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nella Grande guerra

III.1. Gli obiettivi di guerra dell’Impero zarista durante la neutralità turca Quando l’Impero ottomano entra nella Prima guerra mondiale al fianco de- gli imperi centrali per la Russia si apre un nuovo fronte di terra, il caucasico. Essa viene coinvolta inoltre, sia pure con un impegno militare molto circoscritto, in alcun modo comparabile con quello dispiegato sui fronti terrestri, anche nel conflitto che si svolge nel Mediterraneo orientale, dominato dalla questione del controllo degli Stretti e dai progetti intorno all’occupazione di Costantinopoli.

Nella discussione sugli obiettivi di guerra dell’Impero zarista ci si è sofferma- ti in passato sulla controversa interpretazione dei cosiddetti “tredici punti” del ministro degli Esteri zarista Sergej Sazonov1: si tratta in realtà di una conversa-

zione informale avuta da quest’ultimo intorno alla metà di settembre 1914 con gli ambasciatori francese Paléologue e inglese Buchanan (vedi supra, capitolo se- condo). Dal confronto tra i rispettivi resoconti emergono alcuni punti fermi che illustrano l’orientamento del governo russo: la priorità accordata alla sconfitta della Germania e dei suoi obiettivi egemonici; una definizione delle auspicabili acquisizioni territoriali della Russia che tiene conto del principio di nazionalità e dunque non è propensa a incorporare ampie porzioni di territorio prussiano, ma solo la zona della foce del Niemen; la volontà di accorpare al ricostituito Regno di Polonia i territori polacchi sotto sovranità tedesca, in nome della riunificazione della Polonia nel quadro della sovranità imperiale russa; l’annessione diretta alla Russia della Galizia orientale e della Bucovina, con la quale si intende portare a compimento l’obiettivo nazionale di riunificazione nel Rossijskaja imperija di tut-

1 W. A. Renzi, Who Composed “Sazonov’s Thirteen Points”? A Re-Examination of Russia’s War

Aims of 1914, in «The American Historical Review», 2, 1983, pp. 347-357.

Capitolo III. Il conflitto

con l’Impero ottomano

ti i territori iskonno-russkie (russi da tempo immemore)2. Secondo il resoconto di

Buchanan, in quella occasione Sazonov aveva fatto solo qualche vago cenno alla questione degli Stretti, auspicando che venisse regolata in modo soddisfacente per gli interessi russi3.

La politica estera dell’Impero zarista nel primo scorcio del XX secolo ave- va manifestato un certo attivismo intorno alla questione degli Stretti: in sede diplomatica erano state assunte iniziative volte a sondare il terreno in vista di una revisione delle norme che regolavano il transito dal mar Nero al mar Medi- terraneo in diverse occasioni, quali le trattative intorno a Persia, Afghanistan e Tibet sfociate negli accordi anglo-russi del 1907, la crisi bosniaca del 1908-09, il divampare della guerra italo-turca nel 19114. L’esito di quest’ultima, alla quale

si era accompagnata nel 1912 per un breve periodo la chiusura degli Stretti, e soprattutto le vicende della prima guerra balcanica avevano inaugurato però una fase di maggior cautela, accompagnata da un intenso lavorio ministeriale intorno alle opzioni da vagliare per tutelare al meglio gli interessi dell’Impero zarista in relazione al cruciale nodo dell’accesso agli Stretti5: l’ulteriore indebolimento tur-

co nel 1912-13 spingeva i russi a ragionare intorno ai possibili scenari aperti da un eventuale crollo ottomano. Mentre si considerava opportuno mettere in cam- po iniziative politiche e diplomatiche che puntellassero il “grande malato”, osta- colando al tempo stesso i tentativi delle altre potenze di acquisire una posizione politica e militare influente a Istanbul, ci si preparava alla eventualità che in un futuro non lontano una nuova crisi internazionale avrebbe creato le premesse per istituire un controllo diretto russo sugli Stretti, considerato inevitabile in assenza di adeguate garanzie per il libero passaggio delle navi russe.

In relazione alla frontiera caucasica ciò comportava un’acuita percezione dei rischi di destabilizzazione dell’area, e un’attitudine più attiva nel coltivare le rela- zioni con le popolazioni non turche dislocate oltre i confini, in particolare i curdi

2 Si veda G. Cigliano, Identità nazionale e periferie imperiali. Il dibattito politico e intellettuale

sulla questione ucraina nella Russia zarista. Volume II, 1914-1917, Firenze, editpress, 2014.

3 W. A. Renzi, Who Composed, cit., p. 350.

4 Cfr. Ju. Luneva, Bosfor i Dardanelly. Tajnye provokacii nakanune Pervoj mirovoj vojny (1908-

1914), Moskva, Kvadriga – Ob. Red. MVD Rossii, 2010.

5 R.P. Bobroff, Behind the Balkan Wars: Russian Policy toward Bulgaria and the Turkish Straits,

e gli armeni6. La prospettiva più temuta però era che nel controllo degli Stretti

subentrasse al “grande malato” una potenza forte, in grado di infliggere un pe- sante danno, economico, politico e militare agli interessi della Russia. Si conside- rava dunque preferibile preservare lo status quo, almeno fino a quando la capacità militare russa sul mar Nero sarebbe stata in grado di supportare l’iniziativa po- litica e diplomatica7. Scetticismo e preoccupazione suscitavano inoltre le ipotesi

di neutralizzazione degli Stretti, che raccoglievano il favore della Gran Bretagna, considerate più rischiose per la tutela degli interessi russi sul mar Nero di quan- to non fosse il controllo da parte di un Impero turco indebolito e interessato a preservare buoni rapporti con la Russia: interessante documento per ricostruire i ragionamenti del ministero degli Esteri zarista intorno alla questione degli Stretti in questa fase è la lettera segretissima inviata da Sazonov all’ambasciatore a Parigi (e suo predecessore a capo del ministero) A. Izvol’skij il 28 novembre 19128.

All’inizio dell’estate 1913 l’orientamento dei ministeri della Marina e degli Esteri è già ben delineato: avviare il rafforzamento della flotta sul mar Nero mentre si preservava l’assetto esistente, vale a dire il controllo turco sugli Stretti, per evitare che altri pretendenti potessero subentrare prima che la Russia fosse militarmente pronta9. ll 10 giugno Aleksandr Nemitc, capitano di secondo rango

presso lo Stato maggiore della Marina, dove aveva lavorato nella sezione storica studiando approfonditamente l’esperienza della guerra russo-giapponese, sotto- pone, alcuni giorni dopo aver avuto un incontro con il capo della cancelleria presso il ministero degli Esteri, barone Šilling, un memorandum al collaboratore di quest’ultimo, Nikolaj Bazili, nel quale si sottolinea l’urgenza di potenziare la flotta per essere pronti a subentrare all’Impero ottomano nel controllo degli Stretti, il che sarebbe potuto verosimilmente accadere nel 1917-19. Il persegui- mento di questo obiettivo, scrive Nemitc, è funzionale all’intento, motivato da ragioni di carattere economico, geo-strategico e storico, di conseguire lo sbocco russo al Mediterraneo10. Questo memorandum, rimarca Zacher, costituisce la

6 M. A. Reynolds, Shattering Empires. The Clash and Collapse of the Ottoman and Russia Empi-

res, 1908-1918, New York, Cambridge University Press, 2011, pp. 72-73.

7 Ju. Luneva, Bosfor i Dardanelly, cit., p. 241.

8 E. Adamov, Vopros o Prolivach i o Konstantinopole v meždunarodnoj politike v 1908-1917 gg.,

in Kostantinopol’ i Prolivy. Po sekretnym dokumentam b. ministerstva Inostrannych del, a cura di E. Adamov, vol. I, Izd. Litizdata NKID, Moskva, 1925, pp. 51-53.

9 Ja. Zacher, Konstantinopol’ i Prolivy, in «Krasnyj Archiv», VI, 1924, p. 65. 10 Ivi, p. 66.

base della relazione dello Stato maggiore della Marina sottoposta al ministro I. Grigorovič il 7 novembre 1913 e da quest’ultimo pienamente sottoscritta, nonché del documento presentato dal ministero della Marina allo zar il 22 dicembre e approvato da Nicola II otto giorni dopo, e anche della relazione di Sazonov per lo zar del 23 novembre 191311, accompagnata da una zapiska «Sulla necessità di

ampliare le nostre forze navali sul mar Nero» nella quale si avverte che nel 1914- 16 la preminenza sul mar Nero passerà alla flotta turca, situazione che solo nel 1917 potrà essere riequilibrata12.

Sazonov definisce come obiettivo principale da perseguire il libero accesso della Russia al Mediterraneo, tanto più in considerazione della preminenza dei tedeschi sul Baltico. Egli ribadisce che per la Russia non è desiderabile la dissolu- zione della Turchia, e bisogna adoperarsi diplomaticamente perché essa avvenga il più tardi possibile; al tempo stesso tutto fa pensare, afferma, che la «questione di Oriente» perverrà a soluzione nei prossimi anni, sicchè la Russia deve essere pronta a fare la propria parte, quando verrà il momento, predisponendo un’a- deguata mobilitazione di truppe da sbarco, rafforzando la rete ferroviaria nei territori circostanti il mar Nero, potenziando adeguatamente la flotta. Priorita- rio è impedire che gli Stretti finiscano nelle mani di uno Stato forte: il danno economico inferto all’esportazione di grano nel 1912 dalla loro chiusura è stato rilevante, e non si può consentire tale dipendenza dell’economia russa da un altro Stato, che inoltre da quella posizione svolgerebbe anche un ruolo egemonico nei Balcani e verso il Medio Oriente. Anche nel caso di neutralizzazione degli Stret- ti, argomenta, la posizione della Russia sarebbe garantita solo in tempo di pace: in caso di guerra l’assenza di fortificazioni ne renderebbe più facile la conquista da parte di un’altra potenza e solo un’adeguata capacità militare russa nell’area potrebbe tutelare gli interessi imperiali. È interessante che a conclusione della propria relazione Sazonov dichiari la necessità di non farsi guidare, nell’affron- tare la questione degli Stretti e di Costantinopoli, da «sogni astratti» e «fervori per la missione della Russia»13: il suo atteggiamento conoscerà su questo punto,

11 Ivi, pp. 69-76.

12 Ja. Zacher, Konstantinopol’ i prolivy (Očerki iz istorii diplomatii nakanune mirovoj vojny), in

«Krasnyj Archiv», VII, 1924, p. 32. La consegna delle quattro corazzate commissionate dai tur- chi nel corso del 1914 avrebbe sbilanciato gravemente i rapporti di forza nell’area, in ragione del fatto che le corazzate russe in costruzione non sarebbero state pronte prima della fine del 1915.

come si vedrà più avanti, un significativo mutamento nel corso della Prima guer- ra mondiale.

Il ministero della Marina aderisce pienamente alle posizioni di Sazonov sulla necessità di potenziare la flotta del mar Nero per essere pronti in caso di soluzio- ne della «questione d’Oriente». Nel documento firmato dal ministro Grigorovič e dal principe Liven, approvato da Nicola II il 30 dicembre 1913, si afferma inoltre che per garantire pienamente lo sbocco al Mediterraneo della Russia bisogna rafforzare la presenza russa non solo nel mar Nero, ma anche nel mar Egeo, trasferendovi una squadra della flotta del Baltico14. Si ribadisce infine con forza

l’importanza di conseguire «il predominio sul mare nel canale di Costantino- poli» attraverso un «lavoro intenso e scrupoloso» che dovrà coinvolgere anche altri ministeri15. Zacher per un verso rileva l’ampia sintonia tra i ministeri degli

Esteri e della Marina: quest’ultimo non si limita a riprendere letteralmente le pa- role di Sazonov per definire gli obiettivi politici da perseguire sul mar Nero, ma sente il bisogno di esplicitare la propria piena adesione alla linea di ferma difesa dello status quo dettata dal ministro degli Esteri; per altro verso definisce cor- rettamente la posizione di quest’ultimo come più incline al difensivismo rispetto all’atteggiamento aggressivo del dicastero della Marina, e rileva poi che questa differenziazione viene ridimensionandosi in seguito alla nuova crisi politico-di- plomatica russo-turca scaturita dal rafforzarsi della presenza tedesca nell’area de- gli Stretti16.

In seguito alla nomina, avvenuta nel novembre 1913, del generale tedesco Liman von Sanders a capo della guarnigione militare turca di Istanbul, le preoc- cupazioni russe compiono un salto di qualità: nella relazione presentata allo zar da Sazonov il 23 dicembre il ministro degli Esteri sottolinea tutta la gravità della situazione, e non esclude la possibilità che la Germania assuma un atteggiamento di difesa intransigente di difesa della Turchia dalle pressioni russe e che questo si traduca nel «rischio di serie complicazioni europee». Al tempo stesso fa presente a Nicola II che un atteggiamento arrendevole e non sufficientemente assertivo da parte della Russia su una questione così importante equivarrebbe «a una grande sconfitta politica e potrebbe avere le conseguenze più infauste» e prefigura la pos-

14 Ja. Zacher, Konstantinopol’ i Prolivy (Očerki, cit., p. 36. 15 Ibidem.

sibilità di sbarco di truppe alleate sul suolo turco e di occupazione di alcuni porti per indurre la Sublime Porta a cedere17.

Anche dopo aver ottenuto soddisfazione formale con la rimozione del gene- rale tedesco dall’incarico i vertici russi sono tutt’altro che tranquilli e il riorien- tamento verso una prospettiva che non esclude in via di principio la possibilità che le tensioni sbocchino in una «guerra europea» non muta, dal momento che la crescente influenza politico-militare tedesca nell’Impero ottomano, e in par- ticolare nell’area degli Stretti, è ormai un dato della realtà non modificato nella sostanza da avvicendamenti individuali. Nel gennaio 1914 Grigorovič sollecita l’acquisto di quattro corazzate, da dislocare nel mare Egeo (il presidente del Con- siglio dei ministri V. Kokovcov, che in politica estera era in continuità con la li- nea di Stolypin e aveva manifestato contrarietà nei confronti della svolta politica di Sazonov18, aveva posto il problema di come fare per farle passare attraverso gli

Stretti) per esercitare pressione sulla Turchia19. La sostituzione di Kokovcov con

I. Goremykin, avvenuta alla fine di gennaio, non fa che accentuare queste linee di tendenza della politica zarista.

Alla Conferenza speciale sugli Stretti svoltasi l’8(21) febbraio 1914 sotto la presidenza di Sazonov prendono parte tra gli altri il ministro Grigorovič, l’amba- sciatore a Costantinopoli Michail Girs, il viceministro degli Esteri A. Neratov, il principe G. Trubeckoj e il capitano A. Nemitc. Il ministro degli Esteri ribadisce con forza la propria posizione politica: se le cose si mettono in modo tale da prospettare il passaggio degli Stretti a un’altra potenza, la Russia deve tutelare i propri interessi, e «potrebbe perciò essere costretta a prenderli, per poi instaurare in una forma o nell’altra un ordine di cose sul Bosforo e sui Dardanelli conforme ai propri interessi»20. Nel corso della discussione si affrontano gli aspetti tecnici

di un’eventuale presa degli Stretti e il tema dell’opportunità di un’operazione di sbarco per prendere Costantinopoli. Si mette in chiaro che quest’ultima sarebbe possibile solo qualora le forze armate non fossero impegnate sul fronte occidenta- le, e che dovrebbero preventivamente trovare soluzione i grossi problemi connessi

17 Ivi, p. 42.

18 Si veda la Conferenza speciale del 31 dicembre 1913 presieduta dallo stesso Kokovcov, ivi,

pp. 47-48.

19 Ivi, p. 50. 20 Ivi, p. 52.

al trasporto delle truppe21. Le proposte di potenziamento della flotta però non

sono immediatamente recepite dal governo e lo scoppio della Prima guerra mon- diale rende impossibile anche il trasferimento di navi da guerra russe dal Baltico al Mediterraneo, prospettato dal vice ammiraglio A. Rusin agli alleati francesi durante la sua visita a Parigi del giugno 1914 per contrastare la presenza delle due navi tedesche Goeben e Breslau nella regione22.

Durante i primi tre mesi del conflitto, come sottolinea adeguatamente Bo- broff, la Russia rimane «fedele alla sua politica prebellica sulla questione degli Stretti»: obiettivo prioritario di Sazonov è evitare ogni azione che possa inco- raggiare la fine della neutralità della Turchia, rimasta formalmente fuori dalla guerra fino alla fine di ottobre, tanto più in considerazione della necessità di far convergere tutte le forze disponibili sul fronte occidentale23. Mustafa Aksakal,

intento a dimostrare come la percezione della minaccia esistenziale proveniente dall’Impero zarista sia stata decisiva nello spingere l’impero turco ad allearsi con la Germania e a scendere in guerra accanto agli imperi centrali24, minimizza

la rilevanza delle considerazioni di Bobroff riguardo alle intenzioni di Sazonov, e sostiene, con discutibile semplificazione, che l’obiettivo di impadronirsi degli Stretti e di Istanbul, noto sin dalla crisi bosniaca del 1908, avrebbe ispirato tutta la politica russa tra le guerre balcaniche e lo scoppio della guerra25.

L’ambasciatore a Costantinopoli Girs il 5 agosto (23 luglio) 1914 invia a Sazo- nov due telegrammi urgenti: nel primo racconta dell’incontro avuto dal generale Leont’ev con Ismail Enver Pasha, nel corso del quale quest’ultimo aveva manife- stato all’interlocutore la volontà di tranquillizzare in ogni modo l’Impero zari- sta sul carattere non minaccioso della mobilitazione generale appena intrapresa, promettendo anche di allontanare se necessario divisioni dal fronte caucasico, e aveva assicurato che «la Turchia adesso non è legata a nessuno e agirà in accordo

21 Ivi, p. 51. Cfr. anche Ju. Luneva, Bosfor i Dardanelly, cit., p. 203. Il 24 giugno Rusin scriverà

della possibilità di preparare uno sbarco a Costantinopoli per dopo il 1917.

22 O. Ajrapetov, Učastie Rossijskoj imperii v Pervoj mirovoj vojne (1914-1917). 1914 god. Načalo,

Moskva, Kučkovo pole, 2014, pp. 251-252.

23 R.P. Bobroff, Roads to Glory. Late Imperial Russia and the Turkish Straits, London-New York,

I.B. Tauris, 2006, pp. 96-97.

24 M. Aksakal, The Ottoman Road to War in 1914. The Ottoman Empire and the First World War,

New York, Cambridge University Press, 2008.

con i propri interessi»26; nel secondo ipotizza che la Turchia possa decidere di

schierarsi con l’Intesa, e pur chiarendo di non fidarsi affatto della sincerità delle sue intenzioni, sostiene l’opportunità per la Russia di evitare ogni iniziativa che possa sospingerla tra le braccia del nemico27. In realtà un accordo difensivo tur-

co-tedesco era già stato segretamente stipulato il 2 agosto, in virtù del quale, in caso di ingresso in guerra della Russia, gli obblighi di alleanza della Germania verso l’Austria-Ungheria si sarebbero estesi anche all’Impero ottomano. Al secon- do telegramma di Girs Aksakal attribuisce grande rilevanza: l’ambasciatore russo afferma che l’idea di una lega balcanica comprensiva della Turchia potrebbe esse- re utile per la Russia «fino al momento in cui le circostanze non consentiranno di insediarci fermamente sugli Stretti» e il telegramma viene intercettato dai turchi, che ne ricavano ulteriore conferma dei propri timori rispetto alle effettive inten- zioni russe28.

La Turchia in mobilitazione ufficialmente continua a ribadire la volontà di rimanere neutrale, conduce trattative con tutte le potenze dell’Intesa, e assume iniziative diplomatiche volte a comunicare alla Russia la volontà di costruire con essa un’alleanza29: il governo turco persegue soprattutto l’obiettivo di prendere

tempo per meglio prepararsi alla guerra e per valutarne l’andamento, e riesce nell’intento di mantenere all’oscuro anche parte dei vertici ottomani riguardo alla scelta di campo già compiuta a favore degli imperi centrali30. Già nel corso

dei primi dieci giorni di agosto il Bosforo comincia a essere minato e il passaggio delle navi è consentito solo con l’accompagnamento di un vascello turco, ufficial- mente per tutelare la neutralità. Inoltre, dopo il fallimento del tentativo britanni- co di intercettarle e bloccarle, la Goeben e la Breslau imboccano i Dardanelli il 10 agosto: formalmente acquisite dalla Turchia, che procede anche a ribattezzarle31,

ma di fatto gestite dalla Germania, come emerge con evidenza anche dai compor- tamenti provocatori assunti innanzi all’ambasciata russa dagli equipaggi tedeschi

26 Meždunarodnye otnošenija v epochu imperializma: dokumenty iz archivov carskogo i Vremen-

nogo pravitel’stv 1878-1917 gg.: Serija 3: 1914-1917, vol. VI, libro 1, Moskva-Leningrad, Gos.

soc.-ekon. Izd-vo, 1935, p. 8.

27 Ivi, p. 10.

28 M. Aksakal, The Ottoman Road to War, cit., p. 4 e p. 92.

29 Cfr. la lettera di Sazonov a Girs del 30 luglio/12 agosto 1914, in Meždunarodnye otnošenija,

vol. VI, libro 1, cit., pp. 63-64.

30 E. Adamov, Vopros o Prolivach, cit., p. 91.

31 Yavuz Sultan Selim e Midilli, cfr. S. McMeekin, The Russian Origins of the First World War,

vestiti “alla turca”32, le due navi costituiscono motivo di grande preoccupazione

per le autorità militari russe: varcando il Bosforo modificherebbero radicalmente l’equilibrio tra le forze navali della Russia e della Turchia nel mar Nero.

Anche di fronte alle ripetute sollecitazioni che provengono dai vertici della Marina, la linea politica adottata da Sazonov però non muta, ispirata dal fonda- mentale obiettivo di guadagnare tempo e di rimandare il più possibile l’ingresso della Turchia in guerra33. Le considerazioni di ordine economico hanno il loro

peso: il commercio russo attraverso gli Stretti, prevalentemente l’esportazione di merci come il grano, si era ulteriormente accresciuto rispetto a quando essi erano stati chiusi, con grande danno economico per la Russia, in occasione del coinvolgimento della Turchia nelle precedenti guerre34. La preoccupazione per

il riproporsi di questa eventualità spinge la Russia a contrastare decisamente sul piano politico-diplomatico l’escalation del conflitto sorto tra Grecia e Turchia nella primavera del 1914 per la questione delle espulsioni della popolazione or-

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