• Non ci sono risultati.

5. Analisi delle strategie comunicative degli stakeholder

5.2 Analisi delle interviste semi-strutturate

5.2.4 I pubblici a cui si rivolgono gli stakeholder

Quasi tutti gli stakeholder attivi nella comunicazione della fusione dei ghiacciai del Trentino comunicano ad un loro pubblico specifico e ad un pubblico generalista.

Un pubblico molto numeroso, se si considera che si tratta di un evento che si svolge nel corso di una sola settimana, è quello del Trento Film Festival.

Fichera spiega: «Il Trento Film Festival raggiunge un pubblico di circa 70.000-80.000 persone con un target molto eterogeneo: alpinisti, frequentatori della montagna, camminatori ma anche chi non va in montagna è interessato. C’è poi una sezione del festival dedicata ai ragazzi». Avere un pubblico vasto ed eterogeneo non è però un limite per un festival che vuole proporsi come «un laboratorio di idee, un'occasione di incontro per parlare e raccontare quello che avviene». Fichera chiarisce «Noi raccontiamo quello che avviene nel mondo attraverso il cinema oppure diamo occasione di scambio alle persone, invitando degli ospiti. Non andiamo a comunicare delle verità o delle tesi scientifiche, il nostro è un festival che vuole essere un'occasione di incontro per le persone, una volta si diceva “un campo base” dove si parla, si discute e nascono anche idee».

Anche il Muse ha un pubblico molto numeroso se si considera che regista oltre 10.000 ingressi a settimana. Oltre ad un pubblico generalista, il Muse si rivolge ad un target specifico che sono gli studenti e le scuole (circa la metà degli ingressi). «Avere un target specifico per noi è un grande vantaggio perché puoi usare un linguaggio adeguato alle conoscenze di quel pubblico. – spiega Casarotto – nel caso invece di una serata con un pubblico eterogeneo devi scegliere a chi rivolgerti oppure alternare momenti a cui ti rivolgi ad un gruppo con quelli in cui ti rivogli ad un altro. Quando si ha un pubblico eterogeneo è

69

difficile raggiungere tutti quanti per questo anche sul tema del cambiamento climatico è meglio definire dei target più specifici». Casarotto vede nel pubblico eterogeneo un limite costituito dalla forma con cui si riesce ad esprimere un concetto: se non si ha un target specifico si rischia di rimanere su argomentazioni troppo semplificate «parlare del pianeta che si scalda piuttosto che di ghiacciai che si ritirano non è molto utile: la gente ormai lo sa». Fare un passo avanti sarebbe invece far acquisire la consapevolezza delle possibili conseguenze a cui siamo andando incontro ma per descrivere meglio ed «entrare nel dettaglio sugli scenari futuri e sulle possibili azioni di mitigazione e adattamento, devi rivolgerti in maniera specifica» con un linguaggio targettizzato sia nel contenuto che nella forma.

Anche Saibanti di APRIE sostiene che «Oramai anche il pubblico “più tradizionalista”, come quello degli agricoltori, che sono quelli che meno guardano volentieri a queste questioni, si è reso conto del cambiamento climatico in atto, l’ha potuto osservare direttamente». Come sostiene Casarotto però il passo successivo è quello di attivare un cambiamento nei comportamenti. «Gli agricoltori si lamentano che hanno poca acqua – dice Saibanti - quindi vogliono una concessione per una portata più elevata. APRIE può anche dare una concessione più elevata di portata ma il problema rimane perché quella portata in alveo non ci sarà comunque». Anche in questo caso sarebbe auspicabile una campagna di comunicazione targettizzata per una categoria, come quella degli agricoltori, molte esposta al rischio di insufficienza idrica cui stiamo già assistendo.

Umberto Martino aggiunge «Credo che si siano fatte talmente tante serate, pomeriggi, convegni, workshop organizzati dalle APT, dagli ambientalisti, dagli impiantisti, da Mountain Wilderness, da Trentino Sviluppo, dal Muse. Credo che dal punto di vista del dibattito, questo ci sia e sia assolutamente vivo e molto partecipato». Quindi anche Martino sostiene che occorrono strategie che non si limitino solo all’informazione del rischio ma che si prenda atto della necessità di agire concretamente per «cercare delle soluzioni logiche e produttive da un punto di vista dello sviluppo, che siano coerenti però con il paradigma della sostenibilità. In primo luogo elaborare delle strategie che siano coerenti con quel particolare tipo di territorio e poi realizzare una strategia di comunicazione».

Per completare le tipologie di pubblico cui si rivolgono gli stakeholder attivi nella comunicazione della fusione dei ghiacciai si possono ricordare i pubblici di nicchia come ad esempio il pubblico di esperti cui si rivolgono enti di ricerca e Università nella cosiddetta “comunicazione tra pari” attraverso report tecnici, articoli scientificipeer reviewed.

70

«Ci è capitato di collaborare con diverse Università, - dice Trenti di Meteotrentino - ad esempio quelle di Padova, Trento e Milano su finalità specifiche, legate all'analisi approfondita di alcune dinamiche riscortate in alcune situazioni specifiche. E quindi poi di partecipare alla stesura di articoli scientifici38 che sono andati sulle riviste specialistiche. Questa è quindi una divulgazione di nicchia, quella tipica del mondo scientifico di cui ben poco arriva al grande pubblico. Per il nostro pubblico cerchiamo poi di estrapolare informazioni più semplici da divulgare». Un altro pubblico di nicchia cui si rivolge Meteotrentino potrebbe considerarsi anche quello degli alpinisti cui si rivolgono alcune sezioni del sito Meteotrentino (ad esempio neve, ghiacciai e valanghe).

C’è poi il pubblico delle associazioni ambientaliste che è costituito dai cittadini, e principalmente da quei cittadini che risiedono presso le località di montagna in cui vengono organizzate Assemblee su specifiche criticità. Il pubblico delle Associazioni ambientaliste è quindi spesso quello dei portatori di interesse locali (amministratori, albergatori, lavoratori nell’industria del legname, rifugisti) e quindi quelle persone su cui maggiori sono le ricadute sociali dei cambiamenti climatici.