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GEOMORFOLOGICO DEI BOSCHI COSTIER

Ascoli Piceno

GEOMORFOLOGICO DEI BOSCHI COSTIER

L’area oggetto di studio risulta compresa tra Marina Palmense a nord (FM) e la città di Cupramarittima a sud (AP). In quest’area affiora una successione marina plio-pleistocenica che va a costituire il riempimento del bacino Marchigiano Esterno, situato al margine della catena Appenninica (Coltorti, 1991). La sequenza litologica appartiene ad un ciclo sedimentario marino di primo ordine post-orogenetico che poggia in discordanza angolare sulla sottostante formazione della Laga. La sequenza delle sezioni stratigrafiche schematiche della zona è la seguente: 1) depositi di tetto ghiaiosi, arenaceo-ghiaiosi 2) depositi di tetto arenaceo- sabbiosi con intercalati corpi lenticolari ghiaioso-sabbiosi 3) unità arenaceo-pelitiche 4) unità pelitico-arenacee 5) peliti 6) sedimenti pliocenici. Il Pleistocene in quest’area è in continuità sul pliocene superiore ed il passaggio Plio-pleistocenico avviene all’interno delle argille bluastre

La successione plio -pleistocenica è costituita dal basso verso l’alto da:

63 Figura 2-Banchi di arenarie presso il Bosco Cugnolo (FM)

a) Argille bluastre marnose con stratificazione evidenziata da spalmature siltoso -sabbiose grigie o grigio – ocracee. Negli interstrati sono a volte presenti deboli strati e lenticelle sabbioso-siltose. Intercalate alle argille sono presenti unità arenaceo-pelitiche e pelitico-arenacee;

b) Argille grigio cineree siltoso-sabbiose intensamente bioturbate, ricche di macrofossili .

Il passaggio alle sottostanti peliti grigio-bluastre è graduale mentre il contatto con le soprastanti arenarie è netto ed è dovuto ad attività erosiva. Nella zona di Pedaso nell’area di contatto con le peliti sottostanti si ha un passaggio graduale

64 con prevalenza ora di argille miste a sabbia ora di sabbia e argilla, con al tetto un corpo ghiaioso debolmente cementato con matrice sabbioso-siltosa. Questo corpo ghiaioso noto come “corpo di Pedaso “si estende in prossimità della costa dalla zona di Torre di Palme, arrivando fino al torrente Menocchia, con spessori che possono raggiungere i10 metri. c) Arenarie e sabbie ocracee a stratificazione incrociata,

con spessori medi degli strati di circa 10 cm;

Figura 3-Strati di conglomerati eterometrici nel Bosco Cugnolo d) Ghiaie e conglomerati di tetto, poco cementati,

65 abbondante matrice siltoso-sabbioso-argillosa e privi di strutture sedimentarie. All’interno delle ghiaie è stato rinvenuto un paleosuolo con spessori massimi di 2 metri. Tale corpo, prevalentemente ghiaioso presenta, soprattutto nella parte sommitale, caratteristiche simili a quelle dei depositi fluviali, con ciottoli isodiametrici. La presenza del paleosuolo confermerebbe il contributo di origine continentale nella genesi di questo corpo

Durante l’emersione del Pleistocene inferiore si è deposta quindi sullo stato argilloso, la cosiddetta “sequenza di tetto” costituita dalle sabbie stratificate poste alla base e successivamente ricoperte da ghiaie di origine fluviale.

Nelle due fasi tettoniche successive (Pleistocene medio e superiore) si sono formati i terrazzamenti dovuti all’erosione marina e fluviale. Le alluvioni terrazzate, caratterizzanti le valli fluviali, sono date da depositi prevalentemente ghiaioso- sabbiosi, ghiaioso-argillosi con intercalazioni di lenti di sabbia, sabbia-argillosa o argille e limi. Si sono poi poste in discordanza angolare le coltri di disfacimento di origine eluvio colluviale e di paleofrana lungo tutti i versanti emersi.

66 Le eluvio-colluvioni sono presenti nei fondovalle dei fossi e dei piccoli torrenti che insistono sulla successione plio- pleistocenica. Sono costituite generalmente da argille- sabbiose con abbondanti resti vegetali, ciottoli sparsi, da alcune lenti di sabbie limose o di ghiaia, derivate da materiali provenienti dall’erosione delle unità arenaceo-pelitiche e

conglomeratiche pleistoceniche.

Figura 4-Carta geologica schematica del bacino periadriatico Centamore et alii 1991

67 La zona oggetto di studio presenta da un punto di vista geomorfologico caratteristiche tipiche delle fasce costiere meridionali della Regione Marche. Il litorale marchigiano è infatti costituito principalmente da coste basse che sono in graduale continuità con le colline retrostanti.

La fascia costiera ha una morfologia che deriva dall’andamento dei corsi d’acqua, sia fiumi che torrenti, i quali hanno modellato il paesaggio dando una struttura a “pettine”, costituita da una serie alternata di solchi vallivi e di interposte dorsali, che dalla montagna si dirigono perpendicolarmente al litorale. Questa particolare struttura sembrerebbe correlata ad una serie di faglie perpendicolari alla catena appenninica, lungo le quali si sarebbero impiantati i principali assi della rete idrografica. I versanti di quest’area hanno un andamento asimmetrico, quello di sinistra fluviale ha un’inclinazione minore di quello dei versanti meridionali. Molto probabilmente ciò è dovuto all’erosione maggiore dell’argine fluviale destro dei torrenti che tendono a migrare verso sud e all’immersione stratigrafica verso nord-est di tutto il “penepiano” pleistocenico rappresentato dai sedimenti fluvio-deltizi.

68 In posizione retrostante troviamo a sud di Marina Palmense fino a Cupra Marittima, delle falesie inattive di altezza variabile, che normalmente non superano i 100 metri, spesso interessate da un’evoluzione attuale per frana (Cancelli et al.,1984). Le falesie sono scarpate rocciose a contatto con il mare, pressoché verticali, dovute all’azione erosiva del mare che si esercita alla base facendo quindi crollare la parte superiore.

La falesia presente nel comune di Cupra Marittima, non più lambita dal mare, si erge verticalmente sulla sottostante zona di deposito tardo olocenico (Coltorti, 1991).

Le incisioni realizzate dai corsi d’acqua permettono di analizzare bene la stratigrafia che dal basso verso risulta così composta (Cantalamessa et al.,1996):

a) unità di base formata da peliti marnose con rare e sottili intercalazioni di strati sabbiosi a base netta; a tratti limi sabbiosi e argillosi bioturbati attribuibili ad ambiente di stagno costiero;

b) unità di mezzo data da sabbie giallastre in strati di spessore variabile;

69 c) unità di tetto data da un corpo ghiaioso ciottoloso clinostratificato, intercalato in alcuni punti dalle sabbie sopra descritte. L’ambiente di sedimentazione può essere di spiaggia sommersa;

d) unità superiore con conglomerati a ciottoli piatti di deposito di battigia; la parte più alta chiude con una serie di depositi ghiaiosi di ambiente fluvio-deltizio e fluviale propriamente detto con ciottoli appiattiti embriciati, che indicano il verso di trasporto da terra verso il mare.

In tutta l’area troviamo una linea continua di rilievi peneplanati in sommità, con versante a mare verticale o sub- verticale, la cui presenza sta ad indicare dei periodi di stagnazione del livello medio marino e quindi delle pause nel sollevamento del bacino.

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7.3 INQUADRAMENTO GEOLOGICO E

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