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Il livello macroeconomico dell‟economia circolare

Capitolo III L’applicazione del modello economico circolare in Cina

3.1 Le caratteristiche del modello economico circolare cinese

3.1.3 Il livello macroeconomico dell‟economia circolare

Attuare il modello circolare a livello macroeconomico significa incoraggiare la creazione di eco-città ed eco-province da un lato, e promuovere la creazione di una società circolare ottimizzando l‟uso di materiale eco-efficiente, dall‟altro (Geng e Lowe, 2003). Infatti, ciò che differenzia i parco eco-industriali e le eco-città è che mentre i primi sono impiegati esclusivamente per attività di produzione – in particolare quella di tipo industriale – le seconde, invece, si focalizzano sulla promozione di attività circolari sia per la produzione, sia per il consumo (Shi et al., 2006). Dal 1995, il governo cinese ha iniziato a condurre progetti pilota per lo sviluppo di zone dimostrative di eco-città: oggi vengono contate circa 389 iniziative di eco-città a livello statale. La città di Yichun, nella provincia del Jianxi, è stata la prima ad annunciare l‟obiettivo di diventare un‟eco- città nel 1986, seguita da Guiyang, invitata a partecipare ad un programma nazionale di sviluppo eco-sostenibile prettamente focalizzato sull‟economia circolare.

Come viene riportato da Wang e Ye (2004), un‟eco-città ha tre obiettivi principali: lo sviluppo di un metabolismo eco-industriale, la costruzione di un paesaggio ecologico e la promozione dell‟eco-cultura.

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Il primo, lo sviluppo di un metabolismo eco-industriale all‟interno della città, prevede, attraverso la costruzione di una rete industriale, la conservazione delle risorse e la protezione dell‟ambiente. I principi circolari di riduzione, riutilizzo e riciclaggio a livello macroeconomico sono stati adeguatamente implementati attraverso la riprogettazione e riorganizzazione delle infrastrutture e del layout industriale in base alle specifiche caratteristiche geografiche, storiche, culturali e infrastrutturali della città e attraverso il ritiro progressivo delle imprese gravemente inquinanti, sostenendo al contempo le industrie ad alta tecnologia. Inoltre, i sistemi di raccolta, stoccaggio e distribuzione dei prodotti a livello di provincia, municipalità o città sono fondamentali per lo sviluppo di sistemi di produzione e consumo ecologici. In riferimento a ciò, Geng e Côté (2003) spiegano che i governi locali hanno promosso quelle che vengono definite “società spazzine”, che svolgono funzioni di recupero, riutilizzo, riparazione e rigenerazione dei rifiuti, e le “società di decomposizione”, che consentono il riciclaggio abbattendo i rifiuti complessi in componenti organici, metallici, plastici e riutilizzabili. Al fine di facilitare le operazioni di tali società, sono state introdotte politiche industriali e finanziarie preferenziali, come gli affitti bassi per i terreni e i prestiti a basso interesse. Il secondo obiettivo di un‟eco-città è la costruzione di un paesaggio ecologico e, come viene evidenziato da Su et al. (2016), è perfettamente in linea con la concezione cinese di paesaggio urbano, inteso come uno spazio in cui hanno luogo la maggior parte delle attività ricreative. Attraverso la costruzione di parchi, piazze, strade e ponti, si intende massimizzare l‟accessibilità alla città per tutti i cittadini, conservando energia e risorse e alleviando problemi come incidenti automobilistici, inquinamento dell‟aria e dell‟acqua (Wang e Ye, 2004).

L‟ultimo obiettivo di un‟eco-città è la promozione dell‟eco-cultura, che consiste nell‟aiutare le persone a capire quale sia il loro posto nella natura e le loro responsabilità verso gli ecosistemi urbani, promuovere un‟identità culturale e una coscienza ecologica: a tal proposito, uno stile di vita basato su nuovi modelli di consumo che incoraggiano la conservazione e il risparmio energetico piuttosto che il consumismo e la produzione dei rifiuti viene fortemente incoraggiato (Geng e Doberstein, 2008). Tra le attività principali per un consumo ecologico, Ren (2007) include, ad esempio, gli appalti pubblici verdi, il risparmio energetico negli uffici governativi e nelle famiglie, l‟istituzione di comunità verdi, la costruzione di edifici ecologici, nonché l‟introduzione di certificazioni per prodotti ecologici. Tra le tipologie di attività per lo sviluppo di pratiche di economia circolare a livello urbano appena descritte, Ren (2007) includono anche lo sviluppo

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dell‟eco-agricoltura che ha una lunga storia in Cina e comprende modelli diversi come, ad esempio, quello di semina e allevamento, pesca e produzione alimentare, l‟utilizzo del metano come fertilizzante e la produzione di alimenti biologici.

Secondo la classificazione di Sun et al. (2016), esistono tre categorie di eco-città cinesi: il primo gruppo riguarda gli iniziali progetti pilota che includono la Sino- Singapore Tianjin Eco-city (SSTEC), l‟International Eco-city di Caofeidian, le città di Wuxi e Zhuzhou, l‟area di Fengxian a Shanghai e le nuove aree di Guangming e Pingshan a Shenzhen. La seconda categoria è costituita da eco-città costruite su città già esistenti, per la classificazione delle quali il governo cinese ha sviluppato una serie di standard, quali il riciclaggio dei rifiuti e dell‟acqua, il trasporto verde, gli edifici verdi, le industrie a bassa emissione di carbonio e quelle che si basano sull‟energia rinnovabile. Il terzo gruppo, infine, comprende le eco-città ricostruite in seguito ad avvenimenti catastrofici, un esempio è dato dalla città di Beichuan, costruita dopo il terremoto che ha colpito il Sichuan nel 2008. Oltre queste tre categorie, le eco-città cinesi vengono distinte anche in base alla modalità con cui vengono istituite, distinguendo tra quelle nate da una cooperazione internazionale, come il primo progetto internazionale di sviluppo di eco-città, avviato nel 2007, la Sino-Singapore Tianjin Eco-city (SSTEC) o la Chongqing Yuelai Eco-city, risultato quest‟ultima della cooperazione tra la Cina e gli Stati Uniti; poi ci sono quelle sorte in seguito ad un partenariato tra il ministero e una provincia (o città) e le eco-città sviluppatesi indipendentemente. Un‟ultima distinzione è quella che riguarda il campo di applicazione di un‟eco-città, che può essere specifico o integrato. Ad esempio l'eco-città internazionale di Caofeidian è focalizzata sulla creazione di un'economia circolare; l'eco-città di Wanzhuang, parte della città di Langfang nella provincia di Hebei, si concentra sulla creazione di un sistema di trasporto verde; la città di Yuxi nella provincia dello Yunnan sta sviluppando ecosistemi acquatici adeguati all'ambiente dell'altopiano; e la Nuova Area di Lanzhou nella provincia di Gansu sta creando una zona dimostrativa per il ripristino degli ecosistemi montani e un parco ecologico a tema sportivo. A livello provinciale, invece, le province di Jilin, Heilongjiang, Fujian, Zhejiang, Shandong, Anhui, Jiangsu, Hebei, Guangxi, Sichuan e Liaoning hanno annunciato l'intenzione di diventare eco-province, seguite dalle municipalità di Pechino, Shanghai, Shenzhen, Suzhou e Ningbo.

Per monitorare i progressi dei principali obiettivi politici e sensibilizzare alla qualità ambientale, il governo cinese ha anche elaborato delle soglie e un indice, il

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2017). Una varietà di modelli di eco-città o eco-province è emersa e continua a emergere con l‟obiettivo comune di raggiungere l'armonia tra l'ambiente artificiale e quello naturale a supporto dell'umanità e della sua crescita (Sun et al., 2016).

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