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4.4 I L FIELDWORK E I RISULTATI OTTENUTI

4.4.3 Il feedback verso il rilevatore

Nel Manuale è stato sottolineato quanto l’approccio diretto con le famiglie e la raccolta di numeri telefonici per un eventuale sollecito fossero due aspetti particolarmente importanti per il buon esito dell’indagine. Ad ogni rilevatore si è posto l’obiettivo di recuperare almeno il 50% dei recapiti (su fisso o cellulare) attraverso un contatto personale con la famiglia. La consegna personale era decisamente caldeggiata anche se non obbligatoria perché a volte presupponeva la necessità di fare più viaggi presso la medesima abitazione. Porre obiettivi stringenti in assenza di penali o congrui incentivi economici risulta decisamente difficile, sia perché i territori da presidiare sono differenti l’uno dall’altro (difficoltà di calcolo del reale sforzo profuso123), sia perché il controllo sull’effettivo incontro tra

rilevatore e famiglia può avvenire solo attraverso un ulteriore contatto (anche telefonico) con la famiglia coinvolta. Definire un’adeguata remunerazione in ragione della reale quantità di lavoro svolto è una tematica complessa e spesso non gradita dai rilevatori, soprattutto quando non si ha un rapporto di fiducia consolidato tra le parti. Nella fase di acquisizione delle candidature, d’altra parte, si era già rilevata la diffidenza suscitata in molti interlocutori. Essere contattati a casa da una “sconosciuta entità” di ricerca per assumere un incarico di lavoro non è cosa di tutti i

123 È possibile applicare un incentivo a km, ma ciò non tiene conto dell’eventuale necessità di

recarsi più volte allo stesso indirizzo e non è semplice trovare uno strumento che certifichi quest’ultimo aspetto.

giorni. Figuriamoci se si fosse anche preannunciato che parte della remunerazione sarebbe stata variabile e calcolata in base agli sforzi profusi e condizionata da altrettanti obiettivi da raggiungere. Questo è il motivo per cui il compenso è stato stabilito solo basandosi sul numero di questionari da consegnare e quindi uguale per tutti. La qualità del lavoro va in ogni caso incentivata e gli obiettivi richiesti devono essere resi credibili, cioè ritenuti plausibili con uno sforzo che ai più deve sembrare congruo rispetto al riconoscimento economico. Un confronto trasparente con l’operato degli altri colleghi rilevatori è sembrata, da questo punto di vista, la via migliore. Si è quindi predisposto l’invio sistematico di un report (file PDF) sui risultati che progressivamente si stavano ottenendo sia in termini di consegne sia relativamente al numero di questionari ritornati compilati. Inserendo nella comunicazione anche il livello di rispondenza delle famiglie, il rilevatore, che era impegnato solo nella fase di consegna delle buste, poteva verificare quanto il proprio lavoro fosse stato proficuo in termini di adesione delle famiglie all’indagine. Il report inviato ai rilevatori è stato predisposto secondo il seguente schema:

• Indirizzi totali forniti (iniziali + ricampionati) • n° di errori in violazione del metodo di campionamento • Numeri di telefono recuperati • Consegne ultimate

per tipo di recapito • Indirizzi "Scalati”124

• Questionari restituti completi o parziali (>33%) • Giorni medi trascorsi dalla consegna

Inoltre, sono stati calcolati (e spiegati in termini di significato) tre indici di correlazione tra i questionari compilati e:

1. il numero di consegne personali

2. la quantità di riferimenti telefonici recuperati

3. il tempo medio trascorso dalla consegna dei questionari alle famiglie.

124 Il numero di indirizzi per i quali il rilevatore ha attivato la procedura campionaria di selezione

Relativamente al terzo indicatore, si specifica che, fino a quanto si mantiene su valori elevati (tendente all’unità), l’indagine doveva essere considerata ancora attiva (risultati non stabili) e che potrebbe anche non azzerarsi nel caso in cui l’operato dei rilevatori non sia omogeneo. In effetti, nel caso specifico alcuni hanno fornito il loro contributo in ritardo o hanno trascinato il proprio lavoro per un lasso di tempo più elevato. Elementi che generalmente sono sintomo e causa di un lavoro svolto in maniera più approssimativa; tanto che il coefficiente non si è completamente annullato. È ciò che precedentemente abbiamo definito “sofferenza organizzativa” e che ha coinvolto all’incirca un 10-15% delle consegne totali.

Il report e gli indici proposti, oltre ad evidenziare l’importanza di una consegna personale del questionario e la quota di adesione che si riesce a recuperare attraverso solleciti, elementi sui quali entreremo nel merito più avanti, assumono rilevanza divulgativa presso i rilevatori e, soprattutto, diventano un ulteriore strumento di controllo dell’attività sul campo. I dati inseriti nel report hanno permesso di verificare le differenze da comune a comune, ossia da rilevatore a rilevatore125. Ad esempio, il fatto che tutti gli

indirizzi iniziali forniti potessero andare a buon fine rappresentava una difformità rispetto all’andamento generale. Sono stati quindi monitorati soprattutto quei rilevatori che non hanno mai fatto “cadere” alcun indirizzo, così come coloro che hanno richiesto un numero elevato di sostituzioni. Volendo essere pienamente obiettivi, la quantità limitata di casi analizzati per singolo intervistatore (sessantacinque consegne) non ci ha permesso di configurare un indicatore solido; ciò nonostante le macroscopiche differenze di performance sono diventate ben presto visibili. Il fatto che il consolidamento dell’intero report può avvenire solo successivamente all’imputazione delle schede di consegna e data la velocità con la quale i rilevatori hanno potuto svolgere l’incarico (anche solo un paio

125 La leggibilità del report è stata agevolata dall’utilizzo di colori che hanno messo in evidenza i

dati di performance differenziali rispetto all’andamento complessivo. Si è rappresentata un’analisi dei profili mettendo in rilievo i risultati fortemente positivi, quelli sopra la norma, quelli da considerarsi sotto la norma e quelli fortemente negativi.

di giorni), non ci permette di definire tale pratica uno strumento operativo ottimale, capace di apportare sicuri e preliminari cambiamenti sull’operato dei rilevatori (real time monitor). Ci sembra di poter affermare che una adeguata formazione e un incentivo sul risultato rimane il metodo più affidabile per salvaguardare gli obiettivi da raggiungere. Un approccio alternativo e forse migliorativo potrebbe essere quello di imporre ai rilevatori di eseguire un numero limitato di consegne (dieci o venti al massimo), effettuarne l’analisi anche in ragione dei risulti storici conseguiti e successivamente far proseguire il lavoro con gli aggiustamenti del caso. Situazione di fatto verificatasi con alcuni rilevatori e che ha permesso l’individuazione e l’eliminazione di alcuni errori per loro pressoché sistematici/frequenti. Non è stata però, come già detto, una condizione generalizzata e imposta.

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