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Capitolo 3. Analisi dei testi e commento traduttologico

3.2 I metatesti: macrostrategia traduttiva e lettore modello

I metatesti presentano tutti la medesima intenzione comunicativa dei rispettivi prototesti e la sviluppano secondo le carattestiche formali proprie del genere testuale nella lingua d’arrivo (italiano), peraltro pressochè identiche a quelle della lingua di partenza (cinese). Questa identità ha permesso di riprodurre con facilità e senza alterazioni significative l’organizzazione testuale dei prototesti (capoversi, suddivisione in paragrafi), indipendentemente dall’approccio traduttologico

adottato. La macrostrategia traduttiva adottata mira, infatti, a mantenere inalterata la tipologia testuale dei prototesti (informativa), a ricreare la loro forma testuale (articolo in periodico) e le sue funzioni (informativa ed estetico-espressiva nel primo caso, informativa e vocativa nel secondo, solo informativa nel terzo), individuate come dominanti.

Per quanto riguarda il primo articolo, dal momento che il testo assolve a funzioni diverse, si è deciso di adottare approcci traduttologici distinti in base alla funzione testuale da riprodurre nel metatesto, con lo scopo di garantire tanto la riproduzione integrale delle informazioni contenute nel prototesto (approccio familiarizzante76), quanto l’originalità degli elementi culturali insiti nelle denominazioni dei rimedi medicinali (approccio straniante77). Per quanto riguarda, invece, gli altri due articoli si è preferito optare per l’adozione di un unico approccio, di tipo familiarizzante. Sia Scarpa78 che Osimo79 descrivono, infatti, l’approccio familiarizzante come la strategia più adatta per la traduzione di testi specializzati, dove la funzione informativa è vista come dominante. In merito Osimo afferma che

Il dilemma tra adeguatezza e accettabilità80, che caratterizza il dibattito sulla traduzione narrativa, nella traduzione specializzata trova un possibile sbocco chiarificatore. Qui l’approccio adeguato non ha senso, perché il testo non ha valore filologico. Viceversa, le operazioni di “restauro” del testo in fase traduttiva e redazionale, deprecabili a mio modo di vedere per il testo narrativo, nel testo specializzato hanno molti buoni motivi, dato che la dominante è l’informazione pura.81

Un altro passo fondamentale da compiere per definire la macrostrategia traduttiva consiste nel postulare un lettore modello, ovvero un modello del lettore possibile, “che [si] suppone sia in grado di affrontare interpretativamente le espressioni nello stesso modo in cui l’autore le affronta generativamente”82. Definire un lettore modello significa, quindi, definire un insieme di scelte stilistico-redazionali da operare affinché il testo possa esprimere appieno il suo contenuto potenziale.

Nel primo caso, si è deciso, per la cultura ricevente, di postulare un lettore modello diverso da quello ipotizzato per la cultura emittente. Tale scelta è motivata da precise considerazioni circa i contenuti del testo oggetto di traduzione: si ritiene, infatti, alquanto improbabile che un articolo

76Per approccio familiarizzante o localizzante si intende un tipo di traduzione in cui “la lingua/cultura di partenza tende a essere

avvicinata e resa familiare al lettore di arrivo, perché il testo è visto soprattutto come un mezzo per trasmettere informazioni”. Federica Scarpa, La traduzione specializzata, p.85

77“Strategia traduttiva che tende a conservare elementi delle culture diverse dalla ricevente, producendo un senso di estraniazione nel

lettore”. Bruno Osimo, Manuale del traduttore, p. 281

78Federica Scarpa, La traduzione specializzata, p.85 79Bruno Osimo, Manuale del traduttore, pp. 176-177

80Nel campo della traduzione, i concetti di adeguatezza e accettabilità (Toury) identificano processi traduttivi analoghi a quelli

delineati rispettivamente dall’approccio straniante e da quello familiarizzante. Parlare di approccio adeguato equivale, quindi, a parlare di approccio straniante. NdT.

81Bruno Osimo, Manuale del traduttore, pp. 176-177

82Umberto Eco, citato in Bruno Osimo, Manuale del traduttore, p. 117

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come quello in questione, che tratta cioè dell’uso di figure retoriche della lingua cinese nella definizione di rimedi medicinali descritti in un opera della tradizione medico-farmacologica cinese, possa interessare un pubblico generico, per quanto erudito o eclettico lo si possa immaginare. Il lettore modello postulato per il metatesto è, dunque, un esperto, uno specialista: potrebbe trattarsi di un linguista, interessato ai procedimenti retorici della lingua cinese, o un profondo conoscitore della lingua e della cultura cinesi, che volesse approfondire alcuni aspetti di natura prettamente linguistica relativi all’opera di Li Shizhen. Se il lettore modello postulato per la cultura ricevente fosse stato uguale a quello definito per la cultura emittente, termini quali biyu 比喻 o jiedai 借代 sarebbero stati tradotti rispettivamente come “metafora” e “metonimia”, concetti più o meno familiari a un generico lettore mediamente colto. Tuttavia, da un punto di vista tecnico le figure retoriche indicate dai termini cinesi biyu e jiedai non equivalgono a quelle indicate dai termini italiani “metafora” e “metonimia” e questo accade perché ci troviamo di fronte a dei realia, ovvero

[…] parole (e locuzioni composte) della lingua popolare che costituiscono denominazioni di oggetti, concetti, fenomeni tipici di un ambiente geografico, di una cultura, della vita materiale o di peculiarità storico-culturali di un popolo, di una nazione, di un paese, di una tribù, e che sono quindi portatrici di un colorito nazionale, locale o storico; queste parole non hanno corrispondenze precise in altre lingue.83

Un lettore modello come quello da noi postulato per il metatesto (un esperto linguista o sinologo) sarebbe stato tratto in inganno da una traduzione familiarizzante, in quanto spinto a dedurre che il concetto italiano e quello cinese di metafora si equivalgano, mentre così non è. La questione della traduzione dei realia verrà affrontata in maniera più dettagliata nella sezione a ciò preposta; per ora ci basterà avere chiaro che l’adozione un approccio traduttivo di tipo familiarizzante, generalmente indicato per la traduzione specializzata, viene in questa sede associato a un approccio di tipo straniante il quale, di fatto, rappresenta agli occhi di chi scrive la migliore strategia per garantire l’accuratezza del testo di arrivo rispetto al lettore modello postulato. Infatti, come abbiamo già avuto modo di vedere, in alcune porzioni di testo a prevalere è una funzione individuata come estetico-espressiva: con l’adozione di un approccio familiarizzante si sarebbe perso, in questi punti, il valore filologico del testo, con conseguenze negative circa la riproduzione della funzione estetico-espressiva nel metatesto.

Nel secondo caso, il lettore modello postulato per la cultura ricevente corrisponde grossomodo a quello identificato per la cultura emittente. Si tratta, cioè, di un pubblico mediamente

83Vlahov e Florin, citato in Bruno Osimo, Manuale del traduttore, pp. 112

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istruito (studente o professore) interessato, per ragioni proprie o di studio, alla storia dello sviluppo degli studi botanici in Cina.

Nel terzo caso, infine, è l’argomento testuale l’elemento che ci è di maggior aiuto nell’identificazione del lettore modello nella cultura ricevente: uno studio etimologico applicato a nomi di rimedi medicinali cinesi non potrà che interessare, oltre che un sinologo, un cerchio quanto mai ristretto di lettori, di formazione strettamente linguistica o etnobotanica. Per quanto, infatti, il linguaggio impiegato, relativamente povero di tecnicismi, si presti a essere compreso facilmente da un pubblico istruito senza una formazione settoriale specifica, l’argomento trattato, data la sua natura estremamente settoriale, restringe il cerchio dei possibili lettori.

In tutti e tre i casi i contesti ipotizzati per la pubblicazione della traduzione sono dei periodici: riviste accademiche per il primo e il terzo testo, più spiccatamente settoriali; un periodico di informazione scientifico-culturale o di studi sulla Cina nel caso del secondo testo, dal taglio più divulgativo.

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