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L’ACQUISIZIONE DEL LESSICO

4.2 Il lessico mentale

4.2.1. Il legame tra lessico mentale e apprendimento della lingua straniera

Quando si parla dei processi di memoria è consuetudine incontrare l’espressione lessico mentale. Per esempio, Cardona (2004: 15) riprende la definizione di Laudanna, Burani (1993: 15) per delinearlo, ovvero:

Un insieme di “rappresentazioni”, cioè di “oggetti” mentali che corrispondono ad elementi della realtà, di cui riflettono certe caratteristiche rilevanti, e di “processi” che si applicano a queste rappresentazioni, operando su di esse, trasformandole o mettendole in relazione tra loro.

Ad ogni modo, va comunque fatta una premessa mostrando lo schema raffigurativo di Appel (1996) per far capire sia dove si situa questo elemento fondamentale, sia la sua funzione per l’acquisizione linguistica (Figura 6). Cardona (2004: 13-15) spiega che alla comparsa di una parola sconosciuta ma facente parte del patrimonio lessicale della lingua da apprendere, nell’individuo si vanno

ad attivare una serie di conoscenze: possiamo, ad esempio, utilizzare la nostra competenza sulla forma delle parole, attribuire loro una determinata categoria

grammaticale, riconoscerne determinate caratteristiche morfosintattiche e

quindi, possiamo, in base alle nostre conoscenze del mondo, attribuirvi un

significato. L’input viene riconosciuto dalla nostra memoria lessicale che ne

conserva la rappresentazione corrispondente; tale rappresentazione viene quindi elaborata a livello concettuale, ossia semantico e confrontata ed integrata con le conoscenze già acquisite. Per comprendere la realtà che ci circonda, oltre al lessico mentale, abbiamo bisogno anche di un’enciclopedia mentale dove sono depositate le nostre conoscenze del mondo. […] Siamo dunque in grado di comprendere e produrre lingua in quanto le parole che utilizziamo sono rappresentate in qualche luogo della nostra mente. L’insieme di tutte le rappresentazioni depositate nella nostra memoria costituisce il lessico mentale.

Figura 6. I livelli di rappresentazione del lessico in via di acquisizione Fonte: Appeal, 1996

Il modello complessivo del luogo di qualsiasi parola nel lessico dovrà essere tridimensionale, con reti fonologiche che attraversano quelle ortografiche e che si incrociano con le reti semantiche ed enciclopediche di conoscenza personale. […] Le informazioni nel lessico mentale, come in una biblioteca o in un computer, sono sempre aggiornate. Vengono aggiunte nuove parole, vengono fatte nuove connessioni tra parole esistenti e le parole non utilizzate possono essere dimenticate. Questo vale sia per la lingua madre sia per gli apprendenti dell’L279.

È bene anche essere a conoscenza del fatto che le loro sono due delle tante definizioni elaborate nel corso degli anni (Aitchison, 2003; Channell, 1988; McCarthy, 1990; Richards and Schmidt, 2002) e, secondo Peppard (2007), insieme a molte altre, sono accomunate dal fatto che si basano su una metafora e difficilmente vanno a definire il concetto nella sua interezza. Ad esemplificazione di ciò, Peppard (2007: 1) riporta le seguenti dimostrazioni:

McCarthy (1990: 34) porta i seguenti esempi: il lessico mentale è come un dizionario, un dizionario dei sinonimi, un’enciclopedia, una biblioteca, un computer e una rete. Brown (2006: 1) offre una metafora più moderna, comparandolo con Internet e il World Wide Web. [Aitchison (2003: 32) paragona il lessico mentale al Sistema della Metropolitana di Londra]. Nonostante le ovvie differenze tra le precedenti metafore, tutte contengono i concetti di entrata, immagazzinamento e recupero in comune80.

4.1.2. L’organizzazione del lessico mentale

Nel corso degli anni sono apparsi numerosi modelli di organizzazione e funzionamento di questo sistema complesso definito lessico mentale. La teoria condivisa dalla maggior parte degli studiosi interessati alla seguente tematica sembra essere quella

79 “The total model for the place of any word in the lexicon will have to be three- dimensional, with

phonological nets crossing orthographic ones and criss-crossing semantic and encyclopedic [personal knowledge] nets. […] The information in the mental lexicon, like a library or computer, is always being updated. New words are added, new connections to existing words are made and unused words may be forgotten. This is true for both native speakers and L2 learners”.

80 “McCarthy (1990: 34) gives the following examples: The mental lexicon is like a dictionary, a thesaurus,

an encyclopedia, a library, a computer and a net. Brown (2006: 1) offers a more modern metaphor, comparing it to the Internet and World Wide Web. [Aitchison (2003: 32) compares the mental lexicon to London Underground System]. Despite the obvious differences between the above metaphors, they all have the concepts of input, storage and retrieval in common”.

di William Levelt (1989). Aroldi (2009: 274-275) riassume chiaramente il modello dello studioso nel seguente modo:

nel lessico mentale vi sono tre livelli, tra loro indipendenti, di

rappresentazione lessicale:

a. un livello in cui avviene la codifica sintattica e che contiene i lemmi. Questi sono rappresentazioni delle informazioni sintattiche di una parola; tali informazioni concernono la categoria grammaticale (se la parola è un nome, un verbo, un aggettivo ecc.), la funzione grammaticale (se è soggetto, complemento oggetto ecc.), il tipo di sintagma di cui può essere un componente (sintagma nominale, verbale ecc.), altri tratti sintattici, che possono essere specifici di una lingua (per esempio in italiano, per i nomi, è obbligatorio specificare il genere, che può essere o maschile o femminile). Il lemma è unico per la forma scritta e orale di una parola ed è privo di qualsiasi informazione fonologica. Esso contiene però un «indirizzo di collegamento» (linking address), cioè un puntatore che

collega il lemma al corrispondente lessema che si trova al livello in cui

avviene la codifica morfologica e fonologica;

b. un livello in cui avviene la codifica morfo-fonologica e ortografica e che contiene i lessemi, cioè le rappresentazioni delle informazioni fonologiche e ortografiche delle parole. A differenza del lemma, il lessema ha due rappresentazioni distinte (ortografica e fonologica) per la lingua scritta e quella parlata. Inoltre, la selezione di un lessema deve essere sempre preceduta dalla selezione di un lemma;

c. un livello dei concetti lessicali, nel quale sono contenute le informazioni semantiche di una parola, cioè il suo significato.

Per quanto riguarda la rappresentazione visiva e schematica del lessico mentale quindi non dobbiamo immaginarci l’ordine alfabetico dei dizionari, ma come suggerito da Fodor (1983: 72), visualizzeremo: “una sorta di grafico collegato, con le unità lessicali nei nodi con dei collegamenti tra un elemento e un altro”81. Secondo Aitchinson (2003:74) le relazioni maggiormente ricorrenti tra i termini di questa “rete” sono: coordinazione (per esempio salt and pepper), collocazione (per esempio salt water, butterfly net e bright red), iperonimia (per esempio insect-butterfly, color-red) e infine sinonimia (per esempio starved e hungry). Tuttavia, Atzeni (2015:25-26) citando Aitchinson (2003) afferma che: “tali relazioni non hanno la stessa forza: sembrerebbe infatti che le associazioni tra parole siano più forti nei primi due casi”. Infine, secondo He e Deng (2015: 41)

Il lessico mentale include sostanzialmente più informazioni di un dizionario. Quando qualcuno colloca una data parola nel proprio lessico, vengono rese disponibili le proprietà associate ad essa per esempio la sua definizione lo spelling e la pronuncia, come pure le sue relazioni con altre parole. Pertanto, rispetto ad un dizionario fisico, il lessico mentale è più dinamico e complesso82.

4.1.1 La questione dell’unicità

Dato che siamo interessati a tutto ciò riguarda la lingua straniera è bene, inoltre, chiedersi se il lessico mentale di un individuo è esclusivamente dedicato alle parole della LS oppure se in esso risiede anche la lingua materna, con la quale condivide anche il processo di apprendimento. A questo proposito, Cardona (2009a: 4), concorde con Singleton (1999), afferma che:

il lessico della lingua materna e quello della L2 sono immagazzinati in due diversi sistemi in contatto fra loro sia per collegamento diretto tra i diversi nodi lessicali sia perché tali sistemi sono afferenti ad un unico sistema concettuale. In sintesi, dunque vi sono accessi lessicali diversi che conducono a rappresentazioni diverse che però afferiscono ad un medesimo sistema concettuale. È possibile, tuttavia, osservare come il legame tra la L1 e la L2 non presenti la stessa intensità rispetto al sistema concettuale.

Ciò che differisce, secondo Cardona (2009a: 4-5), è l’intensità del legame tra i diversi “magazzini” durante le diverse fasi di apprendimento del lessico, vale a dire che:

[Inizialmente, come raffigurato nella Figura 7] vi sono due legami di forte intensità. Il primo, di carattere bidirezionale, riguarda il rapporto tra la L1 e il livello concettuale; il secondo, monodirezionale, mette in relazione la L2 con la L1. […] si può notare come le parole della lingua materna siano, naturalmente, in stretta relazione con il sistema concettuale (dunque evocare una rappresentazione lessicale significa anche attivare contemporaneamente nella mente il concetto corrispondente), mentre ciò non avviene nella L2, le cui unità lessicali sono in stretta relazione con le parole della L1. [Nelle fasi iniziali di apprendimento] non vi sarebbe dunque un rapporto diretto tra la

82 “The mental lexicon includes substantially more information than a dictionary. When one locates a given

word in one’s lexicon, the properties associated with the word, such as its definition, spelling, and pronunciation, as well as its relationships to other words, is made available. Therefore, when compared to a physical dictionary the mental lexicon is more dynamic and complex”.

parola della L2 table ed il concetto corrispondente, ma vi sarebbe una mediazione, ponendo il caso che l’allievo sia italiano, con la parola della lingua madre tavola. Dunque, vi sono legami lessicali tra i lemmi della L1 e della L2, mentre i legami concettuali riguardano la L1. Con il procedere dell’apprendimento, tuttavia, l’allievo aumenta la sua competenza linguistica e culturale ed i rapporti tendono a cambiare. Il rapporto tra L2 e sfera concettuale si rafforza ed il processo di mediazione concettuale consente all’allievo di stabilire un rapporto diretto tra unità lessicali della L2 e i concetti corrispondenti. Vi sarebbe dunque uno spostamento progressivo di tali rapporti che assumono sempre maggior intensità a livello semantico.

Tale modello viene definito anche Modello dell’Associazione Lessicale e Mediazione Culturale (Bettoni, 2001).

Figura 7. Il modello dell’Associazione Lessicale e Mediazione Culturale della memoria nelle frasi iniziali dell’apprendimento della L2 o LS.

Fonte: Kroll e Sholl (1992: 5).