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I livelli di coinvolgimento

Nel documento Insegnanti e formazione in servizio (pagine 39-47)

1. Formazione in servizio

1.2.6 I livelli di coinvolgimento

Sulla partecipazione dei docenti alla progettazione dell’attività for-mativa relativa all’anno 2002/03 abbiamo delle indicazioni che pro-vengono anche dal questionario docenti. La domanda ovviamente non è direttamente comparabile con la precedente e non solo perché riguarda un’unità di analisi diversa (l’individuo), ma anche perché non è la stessa cosa proporre un’attività formativa e partecipare alla stesura del progetto. Tuttavia, non ci sembra del tutto fuori luogo considerare a questo punto in quale misura i docenti sono attivi collaboratori nella fase progettuale18.

Nell’istruzione poco meno di un terzo degli insegnanti è coinvolto nella progettazione dei corsi. Per la precisione si tratta di un 30,7% di insegnanti della scuola elementare, di un 34,3% della scuola media e di

INSEGNANTI E FORMAZIONE IN SERVIZIO IPRASE Trentino

conteggio % risposte % casi

Richiesta da parte della scuola o CFP 14 23,7 28,5

Indagine sui bisogni formativi 11 18,6 22,4

Vocazione dell’ente 25 42,4 51,0

Altro 9 15,3 18,4

Totali 59 100,0 120,3

18Vanno tenute presenti le diverse fonti informative che, nel primo caso fanno riferi-mento ad un dichiarato istituzionale, nel secondo ad un dichiarato personale.

19Per “altre” s'intende la figura del progettista, che è presente nella maggior parte dei centri di formazione professionale.

un 29,8% della scuola superiore. Nella formazione professionale regi-striamo valori percentuali di ben altro spessore. Se nel primo caso gli insegnanti coinvolti sono circa uno su tre, nel secondo sono uno su due. Si rimarca, in questo modo, una differenza notevole tra i due sot-tosistemi formativi, già evidente nei dati riportati in precedenza.

Tab. 1.9 - Partecipazione degli insegnanti alla progettazione dei corsi (%)

Come si può notare (Tab. 1.9), la forma più diffusa di coinvolgi-mento è quella che fa capo a commissioni o a gruppi organizzati all’in-terno della scuola (71,4% nella scuola elementare; 83,4% nella scuola media; 75% nella scuola superiore; 51,4% nella formazione professio-nale), cui seguono le altre funzioni (27,4% scuola elementare; 14%

scuola media; 20% scuola superiore; 43% nella formazione professio-nale).

1.2.7 I destinatari

Può sembrare superfluo parlare dei destinatari della formazione in servizio. Non lo è, se si considera che un corso può essere destinato indistintamente a tutti i docenti della scuola, ai soli docenti di un grado o indirizzo scolastico, riservato ai docenti di singole discipline e/o aperto all’esterno, agli insegnanti di altre scuole, ai genitori o agli

ope-L’offerta delle scuole

Elementari n. 309

Medie n. 230

Superiori n. 299

Formazione prof.

n. 166

Coinvolto sì 30,7 34,3 29,8 48,5

Come?

   

Commissioni/gruppi 71,4 83,4 74,7 51,4

Funzione obiettivo o altre19 27,4 14,4 20,3 42,9

Altro 1,2 2,2 5,0 5,7

41 INSEGNANTI E FORMAZIONE IN SERVIZIO

IPRASE Trentino

ratori che a vario titolo gravitano nel mondo scolastico. A nessuno deve sfuggire il rapporto molto stretto tra i destinatari di un’attività, l’organizzazione e la scelta dei contenuti e delle modalità di conduzio-ne. La nostra analisi può suggerire qualche indicazione di massima.

Tab. 1.10 - I destinatari dell’offerta formativa del settore istruzione20 (%)

Risulta abbastanza chiaro che l’offerta dell’istruzione, essendo generalmente indirizzata a tutti i docenti della scuola, tiene in poco conto le specificità settoriali, soprattutto in ambito disciplinare. Poche anche le aperture verso l’esterno (i contatti, le reti, il territorio, ecc.) e verso gli altri operatori.

Gli enti, al contrario, presentano una situazione in gran parte diversa.

Già si è detto che circa un 30% degli insegnanti del sistema dell’i-struzione ha richiesto di svolgere attività di formazione presso agenzie esterne. Non è tuttavia possibile, allo stato attuale, ricostruire con pre-cisione il percorso formativo di tali insegnanti perché non tutte le agenzie che operano sul territorio provinciale hanno accolto l’invito a compilare il modulo. Facendo riferimento ai dati raccolti, riscontriamo che gli enti privilegiano, contrariamente alle richieste (cfr. nota 8), gli insegnanti della scuola superiore e in subordine i corsi “trasversali”

destinati agli insegnanti di ogni ordine e grado.

L’offerta di enti, associazioni e altri Elementari e Medie

attività iscritti

Superiori attività iscritti

Tutti gli insegnanti della scuola 66,8 73,6 60,0 67,0

Insegnanti o della scuola elementare o della scuola media o di uno specifico

indirizzo scolastico (se superiori) 19,3 11,0 22,1 13,2

Altri (corsi con diverse tipologie di

destinatari o aperti all’esterno) 13,9 15,4 17,9 19,8

Totali 100,0 100,0 100,0 100,0

20Non sono disponibili i dati che riguardano la formazione professionale.

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IPRASE Trentino

Autoformazione:

che cosa intendiamo?

Il tempo dedicato all’autoformazio-ne

2. Autoformazione

L’impegno del docente non si esaurisce all’interno della formazione in servizio. Ci sono altri riferimenti, altri spazi, adeguatamente attrez-zati, che consentono di realizzare percorsi formativi di diversa natura.

Per verificare la consistenza del fenomeno, è stata inserita nel que-stionario una domanda specifica. Il termine autoformazione viene qui inteso nel senso più comune e diffuso. La nota esplicativa, posta in calce al questionario, recita infatti: lettura di saggi e/o riviste specializ-zate, ricerche in Internet, produzione varia finalizzata allo sviluppo delle competenze professionali…1.

Le risposte sono presentate nella tabella e nel grafico 2.12: la prima permette di cogliere in ogni dettaglio l’andamento della distribuzione, mentre il secondo evidenzia alcuni elementi che emergono da una diversa ripartizione del tempo (più o meno di dieci ore mensili).

I valori evidenziati, considerati all’interno della colonna, mostrano l’andamento della curva distributiva che caratterizza ogni grado scola-stico. La situazione è talmente chiara che ogni commento risulta super-fluo.

1Si tratta indubbiamente di un’indicazione generica. L’autoformazione è un processo complesso. Risponde a più bisogni che possono essere finalizzati:

• a rafforzare il senso di sicurezza (necessario per tenere sotto controllo l’ansia che può derivare dal rapporto educativo);

• ad acquisire conoscenze e competenze per realizzare una scuola nuova, diversa (più attiva sul piano della ricerca e della sperimentazione, più aperta alla realtà sociale, ecc.).

2L’analisi può essere estesa anche alla scuola dell’infanzia.

Tab. 2.1 - Quanto tempo dedica mediamente in un mese all’autoformazione? (%)

Graf. 2.1 - Fino a 10 ore, più di 10 ore mensili (Per tipologia scolastica)

Nel grafico 2.1 si evidenziano sostanzialmente due gruppi. Il primo raccoglie i soggetti che dichiarano un numero di ore mensili inferiori a 10; il secondo registra la consistenza di coloro che superano le 10 ore.

Le percentuali segnalano la presenza di uno scarto tra le scuole del-l’infanzia e i rimanenti gradi scolastici. Tuttavia, anche all’interno di questi ultimi non mancano differenze di rilievo. Colpisce in particola-re il decparticola-resceparticola-re, passando dalla scuola elementaparticola-re alla scuola superioparticola-re (62% elementari, 54% medie, 43% superiori), del valore percentuale

Autoformazione:

differenze marca-te e specifiche tra le varie

Totali 100,0 100,0 100,0 100,0 100,0

0%

45 INSEGNANTI E FORMAZIONE IN SERVIZIO

IPRASE Trentino

dei soggetti con meno di 10 ore e la netta divisione (campione spacca-to a metà) degli insegnanti appartenenti alla formazione professionale.

Dal grafico 2.1 emerge inoltre con evidenza (eccezion fatta per l’in-fanzia) che, stando alle dichiarazioni degli intervistati, l’autoformazio-ne è un’attività rilevante per molti insegnanti. Infatti circa 2 insegnan-ti su 4 (2 su 5, se elementari) superano abbondantemente il tetto delle 10 ore mensili3.

2.1 AUTOFORMAZIONE E FORMAZIONE IN SERVIZIO

La quantità di tempo dedicata all’autoformazione non va ad incide-re negativamente sulla formazione in servizio. Al contrario, chi investe molto nella prima, investe tanto anche nella seconda. Lo dimostrano i dati riportati nella tabella 2.2 dove il tempo dedicato all’autoformazio-ne vieall’autoformazio-ne incrociato con la media annua delle ore di attività di forma-zione. A fronte di un incremento di ore dedicate all’autoformazione vi è un corrispondente aumento di ore impegnate nella formazione in servizio.

Tab. 2.2 - Un confronto: autoformazione e formazione in servizio

3Pur essendo difficile un confronto diretto tra le due variabili che hanno un’origine diversa, possiamo tuttavia affermare con buona approssimazione che a fronte delle 10 e più ore di autoformazione si registra una media di ore impegnate in attività di for-mazione istituzionalizzata che oscilla tra le 2 e le 3,5 mensili nell’istruzione e le 6,5 nella formazione professionale (la quota oraria annuale è stata trasformata in quota mensile suddividendo il numero totale delle ore per 10). Dalla distribuzione sono stati eliminati i valori estremi superiori e inferiori.

Autoformazione

n. ore mensili Formazione in servizio: impegno medio annuo

Media/ore anno dev. std.

1. Fino a 5 ore 24,0 14,5

2. Da 5 a meno di 10 ore 27,2 19,2

3. Da 10 a 20 ore 29,7 18,6

4. Più di 20 ore 31,1 17, 8

2.2 AUTOFORMAZIONE E VARIABILI DI SFONDO

Abbiamo accertato che vi è una dipendenza significativa tra il tito-lo di studio posseduto e il bisogno di realizzare un forte investimento nell’autoformazione. Infatti, un laureato su due (contro 1 diplomato su 3) si colloca nella fascia alta (10 e più ore).

Anche nella formazione professionale si riscontra un fenomeno quasi analogo. In questo caso però sono gli insegnanti dell’area cultu-rale (61%) e non quelli dell’area professionale (44%) a dichiarare un notevole investimento.

Una domanda viene a questo punto spontanea: c’è una relazione tra il tempo dedicato all’autoformazione e l’uso delle nuove tecnologie, la formazione on-line e la lettura di saggi o riviste? In altre parole, è pos-sibile capire indirettamente come il tempo dedicato all’autoformazio-ne è riempito?

Con le informazioni in nostro possesso è possibile affermare che il secondo gruppo di soggetti, quello che dedica più ore all’autoforma-zione, utilizza le nuove tecnologie in modo più sistematico del primo.

Differenze di rilievo si registrano in rapporto al collegamento frequen-te (regolare) ad Infrequen-ternet e alle ricerche in Infrequen-ternet4.

È pure fuori discussione la grande efficacia che gli insegnanti del secondo gruppo attribuiscono alla lettura di saggi e riviste specializza-te: il rapporto con il primo gruppo è di 2,5 nella formazione professio-nale e di 1,4 nell’istruzione.

Autoformazione e nuove tecnologie

4La propensione a collegarsi ad Internet dei soggetti che spendono più ore nell’auto-formazione è 1,7 volte quella degli insegnanti che investono poco in tale processo.

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