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M. R Rosenzweig, A I Leiman, S Breedlove, Psicologia biologica Introduzione alle neuroscienze

2.3 I processi bottom-up e top-down: il gioco delle incognite

Esplorato il come cerebrale delle emozioni e della memoria possiamo ora affacciarci sul mondo artistico e sulle sue sorprendenti conseguenze.

Come affermato in precedenza, il processo emotivo si basa su stimoli sensoriali in grado di evocare la memoria autobiografica del soggetto. Ergo, la memoria va a influire nella lettura dell’opera d’arte.

Limitando momentaneamente l’analisi alla percezione visiva, è possibile affermare che l’elaborazione di un’immagine esterna derivi dall’integrazione di processi bottom-up (dal basso verso l’alto) e top-down (dall’alto verso il basso). Dipendendo essenzialmente da meccanismi di percezione visiva, il percorso di elaborazione bottom-up consente, infatti, una prima recezione dell’immagine dell’oggetto, e dunque una sua prima categorizzazione48.

In questa fase la corteccia visiva primaria codifica l’immagine rendendo possibile l’identificazione dei suoi contorni, dei colori e il confronto con modelli preesistenti.

Convolti nell’elaborazione bottom-up sono il sistema dopaminergico, delle endorfine, ossitocina-vasopressina, noradrenergico, serotoninergico e infine colinergico49.

L’elaborazione del significato di quell’immagine, e nel nostro caso dell’opera d’arte, avviene tuttavia solo all’interno del processo top-down, coinvolgente direttamente la memoria.

48 E. R. Kandel, L’età dell’Inconscio. Arte, Mente e Cervello dalla Grande Vienna ai Nostri Giorni,

Milano: Raffaello Cortina Editore, 2012, p. 271.

È in questa fase che il cervello raccoglie la nuova informazione visiva e la confronta con le memorie dell’individuo.

Basandosi sulle esperienze e sulle conoscenze pregresse del singolo individuo “l’elaborazione top-down è unica per ciascun osservatore”50.

Il processo top-down coinvolge sia la memoria implicita che quella esplicita. In particolare, la prima consentirà il richiamo su un piano inconscio di emozioni passate rendendo possibile la creazione di una relazione empatica tra pubblico e opera d’arte, e la seconda opererà invece sul piano conscio garantendo l’identificazione di forma e soggetto51.

Attraverso il processo top-down immagine e significato trovano nella memoria dello spettatore una risposta tanto personale quanto universale, inscrivendo l’interpretazione dell’oggetto artistico in una dimensione di unica individualità. Afferma, infatti, il professor Kandel: “L’osservatore si avvicina a un’opera in modo diverso, e la sua risposta può dipendere dal punto in cui si trova. L’artista, a sua volta, affronta la sfida di non sapere da dove l’osservatore guarderà, e il punto di vista può influenzare notevolmente l’interpretazione dello spettatore di una scena tridimensionale”52.

Osservatore e artista entrano, attraverso l’elaborazione top-down, nel mondo dell’inconscio e dell’imprevedibile, mantenendo aperta la possibilità di ricorrere, qualora necessario, anche a forme di memoria pubblica condivisa, o di conoscenze e informazioni pregresse sul testo artistico stesso.

Utile per poter comprendere quest’affermazione è il così detto “test del museo”, menzionato dal professor Daniel L. Schacter nel testo Alla ricerca della memoria. Il

cervello, la mente e il passato. Giocando sulla memoria d’individui provenienti da

background diversi, il test, ideato dall’artista Sophie Calle, chiedeva ai dipendenti del Moma di New York di descrivere ricordandolo il dipinto L’assassinio

minacciato di Magritte (1996). Le descrizioni, tra loro diversissime, lasciavano

50 Ivi, p. 305. 51 Ivi, p. 307. 52 Ivi, p. 313.

trapelare la probabile provenienza lavorativa delle persone intervistate53. D’altra

parte come conclude Schacter “Ciò che le persone ricordano di un quadro è pesantemente influenzato da come lo considerano o lo codificano, e gli specifici aspetti del quadro che vengono elaborati dipendono dal tipo di conoscenze già disponibili nella propria memoria a lungo termine”54.

L’attribuzione del significato all’opera d’arte verrebbe così a essere un insieme di tracce pubbliche e private, in ogni caso condivise.

Il processo top-down d’altra parte non solo influenza l’attribuzione di un significato al testo artistico ma condiziona anche indirettamente il processo creativo dell’artista.

Nel creare l’opera d’arte l’artista non dovrà più considerare solo la pulizia della linea o la scelta di utilizzare o meno un dato tipo di materiale, ma dovrà avere a mente anche e soprattutto le potenzialità che quell’opera ha nel confronto diretto con il pubblico.

Ed Camull, fondatore della Disney Pixar, parlando di creatività alle telecamere della rivista Internazionale ha affermato: “Secondo me la creatività è una forma di problem solving. E’ qualcosa di più che fare foto o scrivere, significa risolvere problemi che si presentano nella vita a casa o al lavoro. Sono convinto che stimolare la creatività, significa aiutare gli altri a parlare. Ascoltando gli altri, li liberi, e liberando loro liberi anche te stesso”55.

Leggere la creatività come forma di “problem solving” e come stimolo alla possibilità espressiva non solo dell’individuo direttamente coinvolto nell’atto creativo, ma anche e soprattutto del pubblico, inscrive la memoria umana in un sistema di riscoperta cosciente del sé individuale libero dai limiti imposti dai concetti di pubblico e privato.

L’idea non è ovviamente nuova.

53 D. L. Schacter, Alla ricerca della memoria. Il cervello, la mente e il passato, Torino: Giulio Einaudi

Editore, s.p.a., 1996, pp. 40-41.

54 Ivi, p. 41.

55 Internazionale.it, “La Creatività Secondo Mister Pixar”, Pagina web:

http://www.internazionale.it/video/2014/10/27/la-creativita-secondo-mister-pixar-2, visitato il giorno 18/11/2014, ore 01:04 (Atlanta, USA)

Dijksterhuis era giunto a conclusioni simili sostenendo che “senza l’elaborazione cosciente top-down non saremmo in grado di affinare e aggiornare le competenze cognitive necessarie alle decisioni e agli atti creativi”56.

Processi inconsci stabilizzano così la percezione conscia garantendo la traduzione dei meccanismi interpretativi e di quelli creativi in sistemi logici in cui l’emozione presente e passata è rielaborata a favore di una ragione artistica.

56 E. R. Kandel, L’età dell’Inconscio. Arte, Mente e Cervello dalla Grande Vienna ai Nostri Giorni,

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