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La parentesi sociorealista fu di breve durata. Il 5 marzo 1953 morì Iosif Stalin, seguì un periodo di profondo lutto in Unione Sovietica, parte della popolazione sembrava sprofondare in uno drammatico sconforto a causa della perdita del vozhd’.

Nei paesi satelliti i sentimenti erano leggermente più sfumati, in Polonia scrittori come Jarosław Iwaszkiewicz, Julian Tuwim, Władysław Broniewski e Jerzy Putrament scrissero racconti in onore del defunto.77 La città di Katowice, per un

periodo di tre anni78 cambiò il suo nome in Stalinogród; il Palazzo della Cultura e

della Scienza79 , ancora in fase di costruzione, venne dedicato al leader sovietico, che

ne era stato l’ideatore e il donatore. Fatta eccezione per qualche commemorazione ufficiale, in Polonia tuttavia il clima era ben diverso da quello sovietico e ben presto vennero alla luce i crimini commessi da Stalin durante gli anni del suo governo. Vennero pubblicati sui quotidiani «Trybuna Ludu» e «Tygodnik Powszechny» i ritratti dei comunisti eliminati negli anni delle purghe. Il poeta comunista Adam Ważyk in Poemat dla dorosłych (Poema per adulti, 1955) denunciava le condizioni della classe operaia, che pur vivendo in una democrazia popolare, si trovava nell’estrema miseria.

Da Monaco di Baviera giungevano le trasmissioni via etere di Radio Wolna Europa80,

che pur censurate dalle autorità comuniste, costituivano un’importante bagaglio informativo.

77 O. Vargin, Regards sur l’art polonais de 1945 a 2005, Parigi, L’Harmattan, 2005, p. 51 78 Dal 7 marzo 1953 al 10 dicembre 1956

79 L’imponente edificio in stile sociorealista, simbolo dell’amicizia sovietico-polacca, era stato

donato da Stalin alla città di Varsavia. Progettato dall’architetto sovietico Lev Rudnev, venne costruito tra il 1952 e il 1955.

80 La radio fu fondata nel 1952 da Jan Nowak Jeziorański, giornalista ed ex corriere di guerra

Il discorso di Nikita Chruščëv, pronunciato nel febbraio del 1956, nel quale venivano riconosciuti i crimini staliniani e il culto della personalità, venne diffuso,

inaugurando così una nuova stagione politica e culturale.

In seguito agli scioperi dell’estate del 1956 a Poznań venne riabilitato Władysław Gomułka, che divenne segretario generale del PZPR.

Importanti a questo proposito furono le mostre Ogólnopolska Wystawa Młodej Plastyki “Przeciw wojnie, przeciw faszyzmowi” (Mostra generale polacca dei giovani artisti “Contro la guerra, contro il fascismo”), allestita nell’estate del 1955 a Varsavia, presso nelle sale dell’antico Arsenał, e Wystawa Dziewięciu (La mostra dei Nove), che ebbe luogo a Cracovia nell’autunno dello stesso anno.

La prima mostra venne organizzata nell’ambito del V Festival Mondiale della Gioventù e degli Studenti, nel quale era già evidente il progressivo avvicinamento della Polonia all’Occidente.81

Organizzatori della mostra erano Jan Dziędzior, Elżbieta Grabska Janina Jasińska, Marek Öberlander, Jacek Sienicki e Aleksander Wallis, personalità legate

all’Accademia di Belle Arti di Varsavia.

Il titolo della mostra “Contro la guerra, contro il fascismo” si riallacciava ad una mostra organizzata dalla formazione sociorealista Grupa Samokształceniowa, volendo esprimere la protesta contro la minaccia totalitaria. L’arte presentata era quindi legata alla storia e alla società, mutavano però i metodi espressivi. 82

La tendenza comune era il realismo, che però si tingeva di sfumature espressioniste e psicologiche.

81 P. Wandycz, Il prezzo della libertà, Bologna, Il Mulino, 2001 p. 354

Si distinse e venne premiato il quadro di Mark Öberlander Napiętnowani (Gli stigmatizzati, 1955), nel quale vengono raffigurati tre vecchi ebrei con una stella di David incisa sulla fronte, l’atmosfera è cupa e tragica, e profondamente sentita e individualizzata dall’artista.

Degno di nota fu anche il ciclo Matki (Le madri, 1949) realizzato da Andrzej Wróblewski, dominato da climi surrealisti e metaforici, espressi da un livido ed immateriale blu.

Deciso era il bisogno di rinnovare i codici espressivi, di sciogliere l’atmosfera di rigore e stagnazione degli anni staliniani, proponendo un linguaggio differente da quello sociorealista o capista.

All’esposizione presero parte 244 artisti, appartenenti alla giovane generazione, tra cui Tadeusz Dominik, Stefan Gierowski, Jan Lebenstein, Alfons Mazurkiewicz, Teresa Pągowska, Jacek Sempoliński, Jan Tarasin, Jerzy Tchórzewski, Andrzej Wróblewski, Rajmund Ziemski.83

Erano presenti anche scultori, tra cui Alina Szapocznikow, Magdalena Więcek, Jerzy Bereś, Bronisław Chromy, Jerzy Jarnuszkiewicz, Stanisław Kulon, Antoni Rząsa e Tadeusz Sieklucki e i grafici Walerian Borowczyk, Jan Lenica, Francziszek

Starowiejski.

Wystawa Dziewięciu, organizzata nel novembre del 1955 a Cracovia, presso la sede dello ZPAP, vide la partecipazione di Tadeusz Brzożowski, Maria Jarema, Tadeusz Kantor, Jadwiga Maziarska, Kazimierz Mikulski, Jerzy Nowosielski, Erna

Rosenstein, Jerzy Skarzyński, Jonasz Stern. 84

83 Ivi, p. 98-104. 84 Ivi, p. 111

Le opere presentate appartenevano agli anni Quaranta, evidente era il riferimento alla Prima Mostra dell’Arte Moderna del 1948 a Cracovia.

L’orientamento generale era quello modernista, astratto, informel, seppure, per dirla con Mieczysław Porębski, si trattasse di un astrattismo “più di materia che di gesto”, nel senso che gli artisti davano poca importanza ai valori filosofici e psicologici dell’atto creativo, concentrandosi più che altro sulla scelta di materiali non convenzionali, su una tecnica fatta di impasti densi e fitti. 85

La mostra costituì inoltre un’occasione per riunire, nel 1957, la formazione artistica “Grupa Krakowska”, scioltasi negli anni Quaranta.

Sede dei loro ritrovi era la galleria Krzystofory, nella quale venivano organizzate non solo esposizioni ma anche rappresentazioni teatrali, essendo la sede del Cricot 2 di Kantor.

Il modernismo tuttavia non era confinato soltanto a Cracovia ma aveva i suoi rappresentanti anche a Varsavia, Poznań e Lublino.

Grupa 55, formazione legata alla celebre galleria varsaviana Krzywe Koło,

raccoglieva artisti come Marian Bogusz, Zbigniew Dłubak e Kajetan Sosnowski. 86

La loro indagine espressiva prendeva le distanze dal realismo espressionistico e dall’arte figurativa, dipingevano a grandi macchie di colore uniforme, privilegiando l’economia del dettaglio e facendo uso della metafora.

A Poznań era attivo il gruppo 4F+R87, fondato nel 1947, di cui facevano parte Alfred

Lenica, Julian Boss-Gosławski, Feliks Maria Nowowiejski, Ildefons Houwalt e che perseguiva una ricerca a metà strada tra l’espressionismo e l’astrattismo.88

85 P. Piotrowski, In the shadow of Yalta, Londra, Reaktion Books, 2009, p. 78-79 86 Ivi

87 Il nome 4F+R (Forma, Farba, Faktura, Fantastyka + Realizm) indicava la sensibilità del

gruppo alle questioni di Forma, Colore, Struttura, Fantastico e Realismo

A Lublino Jerzy Ludwiński, Hanna Ptaszkowska, Włodzimierz Borowski, Jan Ziemski e Tytus Dzieduszycki diedero vita nel 1957 al gruppo Zamek, esperimento nel quale si incrociavano elementi surrealisti e astratti. 89

Nascevano riviste culturali come «Nowa Kultura», «Współczesność», «Projekt» e «Struktury». 90

«Przegłąd Artystyczny», maggiore rassegna di arte contemporanea polacca fino agli anni Settanta, seguiva una tendenza abbastanza ufficiale, per via degli stessi redattori, la pittrice sociorealista Helena Krajewska e successivamente il critico Mieczysłąw Porębski. Nella seconda metà degli anni Cinquanta divenne redattore il giovane critico Aleksander Wojciechowski, che fu anche curatore dei progetti espositivi alla Biennale di Venezia, che riuscì a portare alla rivista fermenti innovativi. 91

Nuove gallerie venivano aperte, anche per mano di privati, dando così agli artisti la possibilità di esprimersi e di uscire dal quadro rigoroso e ufficiale, tracciato dallo stato.

Oltre alle sopra menzionate Krzywe Koło di Marian Bogusz e alla cracoviana Krzystofory, importante fu l’attività di Od Nowa, aperta nel 1964 a Poznań, Galeria Foksal, fondata nel 1965 da Wiesław Borowski, principale punto di riferimento per l’arte contemporanea, che ospitava numerosi happenings; Galeria Współczesna, inaugurata nello stesso anno da Janusz Bogucki; Galeria Mona Liza aperta nel 1967 a Wrocław. 92

89 Ivi, p. 116

90 A.K. Olszewski, Polish Art and Architecture 1890-1980, Varsavia, Intepress, 1989, p. 97-98 91 Ivi

Ancora più sintomatica del disgelo fu la mostra Druga Wystawa Sztuki Nowoczesnej (Seconda Mostra di Arte Moderna), organizzata a Varsavia a Zachęta nell’ottobre del 1957, che rappresentava la continuazione della storica mostra di Cracovia del 1948. Diversamente dalla precedente, questa mostra incontrò un’accoglienza positiva in ambito politico. 93

Vennero presentati i lavori di Alfred Lenica, Jerzy Kujawski, Jadwiga Maziarska, Teresa Tyszkiewicz, Tadeusz Kantor. 94

Degno di nota è il fatto che l’arte astratta ora non solo veniva tollerata, ma anche promossa dalle autorità comuniste, soprattutto all’estero, come nel caso delle opere astratte di Adam Marczyński, presentate alla mostra moscovita del 1958, a cui avevano partecipato Albania, Bulgaria, Cina, Cecoslovacchia, Corea del Nord, Mongolia, Repubblica Democratica Tedesca, Romania, Ungheria e Vietnam. Poteva infatti sembrare assurdo il fatto che ad un’esposizione dal carattere rigido e conservatore com’era quella russa, si scegliesse di presentare qualcosa di “moderno”. In realtà questa scelta dipendeva dalle circostanze politiche interne: il governo comunista durante il disgelo non era più capace di perseguire una politica troppo intimidatoria e repressiva e per ottenere il consenso da parte della società ora cercava di mostrarsi più liberale ed aperto alle influenze culturali provenienti dall’Occidente. È così che, per dirla con Piotrowski, l’arte astratta finì per svolgere la funzione di valvola di sicurezza95: essa godeva della tolleranza da parte del governo ma doveva

soltanto limitarsi all’ambito puramente estetico e dimenticare ogni tipo di ambizione

93 P. Piotrowski, Polska Sztuka między demokracją a totalitarizmem in Warszawa-Moskwa,

Varsavia, Zachęta, 2004, p. 88

94 Ivi, p. 89

95 P. Piotrowski, Polska sztuka między totalitarizmem a demokracją, in Warszawa-Moskwa,

politica, non erano ammessi dubbi a riguardo in quanto l’arte astratta era destinata, secondo le tattiche del partito, a rimanere un puro esperimento formale.

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