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DEL SACRO CUOR Di GESÙ’ .

L

E pratiche , che voi potete olTerya- re per il giorno della. Pesta, nóA

ì i t fono ’putito diverte da mi eli e , che ab­

biamo accennato per il primo Venerdì

■ delMefe, Non decórre x!uncjtìe cjui ri- peterle,ma potete ricorrere à quelle ste£

le , aggiungendovi fblo Hiaggiór atfceia*

zione |e più fervore , e praticando qual­

che mortificazione di più B e i l a fu a Vi­

gilia . Eccovi le paroieyche diÌTeGesù Cristo alla Venerabile Margherita (aio- prenddle il foo PivìftCuore dentarne*

rando le ingratitudini, che riceve da­

gli uomini ribelli , e infenfibbV verfo di lui * Perciò io ti chiede i chè li pri­

mo Venerdì .dopo / ’ Ottava .del Sxnrijfi- tuo Sacramento f a dedicato ad ùnti Fé*

Jia particolare per onorare il mia Cibare, facendogli riparazione d* onore con \ un

ammenda onorevole , ricevendo la Copiti- mone in tal giorno per riparate le Vyde*

gnità , eh* egli ha ricevuto nel tempo r in cui è fiato efpofio fu gli A ltari ,

e ti prometto , che il mio Cuore f i den­

terà per verfare con abbondanza le in fin bm

\e del fuo Divino Amore fopra quclity che gli renderanno quest’ onore. A h jfe

n o n a v e r e ur i c u o r e p i u d u r o d i u n dna- m a n t e * c o m e p o t i e r e n o n a r r e n d e r v i a l ­ l a p r e g h i e r a , c h e v i fa G e s ù C r i s t o mie-

de f i m o ì Egli è m a l n a t r a t o » e d o m a n d a c o m p a f l ì o n e , e c e m p e n f o d a v o i per^ i to rti, che gli lì fanno. Non è questa

estredia d egn atan e * che M f>io irriplorì q aafip ictà da una, creatura í . ¡Non farebbe una forpjelìdente"infcnih brìità , fe cmci^ra negaile al fuo Dio

"questa sì piccola grazia ? O mio Dio ,

& Amore » gli uomini non vi conofco.

no * ie peoíano* e riflettono a rali cofe, e non n eden torto V imprelfioiae , e la for*

;&a.JBifogoà non amarvi nulla?o quali n uh h ; peratìrar^ iucli^trò, e per Fate il fordo àtm ;a teñera , e tosi dolce preghibai Ma x^nyien dire anche pet altro , che g li uamini errino paco il bene' dell' a n iítá loro v e le tenerezze di Gesù Cri*

#to/ Fe oqn fi arrendono nè pure alle Ìue promefic , Che cofa è- mai quello , t i l t egli- Ila prcmeflo a chi gli rende ' -qrèst^ onore ? Di dilatare il fuo Cuore

iopra dì luí V ^ di vèr fari nell’ anima / u i^'abboñdaníemenre le influenze del

$\jb Divino amore, O Gesù mio , da.

x èn i io lo di accostar per un momento le labbra al fonte melifluo del vostro

^nantiiTimo Cuore . So che 1 anima mia insterà inebriata d-amore dopo aver gu­

atata una fola-goccia del preziofò liquo­

re , che featurifee da quell1 aperta Fe­

dita* e fi dimenticherà per Tempre di j-kutti -i-fiumi d’ Egi tto. E voi volete ferfarnii in feno tutta ìa piena di que­

sto bariamo dì faiute Í Copre farò io

pò-^V^faaégìista^creattìrà contenere turté

♦ quqsi acque nd mio fieno ft:n2a; restar

*oppreifia,e faiTqcata d*amore ? E pure vi è, chi non cura queste grazie, e for­

fè anche deride tacitamente in cuor fhot questi favori . Oh che questa è un* ani*»;

ma , che non ia , Gesù mio, che cola fia amarvi^ ed effere riamato da voi - O divoti del Sacrò Cuor di Gesù:; è que­

sta una delle grazie Kche dovete doman­

dare ip questo giorno, che tutti lo ami­

no, p provino per efperienza.che cofa iia ania^e Gesù, e amareGesù folo, e amare tutto in Gesù, e tutto amare per Gesù . r La Confiderazione, che qui ioggiiiìi*

c tratta parola per parola dalle me-- Citazioni, che il Padre Croiiìec ha re­

gistrate nel fuo libro fopm questa dir lozione* Egli l* ha adeguata per il pri­

vino Venerdì del Mefe; ma fecondo il

^metodo di questo hbricciuolo> avendo anche riguardo alle altre Coniideraziotii antecedenti , di cui questa diviene qua- fi un epilogo , ho giudicato opportuno di applicarla, per questo giorno ^irrore­

rete dopo la confiderazione 1* Ammen­

da onorevole al Sacro Cuore tanto co- . mune in tutti i libri di questa divozio-

« pe per eflere quel atto di compalfione.

e di rifateimento raccomandato da Ge­

sù Cristo medefimo alla Venerabile Mar-i

4gherita. In fine vi fi aggiungerà qoal- che altra piccola orazione tutte da re­

citarli a mifura della vostra divozione,

Te

fervore. Così iìa ,

C O N S I D E R A Z I O N E .

P E R IL G IO RN O D E L L A F E S T A .

P

Olfiamo rappr e (fintarci lo (lato com.

paifionevole, in cui fi trovò ridot.

to il Figliuolo di Dio nell’ Oliveto, quando permife alla fua immaginario- aie di rapprefentargli con tuttala viva­

cità poifihile, ccon tutte le circoftan- ze di maggior afflizione la grandezza, c .l’ indegnità de’ tormenti, e degli ebbro- brìi, che doveva fopportare da tre forte ; -di perdane fino alla fine de’ Secoli, dagli!

Ebrei, che non volevano riconofcerlo, da­

gli Eretici .che nconoicendolo non vor- debbono credere i fuoi benefizi, e da’ Fe­

deli medefimi, che credendoli non li

• pagherebbono, che d’ ingratitudine. A quella vada egli cominciò a temere, come dice i l Vangelo, ad annojarfi, e

ad cffer tttefto e finalmente cadde ìa Una fpecie ¿ ’ agonia > non ricevendo al­

cuna confolaziofte da alcuno, e ,nc ptt*

! re da’ Tuoi più fedeli difcepoK, co* qua*

: li fe ne lamentò, quando lor dille : 1/ a-

| nima mia è mefta fino alla morte* e

\ voi mi abbandonate vedendomi ridor* /

| to in un mifeiabile (lato? Immagi*

| niamoci » eòe Gesù Grillo faccia eoa

| noi quello lamento , c noi porgiamo

! 1 ' orecchio del cuore ad ascoltare le fitte j doglianze %

r

; P R I M O P U N T O *

| I Sentimznti del Cuore dì Gesà Crìfiù

\ , alla vifiu de tormenti t che doveva

: foffrire dalia crudeltà degliEhreì * i ■

C

Onfiderate, quali furono i fenti*

menti di Gesù Grillo, quando fi

! rapprefentò diftintamente da una parte

| ì benefizj Angolari , che aveva fatti £

; quel popolo, dalPaltra le crudeltà , ,e [ .gli oltraggi, eh* era per ricevere da quel ì ' medefimo popolo dopo tanti benetizj * Tutte le grazie, che avevano precedu-

; la la fua venuta, non erano (late loro r fatte, che in confiderazione de'meriti

| di GesùCrifto, Per quella Nazione fip*

!. golarmente j l Figliuolo di Dio ^ c r i I incarnato » In c{Ta con preferenza ad ogni

! i *

?f

: i p t

altra aveva (celti i Tuoi parenti,

ed

i fuoi amici » aveva farri i fnòj miraco*

l i, aveva predicata la fua dottrina ; e ì per tanti benefizj non riceve, che du­

rezza, che perfecuziodev c che obbro«

; Quanto indegnamente è flato egli trat-

I

tato in tutta la fua vita? ma che non I ha egli fofferto alla fua morte ì Vien prefo come un ladro , viene ftrafeina- to , come uno fcellerato per le oiedeih me ftrade, per le quali era flato coa- i

; ‘dottò pochi giorni prima iA trionfo, : come ilMeffia. E' percoifoda una guan*" I ciata come un infoiente in cafa di 'Cai** : fa è coperto di fputi come un beftem- :

; mi atore -r è trattato da facchino , e da ■ Re di Teatro, fatto per tutta una not­

te il traftullo d’ üna canaglia infolen- ] t e ? che gli fa mille oltraggi * E'tratta- n to da Erode come un pazzo , ed un : inflnfato; è condannato al flagello, co- I

*jne un miferahile fchiavo, pofpofto ad J uno fcellerato, come più malvagio di

lui*, finalmente condannato allá morte ( più ignòminiofa , ed inchiodato ad una [ Croce »dove fpira alla vifta ¿l’ un nu­

mero infinito di perfone ; da maggior ( parte delle quali erano Rate teflimonj ¡

JeTuoi miracoli anzi in favore delle, quali gli avea fatti, che fra quello grati, popolo il trovi nè pur uno* che fi di->

chiari;';per lui, e che ne abbia foldrr^eri-*

te coq^pafilone . Eglino pa/I^no, ezian­

dio dlìL-infenfibilità.fi-nò ài 4ifpiezzo ^ e dal difprezzo fino all’ orrore ed ;air

efecrazuone * Ma fono forfè ingannati f^

No : non fono ingannati * Sanno benif.

fimo , quanto la fua vita è fiata irre-i prenfibile , fanta, ed efempiare, mirai, coiola» benefattrice, e piena di mara­

viglie , e perciò lo perfcguitaao , '

Tutto ciò fi prefentò chiaramente, e, dillintà mente a GesùCriflo: conobbe beniiltmo la dignità della fila per fon a *.

la grandezza de’ faci benenzj, il difia^

terelfe/del fuo , amore, e T indegni-, tà , la baflèzza >,Ja rabbia , e fa mafi^

zia di quelli , che lo^ trattarono co»

tanta crudeltà . .. ,

.Un' Anima gra^^^foprattutta quan- do ha un grand'amore, e fpera: fojxren*

do dì far coiiofcerc fa fua palilo ne, c capaceli d e d ic a rfifp o n t a ne a in en re a Tu p- plizii. Ma quanto più ella, ha di gene- rofità, e di tenerezza, tanto più dura fatica a fopportar l'ingiuftizia, e l'in ­ gratitudine: foprattutta quando fi veda Tacrificata all* invidia de’ fuoi nemici > e

tradita da quelli ; da* quali aveva mò*

X J A

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ti v© d* afpettar ddP'Ìjtito nella fua diigra#

zia , e quando vede, che tutto ciò , eh*

cita foifre, non è capace d’ infpirar Ioni il menomofentimento di compaifione, Nefiiin uomo mai fi rappreféntò le cofe in tutte quefte circoflanze piò fot*

temente, e più dipintamente di Gesù C rifto . Neffiin Uomo ebbe un Cuore vnù generofo , e per confluenza più fenfibile all* ingratitudine * Da qual tor­

rente d’ amarezza quello Sacro Cuore fu allora inondato, rapprefentandofi ciò, che aveva fatto per quel popolo, e ciò;

che quel popolo era per fare contro di lui i Giudichiamo noi medefuni, che abbiamo tanto fentimento al menomo dìfprezzo, fingolarmente, quando viene dalia parte di quelli , che abbiamo mag­

giormente obbligati ; giudichiamo » quali tfovtfvado eflere ì fentì menti di Gesù Crifto alla vifta di quello fpettacole.

Bifogna, che il dolore» onde il firn Cuore fu come oppreflb , fi* flato mot to crudele# poiché è il folo tormentò della padrone, di cui Gesù Crifto fi fia lamentata* L ’ anima mia è meda fino alla morte , dice egli a’ fuor DiÌcepoIi, t voi mi abbandonate„ vedendomi ri­

dotto in uno flato sì compaiTIonevoIe?

Attendile, et videi e , f i efi dolor fieni iolòr metti ì Cònfitkrate* e vedete# fe