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2. L’evoluzione della normativa di tutela degli ambient

2.3. Quadro europeo

2.3.1. I Programmi di Azione Ambientale

In totale sono stati emessi 7 programmi di azione ambientale a partire dal primo, relativo al periodo 1973-1977, che segue le dichiara- zioni sull’ambiente scaturite dal vertice di Parigi del luglio 1972.

Gli obiettivi perseguiti sono stati innanzitutto di indirizzare gli stati membri verso l’uniformazione delle politiche ambientali, di ope- rare per quanto possibile in un’ottica preventiva piuttosto che ripara- trice, anche attraverso l’introduzione di strumenti specifici come la Valutazione di Impatto Ambientale (PAA 1977-1981). Nella progres- sione dei programmi di azione si introduce inoltre il tema della rela- zione della tutela ambientale con i temi dello sviluppo economico e del benessere sociale, e si pone in evidenza il ruolo essenziale della ricerca scientifica in relazione alla riduzione degli impatti ed al monitoraggio

gelende Organisaties in de Bouwnijverheid e altri contro Commissione delle Comunità europee,«Concorrenza - Inesistenza - Decisioni di associazioni di imprese - Disciplina com- plessa - Infrazione - Incidenza sugli scambi intracomunitari - Esenzione - Ammende») che il principio di sussidiarietà non costituiva, prima dell’entrata in vigore del trattato sull’Unione europea, un principio generale del diritto alla luce del quale andava sindacata la legittimità degli atti comunitari. Il trattato di Lisbona ha iscritto il prin- cipio di sussidiarietà all’articolo 5, paragrafo 3, del trattato Ue, aggiugendo un rife- rimento esplicito sua alla dimensione regionale e locale. V. http://www.europarl.europa.eu/ftu/pdf/it/FTU_1.2.2.pdf.

come strumento principale per individuare le cause del degrado am- bientale e le relative contromisure. Nel Programma 1993-2000, a segui- to della Conferenza di Rio, è introdotto il c.d. approccio trasversale per una politica ambientale più integrata che ponga in relazione, nell’ottica della sostenibilità, i temi del cambiamento climatico, della biodiversità, della gestione integrata delle zone costiere (ICZM), della tutela delle acque, dell’ambiente urbano e della gestione dei rifiuti. Il Sesto pro- gramma di azione in materia di ambiente della Comunità europea55,

con il recepimento del protocollo di Kyoto è finalizzato alla realizza- zione di una strategia che superi il tradizionale approccio legislativo per adottare un approccio partecipativo per l’individuazione ed il coinvolgimento dei gruppi politici e sociali portatori di interesse nel processo decisionale delle azioni per lo sviluppo sostenibile.

Il Sesto programma di azione in materia di ambiente della Comu- nità europea identifica il tema «natura e biodiversità» come uno dei settori prioritari di intervento. Fra gli obiettivi e le aree prioritarie di intervento del programma sono inseriti:

- Istituzione della rete Natura e attuazione degli strumenti e delle misure necessari sul piano tecnico e finanziario per la piena attua- zione e per la protezione, al di fuori delle zone Natura 2000, delle

55 Decisione n. 1600/2002/Ce del Parlamento europeo e del Consiglio, del 22 luglio 2002, che definisce il Sesto programma d’azione comunitario per l’ambiente (GU L 242 del 10.9.2002, 1).

specie protette ai sensi delle direttive «Habitat» e «Uccelli» (Dir. 92/43/Cee, art. 6, par. 2, lett. a, 7° capoverso).

- Ulteriore promozione e protezione delle aree marine, in particolare con la rete Natura 2000, nonché con altri mezzi comunitari attuabili (Dir. 92/43/Cee, art. 6, par. 2, lett. g, 4° capoverso).

In sede di riesame della politica europea sulla biodiversità sono stati valutati lo stato di attuazione, l’efficacia e l’adeguatezza della strategia e dei piani d’azione europei sulla biodiversità, in particolare con riferimento agli obiettivi del 2010.

Il punto culminante di questa fase si è tenuto nella conferenza di Malahide sulla biodiversità e l’Ue, tenutasi sotto la presidenza irlande- se del Consiglio dei Ministri nel maggio 2004.

Il «messaggio di Malahide»56 scaturito pone fra gli obiettivi priori-

tari il completamento delle porzione a mare della rete Natura 2000 entro il 2008.

A seguito del messaggio di Malahide, la Commissione ha adottato nel maggio 2006 una comunicazione «Arrestare la perdita di biodiver- sità entro il 2010 e oltre»57, che in particolare arricchisce di una serie di

specificazioni sugli obiettivi del sesto piano d’azione europeo, in parti-

56 Sul tema specifico v. L.TUNESI, La necessità di un sistema di aree protette marine in

grado di integrare le esigenze conservazionistiche italiane ed europee in un quadro mediter- raneo, in Le aree marine protette, a cura di F. VALLAROLA, 2011, Firenze, 311, ivi, 314.

57 Comunicazione della Commissione del 22 maggio 2006, «Arrestare la perdita di biodiversità entro il 2010 e oltre - Sostenere i servizi ecosistemici per il benessere umano», COM(2006) 216 def. - Non pubblicata nella Gazzetta ufficiale

colare con riferimento al rafforzamento dell’impegno per il completa- mento della rete Natura 2000 ed ai parametri per il monitoraggio dei progressi. In particolare l’azione prevede: «completare la rete marina di zone di protezione speciale (ZPS) entro il 2008; adottare elenchi di siti d’importanza comunitaria (SIC) entro il 2008 per l’ambiente marino; designare zone speciali di conservazione (ZSC) e fissare priorità di gestione e le misure di conservazione necessarie per le ZSC (entro il 2012 per l’ambiente marino); istituire misure di gestione e conservazio- ne analoghe per le ZPS (entro il 2012 per l’ambiente marino)».

Il Settimo Programma d’azione per l’ambiente persegue i seguenti obiettivi prioritari58:

a) proteggere, conservare e migliorare il capitale naturale dell’Unione; b) trasformare l’Unione in un’economia a basse emissioni di carbonio,

efficiente nell’impiego delle risorse, verde e competitiva;

c) proteggere i cittadini dell’Unione da pressioni e rischi d’ordine ambientale per la salute e il benessere;

d) sfruttare al massimo i vantaggi della legislazione dell’Unione in materia di ambiente migliorandone l’applicazione;

e) migliorare le basi cognitive e scientifiche della politica ambientale dell’Unione;

58 Art. 2, Decisione N. 1386/2013/Ue del Parlamento Europeo e del Consiglio del 20 novembre 2013 su un programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020 «Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta»

f) garantire investimenti a sostegno delle politiche in materia di am- biente e clima e tener conto delle esternalità ambientali;

g) migliorare l’integrazione ambientale e la coerenza delle politiche; h) migliorare la sostenibilità delle città dell’Unione;

i) aumentare l’efficacia dell’azione unionale nell’affrontare le sfide ambientali e climatiche a livello internazionale.

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