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Capitolo 4 Introduzione alle procedure del Sistema di Gestione Integrato per la gestione

5.6 Gestione delle emergenze: Piano Interno di Emergenza

Da ultimo, va predisposto il piano interno di gestione delle emergenze riferito allo scenario incidentale di pool fire, sicuramente necessario per limitare gli effetti dannosi derivanti dagli incidenti, come mostra il diagramma di Bow Tie in Figura 5.11.

Il Piano Interno di Emergenza viene elaborato utilizzando le misure prescritte dai riferimenti normativi D.Lgs. 81/08 e D.M. 10/03/1998.

Trattandosi di sostanza ecotossica, le acque utilizzate per lo spegnimento saranno, per quanto possibile, inviate all’impianto di trattamento delle acque interno, avendo cura di non dispenderle per evitare un’ulteriore aggravio delle condizioni delle acque.

Contaminazione della matrici ambientali

Danni a beni e vita Elaborazione di un

piano di emergenza

errore Addestramento e formazione

Attività di auditing Elaborazione di un piano di emergenza

errore Addestramento e

formazione Attività di auditing Predisposizione di misure di contenimento errore Attività di valutazione degli scenari incidentali Attività di valutazione degli scenari incidentali Incendio

In caso di pool fire, gli operatori presenti sono tenuti ad allontanarsi celermente dalla pozza e seguire le istruzioni proposte per ciascun livello di emergenza. Infatti, è utile schematizzare lo stato dell’emergenza, e le conseguenti azioni da intraprendere, individuando tre livelli distinti.

I numeri di emergenza esterna da contattare nel caso in cui la situazione non fosse controllabile sono: • 112, Carabinieri

• 113, Polizia di Stato • 115, Vigili del Fuoco • 118, Pronto Soccorso

Dunque, in caso di situazione di pericolo durante l’attività di smantellamento dell’impianto, il personale dell’azienda è tenuto a seguire le disposizioni riportate in Tabella.

Ruolo Attività

1) L’operatore che rileva l’emergenza Dopo aver raggiunto una posizione sicura, si deve mettere in contatto con la squadra di emergenza o con il referente che gli è stato indicato. È necessario che, compatibilmente con la situazione e le sue competenze professionali, descriva puntualmente la situazione fornendo tutte le informazioni utili al caso.

2) Addetti all’emergenze Agli addetti all’emergenza è richiesto l’intervento solo se la scena è sicura e se la strumentazione che hanno loro in dotazione sia sufficiente e adeguata. Altrimenti, si limitino ad osservare la situazione e ad attendere l’intervento di emergenza della squadra esterna. In ogni caso dovranno provvedere alla zonizzazione dell’area interessata e a vigilare che nessuno vi transiti.

3) Tutto il personale Al resto del personale, è richiesto l’allontanamento ordinato ed immediato dall’area interessata e a seguire pedissequamente le istruzioni che vengono impartite dal personale, raggiungendo il punto di raccolta più vicino segnalato dall’apposita cartellonistica.

Tabella 5.4 Ruoli e rispettive attività in caso di emergenza

È importante ricordare il divieto di allontanarsi dal luogo del raduno prima della propria identificazione per evitare inutili allarmismi e ricerche di dispersi.

Bibliografia e sitografia

Accordo Stato-Regioni 22 febbraio 2012 sulle attrezzature di lavoro

Accord européen relatif au transport international des marchandises Dangereuses par Route (ADr), Vol. 1 e Vol. 2

Autorizzazione Integrata Ambientale azienda *** (nome volutamente omesso a fini di protezione di dati sensibili), 2017

D. Lgs. 9 aprile 2008, nr. 81 Attuazione dell’articolo 1 della legge 3 agosto 2007, nr. 120, in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

D. Lgs. 3 aprile 2006, nr. 152 Norme in materia ambientale.

Chemical Industries Association (CIA), 1986, General Guidance on Emergency Planning within the

CIMAH regulation for chlorine installation, (CIA, UK)

Direttiva 2014/34/UE del Parlamento Europeo e del Consiglia, del 26 Febbraio 2014, concernente l’armonizzazione delle legislazioni degli Stati Membri relative agli apparecchi e sistemi di protezione destinati ad essere utilizzati in atmosfera potenzialmente esplosiva

D.P.C.M. 31 MARZO 1989 s.m.i. Applicazione dell’artt. 12 del decreto del Presidente della Repubblica 17 maggio 1988, nr. 175, concernente rischi rilevanti connessi a determinate attività industriali

D.M. 08 novembre 2019 Approvazione della regola tecnica di prevenzione incendi per la progettazione, la costruzione e l’esercizio degli impianti per la produzione di calore alimentati da combustibili gassosi.

D.M. 10 marzo 1998 Criteri generali di sicurezza antincendio e per la gestione dell’emergenza nei luoghi di lavoro

Conclusioni

L’attività di Decommissioning consiste essenzialmente nella disattivazione di un’infrastruttura, nel momento in cui la stessa non è più in grado di portare vantaggi economici, cioè nell’ “insieme delle azioni tecniche ed amministrative prese per permettere la rimozione di alcuni o tutti i controlli regolamentari da una struttura” (IAEA, 2006, P31-32).

Nonostante la gestione del fine vita di uno stabilimento industriale sia un’attività assolutamente imprescindibile e, anzi, talmente importante che la sua progettazione è raccomandata sin dalla costruzione dell’impianto stesso, è molto impopolare nel mondo industriale a causa della sua complessità, degli alti costi economici e sociali e della generazione di profitto pressoché nulla. Tale antipatia si traduce in una pressoché totale mancanza di linee guida e standard di riferimento che possano fornire un aiuto all’organizzazione che si trovasse costretta a smantellare la totalità, o una parte, del suo impianto.

Per lo sviluppo del presente elaborato, si è scelto di trattare un argomento delicato come lo smantellamento di un impianto industriale sottoforma di procedure legate ad un sistema di gestione integrato sia per la vastità di tematiche trattate che per la varietà di professionalità e competenze coinvolte. Per questa applicazione, la vision alla base dei Sistemi di Gestione si è dimostrata effettivamente vincente, in quanto permette la scomposizione dell’intero lavoro in un susseguirsi di fasi elementari, ciascuna delle quali agilmente pianificabile e gestibile per quanto riguarda i rischi insiti, il personale coinvolto e le lavorazioni individuate.

Nel Capitolo 4 sono state introdotte le procedure, integralmente riportate in Appendice, per un corretto smantellamento delle apparecchiature presenti sul sito. Tale attività si compone dalle fasi che prevedono lo svuotamento, la bonifica, la rimozione e il trasporto. Si è ritenuto utile anche proporre una procedura che regolamenti la gestione del contenuto rimosso dall’apparecchiatura, in modo tale da poter realizzare dei depositi temporanei sicuri e conformi alla normativa vigente.

Per verificare l’efficacia ed efficienza della procedure elaborate, si è deciso di ipotizzare nel Capitolo 5 lo smantellamento di un serbatoio, installato nell’area adibita alla produzione all’interno di uno stabilimento di uno stabilimento chimico in fase di Decommissioning, in quanto dichiarato fallito.

Naturalmente l’obiettivo del Capitolo è avere un riscontro pratica di come l’implementazione delle procedure riportate in Appendice possa di fatto essere uno strumento di prevenzione e protezione delle matrici ambientali e della salute e della sicurezza dei lavoratori. e non quello di progettare e implementare una soluzione specifica per l’azienda in esame.

Nel caso in esame, si è inoltre supposto che durante il travaso della contenuto del serbatoio, il quale si presenta come una sostanza infiammabile presente allo stato liquido, si sia verificata una perdita di contenimento, dovuta al cedimento del giunto che collega la manichetta, la quale è in seguito sfociata nello scenario incidentale di pool fire. Grazie all’implementazione delle procedure, è stato possibile analizzare l’evento indesiderato, intervenendo sulle cause e sulle conseguenze, abbassando significativamente la probabilità di accadimento e l’entità del danno in termini sia di preservazione dell’ambiente che della vita umana del lavoratori coinvolti e della popolazione civile residente nelle vicinanze dell’impianto.

Appendice

Procedure del Sistema di Gestione Integrato per

la gestione dell’attività di Decommissioning di

uno stabilimento industriale

Sono di seguito riportate le procedure descritte nel precedente Capitolo 4.

PROCEDURE E ALLEGATI DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO HSEQ PER IL DECOMMISSIONING DI IMPIANTI

INDUSTRIALI

MANUALE GUIDA OPERATIVA

Procedure Allegati

Premessa A. Finalità

B. Struttura ciclica del sistema di gestione HSEQ C. La politica per l’ambiente e per la salute e

sicurezza sul lavoro

HSE-C.1 Politica aziendale della sicurezza, ambiente e qualità

Certificati conseguiti dall’azienda

D. Pianificazione

D.1 Identificazione e valutazione di rischi ed opportunità PR-HSE-D.1 Procedure di gestione dei rischi connessi alle attività

Allegato A Allegato Valutazione dei rischi d’area

SCH_IDR_mecc Scheda di identificazione dei rischi connessi ai macchinari

SCH_IDR_ch Scheda di identificazione dei rischi connessi all’esposizione ad agenti chimici, biologici, cancerogeni e mutageni SCH_IDR_amb Scheda di identificazione dei rischi connessi all’ambiente di lavoro SCH_VR Scheda di valutazione dei rischi SCH_TS Scheda di valutazione dei termini

PROCEDURE E ALLEGATI DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO HSEQ PER IL DECOMMISSIONING DI IMPIANTI

INDUSTRIALI

E. Struttura e organizzazione del sistema di gestione E.1 Sistema di gestione

E.2 Definizione di compiti e responsabilità E.3 Coinvolgimento del personale

E.4 Formazione, addestramento e Consapevolezza

E.5 Comunicazione, flusso informativo e cooperazione

E.6 Documentazione

E.7 Integrazione della salute e sicurezza nei processi aziendali e di gestione operativa

HSE-E.2 Definizione di compiti e responsabilità

F. Operatività F.1 Controllo operativo F.2 Gestione delle modifiche

F.3 Preparazione e risposta alle emergenze

PR-HSE-F.1A Procedura di smantellamento delle apparecchiature

PR-HSE-F.1A.1 Procedura di bonifica delle apparecchiature

PROCEDURE E ALLEGATI DEL SISTEMA DI GESTIONE INTEGRATO HSEQ PER IL DECOMMISSIONING DI IMPIANTI

INDUSTRIALI

G. Controllo delle prestazioni

G.1 Controllo delle prestazioni PR-HSE-G.1 Procedura di elaborazione del piano di monitoraggio

Certificato di Gas Free R-G.1 Report Bonifica delle Apparecchiature

H. Rilevamento e analisi dei risultati e conseguente miglioramento del sistema

H.1 Monitoraggio interno della sicurezza e dell’ambiente H.1 Caratteristiche e responsabilità dei verificatori H.2 Riesame del sistema

POLITICA AZIENDALE

DELLA SICUREZZA,

AMBIENTE, QUALITÀ

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POLITICA AZIENDALE DELLA

SICUREZZA, AMBIENTE E

POLITICA AZIENDALE

DELLA SICUREZZA,

AMBIENTE, QUALITÀ

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Con il presente documento, l’alta direzione dell’azienda stabilisce, implementa e mantiene una politica aziendale della sicurezza, ambiente e qualità che sia:

• Adeguato ai propositi ed al contesto dell’organizzazione e supporta la sua direzione strategica;

• Fornisce un quadro per impostare i suoi obiettivi in materia di sicurezza, ambiente e qualità; • Esplicita l’impegno dell’azienda a soddisfare i requisiti richiesti, sia cogenti che volontari; • Esplicita l’impegno dell’azienda al miglioramento continuo del sistema di gestione

integrato.

Il documento è redatto dalla Direzione ed ha lo scopo di definire le attività aziendale in merito alla progettazione, esecuzione e monitoraggio delle operazioni di Decommissioning dell’impianto stesso.

A tali propositi, l’azienda si impegna a comunicare la propria politica aziendale della sicurezza, ambiente e qualità:

• Rendendo disponibile e mantenendo aggiornata la documentazione scritta;

• Diffondendola, assicurandosi che sia stata compresa a pieno e applicata all’interno dell’organizzazione;

• Rendendola disponibile e diffondendola alle parti interessate, come si ritiene più appropriato.

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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Redazione Responsabile di Redazione

Sommario

Scopo ... 3 Campo di applicazione ... 3 Terminologia e abbreviazioni ... 3 Destinatari della procedura ... 5 Descrizione dell’attività ... 5 Normativa di riferimento ... 9

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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Scopo

La presente procedura ha lo scopo di fornire le definizioni e le linee guida per la conduzione della valutazione dei rischi connessi all’attività di smantellamento dell’impianto, punto di partenza imprescindibile per tutte le successive attività.

Campo di applicazione

La presente procedura si applica in fase di progettazione di ogni attività che compone il piano di smantellamento dell’impianto industriale. Va implementata iterativamente finché le soluzioni scelte non permettano una svolgimento sicuro per persone, ambiente e beni delle attività lavorative.

Terminologia e abbreviazioni

BLEVE

Evento di rottura duttile delle lamiere di un serbatoio sottoposte contemporaneamente alla pressione interna del fluido e ad un riscaldamento che ne attenua la resistenza meccanica. In tal caso si ha il cedimento del serbatoio con brusca espansione del fluido contenuto e proiezione di frammenti di lamiera a notevoli distanze. Il fluido rilasciato comporta la formazione di una sfera di gas infuocato (fireball) che si dilata e si eleva nell’aria irraggiando calore. Per quanto riguarda il BLEVE ed il conseguente FIREBALL si precisa che non è un evento determinato dal solo innesco di una perdita ma, perché abbia luogo, si deve verificare una concatenazione di cause. Infatti, il BLEVE avviene perché un incendio coinvolge un serbatoio contenente gas compresso liquefatto e questo incendio permane ed interessa direttamente una zona del mantello non in contatto con il liquido, per cui si ha il cedimento del serbatoio prima che tutto il liquido sia evaporato.

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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Redazione Responsabile di Redazione

Dispersione

Rilascio di sostanze tossiche, infiammabili o pericolose per l’ambiente

ETA

Event Tree Analysis

Flashfire

Incendio in massa di una nuvola di vapore infiammabile con effetto non esplosivo.

FMEA

Failure Mode and Effect Analysis

FTA

Failure Tree Analysis

Jetfire

Incendio di un getto gassoso turbolento infiammabile, effluente da un componente impiantistico in pressione.

HazOp

Hazard and Operability.

PHA

Preliminary Hazard Analysis

Poolfire

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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UVCE

Esplosione non confinata di una nuvola di vapore

Destinatari della procedura

La presente procedura è indirizzata a tutte le figure citate nella procedura PR-HSE-E.2, in particolare ai membri del Servizio Tecnico che, in quanto tali, sono in possesso dei requisiti per svolgere questo tipo di attività con la consapevolezza di cui abbisogna.

Il Servizio Tecnico in questa fase dovrà sicuramente interfacciarsi con le figure che, in condizioni di normale attività, si occupano della gestione dello stabilimento dal punto di vista della sicurezza e della attività produttiva.

Una volta individuati e valutati i rischi, sarà loro compito implementare le misure di prevenzione e protezione per minimizzarli e ad informarne gli operatori, fornendo loro gli strumenti necessari per gestire le situazioni di emergenza.

Descrizione dell’attività

Preliminarmente, è necessario condurre un’analisi approfondita del rischio, la quale sarà focalizzata sulla tipologia e sul quantitativo di sostanza presente all’interno dell’apparecchiatura e sui rischi connessi all’utilizzo di strumenti e agenti per la pulizia.

Per quanto concerna la individuazione del rischio per la salute e la sicurezza del lavoratori, ai sensi del D.Lgs. 81/08, è possibile utilizzare le schede SCH_IDR_mecc, SCH_IDR_ch, SCH_IDR_amb. Per la valutazione dei rischi si rimanda alla scheda SCH_VR. Inoltre, per integrare l’analisi dei rischi delle lavorazioni per le persone con quelli per l’ambiente e decidere le opportune misure finalizzate alla minimizzazione degli impatti, devono essere considerati i diversi scenari incidentali

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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Redazione Responsabile di Redazione

Globalmente, le tipologie di scenario attese sono: • Dispersione • Poolfire Jetfire Flashfire UVCE BLEVE

Sarà necessario, inoltre, valutare anche la frequenza e l’entità di danni legati all’effetto domino e alla proiezione di frammenti in caso di esplosione. In tal senso la definizione del termine sorgente è fondamentale per la migliore rappresentazione dello scenario incidentale. A tal proposito si rimanda alla compilazione della scheda SCH_TS.

La metodologia di valutazione del rischio utilizzata può includere l’analisi dei pericoli, l’analisi delle frequenze o l’analisi delle conseguenze. L’analisi impiega tecniche come HazOp, FMEA, PHA e What if; l’analisi delle frequenze utilizza l’analisi storia, il FTA, il ETA e, da ultimo, l’analisi delle conseguenze coinvolge modelli fisici e linee guida.

Descritto il termine sorgente e individuata la frequenza di accadimento, è possibile procedere con l’esplicitazione, per ogni scenario incidentale previsto, delle assunzioni e dei parametri da inserire nel modello computazionale per sviluppare delle simulazioni attendibili che diano una percezione del danno atteso. I parametri da utilizzare dipendono dal modello computazionale impiegato.

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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Generalmente sono richiesti: • Condizioni meteo

• Temperatura dell’aria e del suolo • Radiazione solare

• Umidità relativa • Direzione del getto • Quota di rilascio • Tipologia di sostanza • Distanza di danno

Infine, a completamento delle considerazioni fatte in precedenza sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, deve essere condotta la valutazione degli effetti dello scenario sulla popolazione e persone eventualmente coinvolte.

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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Redazione Responsabile di Redazione

A tal proposito si rimanda alle soglie di danni individuate nel D.M. 9 maggio 2001 e di seguito riportate

Il D.M. 9 maggio 2001 riporta i requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante, i quali sono un utile riferimento anche per le attività non rientranti nel campo di applicazione del D.lgs. 105/2015.

PROCEDURA DI

VALUTAZIONE DEI

RISCHI

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Normativa di riferimento

D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro

D. lgs. 26 giugno 2015, nr. 105, Attuazione della direttiva 2012/18/UE relativa al controllo del pericolo di incidenti rilevanti connessi con sostanze pericolose

D.M. 9 maggio 2001, Requisiti minimi di sicurezza in materia di pianificazione urbanistica e territoriale per le zone interessate da stabilimenti a rischio di incidente rilevante

PROCEDURA DI

SMANTELLAMENTO

DELLE

APPARECCHIATURE

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ALLEGATO

VALUTAZIONE DEI

RISCHI D’AREA

Rif. D.Lgs. 81/2008 e D.Lgs. 152/2006

PROCEDURA DI

SMANTELLAMENTO

DELLE

APPARECCHIATURE

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Sommario

Scopo ... 3 Descrizione dell’area ... 3 Valutazione del contatto tra attività contemporaneamente presenti ... 5 Individuazione dei rischi d’area ... 4 Valutazione dei rischi d’area ... 4 Riferimenti normativi ... 5

PROCEDURA DI

SMANTELLAMENTO

DELLE

APPARECCHIATURE

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Scopo

Il presente Allegato ha lo scopo di fornire supporto alle figure preposte per raccogliere le informazioni necessarie all’adempimento dell’Allegato XV, punto 2, comma c del d.lgs. 81/2008, riguardante la necessità di inserire all’interno del PCS “una relazione concernente l’individuazione, l’analisi e la valutazione dei rischi concreti, con riferimento all’area e alla organizzazione del cantiere, alle lavorazioni e alle loro interferenze”.

Descrizione dell’area

Come riportato nel documento PR_DEC_01, la prima parte di questa sezione deve essere dedicata all’individuazione dell’area oggetto dello smantellamento all’interno della planimetria dello stabilimento.

Per facilitare le successive fasi di individuazione e valutazione dei rischi, devono essere elencate tutte le infrastrutture presenti e i processi ancora in attività, oltre che realizzare una tabella dove vengano elencati i l’ubicazione, la tipologia e quantitativi di sostanze ed apparecchiature, in funzione o meno, ancora presenti all’interno dell’area.

Contestualmente, devono essere segnalati anche eventuali sottoservizi presenti nell’area, oltre che impianti di alimentazioni e reti principali di elettricità.

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SMANTELLAMENTO

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APPARECCHIATURE

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Individuazione dei rischi d’area

A tal proposito si rimanda alle Schede SCH_IDR_mecc, SCH_IDR_ch, SCH_IDR_amb.

Valutazione dei rischi d’area

A tal proposito si rimanda alla Scheda SCH_VR.

Si ricorda che, contestualmente alla valutazione del rischio, devono essere proposte misure mitigative dello stesso, nella decisione delle quali devono partecipare le imprese esecutrici.

PROCEDURA DI

SMANTELLAMENTO

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Valutazione del contatto tra attività contemporaneamente presenti

La tabella riportata di seguito è stata proposta dall’INAIL come utile strumento per rappresentare l’andamento nel tempo dei lavori e per esaminare la possibilità di sovrapposizione o di contatto tra più attività presenti nello stesso ambiente di lavoro durante il medesimo arco temporale. Essa deve essere elaborata dal Responsabile dei Lavori, o se è il caso dal CSP/CSE, di concerto con le imprese esecutrici coinvolte.

Qualora fosse ritenuto opportuno, è possibile elaborare la tabella su base settimanale.

Identificazione dell'ambiente di lavoro

Azienda/ Lav. Autonomo Descrizione Macro-Fase N° Descrizione principali Sub-Fasi Area: Periodo: mese/anno (I-II-III-IV settimana) I II III IV Azienda Committente Attività aziendale 1. 1a 1.. Appaltatore 2. 2a 2.. Subappaltatore 3. 3a 3.. Altro 4. 4a

Al fine di minimizzare i rischi interferenziali, è consigliato evitare la presenza in contemporanea di più lavoratori appartenenti ad agenzie diverse e intenti a svolgere compiti diversi. Ad esempio, se possibile, si raccomanda di sospendere la produzione nelle aree in cui soggetti terzi dovrebbero svolgere il loro lavoro di bonifica e smantellamento delle apparecchiature.

PROCEDURA DI

SMANTELLAMENTO

DELLE

APPARECCHIATURE

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Riferimenti normativi

D. Lgs. 9 aprile 2008, n. 81, Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro. Linee Guida INAIL

SCHEDA DI

IDENTIFICAZIONE DEI

RISCHI CONNESSI AI

MACCHINARI

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SCHEDA DI IDENTIFICAZIONE

DEI RISCHI CONNESSI AI

MACCHINARI

SCHEDA DI

IDENTIFICAZIONE DEI

RISCHI CONNESSI AI

MACCHINARI

SCH_IDR_macc

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Pericolo È ragionevolmente prevedibile la sua presenza?

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