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GRAN BRETAGNA

La Gran Bretagna ha sempre avuto forti legami con la Nigeria dovuti al passato coloniale e oggi rimane il secondo partner commerciale per importanza nell’Africa sub-sahariana.

Come gli Stati Uniti, anche loro hanno sempre fornito sostegno e addestramento militare atto alla professionalizzazione dell’esercito nigeriano e al mantenimento della pace all’interno del Paese.

A marzo 2013 le due nazioni hanno firmato un Memorandum di Intesa (MOU) della durata di cinque anni che rinforzasse la cooperazione bilaterale per prevenire la pirateria e il terrorismo e al cui centro risiedeva la questione del furto di petrolio nella regione del delta del Niger. Nel documento Boko Haram veniva solamente definito come una minaccia per gli interessi britannici nella regione.246

Infatti, questa fusione tra anti-pirateria e furti di petrolio da una parte e terrorismo dall’altra è stata fortemente criticata.

In seguito però all’aggravamento della situazione nel nord della Nigeria, le azioni di antiterrorismo sono diventate la priorità nei rapporti tra le due nazioni.

Nel 2011 l’incontro tra l’ex Presidente Jonathan e il Primo Ministro Cameron ha portato alla creazione di un nuovo quadro di cooperazione

244

M. T. McCaul, P. Meehan e P. T. King, Boko Haram: Growing Threat to the U.S. Homeland, US House of Representatives, 13 Settembre 2013

245 E. Onyabo, Perchè la Nigeria è indifesa di fronte a Boko Haram, Internazionale, 15 Gennaio 2015,

http://www.internazionale.it/opinione/emeka-onyabo/2015/01/15/perche-la-nigeria-e-indifesa-di-fronte-a-boko- haram

246 M. Lowe, Nigeria, UK sign MoU on Security, Maritime Security Review, 8 Marzo 2013,

103 antiterrorismo in cui la Gran Bretagna si impegnava a fornire consiglieri e aiutanti nella formazione di specialisti antiterrorismo nigeriani.247

La più importante cooperazione militare, purtroppo non andata a buon fine, si ebbe nel 2012 quando le Forze Speciali Britanniche parteciparono all’operazione di salvataggio di Chris McManus e Franco Lamolinara. Il fallimento portò Londra a proscrivere Ansaru come FTO lo stesso anno. Nel 2013 un rapporto finanziato dall’Unione Europea ha criticato l’esagerato sostegno fornito dall’esercito britannico alla Nigeria (quasi 12 milioni di sterline tra il 2001 e il 2010), reputato prima di tutto come un modo per voler proteggere gli interessi britannici nella regione del delta, in più non si è tenuto conto di come le forze di sicurezza nigeriane avrebbero usato il nuovo equipaggiamento e le nuove abilità acquisite, data la cattiva reputazione che si erano guadagnati.248

Cosi come gli Stati Uniti, queste preoccupazioni avevano colpito anche la Gran Bretagna.

Simon Shercliff, capo del Dipartimento di Antiterrorismo del Foreign &

Commonwealth Office (FCO), ha evidenziato il dilemma posto dal

cooperare con nazioni che a volte falliscono nel rispettare i diritti umani: “(…)Così non assistiamo i nigeriani nei sopralluoghi e nello scovare i terroristi, perché è nel nostro interesse nazionale, e allo stesso tempo continuiamo ad esortarli a svolgere il loro lavoro mantenendo gli standard internazionali di diritti umani. Non si può fare l’uno senza l’altro”.249

Poco dopo la proscrizione di Ansaru e Boko Haram come organizzazioni terroristiche, spiacevole fu l’accaduto di Woolwich nel marzo 2013, a sud di Londra, in cui due inglesi di origine nigeriana hanno ucciso un poliziotto inglese. I colpevoli erano nati come cristiani poi convertitesi all’Islam e uno dei due, Michael Adebolajo, era presumibilmente collegato

247 Nigeria and UK announce counter-terrorism co-operation agreement, Jane’s Intelligence Weekly, 20 Luglio 2011 248

Sharoka. ARMED EXTRACTION. The UK Military in Nigeria, Platform, 17 Agosto 2013, http://platformlondon.org/p- publications/armed-extraction/

249 Foreign Affairs Committee. Seventh Report. The UK’s response to extremism and instability in North and West

104 ad un organizzazione islamica bandita, al-Muhjiron, con sede proprio in Gran Bretagna.250

L’evento venne subito trattato come atto terroristico senza aver considerato il fatto che i responsabili fossero terroristi “nati in casa”.

La Comolli, a cui venne chiesto un parere riguardo l’accaduto, rimane tutt’ora dell’idea che non esista alcuna connessione tra le attività estremiste in Gran Bretagna e ciò che accade in Nigeria: né Muhammad Yusuf né Abubakar Shekau vengono presi come fonte di ispirazione al di fuori della Nigeria e dei suoi immediati vicini.251

Come nel caso degli Stati Uniti, l’ambizione esclusivamente locale di Boko Haram di islamizzare la Nigeria e le sue limitate capacità rendono improbabile un attacco nei confronti della Gran Bretanga. Più a rischio invece risultano essere quei britannici che vivono sul suolo nigeriano.

Inoltre bisogna tener conto che su 1.5 milioni di nigeriani che vivono in Gran Bretagna, tra cui molti di cittadinanza inglese, la maggior parte sono di religione cristiana contro soltanto il 9% di religione musulmana.252

Si tratta, tra l’altro, di professionisti istruiti e lavoratori, e sappiamo bene che Boko Haram ha più presa su giovani uomini disoccupati.

Pertanto iniziative come Nigeria Stability and Reconciliation Programme (Programma per la Stabilità e la Riconciliazione in Nigeria), implementate dal Consiglio Britannico, sono molto importanti nell’affrontare quei fattori economici che spingono la popolazione ad appoggiare le rivolte e nel lavorare per ridurre i malcontenti dovuti alla scarsità di lavoro per i giovani e alla diseguale distribuzione delle risorse in Nigeria.253

250

D. Casciani, Woolwich: How did Michael Adebolajo become a killer?, BBC News, 19 Dicembre 2013,

http://www.bbc.co.uk/news/magazine-25424290

251

V. Comolli, Is Nigerian extremism really a threat to the UK?, IISS Voices, 8 Luglio 2013,

http://www.iiss.org/en/iiss%20voices/blogsections/iiss-voices-2013-1e35/july-2013-a513/nigeria-extremism-98b5

252 Nigerians in the UK, Central Association of Nigerians in the United Kingdom, http://www.canuk.org.uk/ 253

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