• Non ci sono risultati.

K = fattore di correzione che vale:

2 a: 500 Hz

1,6 a: 1000 Hz

1,5 a: 2000 Hz

1,7 a: 3000 Hz

1,9 a: 4000 Hz

2 a: 6000 Hz

II metodo di BERGER prevede anche il valore dell'uscita massima che l'apparecchio deve erogare:

UME = SF + J

Dove J = fattore di correzione pari a:

11 a: 500 Hz 7 a: 1000 Hz 9 a: 2000-4000 Hz.

Secondo BERGER nel caso a 500 Hz il valore della soglia di fastidio più il fattore di correzione J dia un valore inferiore a 115 dB si può comunque erogare un'intensità pari a 115 dB dato che a questo valore di frequenza il livello di fastidio è statisticamente costante sul valore appunto di 115 dB.

Per esempio, valutiamo la curva target per il Berger sulla seguente ipoacusia, che terremo valida per tutti i metodi successivi.

KELLER. Questo è un metodo che valuta come ideale per l’ascolto un livello che stia all’incirca a 2/3 di distanza dalla soglia uditiva nel range fra soglia uditiva appunto e livello di fastidio con delle correzioni derivanti da un'analisi delle curve d'isofonia. In tale ottica il guadagno d'inserzione che si ottiene vale:

GI = SUA + 2/3*(SF-SUA)+P Dove P vale:

-87 a: 125 Hz

-75 a: 250 Hz

-65 a: 500 Hz

-63 a: 750 Hz

-58 a: 1;1,5; 2; 3; KHz

-67 a: 4 KHz

-65 a: 6 KHz

Per quanto riguarda l'UME il suo valore coincide con quello della SF trasformato in dB SPL.

Il metodo di Keller è uno dei metodi che forniscono un livello di ascolto molto vicino al naturale: ciononostante non è molto usato, probabilmente perché pochissimi costruttori hanno provveduto ad inserirlo fra i metodi prescrittivi utilizzabili.

LIBBY. La formula di LIBBY raggruppa in se i tre metodi già enunciati, come si può vedere dallo sviluppo della formula:

GI = K*SUA+C+1/4*(SUA-SUO) Dove K è = 1/3 per SUA = 0-49 dB

1/2 per SUA = 50-79 dB 2/3 per SUA = 80 e oltre dB.

Mentre C = -5 a 250 e 6000 Hz -3 a 500Hz.

Il valore della parte di formula (1/4*(SUA-SUO)) non deve superare gli 8 dB. Il metodo non prevede il calcolo dell'UME. Il metodo Libby è uno dei più semplici: come tutti i metodi prescrittivi fornisce una curva target che è da considerarsi una indicazione di partenza per l’applicazione che va poi ritoccata e rifinita sulla base della reazione del soggetto una volta che lo stesso abbia superato un adeguato periodo di “rodaggio”. È infatti da tener presente che tutte queste formule sono state

studiate e realizzate in paesi di lingua anglosassone, lingua che presenta una sonorità ed un’importanza relativa fra vocali e consonanti abbastanza diversa dall’italiano.

NAL. Questo metodo si richiama alla regola del 1/3 del guadagno, come evidenziato dalla seguente formula:

GI = Y+0,31*SUA+K

Dove Y = 0,05*(SUA500+SUA1000+SUA2000) e K vale:

-17 a 250 Hz -8 a 500 Hz -3 a 750 Hz

1 a 1000 e 1500 Hz - 1 a 2000 Hz

- 2 a 3000, 4000 e 6000 Hz.

Il metodo non prevede il calcolo dell'UME. Il fatto di non prevedere il calcolo dell’uscita massima erogabile dipende sostanzialmente dal non fornire guadagni molto elevati, che perciò difficilmente potrebbero portare a saturazione l’AA. Altra particolarità del NAL è che considera sperimentalmente l’importanza della intelligibilità del parlato, prevedendo che l’amplificazione non sia mai eccessiva:

Dillon, infatti, sostiene che maggior amplificazione non significa maggior intelligibilità.

POGO. Altro metodo basato sulla regola della metà del guadagno, riveduto e corretto da parte degli estensori. Il guadagno d'inserzione è così valutato:

GI = 1/2*SUA-C+1/2*(SUA-65)+Y

Dove C è un fattore di correzione che vale:

10 a 250 Hz 5 a 500 Hz e

0 a tutte le altre frequenze

Mentre Y vale:

3 a 250 Hz per retro ed endo

1 a 500 Hz per retro ed endo 0 a 1000 Hz per retro 2 a 1000 Hz per endo -2 a 2000 Hz per retro -6 a 2000 Hz per endo -9 a 4000 Hz per retro 5 a 4000 Hz per endo

Da tener presente che nel caso la perdita uditiva sia inferiore a 65 dB la parte di formula "1/2(SUA-65)" non va considerata.

L'UME viene invece così calcolata:

UME = (SF500+SF1000+SF2000)/3

Il metodo POGO è molto diffuso per la sua semplicità e perché normalmente garantisce un guadagno spesso più che adeguato alle necessità del soggetto:

spesso infatti il soggetto è portato ad abbassare il volume rispetto a quello calcolato teoricamente, dato che, soprattutto sui gravi tende a erogare una laudness abbastanza consistente.

CLERISOR. Un altro metodo può essere individuato nello studio compiuto da Clerici e Soresini e che ha preso spunto dal metodo di KELLER introducendo delle varianti che lo rendono automaticamente adatto a seguire la regola del 1/3, 1/2, 2/3 o 1/1 a seconda del campo dinamico a disposizione del soggetto. La formula è la seguente, ma è bene specificare che la sperimentazione è tuttora molto limitata:

GI = ((IV + RC)*(SF - SUA)/K)*IF+SUA+X- 60

Dove RC = risonanza del condotto del cliente in esame, IF è la percentuale d'integrazione, frequenza per frequenza, della lingua nella quale si sta operando e vale, per l'italiano:

125 Hz = 0,02 250 Hz = 0,38 500 Hz = 0,39 1000 Hz = 0,49 2000 Hz = 0,99 3000 Hz = 1 4000 Hz = 0,36 6000 Hz = 0,03

Mentre X rappresenta un fattore di correzione da applicare in base agli anni d'abitudine all'uso dell'amplificazione e vale:

0..2 anni = 0 2..4 anni = 2 4..7 anni = 4 7..11 anni = 6 11.. 15 anni = 8 15 e più anni = 10

IV rappresenta invece l'intensità media della voce nella lingua in cui si sta operando e vale, per l'italiano:

62 dB a 125 Hz 70 dB a 250 Hz 66 dB a 500 Hz 58 dB a 1000Hz 48 dB a 2000 Hz

43 dB a 3000 Hz 40 dB a 4000 Hz 36 dB a 6000 Hz 32 dB a 8000 Hz

Infine K rappresenta l'estensione del campo dinamico nel normoudente e vale:

80 a 125 Hz

100 a 250 e 6000 Hz 120 a 500, 1000, 2000, 3000 Hz

110 a 4000 Hz.

Per quanto riguarda l'UME si può considerare, conservativamente, la SF trasformata in dB SPL, o, nel caso si desideri allargare la dinamica fin dove possibile:

UME = SF + 0,2* (SF-SUA)

Il metodo ha il pregio di tenere in considerazione l’intelligibilità e dell’intensità media per frequenza della lingua in cui si opera, provvedendo in tal modo a fornire un’amplificazione con i necessari rinforzi sulle frequenze di maggior importanza per la comprensione del messaggio verbale nella lingua in cui si sta operando. La parte meno importante della formula è quella relativa all’intensità di erogazione della lingua in considerazione, visto che un’analisi compiuta ormai alcuni decenni fa aveva messo in risalto differenze abbastanza contenute da questo punto di vista:

ciononostante esistono differenze nel campo 2000/4000 Hz che possono arrivare a circa 3 dB, valore non eccezionale ma che per una miglior precisione è stato comunque considerato.