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Il pedagogista libertario Francisco Ferrer i Guàrdia

L’EDUCAZIONE FEMMINILE NELLA PEDAGOGIA LIBERTARIA DI FRANCISCO FERRER I GUÀRDIA

2.3 Francisco Ferrer i Guàrdia e la Escuela Moderna

2.3.2 Il pedagogista libertario Francisco Ferrer i Guàrdia

Figura 2: Francisco Ferrer i Guàrdia.

Fonte: Fundació Ferrer i Guardia – Barcelona

La vita del pedagogista libertario Ferrer i Guàrdia, nato ad Alella (Barcellona) il 10 gennaio del 1859, è costellata da numerose vicissitudini educative, lavorative e politiche che influenzarono non poco il suo pensiero pedagogico. Figlio di una famiglia contadina benestante e cattolica - sebbene comprendesse anche membri repubblicani e libero pensatori - entrò ben presto in conflitto con l’ambiente circostante. Le sue prime esperienze da educando furono all’insegna della rigida disciplina e dello scarso sviluppo dell’autonomia e del pensiero critico: “Il ricordo

punizioni corporali, la delazione, l’attenzione passiva ed il silenzio, senza alcuna possibilità di

chiedere chiarimenti al maestro, oltre ai locali poco illuminati e scarsamente igienici” 87.

Verso i quindici anni venne mandato a Sant Martí de Provençals, allora una cittadina che era sul punto di essere annessa a Barcellona. Qui lavorò come apprendista presso un familiare materno che lo introdusse nei circoli libero pensatori della capitale e lo stimolò nella sua formazione culturale; fu questo il periodo in cui iniziò ad interessarsi allo studio delle lingue e al mondo naturista. Ferrer entrò in contatto con il repubblicanesimo federale, venne accettato dalla massoneria, ambiente a cui rimase sempre legato, ed ebbe come riferimento intellettuale l'internazionalista e repubblicano federale Pi i Margall88.

La sua successiva occupazione come controllore della compagnia ferroviaria catalana di connessione tra Barcellona e la frontiera francese lo aiutò a fare da tramite tra i repubblicani esiliati e quelli clandestini, entrambi impegnati per rovesciare il regime della Restaurazione.

All’età di vent’anni iniziò a seguire il repubblicano progressista Ruiz Zorrilla fino a divenirne suo segretario, una volta rifugiatosi a Parigi con la moglie Teresa Sanarti e i suoi quattro figli, a seguito del fallimento della rivolta repubblicana del 1886. A Parigi la conoscenza dei circoli libero pensatori e internazionalisti gli facilitarono l'adattamento all’esilio.

Una volta in terra francese iniziò a frequentare ambienti ed esponenti massonici e circoli libero pensatori; la vicinanza ad intellettuali, repubblicani e “anarchici filosofici” influenzarono il suo pensiero e le sue idee sulla pedagogia, interesse che nacque a partire dalle personali riflessioni sulla didattica dell’apprendimento della lingua spagnola. Grazie al suo lavoro in Francia come insegnante di

spagnolo presso il Lycée Condorcet, presso l'Associació Filotècnica e alla Secció Educativa del Temple (massonico), elaborò un manuale scolastico – L’Espagnol Practique – con contenuti sociali ideologicamente impegnati, che ebbe un certo successo nelle due edizioni (1895 e 1897); conobbe, inoltre, fortunosamente, attraverso la sua seconda compagna – la maestra Leopoldine Bonnard, che lo instradò alle novità pedagogiche che a quel tempo giravano nel continente europeo - la signorina Ernestine Meunier, che alla sua morte, nel 1901, gli lasciò una cospicua eredità, base economica che Ferrer utilizzò per fondare la sua

Escuela Moderna 89.

Ferrer ebbe la fortuna di viaggiare molto per l’Europa e di incontrare, conoscere e diventare amico di vari pedagogisti libertari e anarchici, tra cui Reclus, Fabbri, Molinari e Robin. D’altra parte bisogna tenere presente le qualità personali di Ferrer: era dotato di un’intelligenza brillante, un’estesa formazione autodidatta, un carattere sobrio e disciplinato nonché di indiscutibili abilità sociali e un innegabile talento, che gli permise un’accettazione immediata e la creazione di una larga rete di amicizie, passerella verso la sua ascesa sociale.

Fondamentalmente l’anarchismo francese, che il pedagogista d’Alella assorbì con grande intensità; fu un laboratorio di idee dove non solo si rielaborarono i princìpi di Pierre-Joseph Proudhon o il discorso apolitico di Anselme Bellegarrigue, ma soprattutto le idee dell’individualismo anarchico liberale del libero pensiero evoluzionista di Kropotkin90.

Influenzato indubbiamente dalle concezioni anarco-liberali nordamericane, cominciò a credere che nessuna insurrezione violenta potesse portare a una società più giusta. Solo il cambio di mentalità collettiva, generata partendo

89 Ferrer, F., Wintsch, J. (1980). La Scuola Moderna e Lo Sciopero Generale. Lugano: La Baronata,

dall’educazione, avrebbe avuto il potere di una trasformazione sociale in direzione di maggior giustizia e fratellanza.

Molto influenti, inoltre, furono la stretta amicizia e le esperienze in campo educativo con il pedagogista e internazionalista Paul Robin, elemento indubbiamente stimolante nella costruzione del progetto ferreriano: “Secondo i

più, proprio da Robin Ferrer mutuerà alcuni elementi fondamentali della sua proposta di

insegnamento: la coabitazione dei sessi e la soppressione dei premi e dei castighi” 91.

Segno della stretta relazione tra i due maestri fu il fatto che Ferrer lo introdusse nei circoli libero pensatori catalani. Robin finì per trasferirsi a Barcellona, collaborando strettamente con colui che sarà il suo anfitrione, Luis Bulffi, primo presidente dell’Ateneu Enciclopèdic Popular 92.

Ferrer mantenne un’eccellente relazione anche con anarchici più puri, come Joan Montseny o Anselmo Lorenzo; egli vedeva nell’anarcosindacalismo la confluenza delle forze ideologiche libertarie e dell’attivismo sindacale. Il pedagogista vide nella loro unione una possibile via verso una profonda trasformazione sociale e per questo motivo, come pratica politica, volle perseguire l’obiettivo, finanziandolo quasi da solo, della pubblicazione del giornale La Huelga General (Barcellona 1901-1903, 21 numeri)93.

Ferrer fu animato dalla convinzione di dover diffondere la cultura, a tutti i livelli, per la trasformazione della società in senso egualitario e libero. Nel corso del tempo approfondì la conoscenza del pensiero anarchico e si impegnò in campo anarcosindacalista fiancheggiando il movimento operaio barcellonese. La sua coscienza rivoluzionaria coniugò l’attività educativa alla lotta di classe, entrambi strumenti utili ad abbattere il sistema capitalista con il quale industriali e vescovi,

militari e poliziotti sfruttavano, opprimevano e tenevano nell’ignoranza buona parte della popolazione catalana e anche spagnola.

L’azione politica ed educativa di Francisco Ferrer i Guàrdia attirò, senza scampo, le ire clericali che, cogliendo l’occasione del fallito attentato di Mateo Morral, bibliotecario della Escuela Moderna, contro Alfonso XIII, il 31 maggio del 1906, riuscirono ad accusare di complicità Ferrer, ad incarcerarlo per oltre un anno, facendo chiudere la sua scuola. L'imprigionamento di Ferrer nel 1906 provocò la mobilitazione dei suoi compagni e amici francesi, belgi e inglesi. Essi organizzarono una forte campagna che denunciava la nuova Inquisizione spagnola.

Ferrer rimase imprigionato a Madrid per un anno intero – da giugno del 1906 a giugno del 1907 – finché venne assolto durante il giudizio per mancanza di prove. I suoi amici, ad eccezione di Montseny, Lerroux o il suo avvocato Emiliano Iglesias, lo avevano però abbandonato. Perfino alcuni anarchici mostravano una certa diffidenza, probabilmente dovuta al fatto che, in fin dei conti, si trattava di un uomo ricco e riservato. I repubblicani erano dispiaciuti perché egli si era rifiutato di collaborare con alcuni dei loro piani. I massoni definivano “indecente” il suo comportamento familiare. Le scuole laiche ancora aperte, come la moderata Institución Libre de Enseñanza, lo consideravano un individuo inflessibile ed eccessivamente dogmatico.

Una volta scagionato, il pedagogista libertario non riuscì mai più ad aprire la sua Scuola Moderna e rivolse le sue energie alla cura delle scuole, di stampo libertario, sorte in Spagna, e della casa editrice La Escuela Moderna e del Boletin de

la Escuela Moderna94.

Divenuta difficile la vita a Barcellona, Ferrer, insieme alla sua ultima compagna Soledad Villafranca, andò all’estero: a Bruxelles fondò la rivista pedagogica

L’Ecole Renouvée e a Roma, insieme all’anarchico Luigi Fabbri, la rivista la Scuola Laica. Più tardi progettò la Lega Internazionale per l’Educazione Razionale

dell’Infanzia, che aveva il fine di “favorire la diffusione nelle scuole di tutto il mondo delle

idee di scienza, di libertà e di solidarietà, per combattere il confessionalismo, per rinnovare i

metodi didattici così da rendere l’apprendimento facile e gradevole” 95.

Figura 3: Foto di Francisco Ferrer i Guardia e la sua ultima compagna Soledad Villafranca.

Fonte: Fundació Ferrer i Guardia – Barcelona

Francisco Ferrer i Guàrdia fu indicato come il responsabile principale della insurrezione anticoloniale e anticlericale del luglio 1909, nata contro la spedizione militare in Marocco, che sconvolse per una settimana l'intera Barcellona; tornato in città per salutare un congiunto morente, venne arrestato e processato a porte chiuse da un tribunale militare che non concesse alcuna seria garanzia alla sua difesa.

definita in seguito dal Times “assassinio”, rappresentò una punizione esemplare per stroncare altre possibili rivolte proletarie, così come “richiesto” dalla pressione dell'opinione pubblica borghese 96.

Insieme a Ferrer in pochi giorni vennero condannati a morte quasi una ventina di imputati e varie centinaia a lunghe pene detentive. In molte città d’Europa i movimenti laici e anticlericali manifestarono ripetutamente per la salvezza di Francisco Ferrer i Guardia, lo sdegno internazionale si esplicitò attraverso un’accesa campagna di stampa contro il clericalismo reazionario e varie manifestazioni popolari, degenerate in vere e proprie sommosse specialmente contro i Consolati spagnoli, considerati rappresentanti della “Nuova Inquisizione” trionfante (Parigi, Roma, Livorno, Pisa, Trento e Trieste).

Le azioni solidali non ebbero molto esito; Ferrer infatti fu fucilato il 13 ottobre 1909 nella tetra fortezza di Montjuïc lasciando molta amarezza e un vivido ricordo specialmente tra gli italiani, spagnoli e svizzeri.

“La sensazione che la condanna fosse già scritta prima del processo è netta come scrive Perez Galdos e questo favorisce la più massiccia campagna di solidarietà che l’Europa avesse conosciuto in quell'inizio del secolo. Nonostante tutti gli appelli ed addirittura la richiesta di grazia del Papa, il 13 ottobre viene fucilato nella fortezza di Montjuich. La sua esecuzione acquista una dimensione mitica quando si saprà che dopo aver rifiutato i conforti religiosi è

morto gridando: Viva la Escuela Moderna” 97.