Notate
anche
questi leggiadrimodi
di dire cheho
tolto dai “ Fioretti di san Francesco:—
Ioho
tutto disposto nel cuormio
diabbandonare
ilmondo —
1’aveva
in grande riverenza o gli portavagrande
riverenza—
era grandissima
ammirazione
a vederecon
quanta carità e umiltà san Francesco padreusava
e parlava con irateBernardo
figlio—
sostenne molte battaglie dal
demonio —
ven-ne a morte
—
acconciò le braccia amodo
dicroce
— Voi non
dite vero—
Iomi ho
postoin cuoredi rispondere
—
ridursi a Dio— non
è bisogno ai sani del
medico ma
agl’ infer-mi...— E
potrei continuare per intierepa-ghine. V’ è in questi ed altri
modi
di direuna
bellezza tutta spontanea,una
grazia natia che fa meravigliare.Eppure sono
dei vaghi fiori spiccati dalle aiole, dellegemme
tolte via dagli ori in cui
sono
incastonate.Figuratevi lo splendore, la grazia, che acqui-stano là
ove sono
collocati, inarmonia
col-
32tutto, e sopratutto col pensiero che
voglio-no
manifestare.Come
ogni parola cade ac-concia al sentimento e all’idea!La
pro-prietà è sopratutto il pregio di questi scrit-tori,donde
nasce la chiarezza, 1’ efficacia e1’ eleganza che
sono
le doti precipue di tuttii trecentisti.
E un
altro consiglio voglio darvi,o giovani.Non
vifermate a studiare la parolain sestessa,ma
ancora mettetela in confronto con tutte quelle voci e maniere cheesprimono
un’altra faccia della stessa idea, che servono a dare ad essaun
contorno, che ne rendonouna
sfumatura,una
tenue differenza,una
gradazio-ne delicata. Alloravi accorgerete dellastupen-da
ricchezza di questa lingua, scoprirete te-sori nascosti di bellezze inaudite,ammire-rete la grande varietà di essa per esprimere
i sentimenti più profondi e quasi le qualità intime delle cose.
E come
esprime tutto ebene
ogni cosacon
quella vivacità tutta na-turale chesembra
abbia la grazia e lamossa
di
un bimbo
che mostri a dito le cose!Voi
non
dovete fare altro che trarre fuori tutta questa ricchezza,come
daun
forziereab-bandonato
epoco
pregiato, e mettere anuo-vo
questo patrimonio linguistico, che acqui-steràun nuovo
valore,come
certe perle che33
-pare
guadagnino
più torbidezza e splendore, sevedono
i raggi del sole eseguono
nei pubblici mercati le vicende delcommercio.
E
allora apprezzerete un’ altra qualità di quella lingua, la brevità congiunta con la chiarezza, per cui essa esprimecon un
solo vocabolo delle idee, per le quali noiusiamo un
giro di parole eve
ne gioverete per combattere quella gonfia verbosità che gua-sta ai nostri tempi le più semplici manife-stazioni del pensiero.E
infine completate, o giovani, il vostro studio su gli scrittori del trecento con lo studio di quegli altri grandi scrittori che lungo il corso dei secoli della nostra vita letteraria raccolserocome un
prezioso retag-gio la tradizione di quel secolo glorioso e trasmisero ai secoli futuri la favilla che ri-fulse così limpida nei loro scritti. Così avre-te agio di accrescere la vostra cultura lin-guisticacon
lo studiocomparativo
dellalin-gua
nostra attraverso i secoli.E
vedreteco-me
la nostra letteratura raggiunseuna
vera perfezionequando mantenne
vivo lo studio della lingua e lostampo
di quel secolo, de-caddequando
si dimenticarono le tradizioni nostre e lo studio di quegli scrittori fu con-sideratocome
ozioso e inutile. “ Chi vuolac-3
—
Sealia:L'utilità dellostudio deiTrecentisti.—
34—
qua
chiaravada
alla fonte„ diceun
prover-bio toscano.E
per noi la fonte,donde sgor-gano
i rivoli limpidissimi, nei quali è neces-sario ditempo
intempo
purificarcida
que-sto aere grosso che ci circonda, edove
è necessario rinfrescarci per acquistare quella scioltezza, quella leggerezza dimovimento,
che ci rende più agili e dirci quasi più spi-rituali, è P aureo trecento. Si, perchè lo studio del trecento, oltre ai diletti enumerati, vi procurerà
un
altro grande vantaggio, o giovani.Vi
sarete accorti, leggendo i gran-di trecentisti, che in essi splende un’altra qualità che è rara trovarsi negli scrittorimo-derni: quel senso
d’armonia
delle varie fa-coltà dell’animo, la quale deriva dall’ ordine interno,dove
la fantasia per quantovivissi-ma non
producemai
lo squilibrio della ra-gione,dove
il sentimento per quanto pro-fondonon
trascina inun
delirio tormentosoi sensi,
dove
i vari affetti per quanto vigo-rosi e sincerinon
fluttuano nell’animo pro-celloso con l’impeto delleonde
in tempesta.Erano
quelle, o giovani,anime profonda-mente
cristiane, abituate ai pensieri solenni della patria celeste, animate dal desiderio vivissimo della loro perfezione cristiana,ri-scaldate dall’amore potente di
Gesù
Cristo.35
—
Perciò quella compostezza, quell’ordine, quel-l’armonia del loro spirito si rispecchiava nella
forma
semplice, limpida, cristallina dei loro scritti. Voi, o giovani, che siete statichiamati
da Dio
aduna
vocazione altissima e cheun
giorno dovete portareGesù
Cristo inmezzo
aduna
società scompigliata dalle passioni e dalle lotte sociali, dovete spirare dai vostri atti questacompostezza
interna, quest’ordine meraviglioso dello spirito che deriva dall’esercizio delle virtù cristiane.Ma
sopratutto quest’armonia spirituale
deve
ri-specchiarsi nelle vostre opere intellettuali, siano grandi o piccole, che
sono
la più ve-race manifestazione di voi stessi. Sia pure potente in voi la fantasia,come
nelPassa-vano quando
dipinge fescamente l’aspetto del peccato e nel Cavalcaquando
ritraecon
viva semplicità la vita dei Santi Padri, vibri pure il sentimento quasi corda dolcissima di arpa,come
vibrava nell’animo
poetico di S. Francesco d’Assisi checadeva
in estasi al dolce cantod’un
usignuolo, ocome
an-cora palpita nelle lettere ardenti di S.Ca-terina
da
Siena ogeme
nel piantodolcissi-mo
del Petrarca nellacanzone
alla Vergine, siano vari, forti, vigorosi i vostri affetti,co-me
erano robusti emaschi
nel gran cuore-Ró-di Dante,
ma
il tuttodeve
essere ordineme-raviglioso,