• Non ci sono risultati.

Il posizionamento dell’Italia e la distanza da colmare

Nel documento 1 Rapporto Censis-Green&Blue (pagine 22-26)

L’Italia è parte attiva della transizione a livello europeo, avendo recepito i dispositivi dell’UE attraverso il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima (PNIEC) e il Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza (PNRR).

L’appartenenza all’Unione non è solo un forte incentivo a perseguire traguardi di sostenibilità, ma rappresenta anche un’opportunità di confronto con Paesi che hanno accesso agli stessi strumenti, sono soggetti agli stessi vincoli e hanno assunto gli stessi obiettivi. La performance italiana in ambito di transizione ecologica rispetto a quella della media europea (calcolata con i dati dei 27 Stati Membri), può essere misurata su cinque ambiti di particolare rilevanza:

 Emissioni di Gas Serra;

 Energie Rinnovabili;

 Efficienza Energetica;

 Mobilità;

 Economia Circolare.

I dati Eurostat più aggiornati consentono la costruzione di indicatori in grado di descrivere lo stato di avanzamento della transizione italiana ed europea per ognuno di questi temi.

La riduzione del 55% delle emissioni di Gas Serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990 e il conseguente azzeramento nel 2050 è l’obiettivo primario del nuovo Green Deal Europeo.

L’Italia presenta un’intensità delle emissioni di gas nocivi per l’atmosfera nel consumo di energia lievemente inferiore alla media europea (82,2% contro l’82,6% a livello UE, tab. 2).

22 Nello stesso tempo, la quantità di gas serra emessa in un anno solare e rapportata al numero degli abitanti, risulta più basso della media europea, contando 7,2 tonnellate a fronte delle 8,4 prodotte nell’Unione.

In ogni caso, la riduzione delle emissioni appare in linea con quanto accade negli altri stati membri, grazie anche alle buone performance registrate per gli altri due indicatori: nel confronto con i livelli del 1990, nel 2019 le emissioni di gas serra sono diminuite del 25,1% in Italia, mentre in Europa la riduzione è stata del 25,9%.

Tab. 2 – Il confronto tra Italia e Unione Europea nell’emissione di gas serra

Indicatori Eurostat Italia Unione Europea

Intensità delle emissioni di gas a effetto serra

del consumo di energia (2019) 82,2% 82,6%

Tonnellate di gas serra pro capite emesse

in un anno solare (2019) 7,2 8,4

Riduzione della quantità di gas serra emessi

nel periodo 1990-2019 (*) 25,1% 25,9%

(*) Per l’Italia nel periodo 1990-2020: 26,7%. Nel 2021 si stima un aumento del 6,2% rispetto al 2020 (Ispra) Fonte: Elaborazione Censis su dati Eurostat

Il passaggio dall’utilizzo di fonti fossili alla produzione di energia rinnovabile rappresenta uno dei fattori centrali nella costruzione dell’economia verde. In Italia, la quota di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia nel settore energetico ha raggiunto il 38,1% del totale – qualche decimo di punto in più rispetto alla media europea - e copre il 10,7% del consumo di energia nel settore dei trasporti (tab. 3).

Ciò nonostante, la quota di energia rinnovabile nel consumo finale complessivo di energia è inferiore a quella registrata nel complesso dei paesi membri (20,4% contro il 22,1% in Europa). Anche per la quota di energia rinnovabile nel consumo finale derivante da impianti di riscaldamento e raffreddamento, si rileva ancora un margine di miglioramento per arrivare ai livelli europei (19,9% di energia rinnovabile, a fronte del 23,1% nell’UE).

23 Tab. 3 – Il confronto tra Italia e Unione Europea nella produzione di energia rinnovabile

Indicatori Eurostat Italia Unione Europea

Quota di energia rinnovabile nel consumo finale

lordo di energia (2020) 20,4% 22,1%

Quota di energia rinnovabile nel consumo finale

lordo di energia nel settore energetico (2020) 38,1% 37,5%

Quota di energia rinnovabile nel consumo finale lordo di energia negli impianti di riscaldamento e raffreddamento (2020)

19,9% 23,1%

Quota di energia rinnovabile nel consumo finale

lordo di energia nel settore dei trasporti (2020) 10,7% 10,2%

Fonte: Elaborazione Censis su dati Eurostat

Pe quanto riguarda l’efficienza energetica l’Italia, nell’ultimo decennio, è stata in grado di ridurre sia il consumo di energia, sia il suo costo di produzione. Gli indicatori Eurostat mostrano una performance italiana superiore a quella media europea sia nel consumo di energia primaria, che nel 2020 è diminuito del 26% rispetto al 2007, sia nel consumo finale, dove la riduzione è stata del 23,7% (tab. 4).

In entrambi i casi, i valori medi registrati dagli altri stati membri sembrano lontani da quelli italiani, con un taglio dei consumi primari del 17% e una riduzione dell’11,8% per il consumo finale.

Inoltre, in Italia si rileva un livello più elevato di produttività energetica, misurata dalla quantità di produzione in termini economici per unità di energia lorda necessaria: la differenza a favore dell’Italia è di 1,7 euro.

Tab. 4 – Le buone performance italiane nell’efficienza energetica

Indicatori Eurostat Italia Unione Europea

Riduzione dei consumi di energia primaria rispetto al

2007 (2020) -26,0% -17,0%

Produttività energetica (Euro per Kg di Oil Equivalent,

2020) 10,3 8,6

Riduzione dei consumi finali di energia rispetto al

2007 (2020) -23,7% -11,8%

Fonte: Elaborazione Censis su dati Eurostat

Il settore dei trasporti presenta invece aspetti piuttosto critici: in Italia il 48,4% degli autocarri supera i 10 anni di età, mentre la percentuale scende al 29,7% per quanto riguarda il dato europeo. Inoltre, in Italia circolano 663 di autoveicoli ogni 1000 abitanti, un dato che supera di 156 unità la media europea (Tab. 5).

24 Tab. 5 – L’accelerazione necessaria nel settore dei trasporti e della mobilità

Indicatori Eurostat Italia Unione Europea

Percentuale di autocarri con più di 10 anni di età

(2019) 48,4% 29,7%

Numero di autoveicoli privati ogni 1000 abitanti

(2019) 663 507

Fonte: Elaborazione Censis su dati Eurostat

Positiva è invece la prospettiva della transizione italiana, se vista attraverso l’impegno nella diffusione dell’economia circolare: il materiale circolare utilizzato in Italia si attesta al 21,6%, contro il 12,8% a livello europeo. Inoltre, viene riciclato il 51,4% dei rifiuti prodotti all’interno dei centri urbani e questa percentuale sale al 67% se consideriamo la totalità degli scarti prodotti in Italia. L’Europa riesce invece a riciclare il 55% dei rifiuti totali (tab. 6).

Tab. 6 – L’economia circolare come punto di forza

Indicatori Eurostat Italia Unione Europea

Percentuale di materiale circolare usato (2020) 21,6% 12,8%

Percentuale di rifiuti riciclati nelle città (2019) 51,4% 47,8%

Percentuale di rifiuti riciclati totali (2019) 67% 55%

Fonte: Elaborazione Censis su dati Eurostat

In sostanza, se si confronta lo stato di avanzamento della transizione ecologica in Italia rispetto alla media europea, è possibile notare una performance positiva nella maggior parte dei settori chiave. La produzione di energia è efficiente e deriva al 38,1% da fonti rinnovabili, riducendo così l’intensità di emissioni ad essa collegate, mentre l’avanzamento della transizione energetica è confermato da percentuali di utilizzo di materiale circolare e di riciclaggio dei rifiuti comunque soddisfacenti.

25

Nel documento 1 Rapporto Censis-Green&Blue (pagine 22-26)

Documenti correlati