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Glossario sull’olivicoltura

Allegagione [liàri]: passaggio degli ovari dei fiori allo stato di frutti, dopo che è avvenuta la

fecondazione degli ovuli in essi contenuti, i quali si trasformano in semi.

Autogamia: autofertilità. Il fiore dell’olivo, essendo ermafrodito, dovrebbe avere la maturazione

contemporanea dei suoi organi. Nella pratica, questa condizione non si realizza.

Autosterile (varietà): la maggior parte delle varietà degli olivi coltivati in Italia è autosterile, ovvero

per la fecondazione serve il polline di altre varietà. La fecondazione degli olivi è, pertanto, eterogama.

Bacchiatura: operazione che consiste nel provocare la caduta delle olive, colpendo la chioma col

“bacchio”, ovvero con una robusta e lunga pertica [viriuni]. I danni che si arrecano alle piante, quando si provoca la rottura di rami fruttiferi, possono essere assai gravi.

Brucatura [spiricuḍḍari]: sistema più razionale di raccolta delle olive. Consiste nello staccare con le

mani le olive direttamente dalle piante e nel riporle negli appositi contenitori [panàra o cascittíni]. Questo sistema consente di raccogliere nel momento più adeguato in relazione al grado di maturazione desiderato. Non arreca danni alla pianta: le olive raccolte, senza essere state sottoposte a giacenze a terra, sono dedicate alla preparazione degli olii più pregiati, per esempio l’ogghiu virdièḍḍu.

Carie (dell’olivo): parassita della famiglia delle “Orobancacee”. I succhiatoi del parassita aderiscono

perfettamente alle cellule dell’ospite, penetrano sino ai fasci vascolari di questo per assorbirne il nutrimento.

Cascola [cadùta o carùta]: caduta precoce dei fiori o frutti delle olive, derivante da debolezza

organica della pianta oppure da agenti atmosferici o patogeni. Alcune tipologie di olivi sono particolarmente propensi a questo fenomeno.

Cocciniglia nera: insetto piccolissimo, chiamato anche pidocchio dell’olivo (Lecanium oleae).

Attacca le foglie e i rami dell’olivo. Gli alberi affetti perdono il fogliame, deperiscono e la fruttificazione viene arrestata.

Distiche (foglie): foglie opposte, che si trovano, cioè, sui lati opposti del fusto.

Drupa [alíva]: frutto dell’olivo. È composto da tre parti, che sono dall’esterno all’interno: l’epicarpo

o esocarpo, il mesocarpo e l’endocarpo.

Endocarpo [ossu]: parte più interna dei tre strati che costituiscono il frutto.

Esocarpo [scorcia]: strato membranoso, che avvolge il frutto. Può essere chiamato anche epicarpo. Filippia (dell’olivo): cocciniglia che vive sulla pagina inferiore dell’olivo. I suoi danni non sono tanto

rilevanti perché generalmente attacca le piante già deperite o trascurate.

Innesto: unione di due piante. La pianta o la parte di pianta su cui si pratica l’innesto si chiama

“soggetto”, la pianta o parte di essa che si vuole unire al soggetto si chiama “marza”. Entrambi gli elementi vengono tagliati con un taglio netto e vengono fatti combaciare. Infine, viene legato il punto di unione. Tra i due organismi che si vogliono fondere per innesto ci deve essere un rapporto di parentela: quanto più questa è prossima tanto più l’innesto sarà valido.

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Invaiatura: cambiamento di colore delle olive, che si determina quando stanno per raggiungere la

maturità.

Lanceolate (foglie): foglie a lembo stretto.

Lebbra (dell’olivo): malattia dovuta all’azione di un fungo parassita, che determina tumori irregolari,

specialmente nella zona del colletto dell’albero [u zuccu].

Lupa (dell’olivo): sinonimo di carie dell’olivo.

Mesocarpo [purpa]: strato medio del frutto tra l’esocarpo e l’endocarpo. Mignolatura: fioritura dell’olivo, che avviene da aprile a giugno.

Morchia [fezza]: residuo dell’estrazione dell’olio dalle olive d’aspetto poltiglioso (feccia).

Mosca (dell’olivo) [musca]: dittero lungo 5/6 mm. Le femmine depongono le loro uova sulla drupa,

forandola. Le larve scavano nella polpa gallerie, che aumentano in grandezza via via che le larve crescono. I danni arrecati dall’insetto sono spesso gravissimi, sia per la caduta precoce dei frutti, sia per la perdita della polpa, sai per lo sviluppo delle infezioni batteriche.

Occhio di pavone: nome volgare di una malattia dell’olivo determinata da un fungo (Cycloconium

oleoginum), che attacca le foglie. Le macchie prodotte dalla malattia si presentano tondeggianti, grigio-verdi nel centro e rossastri nella periferia.

Ovulo: nelle piante (ma anche negli animali) rappresenta l’elemento femminile. Nell’olivicoltura gli

ovuli vengono interrati per determinare la germogliazione.

Pettine (per olive): attrezzo dalla forma di pettine congegnato per facilitare l’operazione di brucatura. Pollone: tenero ramicello appena nato dal piede dell’albero. Costituisce un livello vegetativo più

avanzato rispetto all’ovulo. Le piante che sono in grado di emettere polloni sono chiamate pollonifere. I polloni, una volta estratti, vengono interrati per la germogliazione.

Potatura [munnatura; munna e rimunna]: operazione che permette non solo di dare una forma alle

piante ma anche di raggiungere un ottimo livello di produttività. La potatura va sempre eseguita da mani esperte e con criterio perché, se fatta male, arreca danno alla pianta più che se si lasciasse questa in abbandono completo. Serve a ringiovanire la pianta e a regolarne lo sviluppo, permettendo di ottenere una produzione abbondante e costante. Le operazioni di potatura che si praticano durante il riposo della pianta vengono chiamate “potatura invernale”, quelle, invece, che si praticano in corso di vegetazione appartengono alla “potatura estiva”.

Punteruolo (dell’olivo): coleottero dalle dimensioni piccole o medie. La femmina depone le uova nel

fondo di un foro, che arriva sino al nòcciolo delle olive. Le larve penetrano e prendono tutto il nutrimento loro necessario. Le drupe bucherellate, se sono molto colpite, cadono ancora piccolissime oppure rimangono sulla pianta, ma si raggrinzano.

Raccattatura: raccolta delle olive che cadono spontaneamente a terra. La caduta, di norma, avviene

quando le olive hanno raggiunto un grado di maturazione molto avanzato o se intervengono altre cause (venti, parassiti, etc.). Poiché questo sistema di raccolta lascia le olive a terra per giorni, al sole, alla pioggia e a tutti gli altri agenti atmosferici, non rappresenta un metodo razionale.

Rogna (dell’olivo): malattia che può essere chiamata anche “Tubercolosi dell’olivo”. È provocata da

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verdastro, nel giro di pochi mesi, diventano notevoli (anche 40 cm.) e producono un certo numero di tubercoli. I danni della rogna sono ingenti, perché le piante affette perdono il vigore fino a morire.

Scuotitura: operazione di raccolta che prevede, per olivi di considerevole sviluppo, che un operaio

[cutulàturi] salga sulle piante, afferri i rami e li scuota per provocare il distacco delle olive, che vanno a cadere sul suolo.

Talea: è una parte di vegetale (in questo caso d’olivo) con una o più gemme che, messa nel terreno

in certe condizioni, sviluppa germogli e radici, originando una pianta identica a quella da cui è stata estratta. È un metodo di moltiplicazione della pianta, che riceve in un secondo momento l’innesto.

Tignola (dell’olivo): farfalla, appartenente alla famiglia delle “Iponomentidi”, dannosa, come

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Olea bis villae utilis est, cibo oleoque, quod non solum corpus intus eliquescit, sed etiam extra unguit. Itaque prodest domino in balneo et gymnasio. (…).

Ex olea fructus duplex est: oleum, quod omnibus notum est, et amurca, cuius utilitatem ignorant plerique; potest videri e trapetibus in agros fluere ac terram non solum denigrare, sed etiam siccare. Modica amurca autem ad agri cultum utilis est: circa arborum radices infundi solet, maxime ad oleam, et ubicumque in agro herba nocet.

[L’olivo è due volte utile all’azienda agricola, perché non solo lubrifica il corpo internamente ma anche perché costituisce un unguento per il corpo esternamente. In tal modo è utile al padrone dell’azienda nei bagni e nella palestra. (…).

Il frutto dell’olivo è doppio: l’olio, che è conosciuto da tutti, e la feccia, la cui utilità in molti la ignorano, può sembrare che scorra dai frantoi sino ai campi e può sembrare non solo che renda scura la terra ma anche che la renda secca ed arida. La feccia, in quantità moderata, invece, è utile alla coltivazione del campo: la si suole versare nei pressi delle radici degli alberi, soprattutto intorno agli alberi di olivo e là dove l’erba infesta il campo].

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Capitolo II

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