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I consumi interni lordi e il mix energetico

2. LE DINAMICHE ENERGETICHE

2.1 I consumi interni lordi e il mix energetico

Nel 2018 il consumo interno lordo del Paese è rimasto stabile rispetto al 2017, intorno ai 155 Mtep32 (Figura 2.1.1). Guardato in prospettiva storica, il dato è inferiore rispetto a quello pre-crisi del 2008 e invece abbastanza simile a quello dei primi anni ’90, seppure caratterizzato da un mix energetico relativamente diverso: nell’arco di quasi 30 anni, il contributo delle fonti fossili è sceso da circa il 95% a poco meno dell’

80%, con una progressiva sostituzione di prodotti petroliferi e solidi fossili con gas naturale; contestualmente si è registrata la continua crescita delle fonti rinnovabili, che tra il 1990 e il 2018 hanno grossomodo quadruplicato il loro peso (Figura 2.1.2).

Figura 2.1.1: Sistema Energetico – Consumo interno lordo di energia in Italia per fonte (Mtep), anni 1990-2018.

Fonte: Eurostat

Figura 2.1.2: Sistema Energetico – Composizione percentuale del consumo interno lordo di energia per fonte, anni 1990, 2005 e 2018.

Fonte: Eurostat

Questo profilo della domanda lorda di energia primaria, nell’ultimo ventennio, si è accompagnato ad un graduale miglioramento delle performance del sistema energetico nazionale nel suo complesso (Figura 2.1.3). In particolare, si è osservato un decoupling tra crescita economica e consumi, con l’intensità energetica del Paese (rapporto tra il consumo interno lordo e il PIL) che, nel 2018, è risultata più bassa di circa il 20% rispetto alla media del periodo 2003-2007.

32 Eurostat Gross inland consumption (Europe 2020-2030)

28 Figura 2.1.3: Settore Energetico – Indice di intensità energetica e Prodotto Interno Lordo, anni 2000-2018.

Fonte: Eurostat

Il progressivo disaccoppiamento tra la domanda di energia primaria e la crescita del Paese è evidente anche nella dimensione demografica (Figura 2.1.4). Nel 2018, la popolazione italiana è cresciuta del 6% rispetto ai livelli del 2000 e nel contempo la domanda di energia per abitante si è ridotta di circa il 16% rispetto al medesimo riferimento temporale.

Figura 2.1.4: Settore Energetico – Domanda di energia primaria pro capite e numero di abitanti, anni 2000-2018.

Fonte: Eurostat

A tale andamento dell’intensità energetica hanno contribuito sia un “effetto statistico” legato al cambio del mix energetico a favore delle rinnovabili (in particolare elettriche), che tende a ridurre il fabbisogno primario, sia uno sforzo in termini di efficientamento del sistema economico. È significativo che, al 2018, l’Italia presenta un’intensità energetica ancora inferiore sia alla media dei 28 Paesi dell’Unione Europea che dei Paesi appartenenti alla Zona Euro (Figura 2.1.5) e che, misurata in termini pro-capite, la domanda primaria risulti addirittura la più bassa in assoluto.

Se da una parte questi dati confermano le buone performance italiane in ambito europeo e l’efficacia delle politiche finora messe in atto, dall’altro assottigliano i margini di miglioramento rendendo oggettivamente più sfidanti ulteriori riduzioni dell’intensità energetica del Paese.

29 Figura 2.1.5: Settore Energetico – Intensità energetica dei Paesi EU28, 2018.

Fonte: Eurostat

2.1.2 Il quadro al 2050

L’evoluzione attesa al 2050 assume, come detto in precedenza, tendenze energetico-ambientali virtuose innescate dal PNIEC, prolungate fino al 2050.

Dunque, già nello Scenario di riferimento si registra:

 la diminuzione del consumo interno lordo di energia, fino ad arrivare intorno ai 110 Mtep, con una contrazione nell’ordine del 30% rispetto al 2018;

 un sensibile cambio della struttura energetica, con un sostanziale equilibrio di forze tra le fonti fossili e le rinnovabili: in particolare, il contributo di queste ultime aumenta dell’80% rispetto al 2018, a discapito dei combustibili solidi e dei prodotti petroliferi, ma anche, seppure in maniera meno drastica, del gas naturale.

L’ulteriore sforzo da compiere per la neutralità climatica richiede innanzitutto il completamento della rivoluzione del mix energetico. Infatti, nello Scenario di decarbonizzazione:

 il forte grado di efficientamento già innescato dalle tendenze del PNIEC e l’espansione del settore della trasformazione per i nuovi combustibili alternativi carbon-free (idrogeno/e-fuels) riducono i margini di contenimento dei consumi (un incremento dell’efficienza energetica continuerà comunque ad essere necessario);

 la leva di decarbonizzazione principale diventa dunque il potenziamento delle energie rinnovabili, accompagnato da un più decisivo confinamento dei combustibili di origine fossile. Ne risulta un mix energetico governato dalle rinnovabili (almeno 80-90%), con un ruolo marginale/eventuale del gas naturale e delle altre fossili (Figura 2.1.6).

30 Figura 2.1.6: Settore Energetico – Evoluzione attesa del consumo interno lordo (Mtep): confronto tra lo stato attuale

(2018) e gli Scenari di riferimento e di decarbonizzazione33

Fonte: RSE

Figura 2.1.7: Settore energetico – variabilità del consumo interno lordo per fonte nello scenario di decarbonizzazione.

Fonte: RSE

La “forchetta” di consumo coperta da rinnovabili e, di riflesso, il residuo coperto da fossili, può variare a seconda delle ipotesi alla base della definizione della struttura della generazione elettrica (vedi paragrafo 2.2) e nel comparto industriale (vedi paragrafo 3.1).

Indipendentemente da questo (Figura 2.1.7):

 appare necessaria una forte espansione delle FER non programmabili, in particolare eolico e fotovoltaico, che, alla luce di quanto oggi prevedibile, offrono il potenziale tecnico più rilevante;

 significativo dovrebbe essere anche l’apporto delle bioenergie, in particolare con il massimo sviluppo del biogas e del relativo upgrade in biometano, che può essere utilizzato negli usi finali termici ma anche nel settore di generazione; come si dirà più avanti, la cattura della CO2 proveniente dalle bioenergie può essere utilizzata per la produzione di combustibili alternativi come il metano sintetico

33 In questa figura lo scenario di decarbonizzazione è rappresentato da valori medi. Il range di variabilità del consumo interno lordo per fonte è rappresentato in figura 2.1.7.

31 o il metanolo (per il settore trasporti) oppure sequestrata in depositi sotterranei per centinaia di anni, dando luogo alle cosiddette “emissioni negative”;

 il consumo di combustibili solidi può ridursi al minimo: adottando l’opzione di completo abbandono del carbone nel settore industriale, permarrebbero solo quei combustibili solidi recuperabili grazie all’ “economia circolare”;

 il consumo di prodotti petroliferi è ascrivibile quasi totalmente al settore non-energy;

 il gas naturale occupa pochi punti percentuali del mix, in particolare laddove si ipotizzi una completa sostituzione di questa fonte con rinnovabili nella generazione elettrica.

La contrazione del consumo interno lordo nelle proiezioni al 2050 si riflette virtuosamente sull’ intensità energetica del PIL e sul consumo energetico pro-capite, con riduzioni rispettivamente di oltre il 40% e di circa il 30% rispetto al 2018.

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2.2 Il sistema elettrico nell’evoluzione del sistema energetico