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I SOCIAL MEDIA

Nel documento Regione Emilia-Romagna (pagine 96-101)

CAPITOLO 8. I SOCIAL MEDIA

INTRODUZIONE

Nell’ultimo decennio, l’uso delle nuove tecnologie è diventato sempre più diffuso e importante soprattutto tra (pre)adolescenti e giovani in tutto il mondo. Infatti, per la maggior parte degli adolescenti europei e nordamericani, internet è disponibile 24 ore su 24 e, quindi, utilizzato per moltissimi motivi diversi: giocare ai videogiochi online, ricercare informazioni, passare il tempo e stabilire e mantenere relazioni con gli altri attraverso l’uso dei social network1. La letteratura scientifica sul tema dell’uso dei social media tra i più giovani indica che, quando limitato e responsabile, tale uso può avere un impatto positivo sul benessere dei ragazzi in termini di maggiore percezione di supporto sociale, connessione con i pari e impegno civico2-4. D’altra parte, studi recenti hanno mostrato che un uso eccessivo e/o problematico delle nuove tecnologie può avere ripercussioni sulla salute psico-fisica dei più giovani in termini di maggiori livelli di ansia, depressione e sintomi fisici5,6. In questo senso, sebbene la ricerca in questo ambito stia procedendo velocemente, l’analisi delle motivazioni, dei benefici e dei rischi che i ragazzi incontrano sui social media è attualmente riconosciuta come fondamentale a livello nazionale e internazionale.

L’USO DEI SOCIAL MEDIA

Per quanto riguarda i possibili benefici e rischi in termini di connessione sociale, lo studio HBSC rileva la frequenza con cui i ragazzi hanno contatti online con i loro amici, con amici di un gruppo allargato, con altre persone (es. familiari, compagni di classe, insegnanti) e con persone conosciute online.

In tabella 8.1sono riportate le risposte dei ragazzi.

Tabella 8.1 “Quante volte hai contatti online giornalieri o più volte al giorno con le seguenti persone”, per età (%)

11 anni (%) 13 anni (%) 15 anni (%) Totale (%)

Amici stretti 67,7 83,9 89,4 79,4

Amici di un gruppo allargato 47,9 57,2 63,6 55,5

Amici conosciuti tramite internet 7,0 15,7 13,7 11,9

Altre persone, non amici (esempio

genitori, fratelli/sorelle, ecc.) 56,5 60,3 64,3 60,0

La maggioranza dei ragazzi è in contatto tutti i giorni con la cerchia di amici stretti (79,4%) tramite i nuovi media, in percentuale crescente all’aumentare dell’età. Lo stesso andamento si registra per i contatti con altre persone (genitori, fratelli, ecc.) e con amici di un gruppo allargato (rispettivamente il 60% e il 55,5%). Quasi il 12% ha contatti giornalieri con amici conosciuti esclusivamente online, questo tipo di relazione risulta maggiore tra i tredicenni (15,7%).

Inoltre, nell’indagine HBSC 2018 sono state inserite per la prima volta alcune domande relative all’uso problematico dei social media con lo scopo di evidenziare la diffusione attuale di un fenomeno che sembra in continuo divenire. Nello specifico, ai ragazzi è

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stato chiesto di rispondere ad alcune domande volte ad indagare una motivazione negativa dell’uso dei social: la preferenza per le interazioni sociali online rispetto a quelle faccia a faccia7,8. In tabella 8.2 sono riportate le risposte dei ragazzi.

Tabella 8.2 Frequenza di ragazzi che sono d'accordo o molto d'accordo con le affermazioni ….:

per età (%)

11 anni (%) 13 anni (%) 15 anni (%) Totale (%)

“Su internet parlo più facilmente dei miei segreti, piuttosto che faccia a

faccia” 10,4 11,6 11,4 11,1

“Su internet parlo più facilmente dei miei sentimenti più profondi piuttosto

che in un incontro faccia a faccia” 11,0 15,3 16,8 14,1

“Su internet parlo più facilmente delle mie preoccupazioni piuttosto che in

un incontro faccia a faccia” 11,3 14,0 13,5 12,9

Complessivamente l’11,1% dei ragazzi dichiara di essere d’accordo o molto d’accordo nel preferire le interazioni online per parlare dei propri segreti; il 14,1% per parlare dei sentimenti e il 12,9% per parlare delle proprie preoccupazioni.

Inoltre, gli indicatori della Social Media Disorder Scale9 offrono una panoramica dei sintomi più frequenti dell’uso problematico dei social media. In questo modo è possibile osservare la prevalenza di ragazzi a rischio di sviluppare una problematicità legata dell’uso dei social media (cioè i ragazzi che hanno dichiarato di riconoscersi in 6 o più sintomi). La figura 8.1 riporta la frequenza di ragazzi che fanno uso problematico dei social media.

L’uso problematico dei social media è maggiore nelle femmine per ogni fascia d’età.

5,4

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CONCLUSIONI

La ricerca conferma alcuni trend e osservazioni che il mondo dei servizi ha notato da tempo, rispetto ad un fenomeno nuovo e di difficile decifrazione. Il divario generazionale di fronte cui ci troviamo presenta caratteristiche uniche e innovative.

Quella di oggi è la prima generazione di adulti che si trova a osservare il passaggio adolescenziale di nativi digitali. Il mondo digitale non è più un luogo finto ed effimero, ma è diventato una realtà relazionale ed esperienziale concreta e prolungata nelle esperienze di crescita delle giovani (ma non solo) generazioni.

Quasi il 70% degli undicenni intervistati utilizza abitualmente un social a fronte di legislazioni chiare su questa argomentazione. Il fatto che il 15,7% dei tredicenni conosca persone nuove attraverso il mondo digitale e che il 57% lo utilizzi per incontrare amici “di un gruppo allargato” è sintomatico del cambiamento radicale che questi strumenti stanno operando nella sfera relazionale e di come sia necessario approcciarsi a questo fenomeno abbandonando pregiudizi o semplificazioni.

Gli ambienti digitali (social, app, videogames) contribuiscono a costruire veri e propri spazi identitari, promuovono apprendimenti, riconoscimenti e appartenenze grazie alle seguenti caratterizzazioni:

• sono spazi immateriali nella realtà, ma reali nella percezione delle persone;

• sono luoghi a cui poter chiedere ciò che si desidera facendo in modo che si adattino completamente alla domanda espressa;

• sono spazi di relazione on demand, a cui ci si connette e disconnette in qualsiasi momento;

• sono luoghi “intelligenti” in cui l’apprendimento è immediato e in “tempo reale”;

• hanno una storia limitata nel tempo ma piena di riferimenti culturali e di significati identitari;

• permettono di essere in tempo reale in contatto con un mondo più vasto di quello della propria quotidianità;

• velocizzano le comunicazioni e le interazioni umane.

Tutto ciò aiuta a comprendere come mai il 14% dei ragazzi intervistati dichiara di esprimere meglio i sentimenti profondi in online rispetto all’analogico (16,8% per i quindicenni).

Come tutti i luoghi anche la rete offre pericoli e rischi che vanno compresi e interpretati al fine di costruire interventi preventivi, di intercettazione precoce e/o di trattamento (internet disorder) finalizzati al miglioramento della qualità della vita e all’adozione di stili di vita compatibili. Il fatto che le femmine dichiarino un maggiore uso problematico dell’online va compreso meglio, alla luce dei diversi tempi di crescita fra maschi e femmine e delle differenze di genere.

Fondamentale nel prossimo periodo sarà necessario:

• aumentare le competenze del personale sociale, sanitario, educativo nella comprensione e nell’utilizzo, a fini professionali, degli strumenti digitali;

• sperimentare progettazioni di intercettazione precoce sulle tematiche del digitale con particolare attenzione al gaming e all’internet disorder;

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• promuovere azioni di peer education finalizzate all’aumento delle competenze e delle life skills dei giovani.

Se il mondo adulto reagisce convincendosi che la rete ed i social network sono la fonte di ogni problematica, rischia di perdere di vista il vero significato di questo fenomeno.

Anche nelle situazioni più preoccupanti, il mondo adulto deve poter aumentare la propria conoscenza della rete e dei social e saper volgere questi nuovi elementi al servizio della crescita degli adolescenti, favorendo senso di responsabilità e consapevolezza

BIBLIOGRAFIA ESSENZIALE

1Griffiths, M. D., Kuss, D. J., Billieux, J., & Pontes, H. M. (2016). The evolution of Internet addiction: A global perspective. Addictive Behaviors, 53, 193-195

2Barry, C. T., Sidoti, C. L., Briggs, S. M., Reiter, S. R., & Lindsey, R. A. (2017). Adolescent social media use and mental health from adolescent and parent perspectives. Journal of adolescence, 61, 1-11.

3Lenzi, M., Vieno, A., Altoè, G., Scacchi, L., Perkins, D.D., Zukauskiene, R., & Santinello, M. (2015). Can Facebook informational use foster adolescent civic engagement? American Journal of Community Psychology, 55, 444–454.

4Valkenburg, P. M., & Peter, J. (2007). Preadolescents' and adolescents' online communication and their closeness to friends. Developmental Psychology, 43, 267-277.

5Marino, C., Gini, G., Vieno, A., & Spada M.M. (2018). The associations between problematic Facebook use, psychological distress and well-being among adolescents and young adults: A systematic review and meta-analysis. Journal of Affective Disorders, 15(226), 274-281.

6Van Den Eijnden, R., Koning, I., Doornwaard, S., Van Gurp, F., & Ter Bogt, T. (2018). The impact of heavy and disordered use of games and social media on adolescents’ psychological, social, and school functioning. Journal of behavioral addictions, 7(3), 697-706

7Marino, C., Vieno, A., Altoè, G., & Spada, M. M. (2017). Factorial validity of the Problematic Facebook Use Scale for adolescents and young adults. Journal of Behavioral Addictions, 6(1), 5–10.

8Caplan, S. (2010). Theory and measurement of generalized problematic Internet use: A two-step approach.

Computers in Human Behavior, 25(5), 1089–1097.

9Van den Eijnden, R.J.J.M., Lemmens, J.S., & Valkenburg, J.M. (2016). The Social Media Disorder Scale.

Computers in Human Behavior, 61, 478

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