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CAPITOLO 2: METODI DI FINANZIAMENTO PMI

2.3 I Fondi Europei

Un’impresa che necessita di capitale oltre ai metodi di finanziamento descritti in precedenza può sfruttare determinati fondi creati, dall’Unione Europea, appositamente per lo sviluppo delle imprese.

Fin dal trattato di Lisbona infatti, l’Europa sviluppato e messo a disposizione degli Stati membri fondi per lo sviluppo e la competitività delle imprese. La maggior parte sono erogati dall’Unione Europea ma sono gestiti a livello nazionale o regionale. Ci sono infatti, finanziamenti indiretti per i quali l’Europa stabilisce il quadro di riferimento delle politiche comunitarie entro il quale devono agire, fissando ognuno le proprie regole d’accesso ai finanziamenti, gli Stati o le amministrazioni locali. Oltre ai finanziamenti indiretti, ci sono alcuni finanziamenti ai quali si può accedere direttamente senza passare per le amministrazioni locali.

L’accesso a questi fondi è subordinato alla presentazione di progetti specifici legati alla realizzazione delle politiche dell’Unione Europea, secondo alcuni bandi emanati su specifici programmi di finanziamento.

A seguito della crisi finanziaria del 2007, la Commissione Europea ha elaborato una strategia (Europa 2020), con l’obiettivo di agevolare l’uscita dalla crisi e definire un modello di sviluppo sostenibile.

La strategia Europa 2020 è stata approvata dal Consiglio Europeo nel giugno 2010, e si fonda principalmente su tre obiettivi, ovvero favorire la crescita che sia: intelligente, ovvero capace di investire nei settori dell’istruzione e della ricerca; sostenibile, rispettando cioè le politiche energetiche e i cambiamenti climatici cercando di preservare le risorse naturali, creando un modello basato sulla consapevolezza della loro limitatezza; inclusiva, ovvero per migliorare la coesione sociale e il mercato del lavoro.

Al fine di accrescere la competitività, creare nuovi posti di lavoro e promuovere lo sviluppo della società tramite la ricerca vengono individuati cinque principali obiettivi:

• Aumentare il tasso di occupazione al 75% per persone di età compresa tra i 24 e i 65 anni;

• Aumentare gli investimenti in ricerca e sviluppo;

• Maggiore attenzione ai cambiamenti climatici, riducendo del 20% l’emissione dei gas serra;

• Migliorare il livello di istruzione;

• Attuare politiche di lotta alla povertà.

Lo strumento principale attraverso il quale l’Unione Europea favorisce la crescita economica e occupazionale sono i Fondi Strutturali. Questi sono articolati in cinque fondi: Fondo Europeo di

Sviluppo Regionale (FESR); Fondo Sociale Europeo (FSE); Fondo di Coesione (FC); Fondo Europeo Agricolo per lo Sviluppo Rurale (FEASR); Fondo Europeo per gli Affari Marittimi e per la Pesca (FEAMP). Questi fondi sono sviluppati dall’Unione Europea e gestiti in collaborazione con gli enti locali attraverso Piani Operativi Nazionali (PON), nel caso in cui sono gestiti a livello nazionale, e Piani Operativi Regionali (POR), quando a gestirli sono gli enti regionali.

Vi è inoltre un programma specifico dell’Unione Europea, l’EaSi (Programma Europeo per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale) che consiste in uno strumento finanziario che punta a promuovere un elevato livello di occupazione sostenibile e di qualità44.

Con oltre 65 miliardi di euro, il FESR rappresenta una delle principali fonti a sostegno dello sviluppo delle PMI. Questi investimenti sono volti ad aiutare le PMI ad: accedere ai finanziamenti per gli investimenti; beneficiare del sostegno mirato alle imprese, come ad esempio il know-how e le consulenze; migliorare l’accesso ai mercati globali; sfruttare nuove opportunità di crescita come l’economia sostenibile; investire nel capitale umano provvedendo a una formazione basata sulla pratica; promuovere l’innovazione intensificando i collegamenti con i centri di ricerca e le università; creazione e l’ampliamento delle startup45.

Lo scopo di questo fondo è favorire le economie locali non in un’ottica di assistenzialismo ma nell’ottica di miglioramento sia dei processi produttivi, sia dei prodotti per fronteggiare la sfida del mercato sul piano della qualità. In particolare, l’obiettivo è sostenere, nell’arco temporale tra il 2014 e il 2020, 1,1 milioni di imprese che rappresentano il 4% del totale delle imprese presenti sul territorio Europeo. Tra queste la maggioranza risulta essere PMI (circa 800 mila) nell’ambito del raggiungimento dell’obiettivo tematico 3, ovvero quello della competitività delle PMI.

Il fondo è disciplinato da uno specifico regolamento, il Regolamento (CE) N.1301/2013 che prevede la ripartizione in tre aree geografiche: regioni meno sviluppate (nel caso dell’Italia Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia); regioni in transizione (in Italia Sardegna, Abruzzo e Molise); regioni più sviluppate (Valle d’Aosta, Piemonte, Lombardia, Liguria, Veneto, Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Lazio e le province autonome di Trento e Bolzano). Per ogni gruppo di appartenenza gli obiettivi tematici da raggiungere con il fondo Europeo sono stati modulati con intensità diverse.

I Programmi Operativi Regionali finanziati attraverso il FESR (POR FESR) sono l’insieme di regole che ciascuna regione si è data per favorire la crescita e lo sviluppo. Ciascuna Regione ha seguito un percorso di contrattazione con il Ministero dello Sviluppo Economico e l’Agenzia per

44 Programma dell’UE per l’occupazione e l’innovazione sociale (EaSI), www.ec.europa.eu

45 Competitività delle PMI, www.ec.europa.eu

la Coesione Territoriale per arrivare a una versione condivisa dei contenuti e delle strategie di ciascun POR FESR.

Ciascun POR è organizzato per assi, a cui possono corrispondere uno o più degli obiettivi tematici sviluppati dall’Unione Europea. Questi assi sono volti a configurare i limiti entro i quali inserire i bandi.

La maggior parte di questi strumenti coinvolge principalmente il settore privato sia in modo esclusivo che in compartecipazione con il settore pubblico, i maggiori beneficiari sono per lo più le PMI.

Oltre al FESR l’Unione Europea mette a disposizione delle PMI strumenti specifici per lo sviluppo. In particolare:

• La Commissione Europea eroga sovvenzioni a favore di progetti e organizzazioni che promuovono gli interessi dell’UE;

• Lo strumento di microfinanza del Programma Europeo per l’Occupazione e l’Innovazione Sociale (EaSI) eroga prestiti fino a 25000 euro alle persone che desiderano creare o sviluppare una piccola e media impresa;

• Il Fondo Sociale Europeo (FSE) offre, attraverso la formazione, sostegno alle PMI per migliorare la loro competitività;

• La Banca Europea per gli Investimenti (BEI) offre prestiti alle PMI attraverso il programma LIFE;

• È presente un corso di formazione per i dirigenti che incoraggia le PMI a espandere le loro attività in Giappone e Corea46.

Tra il 2014 e il 2020 la maggior parte del sostegno alle PMI da parte dei fondi strutturali europei (SIE) è stato rivolto al raggiungimento dell’obiettivo tematico 3, volto a migliorare la competitività tra le PMI.

La seguente tabella mettere in relazione gli stanziamenti totali da parte dell’Unione Europea per ogni Stato e per tipo di fondo di appartenenza.

46 Altre possibilità di finanziamento a favore delle PMI, www.ec.europa.eu

(Figura 18, Stanziamenti fondi europei per stato)47

Dal grafico possiamo notare che l’Italia rappresenta il Paese europeo che ha più beneficiato di questi fondi, in particolare il fondo maggiormente utilizzato è quello diretto allo sviluppo agricolo e rurale (FEASR) con un ammontare raccolto di più di 8 miliardi di euro, seguito dal Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (FESR) con più di 6 miliardi di euro, e una parte marginale è rappresentata dal Fondo per gli Affari Marittimi e per la Pesca (FEAMP). In totale dalle PMI italiane sono stati utilizzati più di 15 miliardi di euro48.

47 Dati rapporto Ue, www.cohesiondata.ec.europa.eu

48 Dati rapporto Ue, www.cohesiondata.ec.europa.eu