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4. AZIONI DI OGGI PER IL DOPO PANDEMIA

4.2 LE GREEN INFRASTRUCTURE

Affrontare le sfide che emergono dai cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità richiede un cambiamento radicale nei processi e nelle pratiche di pianificazione per integrare pienamente la dimensione ecologica accanto ai tradizionali problemi di pianificazione. I servizi ecosistemici urbani (ES) sono prodotti e consumati nel contesto di sistemi autonomi ma interagenti, sociali, ecologici, economici e tecnologici. La comprensione di come questi sistemi influenzano la disponibilità dell'ES urbano è fondamentale per pianificare, gestire e gestire gli ecosistemi urbani (Gomez-Baggethun et al., 2013, McPhearson et al., 2016). La chiave per creare sinergie e aumentare i benefici generati dalle GI è pianificarne l’impiego e predisporre un ambiente normativo adeguato alla loro utilizzazione, favorendo la trasversalità degli usi e delle funzioni. E’ quindi indispensabile che la pianificazione con le GI sia multidisciplinare facendo ricorso a più esperienze e competenze professionali (European Commission, 2012; Novotny et al., 2010;TCPA, 2012). Risulta altresì decisivo un clima normativo favorevole e collaborativo da parte della Pubblica Amministrazione (Mussinelli et al., 2018)

Le GI si dimostrano adeguate per affrontare le sfide dei cambiamenti climatici e per i benefici che apportano alla sostenibilità e alla resilienza urbana e del territorio (Donghyun K., and Seul-Ki S. 2019)

13 Table 3 . Multifunctionality of GI and types of community benefits ( Fonte: Donghyun K., and Seul-Ki S.

2019)

14 Numerosi sono i lavori che riconoscono alle GI un ruolo importante nel contribuire positivamente alla salute pubblica e al benessere ( es. Hartig et al., 2014. WHO Regional Office for Europe, 2017 Milner J. et AL, 2017 )

Lo spazio verde urbano è una componente necessaria per la realizzazione di città sane, sostenibili e vivibili.

Gli interventi sullo spazio verde urbano possono fornire risultati positivi in termini di salute, sociali e ambientali per tutti i gruppi di popolazione, in particolare per le fasce di popolazione con uno status socio-economico più basso. Ci sono pochissimi, se non nessun altro intervento di salute pubblica che possa ottenere tutto questo ( W.H.O., 2017a).

I benefici del verde urbano possono essere massimizzati attraverso un'adeguata pianificazione, progettazione e valutazione (. W.H.O.2017b) :

• Gli interventi sul verde urbano sono più efficaci quando si utilizza un approccio duale, che coniuga il miglioramento fisico dell'ambiente urbano con l'impegno sociale e la partecipazione, promuovendo l'uso degli spazi verdi e raggiungendo i diversi utenti locali.

• Gli spazi verdi urbani sono più sostenibili quando sono sostenuti e realizzati da vari settori e stakeholder. La collaborazione intersettoriale all'interno delle autorità locali e con i gruppi e gli attori privati della comunità può aiutare gli interventi a raggiungere molteplici risultati.

• La pianificazione e la progettazione di interventi di verde urbano dovrebbero coinvolgere attivamente la comunità locale e i destinatari finali. Ciò garantirà l'impegno della comunità e la realizzazione di interventi che rispondano alle esigenze della comunità.

• Lo spazio verde urbano deve essere considerato come parte dell'intero processo di pianificazione urbana e della più ampia rete di infrastrutture verdi. Gli interventi di rinverdimento urbano dovrebbero essere integrati nei quadri di pianificazione locale e nei masterplan, e dovrebbero riflettersi in altre politiche settoriali (come l'edilizia abitativa, i trasporti, la salute, la sostenibilità, la biodiversità e così via).

Samuelsson et Al (2020) evidenziano come gli spazi Verdi urbani abbiano svolto un ruolo positivo per il distanziamento sociale imposto dalla pandemia e come l'accesso alla natura urbana sia importante per la resilienza urbana a breve e a lungo termine. Nel breve termine, fornisce la tanto necessaria capacità di buffering durante la pandemia in corso per il mantenimento della salute mentale e fisica, relazioni sociali e comunione con il mondo naturale. Allo stesso tempo, il come lo spazio e i diritti di proprietà sono organizzati per garantire l'accesso alla natura urbana, sarà un elemento decisivo per costruire la resilienza urbana generale a lungo termine.

Il verde urbano è una componente delle "infrastrutture verdi". È una parte importante degli spazi aperti pubblici e dei servizi comuni forniti da una città e può servire come luogo di promozione della salute per tutti i membri della comunità urbana. È quindi necessario garantire che gli spazi verdi pubblici siano facilmente accessibili a tutti i gruppi di popolazione e distribuiti equamente all'interno della città, come raccomanda anche WHO e FAO. (W.H.O.Regional Office for Europe. 2017a.; FAO. 2016..)

15 Tab. 4 - Potenziali benefici delle foreste urbane ( Fonte: FAO. 2016).

Fig.4 Un modello causale dell'impatto del verde urbano sulla salute e sul benessere ( fonte: W.H.O.

Regional Office for Europe. 2017.)

16 Tab. 5 Azioni chiave per le foreste urbane nella pianificazione (fonte:FAO, 2016)

Planning, design and management

• Adopt sound standards for the design and management of urban forests with the aim of encouraging physical activities and improving mental health.

Optimize the availability, accessibility, proximity, permeability and security of urban forests to promote the use of such resources by all citizens.

• Maximize the thermal comfort, pollution filtration and noise reduction functions of urban forests when planning and designing public spaces and streets.

• Consider including in the design and management of urban forests the production of fresh and nutritious food as well as natural and traditional remedies for use by local communities.

• Include urban forests in the planning and design of hospitals and schools for their proven therapeutic and psychological benefits for patients and children.

• Develop greenways/blueways to increase alternative mobility (e.g. bicycles) as a way of promoting physical and mental health and reducing pollution.

• Minimize the potential undesirable impacts of urban forests on human health and well-being in designing and managing urban forests.

Fig.5 Importanza del tipo di foreta urbana per la salute e il benessere delle persone (fonte:FAO, 2016)

Le tipologie di GI o di NBS proposte sono molto numerose; molto abbondante è la letteratura scientifica e i manuali e linee guida disponibili che descrivono dettagliatamente caratteristiche modalità realizzative e campo di applicazione ed i numerosi benefici che possono apportare rispetto a numerose componenti ambientali. Un quadro sintetico delle possibili azioni attuabili e dei loro effetti è fornito dall’importante lavoro di Christopher M. Raymond et Al (2017) (fonte?) dal quale, nelle Tabelle seguenti a titolo di esempio se ne presenta una selezione per le sole azioni relative alla gestione dello spazio verde e alla salute pubblica e benessere relative all’ambito urbano.

17 Tab. 6 a) Multifunzionalità delle GI e loro effetti per le città. Gestione dello spazio verde (fonte: Raymond et Al (2017) modificata

gestione dello spazio verde

possibili Azioni Effetti previsti

Catalogare, gerarchizzare e rappresentare gli spazi verdi e blu (ad esempio, mappatura e pianificazione territoriale)

Un chiaro inventario delle NBS esistenti, riqualificate, modificate e di quelle nuove

Definire un set di requisiti qualitativi e quantitativi chiari e misurabili per le NBS nuove e esistenti

Aumentare qualitativamente e quantitativamente le NBS (verdi e blu) esistenti, ripristinate e di quelle nuove

Utilizzare metodi di pianificazione innovativi e interdisciplinari per la co-progettazione e la realizzazione di spazi verdi, compreso lo sviluppo di modelli sociali innovativi per una gestione positiva a lungo termine (ad es. Impegno dei cittadini per la salute)

Maggiore consapevolezza e conoscenza delle parti interessate in merito alla NBS e ai servizi ecosistemici, nonché

partecipazione dei cittadini alla gestione della NBS.

Creare, ingrandire, attrezzare, collegare e migliorare le infrastrutture verdi e blu implementando progetti NBS.

Migliora la connettività e la funzionalità delle infrastrutture verdi e blu

Conservare, migliorare e mantenere le aree della NBS esistenti in rispetto della biodiversità

Aumenta il raggiungimento degli obiettivi in materia di biodiversità

Tab. 6 b) Multifunzionalità delle GI e loro effetti per le città. Salute pubblica e benessere. (fonte: Raymond et Al (2017) modif.

salute pubblica e benessere

Azioni possibili Effetti previsti

Distribuire vari tipi di spazi verdi urbani come NBS nelle aree urbane.

Fornitura di benefici per la salute e di servizi ecosistemici, che sono disponibili per persone di diverse fasce d'età e contesti socio-economici.

Fornire adeguati meccanismi di pianificazione urbana e di progettazione per garantire la

La progettazione di spazi verdi urbani, come parchi e parchi giochi, dovrebbe tener conto delle esigenze dei bambini e degli anziani, adottando misure per ridurre al minimo il rischio di lesioni.

Miglioramento delle opportunità di esplorazione da parte dei bambini e miglioramento del loro sistema immunitario

Fornire una corretta progettazione dello spazio verde urbano, manutenzione e raccomandazioni per ridurre al minimo i trade-offs (polline allergenico, trasmissione di malattie trasmesse da vettori).

Diminuzione degli effetti dannosi del verde urbano.

18 Le azioni possono trovare modalità di attuazione differenti in funzione delle realtà tecnico amministrative legandole a programmi specifici come, ad esempio per la gestione delle acque meteoriche, o allo sviluppo di singoli progetti come ad esempio sviluppo di nuovi quartieri e ambiti urbani, interventi di rigenerazione urbana, ecc.

Di notevole interesse risultano inoltre strumenti, che consentono di attuare progressivamente nella gestione ordinaria del Piano le GI legandole alle trasformazioni connesse sia alle aree di sviluppo sia alla trasformazioni anche minute che possono intervenire nella gestione dell’esistente; questo aspetto è particolarmente significativo per le riqualificazione e la rigenerazione urbana (Bisogni L. in stampa) Si possono ricordare ad esempio il Biotope Area Factor (B.A.F.) che si propone come strumento di accompagnamento al processo di progressiva riqualificazione ecologica e di adattamento urbano e Il préverdissement (Guinaudeau C., 1987) che è un insieme di tecniche che antepongono la realizzazione di interventi ambientali (solitamente piantagioni di specie vegetali) a quella delle opere insediative ed infrastrutturali di nuova realizzazione allo scopo di protezione del suolo libero e per migliorarne l’efficacia dell’inserimento nell’ambiente, nonché ridurre al contempo le pressioni dovute alle fasi di costruzione e di successivo esercizio (Bisogni G.L. 2011).

Il campo d’azione della GI è dunque “tutto il verde della città attuale”: parchi e giardini pubblici e privati, il verde tecnologico, siepi filari e macchie della cintura agricola, il sistema idrico superficiale, i délaissés, ecc. e il “nuovo verde” nato con i progetti; gli interventi attuati possono altresì assumere un carattere temporaneo o permanente. Un verde quindi che si articola in un sistema connesso e reticolare che innerva i propri servizi e distribuisce i benefici derivanti su tutto il territorio; un sistema nel quale gli interventi hanno carattere interscalare (edificio, quartiere, zona, città, cintura rurale) e sinergico integrando differenti funzioni ecologiche in risposta alla “domanda” di servizi ecosistemici determinata dalla riduzione delle criticità o dagli obiettivi di qualità ambientale e di benessere dei cittadini o di riequilibrio ecologico.

L’integrazione delle funzioni diventa quindi un prerequisito strategico da perseguire e deve essere praticato attraverso la collaborazione tra diversi soggetti pubblici e privati.

L’integrazione può essere perseguita, ad esempio, attraverso specifici programmi d’azione che prevedano l’individuazione di tecniche NBS polivalenti attuabili alle differenti scale quindi da differenti soggetti (dal singolo cittadino alla pubblica amministrazione, alle Aziende, ecc.) sia su aree distinte sia attraverso l’integrazione di più funzioni (differenti sistemazioni) sulle stesse aree operando una sorta di zonizzazione funzionale.

Ad esempio molte importanti città hanno da tempo avviato programmi di impiego delle NBS per la gestione delle acque meteoriche o di riduzione delle temperature urbane che fanno ricorso a provvedimenti riguardanti le aree private (interventi alla scala di edificio come i rain garden piuttosto che tetti e pareti verdi o piantagioni di alberi) coordinati con quelli legati al drenaggio delle acque di dilavamento delle strade urbane o dei parcheggi; ancora si sono previsti anche sistemi di smaltimento delle acque inseriti in nuovi spazi verdi con piantagioni di alberi ( o in aree verdi esistenti) nei quali sono riservate aree per funzioni differenti senza entrare in conflitto con altri usi quali ad esempio quello fruitivo.

Questi sommari cenni ad alcuni degli interventi che caratterizzano le Infrastrutture Verdi (in realtà la cassetta degli attrezzi di cui disponiamo è molto ben fornita ) rendono del tutto evidente come gli stessi provvedimenti citati o loro integrazioni e variazioni possano offrire all’Amministrazione o al Progettista altre possibilità di ampliare le funzioni da sviluppare aumentando il carattere polivalente delle GI e implementando l’efficacia del loro ruolo ecologico. Per esempio, il sistema di infiltrazione delle acque meteoriche o un bacino di ritenzione possono essere associati alla piantagione di alberi, arbusti, fiori che aiutano la biodiversità urbana; altrettanto in un parco pubblico la fauna può essere favorita attraverso la scelta delle specie vegetali appropriate. Altrettanto può essere fatto attraverso una progettazione dei giardini e degli spazi verdi non solo tramite la scelta accurata delle specie da piantare, ma anche attraverso un’accorta progettazione e manutenzione differenziata in modo da ottenere un ecomosaico ricco,

19 diversificato e “stabile” per offrire vantaggi e opportunità alla biodiversità. Interessante per quanto riguarda la biodiversità è ad esempio l’approccio Animal-Aided Design (AAD) che prevede la presenza degli animali nella pianificazione in modo tale che siano parte integrante del processo di progettazione. (Bisogni L., 2019.)

Un interessante approccio che può fornire utili indicazioni alla realizzazione di una rete ecologica comunale è quello proposto da Bisogni et Al. ( 2019) per la rete ecologica della città di Pavia di una rete ecologica collaborativa cioè non solo finalizzata a garantire la connettività faunistica e corretti assetti strutturali dell’ecomosaico, ma di produrre servizi (ecosistemici) per il territorio diventando premessa per il coinvolgimento delle popolazioni locali, anche attraverso, quindi, la costruzione di relazioni eco-sociali basate sulla consapevolezza dell’importanza delle funzioni in gioco. In tal senso, una Rete collaborativa permette di conservare, implementare e gestire le infrastrutture verdi, attraverso un sistema collaborativo pubblico-privato.

Ciò consente di perseguire i seguenti obiettivi specifici:

• aumentare la dotazione di infrastrutture verdi della città;

• implementare e gestire infrastrutture verdi in grado di svolgere servizi ecosistemici utili alla città per ridurre l’entità delle criticità;

• aumentare la consapevolezza dell’importanza degli ecosistemi per il benessere della popolazione;

• aumentare il coinvolgimento dei cittadini nella gestione diretta dei beni;

• aumentare la coesione e la solidarietà;

• ridurre i costi di gestione.

Lo sviluppo della città non è più una responsabilità esclusiva dell’amministrazione pubblica, ma è frutto dell’azione di una molteplicità di soggetti pubblici e privati, che devono interagire e negoziare (Nijkamp, 2003). L’infrastruttura verde collaborativa per svolgere appieno il proprio ruolo deve essere basata su un sistema eco-sociale, che ne è parte costitutiva indispensabile per rafforzare i legami alle diverse scale comunali. Ciò significa che l’infrastruttura verde collaborativa deve fisicamente e simbolicamente svolgere ruoli e funzioni diverse per coinvolgere un pubblico differenziato; quindi deve mobilizzare competenze differenziate, pubbliche e private, per la sua progettazione e gestione.

Fig. 6 La presenza delle Green Infrastructure nel Piano Urbanistico svolgono una funzione essenziale di raccordo con la sua valutazione ambientale (fonte. Bisogni L. 2017 )

20 5. ECONOMIA CIRCOLARE E TERRITORI: RICOSTRUIAMO CICLI E FLUSSI

L'economia circolare in questo contesto storico si pone come un momento di discontinuità rispetto al passato: gli effetti economici globali della pandemia hanno definitivamente dimostrato che il modello economico globalizzato mostra una serie di criticità che espongono le economie nazionali e locali a grandissima vulnerabilità. Questo sistema economico dovrà essere ripensato in termini circolari, che non significa unicamente adottare i modelli di business dell'economia circolare, ma significa concentrarsi maggiormente sul territorio, accorciare le filiere, sviluppare un'economia più localizzata al fine di garantire una resilienza maggiore: non soltanto dal punto di vista territoriale / ambientale, ma anche in termini socio-economici.

Le aziende e i territori dovrebbero investire su questo tipo di approccio, che è strettamente funzionale alla

“business continuity”, alla pianificazione strategica per la continuità operativa delle aziende e quindi alla salvaguardia del tessuto economico dei territori.

Non è un caso che nella valutazione dei rischi propedeutica alla predisposizione dei piani di continuità operativa si valutino, tra gli altri, anche i rischi sanitari (quali epidemie e pandemie) e i rischi ambientali (quali, per esempio, il cambiamento climatico). Negli ultimi anni i danni provocati ai territori e alle aziende (specialmente nel settore agricolo) dagli eventi meteo estremi ci hanno resi consapevoli del legame profondo tra ambiente, territorio e imprese; in questo periodo stiamo sperimentando i danni di un’emergenza sanitaria, che alcuni avevano previsto senza evidentemente che venissero adottate opportune misure preventive di mitigazione dei rischi.

Investire nella resilienza nella circolarità dei territori significa non far dipendere la propria sopravvivenza dalle catene di valore globale e dai capricci dei mercati economici; significa definire il patrimonio territoriale (capitale naturale, umano, culturale ed economico) e sviluppare connessioni locali per la sostenibilità economica, sociale ed ambientale.

Le connessioni a livello locale possono basarsi, per esempio, sull’integrazione di capitale naturale, servizi ecosistemici e saperi tradizionali da tradurre in modelli di business di bioeconomia circolare.

Esempi virtuosi in questo senso sono le cosiddette bioraffinerie integrate nel territorio, come nel caso di Matrìca (http://www.matrica.it/) che ha convertito la vecchia raffineria Eni di Porto Torres in un impianto per la generazione di processi integrati a cascata (bioeconomia circolare) ad alto valore aggiunto, a partire da una risorsa locale disponibile in grandi quantità sul territorio allo stato spontaneo sui terreni incolti: il cardo.

Matrìca, nata dalla joint venture di ENI-Versalis e Novamont, è “una piattaforma integrata di chimica da fonti rinnovabili unica nel suo genere, un nuovo modello di economia che coinvolge industria, agricoltura, ambiente ed economia locale in un grande progetto di riqualificazione e innovazione”, come si può leggere sul sito.

Progetti significativi su scala più piccola sono diffusi sui territori più di quanto si possa immaginare, forse perché risultano talmente “naturali” per chi li conduce da non avere sempre la consapevolezza dell’importanza dell’azione. Così si verifica, per esempio, nel caso di Bioinagro (azienda di Licata – AG), che trasforma gli sfalci provenienti da oltre 7000 ettari di ficodindieti in Sicilia in prodotti per il settore alimentare e zootecnico, cosmetico, farmaceutico, nutraceutico, del design e della bioedilizia, trasformando in biogas la sostanza organica residua: i fondatori solo recentemente hanno avuto la piena consapevolezza di “fare bioeconomia circolare”, a distanza di diversi anni dall’inizio delle attività.

In “Cities in the circular economy: An initial exploration”, la Ellen MacArthur Foundation getta le basi per la creazione di modelli urbani più efficienti, più sostenibili e più resilienti, prevedendo la rigenerazione dei biocicli urbani: nelle città deve essere realizzato un sistema di bioeconomia urbana in cui i nutrienti vengano restituiti al suolo, generando valore e riducendo al minimo lo spreco di cibo; i nutrienti possono provenire dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani, dagli sfalci delle aree verdi o dalle acque reflue e possono essere utilizzati come fertilizzanti per l’agricoltura (sia urbana che rurale) o per la produzione di energia, biocarburanti e bioprodotti: questi sistemi diminuiscono la dipendenza della città dall’esterno e ne aumentano la resilienza, poiché consentono di produrre localmente cibo, materiali ed energia.

21 Contemporaneamente, il verde urbano deve essere progettato e mantenuto per essere adatto agli spazi e alle persone, sia dal punto di vista funzionale che ricreativo; la funzionalità deve tener conto dei servizi ecosistemici associati al verde, in modo tale da ottimizzarli al contesto territoriale, e delle loro potenzialità di incrementare la resilienza urbana e l’adattamento ai cambiamenti climatici.

In città entrano flussi di materiali biologici sotto forma di cibo e beni di consumo (carta, legno, tessili di origine naturale, bioplastiche), mentre escono rifiuti organici e acque reflue municipali: l’area urbana si limita a consumare e produrre scarto, concentrando al proprio interno sostanze nutritive dalle zone rurali ma restituendone una minima parte al suolo e al sistema agricolo. Di fatto, le città interrompono i cicli biogeochimici del fosforo e dell’azoto e determinano il loro accumulo in comparti ambientali in cui non dovrebbero trovarsi, come l’atmosfera e le acque, causando inquinamento e danni alla biosfera, oltre alla produzione di gas serra. Questa quantità enorme di risorse estremamente preziose può essere impiegata nei diversi settori riconducibili alla bioeconomia circolare e alle bioraffinerie, sistemi integrati che convertono la biomassa attraverso processi chimici, fisici e microbiologici per la produzione di energia, biocarburanti, biochemicals, bioplastiche, fibre tessili, fertilizzanti, detergenti, prodotti farmaceutici.

All’interno di un sistema urbano circolare, è possibile individuare due principali flussi in uscita verso le bioraffinerie: quello legato ai rifiuti organici e agli sfalci del verde urbano, dal quale possono essere prodotti compost, biogas e biometano (quindi energia), fertilizzanti, biopolimeri; quello delle acque reflue, dal quale è possibile recuperare acqua, azoto, fosforo, cellulosa, produrre biogas e biometano, coltivare microalghe per la produzione di biocarburanti e biopolimeri.

La realizzazione di bioraffinerie urbane, anche di piccola scala, consente di ridurre i costi economico-ambientali legati al trasporto verso aree lontane dalla città di rifiuti e reflui e permette di avviare un’economia di prossimità. Senza contare che alcuni prodotti possono essere utilizzati localmente proprio per sanare i cicli biogeochimici del fosforo e dell’azoto: il compost e i biofertilizzanti derivanti dalle attività

La realizzazione di bioraffinerie urbane, anche di piccola scala, consente di ridurre i costi economico-ambientali legati al trasporto verso aree lontane dalla città di rifiuti e reflui e permette di avviare un’economia di prossimità. Senza contare che alcuni prodotti possono essere utilizzati localmente proprio per sanare i cicli biogeochimici del fosforo e dell’azoto: il compost e i biofertilizzanti derivanti dalle attività

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