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2.2.1.1 - I CONNETTIVI NELLE RELAZIONI TRA EVENTI

Come ho già detto, le relazioni logiche tra eventi sono quelle che vigono tra gli eventi evocati dalle varie unità testuali. La classificazione qui proposta è tratta da Ferrari (2014), che a sua volta riprende quella proposta da Prandi (2006).

2.2.1.1.1 - LA RELAZIONE DI OPPOSIZIONE

La relazione di opposizione presenta due eventi come opposti. I connettivi che la segnalano sono ma, mentre, al contrario, invece, bensì e simili. Si vedano gli esempi in (4):

(4)

a) Marco è ancora a casa, ma Gianni è già partito. b) Marco non è uno scrittore, bensì un giornalista.

L'esempio in (4b) mostra un tipo particolare di opposizione, ovvero la sostituzione. Il connettivo bensì introduce un dato alternativo che annulla il primo elemento; quest'ultimo non viene invece annullato nell'esempio in (4a). Mentre ma può essere usato per indicare opposizione oppure sostituzione, bensì viene usato solo per indicare sostituzione. Un'ulteriore differenza, di tipo sintattico, è il fatto che bensì può essere usato solo se c'è identità di soggetto tra le frasi.

2.2.1.1.2 - LA RELAZIONE DI TEMPO

La relazione di tempo colloca temporalmente un evento A rispetto ad un evento B. L'evento A può essere contemporaneo, anteriore o posteriore all'evento B. In un periodo con subordinata esplicita (5a) i connettivi che solitamente segnalano la contemporaneità sono quando, mentre, come, nel momento in cui e simili. In un periodo con subordinata implicita la contemporaneità può essere espressa usando l'infinito preceduto da una preposizione oppure il gerundio presente (5b).

(5)

a) Quando arriverò a casa, ti chiamerò. b) Scendendo dall'auto, ho visto Patrizia.

L'anteriorità può essere espressa tramite i connettivi prima che (con subordinata esplicita) o prima di (con subordinata implicita).

La posteriorità può essere espressa tramite i connettivi dopo che, dopo (seguito da infinito passato) o una volta (seguito da participio passato).

2.2.1.1.3 - LA RELAZIONE DI CAUSA E DI MOTIVO

Michele Prandi (Prandi 2006, p. 235) definisce la relazione di causa nel modo seguente: «La causa è una relazione tra eventi del mondo fenomenico: un evento anteriore – la causa – provoca il verificarsi di un evento successivo – l'effetto: Il ghiaccio si è sciolto

perché ha soffiato il föhn.» In un periodo con subordinata esplicita i connettivi più usati

sono perché, poiché, giacchè, siccome, dato che, per il fatto che, dal momento che, in

quanto e simili. In un periodo con subordinata implicita si usa la preposizione per con

l'infinito passato.

La relazione di motivo si verifica quando viene provocata un'azione voluta e controllata da una persona. Si veda l'esempio in (6):

(6)

Sono tornato a casa perché ero stanco.

2.2.1.1.4 - LA RELAZIONE DI CONSEGUENZA

Secondo Prandi (2006), la relazione di conseguenza si realizza quando una proprietà dell'evento che funge da causa raggiunge un'intensità tale da provocare l'effetto (Ero

talmente stanco che ho dormito dieci ore); secondo Ferrari (2014), si ha una relazione di

conseguenza anche in assenza di intensificazione (Non ha visto l'ostacolo ed è caduto). Alcuni connettivi usati per esprimere questa relazione sono talmente…che, tanto

da e di modo che.

2.2.1.1.5 - LA RELAZIONE DI FINE

Secondo Prandi (2006, p. 237), «la relazione che viene chiamata fine, o scopo, non è altro che un motivo dell'azione che si colloca nel futuro e coincide con un'intenzione dell'agente.» Tale relazione è quindi una forma particolare della relazione di motivo. I

connettivi che di solito introducono una subordinata finale esplicita sono perché e

affinchè (Le ho fatto un regalo perché si ricordi di me). Una subordinata finale implicita

è di solito formata dall'infinito presente preceduto da per, al fine di, allo scopo di e simili.

2.2.1.1.6 - LA RELAZIONE DI CONCESSIONE

La relazione di concessione presenta due eventi come opposti; tale opposizione viene risolta a favore di uno dei due eventi senza che venga negata l'esistenza dell'altro. In altre parole, l'evento presentato nella reggente potrebbe essere ostacolato dall'evento presentato nella subordinata concessiva, ma questo non avviene. Gli eventi possono opporsi in modo diretto o indiretto. Nel primo caso, l'evento vincente nega la conclusione associata all'altro evento (Anche se lavora moltissimo, non è mai stanco). Nel secondo caso, ad essere in contrasto sono le conclusioni implicite associate ai due eventi (Dice che, anche se è rumoroso, l'appartamento è molto luminoso; e che

vorrebbe comprarlo); le due proprietà dell'appartamento attivano due conseguenze

opposte, ovvero lo compra e non lo compra, la prima delle quali vince sulla seconda. I connettivi generalmente usati per esprimere la relazione di concessione sono benchè,

malgrado, anche se, sebbene, quand'anche, quantunque, nonostante (che), ma, e;

quest'ultimo è di solito accompagnato da un avverbio con valore concessivo come

ciononostante, tuttavia, nondimeno, comunque e simili.

2.2.1.1.7 - LA RELAZIONE DI CONDIZIONE

Secondo Ferrari (2014, p. 141), «si ha una relazione di condizione quando la causa o il motivo non sono dati di fatto, ma ipotesi.» Nella forma esplicita la subordinata, che indica la condizione da cui dipende o potrebbe dipendere ciò che viene espresso nella reggente, è introdotta dal connettivo se (Se siamo fortunati non ci saranno problemi). Altri connettivi che vengono usati per esprimere questa relazione sono a meno che, a

patto che, a condizione che. Talvolta viene usato il connettivo e (Tu chiedi scusa e io ti perdono).

2.2.1.1.8 - LE RELAZIONI DI COMPARAZIONE E DI ESCLUSIONE

Alle relazioni tra eventi più diffuse è possibile aggiungerne altre. Tra queste ci sono per esempio la relazione di comparazione e quella di esclusione.

La relazione di comparazione introduce un paragone rispetto a un elemento contenuto nella premessa (Marco è più furbo di quanto pensassi). Alcuni dei connettivi usati per esprimere questa relazione sono: così…come, tanto…quanto, più…di quanto,

più…di come, meno…di quanto, meno…di come.

Nella relazione di esclusione, la subordinata esprime l'esclusione di un fatto rispetto a ciò di cui parla la reggente ed è introdotta dal connettivo senza (che) (Sono

partiti senza salutare nessuno).

2.2.1.2 - I CONNETTIVI NELLE RELAZIONI DI COMPOSIZIONE