al loro contesto ambientale e sottolineare l’individuo non solo come persona avente malattie o disabilità, ma soprattutto evidenziarne l’unicità e la globalità. Lo strumento descrive tali situazioni adottando un linguaggio standard e unificato, cercando di evitare fraintendimenti semantici e facilitando la comunicazione fra in vari utilizzatori in tutto il mondo […]. L’ICF classifica fattori ambientali che sono determinati se la persona ha condizione di salute o di disabilità”. 13
Nel corso del tempo l’OMS ha implementato l’ICF con la sigla CY: l’ICF-CY altro non è che la Classificazione Internazionale del Funzionamento, della Disabilità e della Salute per Bambini e Adolescenti. Essa è basata sulla classificazione concettuale dell’ICF e utilizza un linguaggio e una terminologia comuni per documentare i problemi relativi alle funzioni e alle strutture corporee, alle limitazioni dell’attività e alle restrizioni della partecipazione che si manifestano nella prima infanzia, nell’infanzia e nell’adolescenza, e i fattori ambientali rilevanti. L’ICF-CY è stato sviluppato per rispondere all’esigenza di una versione dell’ICF che potesse essere universalmente utilizzata per bambini e adolescenti nei settori della salute, dell’istruzione e dei servizi sociali. Nei bambini e negli adolescenti, le manifestazioni di disabilità e le condizioni di salute sono diverse, nella loro natura, nella loro intensità e
Un nuovo strumento per analizzare i molteplici aspetti della disabilità: la classificazione ICF, F Ferraresi.
nel loro impatto, da quelle degli adulti. È necessario dunque, tener conto di queste differenze in modo che il contenuto della classificazione rifletta i cambiamenti associati allo sviluppo e colga le caratteristiche dei differenti ambienti e gruppi di età. Le attività di sviluppo di questa classificazione hanno assunto la forma di:
-
modifica o ampliamento delle descrizioni;-
attribuzione di un nuovo contenuto a codici inutilizzati;-
modifica dei criteri di inclusione e di esclusione;-
ampliamento dei qualificatori per consentire l’inclusione di aspetti evolutivi.Questa versione derivata dell’ICF per bambini e adolescenti amplia dunque la copertura del volume principale, fornendo concetti specifici e dettagli ulteriori che permettono di descrivere e di coprire in modo più completo le funzioni e le strutture corporee, l’attività e la partecipazione e gli ambienti di particolare rilevanza per i neonati, i bambini piccoli, i fanciulli e gli adolescenti. Con la sua enfasi funzionale, l’ICF-CY utilizza un linguaggio comune che può essere applicato tra varie scienze e discipli- ne e adottato oltre i confini nazionali per favorire il progresso dei servizi, delle politiche e della ricerca nell’interesse dei bambini e degli adolescenti . 14
Prescindendo per un attimo dagli strumenti che l’ICF e l’ICF-CY propongono, è doveroso ricordare alcune definizioni che, seppur non prive di limiti concettuali, ci permettono di capire il motivo per il quale l’OMS ha elaborato nuove classificazioni:
-
menomazione: condizione patologica nella quale è presente un danno organicoe/o funzionale a carico di una struttura corporea (organi o apparati);
http://www.abilmenteinsieme.it/wp-content/uploads/icf-cy.pdf.
-
disabilità: perdita o limitazione della capacità di compiere un’attività nel modo onell’ampiezza considerati normali;
-
handicap (o successivamente svantaggio): difficoltà che impedisce alla personacon disabilità di interagire con l’ambiente circostante nelle condizioni definite normali.
I limiti concettuali relativi alla situazione di handicap, come visto, vengono superati con le classificazioni successive dell’OMS, che considerano il diversamente abile non più in relazione alla menomazione, ma in relazione all’ambiente che lo circonda. Ma è con il Documento del 2001 che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (in Italia verrà implementato cona la sopraccitata Direttiva Ministeriale del 27 dicembre 2012) che il concetto di svantaggio si estende anche ai soggetti che richiedono un’attenzione speciale per diverse ragioni (sociali, economiche, culturali, ecc).
Ma escludendo le classificazioni, chi sono le persone con handicap?
Sono bambini come Giacomo, Valeria, Jamel, Davide e se ne potrebbero elencare tantissime altre di persone con handicap più o meno grave, ma la cosa necessaria è comprendere che per tutti loro ci sia possibilità di inclusione nel gruppo, scolastico o sportivo che sia, opportunità di poter apprendere e di imparare a stare nel mondo e al passo con gli altri attraverso i modi che sono loro più opportuni.