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1.5 “Green on green”: energia da fonti rinnovabili e ricadute sui sistemi local

La produzione e l’uso di energia da fonti rinnovabili introduce dunque aspetti non solo di carattere economico e tecnico ma anche spaziale, in considerazione della bassa effcienza energetica ora ottenibile dalle principali fonti rinnovabili, le cui tecnologie d’uso richiedono ampie superfci di installazione.

In quanto legata al sito e alla tecnologia, l’area richiesta per unità energetica dalle singole fonti rinnovabili non è univocamente determinata in bibliografa. I valori dipendono dal sito, dalla localizzazione geografca, dall’evolversi della tecnologia e dalla taglia delle macchine, ma anche dal considerare l’intero ciclo di vita dell’impianto, o unicamente la sua vita operativa. I valori dipendono inoltre dal “grado di esclusività” con cui la tecnologia occupa il suolo, ovvero dalla possibilità o meno di portare avanti in parallelo altri usi del

44 Nadaï, A., Van den Horst, D. (2010). Introduction: Landscapes of Energies, Landscape Research, n. 35(2), pp. 143-155.

45 Pasqualetti, M.J. (2000) Morality, space, and the power of wind-energy landscapes, The Geographical Review, n. 90(3), pp. 381394.

suolo46.

Senza voler entrare nel merito dei valori specifci47 è tuttavia possibile fare

alcune considerazioni di carattere più generale, sempre relativamente all’occupazione di suolo: La prima riguarda il fatto che l’energia idroelettrica e da biomassa, nonostante abbiano la più bassa effcienza energetica , rispettivamente di uno e due ordini di grandezza inferiori rispetto alle altre fonti rinnovabili, siano le fonti più utilizzate, sia allo stato attuale che in prospettiva48. Questo deriva in parte dalla relativa semplicità delle tecnologie

necessarie alla loro coltivazione, e dunque dal loro essere fonti storicamente utilizzate e dalla minore resistenza culturale rispetto al loro inserimento nel paesaggio, ma anche dal fatto che esse prevedano costitutivamente dei sistemi di accumulo dell’energia, a conferma del loro ruolo cruciale, evidenziato nel paragrafo precedente.

Inoltre è interessante notare come sia il fotovoltaico che l’eolico siano compatibili con altri usi del suolo, ad esempio quello agricolo49. Questo deriva

dal fatto che le macchine devono mantenere una distanza minima tra loro, per evitare interferenze reciproche (ombreggiamento nel caso del fotovoltaico ed effetto scia nel caso dell’eolico).

L’approvvigionamento energetico da fonti rinnovabili può quindi confgurarsi come un importante fattore di occupazione di suolo, e risultare competitivo rispetto a suoi altri usi. Lo sviluppo delle diverse fonti produce una serie di riverberi differenti, tangibili e quantifcabili o più elusivi e diffcilmente traducibili in indicatori. E’ importante capire quali siano le ricadute sui diversi sistemi locali degli scenari energetici legati a uno sviluppo diffuso delle fonti rinnovabili, con riferimento all’intero ciclo di vita degli impianti e delle

46 Troldborg, M., Heslop, S., Hough, R.L. (2014). Op. cit.

47 Per approfondire: Coiante, D. (2004) Le nuove fonti di energia rinnovabile. Tecnologie, costi e prospettive, FrancoAngeli, e Evans, A., Strezov, V., Evans, T.J. (2009), Assessment of sustainability indicators for renewable energy technologies, Renewable and Sustainable Energy Reviews, n. 13, pp. 1082-1088.

48 IEA (2013). Op. cit.

tecnologie necessarie alla loro coltivazione, tenendo conto dell’intero ciclo di vita dello scenario energetico, dalla “coltivazione” alla trasformazione nella forma energetica desiderata, alle emissioni gas alteranti dirette e indirette, allo smaltimento o riuso dei dispositivi alla fne della loro vita operativa.

La costruzione di indicatori chiave consente la quantifcazione delle ricadute, nella valutazione di ciascuna fase., relativamente a fattori ambientali e sociali, emissione di gas clima alteranti, uso di risorse per l’implementazione delle tecnologie, disponibilità della fonte energetica, e valore che l’implementazione della tecnologia apporta (o detrae) alle economie locali.

Ma questo non è suffciente: fondamentale è anche la percezione pubblica delle problematiche legate alla questione energetica. Difatti, se è generalmente riconosciuta la necessità di ridurre le emissioni di gas clima alteranti, e la dipendenza dalle fonti energetiche fossili, lo è meno il fatto che lo sviluppo dell’energia da fonti rinnovabili richieda la loro “coltivazione” tramite l’installazione diffusa di impianti, di cui è indubbia la capacità di trasformazione del paesaggio.

Il rapporto tra sistemi energetici da fonti rinnovabili e paesaggio è dunque uno dei nodi centrali della transizione energetica attuale, che vale la pena approfondire anche in relazione alle diverse accezioni di paesaggio, per capire come sia possibile sviluppare un paesaggio energetico sostenibile.

Di fatto, l’accoglienza o meno dei progetti di infrastrutturazione energetica rinnovabile si rivela un buon termometro di quanto essi abbiano voluto o siano stati in grado di prendere in considerazione anche i caratteri non fsici del territorio, a fronte di una tendenza generale a concentrarsi, nella scelta dei siti e nell’elaborazione del progetto stesso, su caratteri e parametri tecnici, tangibili e quantifcabili. Questo porta a escludere, in maggiore o minore misura, una serie di attori locali per i quali le caratteristiche fsiche e tangibili del territorio sono inscindibili da caratteri culturali e sociali sedimentatisi nel tempo. Nella maggior parte dei casi la ragione del confitto con le popolazioni locali non è tecnica, ma fa riferimento alla seconda categoria di valori strutturanti il territorio, è cioè una difesa del paesaggio mentale.

L’opposizione pubblica a progetti di infrastrutturazione energetica rinnovabile è dovuta anche al fatto che questi riguardano spesso territori in un modo o nell’altro marginali, caratterizzati dal declino di precedenti attività (spesso

agricole o turistiche). Questo, se da un lato può diventare occasione di un progetto dell’equità, restituendo a territori marginali opportunità di valorizzazione, sviluppo, e crescita economica, dall’altro, soprattutto se il progetto è affrontato con strumenti e punti di vista parziali e tecnocratici, rischia di andare ad approfondire il solco della marginalità di tali territori, considerati non caratterizzati. C’è dunque il rischio che il progetto dell’energia venga considerato appropriato solo a territori marginali e remoti.