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Genere del parlante

Nel documento Formule di cortesia nell'italiano parlato (pagine 136-140)

I corpora utilizzati, rispondendo al criterio della rappresentatività, risultano per lo più omogenei dal punto di vista della variabile diagenerica (cfr. Appendice 1 e 2). Per questo, è stato effettuato un conteggio della produzione di formule di cortesia da parte maschile oppure da parte femminile che tenesse conto dei criteri della sociolinguistica correlazionale relativa al genere secondo cui la dualità maschile/femminile rappresenta un punto di partenza valido per successive analisi quantitative, ai fini di identificare modelli omogenei e generali (Hultengren 2008; Dittmar 2010) che possono essere letti alla luce della relazione che lega linguaggio e genere, mediata dalla relazione tra linguaggio e attività sociale (Ochs 1992).

Nello specifico, è risultato che su un totale di 585 formule di cortesia estratte dal C-ORAL-ROM, 311 risultano di produzione maschile mentre 274 di produzione femminile. Per quanto riguarda il VoLIP, invece, su un totale di 2740, 1531 sono state prodotte da uomini mentre 1056 da donne16. Tenuto conto che i corpora utilizzati si basano su strategie di rappresentazione omogenee anche relativamente al genere, per cui si ha una parità di produzione maschile e femminile in entrambe le risorse (cfr. Appendice 1 e 2), è possibile analizzare i risultati secondo due differenti strategie. Una prima teoria relativa alla variabile diagenerica nella

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La quota rimanente è risultata di nulla o di difficile attribuzione a causa o della mancanza dell‘audio (per cui vedi infra) o per via di un supporto sonoro particolarmente disturbato.

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comunicazione linguistica sostiene che, in base all‘identità di genere, da un lato il modo di parlare delle donne tenderebbe verso l‘espressione della solidarietà e della cooperazione attraverso l‘uso più frequente di strategie linguistiche tendenti a modificare la forza illocutoria degli atti linguistici nella direzione dell‘attenuazione dell‘intensità degli enunciati: tale modalità conversazionale viene definita powerless (cfr. Lakoff 1975); dall‘altro gli uomini sarebbero maggiormente portati a utilizzare forme più aggressive e individualistiche (cfr. Hoar 1992; Tannen 2006).

In contrasto con questa teoria, una seconda tesi asserisce che l‘uso di uno stile femminile (caratterizzato tra l‘altro dalla presenza più frequente di formule di cortesia) o di uno stile maschile non dipenderebbe dal sesso del soggetto parlante bensì dalla situazione comunicativa: soprattutto in ambito lavorativo, lo stile femminile verrebbe piuttosto usato nel settore dei servizi, come nei call center, mentre lo stile maschile sarebbe sfruttato nei settori di maggior prestigio economico e sociale (cfr. McElhinny 1998; Cameron 2004). In questo modo, è possibile riconoscere un‘identità linguistica di genere che non corrisponde alle differenze naturali ma che si adegua alla situazione comunicativa corrente (cfr. Orletti 2001; Wilhelm 2011). In quest‘ottica le formule di cortesia potrebbero rappresentare un indice di identità linguistica di genere in diverse situazioni comunicative. Pertanto, selezionando come parametri, da un lato, la produzione maschile o femminile, e dall‘altro, i tipi di testo parlato individuati precedentemente, la seguente tabella mostra i dati numerici ottenuti.

Tipi di testo M F Tot.

Conversazione 260 369 68417 Conversazione telefonica 643 527 118718 Lezione scolastica 21 23 44 Intervista 139 48 19519 Intervista 529 284 86320

17 Da aggiungere al totale le rimanenti 55 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

18 Da aggiungere al totale le rimanenti 17 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

19 Da aggiungere al totale le rimanenti 8 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

136 radiotelevisiva Dibattito 81 13 9721 Lezione universitaria 13 3 1922 Arringa / / / Conferenza 29 15 4723 Omelia / / / Segreteria telefonica 28 12 40 Trasmesso radiotelevisivo 99 36 14924 Tot. 1842 Tot. 1330

Dai dati ottenuti è possibile fare alcune osservazioni. Ammesso che l‘impiego di formule di cortesia rispecchi un uso della lingua maggiormente convenzionale e quindi conservativo e non aperto al ribaltamento di pratiche linguistiche socialmente accettate, i risultati dell‘analisi contrasterebbero la tesi secondo cui gli uomini sarebbero più esposti a fenomeni di variazione e innovazione linguistica mentre le donne tenderebbero piuttosto a una conservatività e tradizionalità delle forme (cfr. Berretta 1983), dal momento che il corpus di formule di cortesia raccolto presenta una quota maggiore di formule di produzione maschile (1842 item) a fronte della quota di formule di produzione femminile (1330 item). È possibile tuttavia notare fondamentali differenze nei diversi tipi di testo individuati. In particolare, se si considera il parametro della compresenza di produttore e destinatario, è possibile osservare che nella conversazione faccia a faccia, ossia la modalità parlata che funge da base a tutte le altre modalità, la produzione femminile di formule di cortesia supera in modo significativo quella maschile (369 item vs 260 item), mentre la produzione maschile è notevolmente superiore a quella femminile in tipi di testo che

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Da aggiungere al totale le rimanenti 50 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

21 Da aggiungere al totale le rimanenti 3 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

22 Da aggiungere al totale le rimanenti 3 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

23 Da aggiungere al totale le rimanenti 3 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

24 Da aggiungere al totale le rimanenti 14 formule non classificate perché di difficile attribuzione.

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non prevedono la compresenza del produttore e del destinatario, come nella conversazione telefonica (M: 643 vs F: 527), nell‘intervista radiotelevisiva (M: 529 vs F: 284), nel trasmesso radiotelevisivo (M: 99 vs F: 36) e nella segreteria telefonica (M: 28 vs F: 40). Inoltre, è evidente come la produzione maschile di formule di cortesia sia decisamente superiore a quella femminile in quei tipi di testo parlato che prevedono un minore grado di libertà di presa di turno e di frequenza dei turni stessi, come nell‘intervista (M: 139 vs F: 48), nell‘intervista radiotelevisiva (M: 529 vs F 284), nel dibattito (M: 81 vs F: 13), nella lezione universitaria (M: 13 vs F: 3), nella conferenza (M: 29 vs F: 15), nella segreteria telefonica (M: 28 vs F: 12) e nel trasmesso radiotelevisivo (M: 99 vs F 36).

Dal momento che è riconosciuto che l‘uso delle formule di cortesia è sempre più complesso in quanto possibile fonte di imbarazzo dovuto al differente status sociale di appartenenza del parlante nei confronti dell‘interlocutore (cfr. la conversazione diseguale di Orletti 2000), motivo per cui il parlante tende spesso a evitare l‘uso delle formule (cfr. Bazzanella 2013), i dati suesposti chiariscono che, nonostante la prevalenza di formule di cortesia da parte maschile, la produzione femminile è superiore proprio nella modalità parlata più naturale e spontanea, quale la conversazione faccia a faccia, dove la libertà di presa di parola e la frequenza dei turni raggiunge il grado maggiore e la conversazione risulta quindi gestita in maniera paritaria tra produttore e destinatario che a vicenda si alternano i ruoli, mentre la produzione di formule di cortesia da parte maschile, già di per sé superiore, raggiunge cifre piuttosto elevate nei tipi di parlato che maggiormente comportano una gestione della conversazione da parte del produttore che difatti guida il procedere dell‘evento comunicativo.

In questo modo, le donne sembrerebbero essere più conservative nell‘uso di formule di cortesia, superando l‘imbarazzo del face-to-face che spesso comporta l‘abolizione delle stesse formule, mentre gli uomini, trovando maggiori difficoltà nell‘uso delle formule di cortesia, preferiscono pronunciarle in occasioni in cui o non è prevista la compresenza di parlante e destinatario o il parlante risulta in una posizione di privilegio per cui è più propenso a utilizzarle.

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2. 6. Presenza del supporto sonoro

La presenza del supporto sonoro è stata fondamentale per le operazioni di riconoscimento e classificazione delle formule di cortesia, a cui tuttavia si è dovuto in alcuni casi rinunciare per la mancanza stessa della parte audio. A questo riguardo, il C-ORAL-ROM dispone interamente dei dati sonori la cui qualità non è tuttavia sempre ottimale (cfr. Appendice 2). Per quanto riguarda il LIP, invece, le operazioni di restauro che hanno portato alla costituzione del VoLIP hanno restituito a molte trascrizioni anche la parte sonora (cfr. Appendice 1) per cui su un totale di 2740 forme, per 2501 è disponibile la parte sonora (mancante invece nelle rimanenti 239 formule).

Nel documento Formule di cortesia nell'italiano parlato (pagine 136-140)

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