P A R L A R E D I M U S I C A
a cura di Susanna Pasticci
pp. 263, €21, Meltemi, Roma 2008
L E S M U
LESSICO DELLA LETTERATURA MUSICALE ITALIANA
1490-1950
a cura di Fiamma Nicolodi, Paolo Trovato, Renato Di Benedetto, Luca Aversano, Fabio Rossi,
Ernesto Picchi e Elisabetta Marinai
pp. 161, cd-rom, €900, Cesati, Firenze 2008
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'informatica, che con fre-quenza sempre maggiore presta ormai i suoi mezzi allo studio avanzato di discipline linguistiche e artistiche, ha in-cominciato a farsi sentire an-che nella musicologia, campo privilegiato di connessioni fra aree diverse e tuttavia confluenti in un concetto di "musica" oggi sempre più diversificato; questoParlare di musica curato da
Su-sanna Pasticci (nato dal conve-gno "I discorsi sulla musica: il ri-flesso dei suoni negli specchi te-stuali" svoltosi presso l'Univer-sità di Cassino), contiene fra altri preziosi saggi un contributo di Talia Pecker Berio e Cecilia Pan-ti, L'ipertestualità come
strumen-to per la trasmissione di saperi musicali: un'esperienza in corso,
che illustra il progetto di creare attraverso un portale on line uno strumento di raccordo per avvi-cinare la musica dai più vari an-goli visuali: estetico, antropolo-gico, sociale, teorico, pratico, con rimandi e associazioni tra una prospettiva e l'altra e tra la musica e altre discipline affini.
Ma in questo nuovo campo di ricerca dedicato a esplorare il co-stituirsi stesso della musica attra-verso concetti e forme verbali, è doveroso dare conto di un vastis-simo repertorio ipertestuale de-stinato ai musicologi, ma anche a italianisti e linguisti: il Lessico
del-la letteratura musicale italiana 1490-1950, abbreviato in LesMu,
una di quelle opere fondative che per loro natura penetrano poco alla volta nella pratica degli studi. In qualche modo si può conside-rarlo un parallelo alla Letteratura
Italiana Zanichelli. Cd-rom dei te-sti della letteratura italiana
appar-so alcuni anni fa presappar-so Zanichel-li. Pubblicato dall'editore fioren-tino Franco Cesati e realizzato da Fiamma Nicolodi, Paolo Trova-to, Renato Di BenedetTrova-to, Luca Aversano e Fabio Rossi, con il supporto informatico di Ernesto Picchi del Cnr di Pisa e di Elisa-betta Marinai, il LesMu consta di un cd-rom e di un manuale d'ac-compagnamento che contiene una bibliografia completa dei te-sti spogliati e alcune considera-zioni metodologiche sulle ricer-che di lessicografia musicale (inoltre, per gli acquirenti singoli il prezzo è dimezzato).
Qualche dato numerico: il cd-rom contiene in tutto 22.500
schede lessicografiche, ciascuna articolata in un massimo di 29 campi interrogabili separatamen-te o in associazione: si va dai cam-pi bibliografici a quelli contenen-ti sinonimi e contrari del lemma dato, dalla definizione alle note di approfondimento, senza tra-scurare altri aspetti più specifica-mente linguistici. Il totale delle parole comprese nel corpus è 3.600.000, mentre il numero dei lemmi schedati è 8.000. La banca dati contiene anche 2.000 imma-gini e le opere spogliate (italiane, o in traduzione, e a stampa) sono in tutto 800, a partire dal Quat-trocento fino alla metà del Nove-cento, includendo trattati musi-cali, saggi, epistolari di composi-tori, biografie, libretti metateatra-li: si va dal Tractato vulgare de
canto figurato di Caza, 1492, a Sti-le e idea di Schònberg, dalla Lyra Barberina di Doni ai libretti
gol-doniani, dallo Zibaldone di Mayr agli articoli della "Gazzetta musi-cale di Milano". Rispetto ai tradi-zionali strumenti lessicografici e ai manuali di terminologia musi-cale, la saliente novità del LesMu è quella di non aver mirato né al-la caccia delle prime attestazioni, né a definizioni di carattere enci-clopedico, ma piuttosto a fornire un ampio riferimento contestua-le, con la schedatura di termini solitamente negletti, e prestando speciale attenzione alla fraseolo-gia e alle locuzioni, nonché alla schedatura di materiale poco no-to e persino esterno al campo tec-nico: come, ad esempio, le recen-sioni di Eugenio Montale, le no-velle di Collodi, le memorie dei cantanti o gli epistolari dei com-positori.
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all'intreccio di dati prima-ri e deprima-rivazioni emergono molti elementi che attestano in modo inconfondibile la cultura e la specifica tradizione musica-le italiana: ad esempio, un ter-mine come "scherzo" avrebbe, in qualunque repertorio basato su fonti franco-tedesche, una quantità di riscontri riferiti al-l'ambito sinfonico o strumenta-le; qui invece trova applicazio-ne, nove volte su dieci, come si-nonimo di facezia, come dato illustrativo non riferito a istitu-ti formali, né legato a un deter-minato tipo di scrittura; se in-vece si cerchi "rondò", certo, si troverà assai poco sulle forme strumentali, ma un numero tissimo di definizioni legate al-l'ambito vocale, con sensibili distinzioni fra le possibili va-rianti: ne usciamo con idee ben chiare su che cosa sia un "rondò con le catene" o, secon-do Stanislao Mattei, un "ron-doncino", canzonetta per appe-titi di facile contentatura, con cui i maestri moderni (siamo nel 1795) guasterebbero il gu-sto e la tecnica dei giovani: i quali, "poco esperti, innamora-ti della leziosa dolcezza di quel-la fluidità male intesa, per quel-la quale non fatica né il petto né il polmone, si trovan comodi e agiati, sollecitando le corrotte orecchie degli ammolliti ascol-tatori". E naturalmente sui ter-mini vocali il panorama si am-plia a dismisura: la ricerca puòinfatti avvenire inseguendo ac-cezione, definizione, forma, ti-tolo e varie altre categorie, ma può anche sommare tutte que-ste possibilità e addirittura cer-care tutte le comparse della pa-rola, selezionando con un clic il campo "contesto": e qui piovo-no centinaia di schede da com-pulsare e raffrontare con calma.
Qualche altro esempio di defi-nizione che sarebbe difficile iso-lare con i tradizionali metodi di consultazione: il lemma "nottur-no" ignora l'uso che se ne fa all'e-stero e ancora nel 1858 in Italia viene definito come "composi-zione vocale da camera a due vo-ci"; la definizione di "cabaletta" si declina via via guadagnando sempre nuove sfumature e preci-sandosi con la mobilità delle cose consumate dall'uso, storicamente vive e in costante movimento: di volta in volta, è la ripetizione di un motivo orecchiabile, o la pia-cevolezza stessa del motivo, o an-cora la sua componente virtuosl-stica, o ancora la posizione strate-gica di "stretta" finale.
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articolarmente proficua è la consultazione di lemmi che, per il loro grande uso storico, siano circolati anche in forme al-terate: come ampiamente docu-mentato da "aria", schedato ben125 volte. Al termine delle acce-zioni facenti capo al lemma vero e proprio vengono elencati gli "alterati" in ordine alfabetico
(ariaccia, arietta, ariettina, ario-ne), in seguito ai quali
compaio-no le locuzioni "con alterato"
(arietta da battello, arietta da tea-tro, arietta di antitesi, arietta par-lante, tutti subito dopo arietta).
Quest'attenzione al contesto è in linea con gli ultimi orienta-menti della linguistica e della lessicografia (dal Deli di Corte-lazzo-Zolli, al Sabatini-Coletti, all'ultimo Grande Dizionario di De Mauro per la Utet); come esempio di ricerca morfologi-ca, ma con evidenti ricadute sulla musicologia e sulla storia delle idee, accenniamo ancora alla ricerca di un suffisso quale "-ismo", che illustra il grado di accettazione e di stabilizzazione nell'uso di determinati nomi (anche propri) usati come deri-vati, e che pertanto può docu-mentare anche le polemiche da essi suscitate; si incontrano, in questa serie, termini come
ale-mannismo, alfierismo, americani-smo, androginiamericani-smo, antirossini-smo, asiaticismo ecc. Infine,
esi-ste la possibilità di fare ricerche incrociate, creando "famiglie" di termini, sul genere di stile sacro,
messa solenne, basso continuo, sonata di gola e simili.
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l LesMu, di cui è già in prepa-razione una versione con le de-finizioni tradotte in inglese per il mercato internazionale, sembra dunque, già a una prima naviga-zione, uno strumento originale e utilissimo, non soltanto per i mu-sicologi e i cultori di lesmu-sicologia musicale, ma, torniamo a ripete-re, anche per gli italianisti, i lin-guisti, gli storici e gli studiosi di discipline dello spettacolo, i qua-li potranno ricavarne ampia mes-se di documenti e numerosi spunti per nuove ricerche. •g i o r g i o . p e s t e l l i @ u n i t o . i t G. Pestelli insegna storia della musica
all'Università di Torino